L'affascinante identikit della Chiesa disegnato dal Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium si declina nell'arte di ogni tempo e manifesta la sorprendente forza della fede.
Dai mosaicisti dell'arte paleocristiana fino agli artisti contemporanei si può compiere un viaggio entusiasmante alla scoperta dei volti della Chiesa di Cristo: ovile e gregge; città turrita e porta di salvezza: radice e vigna; Gerusalemme ficta e corpo mistico del Salvatore. Ne nasce l'impressione profonda di un volto incancellabile dalla storia, dalla coscienza dell'uomo, dalle sue più intime attese di vita e di pienezza.
Il Concilio Vaticano II, e in special modo la "Lumen Gentium" nel capitolo IV, ha valorizzato la vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo. Partendo dall'analisi del testo della costituzione conciliare, Mimmo Muolo, vaticanista, mostra come le indicazioni contenute nel documento abbiano fecondato l'apostolato laicale nei sei decenni che ci separano da quel grande evento. La missione dei laici ha potuto svilupparsi non solo nelle questioni temporali (politica, economia, cultura, famiglia e altri ambiti della vita di tutti i giorni), ma anche all'interno della comunità ecclesiale, esprimendo il valore dei ministeri e il servizio nelle diverse frontiere della carità.
François-Marie Léthel, riprendendo il capitolo V della costituzione "Lumen Gentium", riporta l'attenzione alla vocazione universale alla santità, sottolineando che il Concilio Vaticano II ha aperto una nuova pagina nella vita della Chiesa sotto la guida dei diversi pontefici fino a papa Francesco, che ha sviluppato lo stesso tema nella sua esortazione apostolica "Gaudete et exsultate". Attraverso questi documenti recenti della Chiesa e le numerose beatificazioni e canonizzazioni, si può comprendere meglio cosa sia realmente la santità alla quale tutti i credenti sono chiamati. Una riflessione intensa sulla santità vicina a tutti, accessibile e praticabile nella vita quotidiana: cioè la perfezione della carità, cioè la pienezza dell'Amore di Dio e dell'uomo in Cristo Gesù. L'appendice riporta i numeri della "Lumen Gentium" relativi alla santità nella Chiesa.
Questo volume, dedicato a Maria, parte dall'assunto che Maria è madre di Dio e madre dei credenti. Questo è il filo conduttore del capitolo che la "Lumen Gentium" dedica alla Vergine. Lei è madre degli uomini nell'ordine della grazia, essendo madre del Redentore, Gesù Cristo. «Presentando Maria nel mistero di Cristo, il Concilio Vaticano II trova anche la via per approfondire la conoscenza del mistero della Chiesa». L'intenzione del Concilio è mostrare l'intima relazione fra la Vergine e la Chiesa, perché entrambe hanno «accolto nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio». Maria è quella «che nella Chiesa santa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e il più vicino a noi». È madre della Chiesa, madre del Popolo nuovo, ma, allo stesso tempo, è sorella di ognuno di noi. Completa il volume l'appendice che contiene il capitolo della "Lumen Gentium" dedicato a Maria e le parole di san Paolo VI, san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco sulla Vergine Maria.
La Chiesa è il popolo che crede in Gesù, il Figlio di Dio, diventato fratello e salvatore di ogni persona. Il concilio Vaticano II, soprattutto grazie alla "Gaudium et Spes", insegna che non è possibile amare Dio senza amare il mondo, questo mondo santo e sporco, magnifico e ingiusto, fiero e disperato, abbietto e miracoloso. Afferma che questa è la famiglia umana da amare, questo è il mondo in cui scorgere la gloria di Dio. Del resto, quello che interessa alla Chiesa di sempre, e alla Chiesa di oggi, sono le gioie, le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi. Dove arriva la luce di Cristo nella vita di questi giorni, il mondo può cominciare a diventare il luogo dove le promesse del Risorto saranno mantenute: «Io sono con voi tutti i giorni».
Con questo libro, Manuela Tulli ci invita a riflettere su un aspetto fondamentale dell'esperienza umana. L'uomo è sempre alla ricerca del «senso della vita». Le gioie e i dolori, le speranza e le delusioni, la vita di tutti i giorni e i progetti per il domani possono trovare nuova luce se si crede di essere parte di un disegno più grande. Il senso della vita da sempre interroga l'uomo, perché non c'è scoperta scientifica né progresso sufficiente che possono colmare il senso di infinito presente nell'intimo di ogni persona. La ricerca della libertà si conquista con la verità che Cristo offre. Lui è l'uomo nuovo che permette di scoprire chi siamo e verso dove siamo destinati.
Gianni Cardinale, nel suo "Quaderno" conduce a una riflessione importante: sono passati sessant'anni dalla celebrazione del Concilio Vaticano II, ma i suoi contenuti rimangono attuali. «La comunità degli uomini», come definita dal Concilio, viene esaltata per l'indole comunitaria che possiede. È una vocazione a cui bisogna corrispondere per cogliere il piano di Dio e scoprire l'interdipendenza che esiste tra la persona e la società. Si ribadisce, inoltre, la fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini e l'ineludibile compito di perseguire la giustizia sociale superando l'etica individualista. Tutti concetti che sono stati approfonditi e aggiornati dal magistero dei papi ed espressi negli ultimi anni, in particolare da papa Francesco con le encicliche "Laudato si'" e "Fratelli tutti". Completa il volume l'appendice che contiene i numeri della "Gaudium et Spes" relativi alla comunità degli uomini, le parole di san Paolo VI, di papa Francesco e del "Compendio della dottrina sociale della Chiesa" per riflettere e meditare sulla condizione della società odierna nel suo rapporto con la Chiesa.
La geniale e profetica intuizione di San Giovanni XXIII è di aver aperto le porte della Chiesa al mondo contemporaneo, sviluppando il binomio autonomia e servizio, per indicare la vita della Chiesa nel mondo contemporaneo. La "Gaudium et Spes" offre un segno concreto di questa volontà del santo Papa. La sua è stata una visione ecclesiale che purtroppo non ha potuto vedere attuata. Al suo successore, San Paolo VI, toccò il grande compito di attuarla, conducendo la Chiesa a radicare sempre di più questa convinzione, soprattutto in un mondo in forte cambiamento. Le gravi questioni poste dal secolarismo impongono ancora oggi una chiara interpretazione del binomio conciliare.
Andrea Tornielli, vaticanista e direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, a partire dalle pagine della "Gaudium et Spes" dedicate alla famiglia, riflette su questo tema, riaffermando che la famiglia è l'insostituibile e primaria cellula della società. Rischiare la promessa di un amore "per sempre", avere il coraggio di costruire una nuova famiglia in mezzo alle difficoltà che sempre esistono, accogliere una nuova vita come dono di Dio è il frutto fecondo dell'amore reciproco. Una promessa che gli sposi hanno la responsabilità di scambiarsi in continuazione. Tutto questo rappresenta continuamente una sfida importante e al tempo stesso entusiasmante nel mondo contemporaneo. L'avventura della famiglia, nonostante le sue difficoltà e le sue incognite, è unica e appassionante. Richiede coraggio, pazienza, dedizione. È sostenuta dall'umiltà di far passare in secondo piano il proprio "io" per esaltare il "tu" e così costruire una comunità di vita fondata sull'amore e sulla reciproca accettazione.
È soltanto grazie alla cultura che la persona può raggiungere la pienezza della propria vita. La cultura è il mezzo attraverso il quale l'uomo può sviluppare e affinare le proprie capacità e rendere più "umana" la propria vita sociale, nel pubblico e nel privato. Per questo motivo venne inserita tra le grandi questioni contemporanee che i padri conciliari decisero di approfondire ("Gaudium et Spes", 53-62). Fabio Marchese Ragona, vaticanista, riflette su quelle che si possono definire le tre parole chiave capaci di affrontare l'argomento in uno spirito costruttivo: dialogo, annuncio ed evangelizzazione. Parole che accompagnano l'intero documento, per esporre a credenti e non credenti il ruolo che la Chiesa intende svolgere nel mondo.
I principi fondamentali espressi dalla "Gaudium et Spes" riconoscono la centralità della persona nella missione divina a favore del mondo. Questa visione richiede strutture economiche e sociali che assicurino quanto il benessere umano sia al cuore del progresso tecnologico. La Chiesa insegna che i cristiani hanno una responsabilità personale nel partecipare alle attività che sostengono lo sviluppo socio-economico della società. Ognuno deve impegnarsi per la giustizia sociale ed esprimere la carità e solidarietà verso tutti. Nonostante la semplicità delle nostre azioni, ciascuno può contribuire molto alla prosperità del genere umano e alla pace del mondo.
La Chiesa non esiste per se stessa, ma è tesa a comunicare il vangelo e dare speranza, camminando a fianco della comunità umana e ascoltando tutti. Suo compito è contribuire a far crescere la società, mantenendo saldo il vangelo di Cristo. Dentro a questa visione, si inseriscono i numeri di "Gaudium et Spes" dedicati alla politica. Concetti quali democrazia, laicità, comunità civile, pluralismo e valori non negoziabili, seppur non esplicitamente affrontati nel Concilio, in realtà trovano in questa costituzione dei riferimenti per il dibattito attuale e per la presenza dei cattolici in politica. Emerge una visione antropologica dei nostri giorni con la quale confrontarsi, perché pone grandi e sempre nuove sfide alla comunità politica.