Dopo il "Repertorio dei pazzi della città di Palermo" ancora una volta Roberto Alajmo gioca con ironia e arguzia a raccontare la sua Isola e con questo glossario di voci dialettali siciliane prova a definire il carattere identitario di un'intera regione, o forse dell'Italia tutta. Abbecedario perché forse il segreto sta tutto nella semplificazione, nel ridurre le presunte complessità all'eresia del buon senso. Smetterla di intorbidare le acque facendo credere che in ogni cosa o ragionamento esista sempre un piano recondito. In quest'Isola - e in questa Penisola, anche - i problemi nascono non tanto dall'essere complicati, quanto dal credersi complicati. E questo in effetti complica le cose, anche le più semplici. Semplificare, invece, partire dalle piccole cose. Guardare il mondo con occhi da bambino, lasciarsi sbigottire da come ogni cosa sia illuminata. Sillabare le parole come fossero creature, rigirarsele fra lingua, denti e palato, assaporarle. Ricondurre tutto al minimo senso indispensabile. Scandire ogni parola. Scandire e semplificare, semplificare e scandire.
«Sappiamo che, per quanto il concetto possa apparire inadeguato, il sistema gastroenterico è dotato di un cervello. Lo sgradevole intestino è più intellettuale del cuore e potrebbe avere una capacità "emozionale" superiore. È il solo organo a contenere un sistema nervoso intrinseco in grado di mediare i riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale. L'evoluzione ci ha giocato uno scherzetto. [...] Il sistema nervoso enterico è una curiosità, un residuo che abbiamo conservato dal nostro passato evolutivo. Di certo, non pare qualcosa che possa attirare l'interesse di tutti, invece dovrebbe. L'evoluzione è un revisore potente. Le parti del corpo futili o non assolutamente necessarie hanno poche possibilità di farcela a superare le difficoltà della selezione naturale. Tuttavia, un sistema nervoso enterico è stato presente in ciascuno dei nostri predecessori nel corso dei milioni di anni di storia dell'evoluzione che ci separa dal primo animale dotato di spina dorsale. Quindi, il sistema nervoso enterico deve essere più di una reliquia. Il sistema nervoso enterico è, di fatto, un centro di elaborazione dati moderno e pieno di vita, che ci consente di portare a termine alcuni compiti molto importanti e spiacevoli senza alcuno sforzo mentale.». Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2020.
Che cos'hanno in comune una rivolta di pescatori corsi in un mare colorato di rosso, un volantino piegato in quattro trovato nella tasca di una giacca, un circuito elettrico nascosto da un controsoffitto, una telefonata nel cuore della notte e un testo poetico usato nel posto sbagliato? L'inizio di una storia. O di più storie, individuali e collettive, ma sempre con due protagonisti in comune: l'ex magistrato Gian Carlo Caselli e l'Italia. Dieci date per dieci capitoli, dalle Brigate rosse alla mafia, dalla strage del cinema Statuto al 'processo del secolo' contro Giulio Andreotti, passando per il Csm e la 'ndrangheta al Nord, fino ad arrivare alle polemiche sulla Tav. Questo libro racconta gli snodi fondamentali di cinquant'anni di storia italiana intrecciati con la biografia, non solo professionale, di un testimone forse unico nel panorama della magistratura italiana: un giudice accusato di essere 'toga rossa' o 'fascista' con sorprendente disinvoltura a seconda delle stagioni e - soprattutto - degli interessi colpiti da indagini e processi. O forse semplicemente perché schierato sempre da una parte: quella della Costituzione, dove ogni cittadino è uguale davanti alla legge.
La fine della Repubblica romana è una storia che è stata raccontata tante volte da apparire pressoché scontata: chi non ricorda le Idi di Marzo e le guerre civili? La vittoria finale di Ottaviano? Eppure, di questi avvenimenti abbiamo sempre ascoltato soltanto un punto di vista, quello degli storici greci e romani, che hanno fornito una versione parziale della realtà politica e militare. Se ci allontaniamo da Roma e dall'Italia e allarghiamo lo sguardo all'insieme dell'imperium Romanum, ai territori delle province e dei regni alleati, senza trascurare i nemici esterni di Roma - a cominciare dall'impero partico -, scopriremo i veri comprimari di questo racconto storico. Familiarizzeremo con un caleidoscopio di popoli - africani, ispanici, galli, greci, traci, armeni, egizi - e di personaggi, dalla famosissima Cleopatra ai re Artawazd di Armenia e Bogud di Mauretania. Personaggi e popoli visti non più come semplici pedine, bensì come attori di un equilibrio geopolitico che fa delle guerre di questo periodo un insieme di conflitti che non è scorretto definire come una vera e propria guerra mondiale ante litteram.
Dalla penna vivacissima di un attento conoscitore della storia veneziana, la biografia di un figlio illustre della Serenissima, Giacomo Casanova. Protagonista indiscusso del Settecento europeo, nei 73 anni della sua vita visita per 213 volte un centinaio di città e cittadine, da Madrid a Pietroburgo, da Londra a Costantinopoli; incontra ben dodici sovrani regnanti e cita nel suo libro Histoire de ma vie duemila persone, tra le quali duecento tra attori, attrici e musicisti. Finisce nelle celle di cinque diverse carceri ed evade rocambolescamente da una, quella dei piombi a Venezia. Gioca d'azzardo (spesso barando) e ama il buon cibo: nelle sue pagine nomina 22 giochi e 120 diversi piatti. Nel libro si racconta di teatro, di spionaggio, di massoneria e di magia. Si ricostruiscono gli incontri con i personaggi più famosi dell'epoca: da Voltaire a Lorenzo Da Ponte, il librettista di Mozart. E si parla anche di donne, naturalmente.
Avida, sanguinaria, assetata di potere, ma insieme intelligentissima, seducente e colta. Chi era davvero Cleopatra? Questo libro restituisce verità storica alla straordinaria figura dell'ultima e più famosa regina della dinastia tolemaica. La vita di Cleopatra ci parla dei rapporti tra Roma e l'Egitto; ci porta a ripercorrere le storie d'amore e di politica intrecciate con Giulio Cesare e con Antonio. Rappresenta, infine, un punto di vista privilegiato per ripercorrere i principali eventi accaduti nel I secolo a.C. su tutti i paesi affacciati sul Mediterraneo, e in parte dell'Asia. La reputazione di Cleopatra è stata deformata dalla propaganda di Augusto, che ha consegnato alla posterità un'immagine della regina totalmente negativa, preda sessuale e insieme nemica pubblica dell'Italia, nonché principale responsabile della guerra civile che decretò la fine della Repubblica. Visione che è stata rilanciata dalla storiografia moderna, di stampo prevalentemente eurocentrico e maschilista, e da teatro e cinema, dove la regina è stata presentata come l'antesignana della vamp o della donna in carriera e senza scrupoli. Cleopatra fu invece soprattutto una consapevole erede dei faraoni, che si impegnò per tutta la vita a trasformare l'Egitto nel fulcro di un nuovo ordine mondiale in una auspicata età dell'oro.
A Billie non piace affatto la nuova casa in cui si è trasferita con sua madre. Mobili tarlati e oggetti polverosi, resti spettrali dei precedenti inquilini, riempiono la vecchia abitazione, la vernice si scrosta dai muri e ovunque c'è un odore particolare, come se nessuno la abitasse da parecchio tempo. Ma non solo: strane cose accadono, specialmente di notte, quando tutti dormono. Tutti tranne Billie che, con gli occhi sbarrati nell'oscurità, sente con crescente terrore inquietanti rumori sul tetto, e movimenti misteriosi che provengono dal piano di sotto. I vicini e la comunità locale stanno nascondendo qualcosa, un segreto sull'edificio e sul suo passato. Quando appaiono dal nulla due misteriose statuette di cristallo il mistero si infittisce, ma la madre di Billie pensa che si tratti solo di fantasie della figlia e del suo nuovo amico Aladdin. Così i due ragazzi si troveranno a fare i conti da soli con la tragica storia della casa... Età di lettura: da 11 anni.
Il motore potente e implacabile della società contemporanea è il principio di prestazione. Oggi l'inazione, la contemplazione, l'ascolto sono considerati forme passive, debolezze, carenze: non sembrano avere alcun valore in un sistema che concepisce la vita esclusivamente in termini di lavoro e produzione. Eppure, secondo Byung-Chul Han l'inazione è una delle attitudini più preziose dell'esistenza: nella contemplazione, infatti, l'essere umano vive davvero - al di là della mera sopravvivenza, in cui ogni agire è mosso da stimoli e mirato all'appagamento dei propri bisogni, alla risoluzione di problemi determinati, al raggiungimento di obiettivi spesso eterodiretti. Solo il silenzio permette di tendere l'orecchio al mondo, e solo l'ascolto può condurre all'esperienza vera, alla comprensione profonda dell'essere. L'inazione, dunque, non è né negazione né semplice assenza d'azione, ma va intesa come ciò che "dà forma all'ambito dell'humanum", rendendo genuinamente umano l'agire. In questo libro lucido e ispirato Han celebra le infinite potenzialità, l'incanto e la ricchezza del non agire e, in uno stimolante confronto con Vita activa di Hannah Arendt, progetta un nuovo modo di vivere: la vita contemplativa che la natura e la nostra società sull'orlo del collasso oggi chiedono a gran voce. Perché "il futuro dell'umanità", scrive il filosofo, "non dipende dal potere di chi agisce, bensì dal rilancio della capacità contemplativa".
Il quinto volume della Storia della Terra di Mezzo contiene i primi miti e leggende che portarono alla stesura dell'epico "Legendarium" di Tolkien, Il Silmarillion. Alla fine del 1937 Tolkien abbandonò con riluttanza il suo lavoro sui miti di Valinor e iniziò Il Signore degli Anelli. La strada perduta e altri scritti è il punto di approdo dei racconti, frammenti, riflessioni sul mondo della Terra di Mezzo prima dell'opera che rese l'autore noto in tutto il mondo. Ma è molto di più: è il libro che più di ogni altro collega e salda insieme le storie del mondo meraviglioso di Númenor, tra i suoi fasti e la rovinosa caduta, e quello della Terra di Mezzo. In questo stesso volume sono contenuti il Lhammas, un saggio sui linguaggi e dialetti della Terra di Mezzo, e un "dizionario" che riporta un ampio resoconto delle etimologie dei vocaboli elfici. Un'indispensabile lettura per tutti gli appassionati delle opere di J.R.R. Tolkien.
Louis de Wohl nos ofrece uno de los santos más populares, admirados y queridos de todos los tiempos. El escenario de la acción nos traslada desde Asís a Roma, a Sicilia, a las arenas de Egipto.
Un'Italia, quella della seconda metà del Novecento, che si è mossa tra le lacune dei depistaggi e le condotte spesso equivoche dei servizi segreti. Benedetta Tobagi racconta, sullo sfondo delle stragi, la dialettica tra intelligence, magistratura e potere esecutivo dalla P2 alla caduta del Muro. "Segreti e lacune", valendosi di documentazione d'intelligence declassificata in larga parte inedita, indaga i conflitti tra magistratura, servizi segreti e potere esecutivo nel corso dei processi per le grandi stragi terroristiche (1969-80), nel periodo compreso tra la riforma dei servizi segreti del 1977 e la metà degli anni Novanta, quando cioè l'Italia riemerge dal terremoto politico della fine della Guerra fredda. A partire da qui affronta temi più ampi, quali l'annoso problema di come esercitare un controllo democratico effettivo sull'attività dei servizi e insieme le possibilità e i limiti della ricostruzione storica di vicende dell'Italia repubblicana in cui la dimensione politica si intreccia a quella criminale: ovvero come affrontare con metodo rigoroso anche gli aspetti indicibili e la dimensione occulta della politica. In Italia i processi per le grandi stragi terroristiche, durati decenni e terminati spesso con assoluzioni generalizzate, costituiscono un terreno d'indagine perfetto per analizzare la conflittualità permanente tra magistratura e servizi segreti. In ciascuno di essi si manifestano infatti lentezze, gravi distorsioni e depistaggi veri e propri, messi in atto dagli organismi d'intelligence e da altre forze di sicurezza, operanti a servizio dell'esecutivo. Con la legge di riforma dei servizi del 1977 (varata proprio sull'onda degli scandali connessi alle stragi), che introduce per la prima volta un controllo politico e parlamentare sull'intelligence e insieme revisiona la disciplina del segreto di Stato, cresce l'attenzione pubblica, e insieme l'ipocrisia istituzionale, su questi temi. Il focus sugli anni Ottanta di questo libro consente di osservare nella pratica i limiti di questa pur importante e per molti versi innovativa legge di riforma, che aveva suscitato grandi speranze ben presto dissipate dallo scandalo P2. Nonostante la fine della Guerra fredda, con il corollario della «doppia lealtà» delle forze di sicurezza, depistaggi e degenerazioni nel funzionamento dell'intelligence continuano a riproporsi. "Segreti e lacune", prendendo in esame le mentalità, i motivi e i meccanismi che ostano alla trasparenza, nonché la fisiologia e patologia dei rapporti tra intelligence e potere politico, delinea le radici di questa continuità dai risvolti drammatici.