È un momento drammatico per il cattolicesimo e per tutto l'Occidente. Il pontificato di Francesco scuote la Chiesa dalle fondamenta, mentre la sua parola viene spesso utilizzata dai nemici storici del cristianesimo per cancellarne ogni traccia dalla vita sociale e politica del pianeta. A ciò si aggiunge la violenza con cui l'islam tenta di accreditarsi come l'unica religione organizzata. La risposta, per i cattolici, non può arrivare che dal riconoscersi come comunità viva attorno a Cristo. Luigi Negri, teologo e vescovo, ripercorre in questo dialogo il cammino della sua esperienza di fede raccontando gli ultimi sessant'anni della società italiana e della Chiesa: in particolare la sua amicizia con don Giussani, l'associazionismo cattolico, il profondo contrasto con i modernisti dell'Università Cattolica, i pontificati di Montini e di Wojtyla, il '68 e il terrorismo. Senza timori reverenziali, con un linguaggio franco e diretto, Negri affronta i grandi temi dell'umanità e dell'esperienza cristiana: la fede, la politica, il senso della presenza della Chiesa nella nostra epoca.
Credere non è un mero accettare il messaggio della fede solo per sentito dire, ma – ha scritto Edith Stein – «un essere toccati interiormente e uno sperimentare Dio». Se è così, allora la fede non è un aderire in modo cieco a realtà impenetrabili per la mente e, tanto meno, l’accettare senza riscontri una presenza impalpabile e del tutto inaccessibile al sapere della pelle. Ma, perché questo «vedere» e questo «toccare» possano davvero essere apprezzati nella loro profondità e nella loro sorprendente apertura è necessario affinare una sensibilità che consenta un reciproco e continuo scambio affettivo e conoscitivo, una sorta di «sentire comunitario e partecipato», da cui dipende ogni altra esperienza del mondo e della vita, definito empatia.
Attraverso questa «sensibilità condivisa» sarebbe dunque possibile arrivare perfino a «sentire Dio», quasi che si potesse avvertire il tocco della sua mano sulla propria pelle? Questa domanda, così decisiva, non si lascia risolvere in maniera teorica o meramente formale; essa è anche la sfida cui cerca di rispondere il libro.
L'evangelo è l' annuncio della realtà dello spirito, luce divina presente nell'uomo completamente distaccato dalla propria egoità psichica. Espresso pienamente dalla filosofia classica, l'evangelo è stato ripreso nella mistica cristiana, ed è lì che Lutero l'ha incontrato, ribaltandone però completamente il senso. Partendo proprio dalla mistica medievale germanica, questo libro mostra il rovesciamento dell'evangelo operato dal Riformatore. Col suo odio per la filosofia, esaltando il sentimento particolare e negando la ragione universale, la teologia luterana gonfia ipertroficamente l'ego ed eleva al massimo grado quella menzogna che di ogni teologia è costitutiva essenziale. Oggi, a cinquecento anni della Riforma protestante, mentre il mondo laico saluta in Lutero il fondatore di quell'individualismo in cui vive, le Chiese celebrano in lui un cristianesimo del mero sentire, senza spirito e senza verità: "non credenti" e "credenti" finalmente uniti nella negazione dell'evangelo.
Una raccolta di testi che sgorgano dal cuore – articoli di giornali, capitoli di libri – e che ruotano attorno al “mistero” pasquale, scritti in varie epoche della vita dal parroco di Bozzolo, recentemente indicato da Papa Francesco come “profeta” e testimone di una fede esemplare. Quella proposta da don Mazzolari è una “fede pasquale”, che vede nella Risurrezione il compimento della missione del Cristo Salvatore e che spalanca all'umanità prospettive di novità, di speranza, di futuro. Fra le pagine torna di frequente – dopo precedenti riflessioni del sacerdote-scrittore sulla via crucis, il calvario e il sepolcro – l’immagine della “primavera”, del rifiorire dell’intera umanità, redenta dal gesto d’amore, totale e incondizionato, del Crocifisso, che vince la morte e fa trionfare la vita piena.
sommario
Introduzione (G. Borsa). Nota editoriale. La Pasqua del contadino. Statio novissima et jucunda. Aria di Pasqua. Testimonianza pasquale. La notte che sa. L’ora desolata. Per tutti è Pasqua. Senza Pasqua non c’è primavera. Il fuoco sul sagrato. Pace a voi. Egli vi precede. È risorto. La nostra Pasqua. L’Ulivo e la Croce.
note sull'autore
Don Primo Mazzolari (1890-1959), prete dal 1912, fu cappellano militare al tempo della prima guerra mondiale e trascorse la sua vita come parroco di Cicognara e di Bozzolo, due piccoli paesi in provincia di Mantova. I suoi scritti e le sue predicazioni lo imposero all'attenzione pubblica, ma attirarono su di lui anche molte misure disciplinari della gerarchia ecclesiastica. EDB ha in catalogo la sua opera completa.
La storia di Cappuccetto Rosso e il racconto della creazione del mondo e dell'umanità all'inizio del libro della Genesi hanno una storia letteraria simile. A partire da tradizioni tramandate per secoli solo oralmente, si sono formati testi che, a un certo punto della loro storia compositiva, possono dirsi conclusi. Si tratta di opere con una struttura e un significato precisi, orientate a trasmettere una particolare pragmatica mediante l'identificazione di una morale. Tuttavia, questi testi hanno continuato a modificarsi anche dopo essere stati messi per iscritto; il racconto originario viene utilizzato, la storia raccontata resta la stessa, ma il messaggio cambia perché cambia la struttura formale del racconto.
Le discipline interpretative moderne fanno riferimento sia alla linguistica che alla scienza del testo e si sviluppano in parallelo alle scienze letterarie di carattere umanistico. Per questo, dal punto di vista scientifico, non fa alcuna differenza analizzare i racconti della creazione all'inizio della Bibbia ebraica o la storia di Cappuccetto Rosso. In entrambi i casi l'analisi letteraria permette di leggere il testo come un tutto coerente e di trarre illuminanti conclusioni.
Il tema della complessità è al centro di tutte le teorie classiche della modernizzazione. È uno dei temi che in sociologia è stato affrontato dagli studiosi quando si interrogavano sulle origini della modernità. Il loro interrogativo era sempre: «Come si è arrivati qui, a questa società complessa rispetto a un prima, vissuto come più semplice?» (Chiara Saraceno)
Il termine «complessità», dal latino cum-plectere, «tessere insieme», «intrecciare», indica ciò che è interconnesso, interdipendente. Questa è la condizione della nostra contemporaneità, dell’era planetaria in cui ci troviamo. E questa è anche una delle convinzioni che sostengono l’impianto dell’enciclica "Laudato si’" di papa Francesco, «la convinzione che tutto nel mondo è interconnesso» (Luciano Manicardi)
Prefazione di Enrico Zaninotto
La nostra civiltà sembra averci portato ai limiti di una soglia finora inconcepibile con implicazioni nella sfera politica, del lavoro e dell’educazione. Ad esempio, ci ricordiamo forse del bipolarismo tra capitalismo e comunismo? Tutto è stato travolto dalle innovazioni del capitalismo globale. E di come era il livello dei nostri computer solo qualche decina di anni fa? La comunicazione, la finanza, i consumi, gli armamenti, la costruzione giovanile del comportamento…
tutto è andato cambiando in tempi rapidissimi (Stefano Fantoni)
Nel passato, nella cultura agricola, tutto avevo il suo ritmo. La semina, la crescita, il raccolto, il mungere le vacche, la preparazione dei campi… Oggi nel mondo industriale tutto dev'essere fatto più velocemente a causa della competizione e della pressione per produrre una redditività sempre maggiore. L’uomo quasi non conta più, importa solo la forza e la velocità del lavoro. Nell'industria 4.0 si cerca di sostituire l’uomo con i robot, e se il lavoro umano viene ancora richiesto, l’uomo viene ridotto alla dimensione di un robot (Notker Wolf)
Prefazione di Francesco Pederiva
L'esperienza della malattia pone interessanti quesiti teologici; il più spontaneo si riferisce alla relazione tra malattia e peccato; solo successivamente ne insorge un altro: è possibile tener ferma la fede nella condizione di malattia, e in generale di sofferenza estrema? La malattia minaccia di estenuare la capacità di volere, e dunque la libertà, l'attitudine a volere, e prima ancora l'attitudine a credere. È necessaria allora una riflessione antropologica più fondamentale: come pensare il rapporto tra il patire e l'agire; più in generale, tra il momento passivo o emotivo dell'esperienza e il momento pratico? Il tema fondamentale sotteso alle questioni appena enunciate, sembra essere quello della crisi di senso indotta dall'esperienza della malattia. Per queste ragioni si è intrapreso un viaggio tra i teologi contemporanei che hanno affrontato il tema della malattia in rapporto con la coscienza credente. Il percorso ha portato alla concreta necessità di cercare nuovi intenti antropologici e culturali che veicolino la fede e l'annuncio del vangelo nella nostra epoca e nella nostra società.
«L'amore è tutt'altro che cieco. Ci vede benissimo». Se fosse cieco non riuscirebbe a orientarsi. Non saprebbe dove andare. Non avrebbe un senso. Sarebbe, come spesso acade, una parola fuori controllo, uno stato d'eccezione o d'emozione, senza alcun titolo a nominare Dio: a raccontare la grazia di Dio e i legami che contano. Questa sembra essere la profonda convinzione che ha guidato per una vita intera Hans Urs von Balthasar, uno dei grandi teologi del Novecento. Rileggendo con lui il saggio del 1963, Solo l'amore è credibile, attraverso le lenti d'ingrandimento della più accademica Trilogia e di un suo saggio gemello, riscopriremo la freschezza di un pensiero che restituisce all'amore il suo spessore di verità e di giustizia, il suo ethos. Ordo amoris lo chiamava Agostino: non la mistica umanamente avvilente dell'amore puro, e nemmeno la religione spensierata del sentimento senza limite; piuttosto, l'affezione, condivisa col Figlio di Dio, per la bontà dei legami che plasmano e rigenerano il mondo nella speranza di agape. «Chi perde la propria vita, per amore mio e del vangelo, la salverà» (Mc 8,35).
Questo libretto è un ottimo compendio di teologia degli animali.
Fortunatamente Papa Francesco con la sua enciclica audato si’ ha riportato il creato e l’ambiente al centro della riflessione della teologia contemporanea. ccuparsi di teologia degli animali quindi non è più un lusso n tanto meno una stravaganza.
Il problema degli animali è un problema centrale sia di antropologia teologica che di teodicea.
Bisogna partire dal testo biblico in cui si narra la creazione dell’uomo e questo volumetto parte proprio da qui.
La tutela e il rispetto degli animali non è solo un obbligo religioso, ma anche un’attitudine morale. Come, dove e quando nasce questa profonda riflessione intorno al vivente non umano?
Un breve resoconto di quel variegato movimento socio-culturale che portò in Inghilterra, nel corso del Settecento, a un profondo cambiamento dei costumi e, dall’altro, a recuperare la riflessione del reverendo Drummond, considerandola un fondamentale strumento di veicolazione di tale eredità.
Facendo, proprie le argomentazioni usate dai suoi predecessori e donandogli una nuova singolare energia, i suoi scritti rappresentano un anello importante della storia dell’etica animale cristiana.
Il magistero di papa Francesco, come ben dimostra questo volume, è quanto mai sensibile alle antiche e nuove, manifeste e occulte accuse alla carne di Cristo e dei suoi fratelli. Colpisce come l'argomento sia costantemente presente nelle sue omelie, da arcivescovo di Buenos Aires prima, da pontefice poi. Non è solo la presenza diffusa nella sua predicazione a rendere emblematico il tema della carne nella teologia di Francesco, ma anche il modo organico di trattarlo. Tutti i misteri del Credo cristiano e l'insieme della pratica evangelica sono interpretati alla luce della carne di Cristo e dei suoi fratelli. Si può senz'altro dire che la carne rappresenti il nesso sistematico della teologia di papa Francesco, proprio come lo fu per Ignazio di Antiochia, Ireneo di Lione e Tertulliano. Perciò, se si vuole incontrare il magistero di papa Francesco, è impossibile eludere il suo accorato e argomentato richiamo alla carne, appello rivolto ad ogni uomo, ad ogni battezzato, pastori e teologi compresi.