La cultura contemporánea occidental, aunque depende en sus fundamentos de raíces profundamente cristianas, se ha visto sustancialmente influida por una rein­terpretación de los mismos a la luz de lo que ha sido denominado pensamiento mo­derno. Este puede ser caracterizado como un proceso histórico-cultural en el que se ha ido desarrollando un progresivo antropocen­trismo asentado en la reivindicación de las capacidades de la razón humana, así como en los avances de las ciencias naturales y las conquistas de la tecnociencia.
Aunque algunos de estos elementos ya se advierten en el pensamiento renacentista, es con Descartes con quien apropiadamente se puede afirmar que surge la Filosofía moderna, que tendrá su epígono final en el pan­logismo hegeliano.
El estudio de esta etapa de la filosofía nos puede permitir comprender mejor las claves de nuestra sociedad del siglo xxi, deudora convencida de las ideas que promocionaron los pensadores que llamamos modernos, y que anhela en la actualidad ofrecer una cen­tralidad definitiva a un ser humano en per­manente aspiración a la autotrascendencia.
Joaquín Jareño Alarcón (Murcia), es doctor en Filosofía. Amplió estudios en la London School of Economics (MSc in Philosophy of the Social Sciences), y en las universidades de Oxford (Academic Visitor) y Cambridge (Visiting Scholar). Ha sido conferenciante invitado por la Academia Rusa de las Ciencias y la Higher School of Economics (Moscú). Sus publicaciones más re­cientes incluyen: Retratos seculares: David Hume y John Stuart Mill sobre el significado de la religión (2018) y Ludwig Wittgenstein: The Meaning of Life (2023), así como el texto «Gewissen und Moralische Verbindlichkeit», publicado por la Universidad de Innsbruck (2022).
Età di lettura: da 7 anni.
Promosso nel 1993 da Sabino Cassese, allora ministro della Funzione pubblica, il Codice di stile invitava le pubbliche amministrazioni a riflettere sulla qualità della loro comunicazione e offriva loro strumenti e suggerimenti per renderla meno oscura e più vicina ai cittadini e alle cittadine. Nonostante le molte iniziative portate avanti in questi tre decenni, nel complesso i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Il peggioramento della qualità dei testi legislativi e amministrativi è evidente se, come sottolinea Cassese nella Prefazione, la Corte costituzionale è intervenuta di nuovo, a giugno del 2023, con una sentenza contro la "radicale oscurità" di una legge, sottolineando l'esigenza di una maggiore chiarezza normativa. Gli effetti negativi di questa oscurità si ripercuotono sui testi amministrativi, con pesanti conseguenze sulla vita delle persone e delle amministrazioni stesse. Nel volume alcuni giuristi e linguisti riflettono sulle cause e sugli ostacoli, vecchi e nuovi, che non permettono ai nostri testi legislativi e amministrativi di raggiungere standard di chiarezza vicini a quelli dei paesi più avanzati. L'obiettivo è incoraggiare quanti hanno responsabilità pubbliche a farsi carico anche del "dovere costituzionale di farsi capire", come ci ha ricordato spesso Tullio De Mauro.
La contemporaneità ha riscoperto il valore della cura, come pratica fondamentale per la costruzione di un mondo umano. Questo volume è il primo in Italia ad affrontare il tema con uno studio analitico della letteratura internazionale che, nel secolo scorso, ha portato all'attenzione e formalizzato la riflessione sull'etica della cura. Il testo ricostruisce lo sviluppo del dibattito sulla cura, mettendo in evidenza punti di forza e punti critici. In seguito, partendo dalla constatazione che le argomentazioni teoriche prodotte spesso mancano di riferimenti concreti all'esperienza, la parte centrale presenta una diversa interpretazione dell'etica della cura, definita "etica melaretica", che viene costruita tenendo insieme la ricerca sull'esperienza (ricerca empirica) e l'analisi dei testi della filosofia antica (ricerca teoretica), dove già il concetto di cura era essenziale e dove si trova formulata un'idea esperienziale, situata, dell'etica. Questa sintesi permette di riprendere criticamente temi come la relazione con l'etica delle virtù, l'opposizione con l'etica sistematica o etica delle regole, il ruolo delle emozioni e il valore dell'etica della cura per la politica.
La lettura dei Diari - una miniera di intuizioni folgoranti, pensieri, preghiere, polemiche e spunti argomentativi - restituisce la complessità non sistematica ma edificante del pensiero filosofico e teologico di Søren Kierkegaard. Quest'ultima edizione, di molto ampliata e rivista, riprende la versione del suo maggiore studioso italiano, Cornelio Fabro, svolta sull'integrale danese (20 voll., 1909-1948), pubblicata da Morcelliana nel 1948 e più volte ristampata. Ma l'attento spoglio compiuto dai curatori sulle carte postume, le lettere, i documenti e le opere complete, nel confronto fra la prima e la nuova edizione critica danese, rende quest'opera del tutto originale nella traduzione e nelle note. Un classico, queste pagine dei Diari parlando del mondo si mettono in dialogo con Dio, la morte, l'amore, e toccano tonalità affettive come la noia, l'inquietudine, la pazienza e l'impazienza, l'angoscia... In questo volume - anno 1849 - emergono in particolare i temi dell'immortalità, del Paradiso, dell'Eucaristia, introdotti da un lungo saggio dei curatori, Anna Giannatiempo Quinzio e Gianni Garrera, sulla cristologia kierkegaardiana. Un esercizio di pensiero quotidiano in cui traluce, sotto vari registri, la teoria dei tre stadi dell'esistenza, estetico, etico e religioso.
Come è possibile insegnare religione cattolica nella scuola di oggi, promuovendo la logica di sviluppo delle competenze raccomandata dalle indicazioni ministeriali del 2012, nel rispetto e nello sviluppo della libertà di coscienza degli alunni? E come è possibile farlo nella nostra società multiculturale, in cui gli studenti appartengono a tradizioni culturali e religiose diverse da quella cristiano cattolica? Il testo prova a cimentarsi con questi interrogativi, suggerendo alcune riflessioni di ordine pedagogico-didattico, emergenti dal confronto fra la concreta pratica di insegnamento in aula ed una selezionata letteratura accademica in merito. L'esito complessivo è la proposta di una metodica di insegnamento della religione cattolica (IRC) fondata sul dialogo, inteso come ambiente comunicativo in cui l'apprendimento si costruisce attraverso processi di negoziazione di senso fra gli interlocutori. Si tratta quindi di un testo prevalentemente orientato alla formazione di insegnanti di religione cattolica e degli studenti degli Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR).
La rivista Script, fondata nel 1992, era nata da un gruppo di sceneggiatori con l'ambizione di innovare e modernizzare il cinema italiano. Un cinema la cui presunta parte migliore - autori, critica, università - era ancora immersa nelle acque della Nouvelle Vague. Quella Nuova Onda, su cui avevano surfato i ragazzi degli anni Sessanta, spentasi nel resto del mondo, dopo trent'anni si era trasformata nel nostro paese in una palude. Quello che presentiamo è il primo di tre volumetti che antologizzano un'esperienza - durata quasi vent'anni - che ha influenzato una generazione non solo di scrittori ma, più in generale, di giovani professionisti del cinema. E ci piace pensare abbia fatto venire dubbi e ripensamenti a chi ha gestito la fallimentare politica culturale e industriale del nostro comparto audiovisivo. Scrive Andrea Minuz nella sua Introduzione: «Sfogliando la raccolta di articoli, saggi, interventi che avete tra le mani vi renderete subito conto, sin dalle prime pagine, perché Script è "una rivista che viene dal futuro". Se il primo volume si intitola Per una diversa idea di cinema è perché le idee che circolavano dentro Script erano davvero diverse rispetto a tutto quello che si leggeva e diceva nel mondo del cinema italiano di quegli anni. [...] Ci trovo dentro cose mai lette prima: l'idea che la regia è un iceberg e la parte importante sta sotto, la convinzione che gli sceneggiatori sono i veri creatori del film [...] che il cinema è uno sport di squadra e il film un prodotto pensato in funzione di un investimento e di un mercato, non il trastullo narcisistico di registi presuntuosi che giocano a fare Cassavetes con i fondi pubblici e così via. Sarebbe però riduttivo pensare a Script come a una rivista di critica cinematografica. In quelle pagine prendeva forma una precisa idea di politica culturale. C'erano diverse proposte concrete che ahimè all'epoca restarono lettera morta, salvo vederle messe in pratica poi un po' ovunque, e ora inseguite anche qui, tra mille difficoltà e vecchie resistenze ancora fortissime, col solito, tipico ritardo italiano, che non di rado diventa poi fatale».
Ammettiamolo, ognuno di noi deve affrontare delle paure: la paura della malattia, la paura del futuro, la paura del giudizio degli altri, le paure che creiamo nella nostra testa, a volte del tutto irrazionali.
Condividendo storie e battaglie vere, l'autrice ha realizzato uno strumento edificante ed estremamente utile per superare le nostre più grandi paure, portandoci per mano verso il posto dove la paura svanisce e regna la vita abbondante.
Scritto con la sensibilità che può avere solo chi ha affrontato battaglie e paure, questo libro aiuta i lettori ad affrontare la paura a testa alta e ad attingere alle infinite risorse che troviamo in Cristo per giungere alla pace interiore.
In questa lunga intervista di Günther Anders, rilasciata nel 1979 al giornalista Mathias Greffrath, il filosofo passa in rassegna alcuni dei punti salienti del proprio pensiero. Un flusso spontaneo di riflessioni filosofico-politiche e di aneddoti personali: l'infanzia trascorsa in un ambiente familiare stimolante e lontano da ogni dogmatismo; l'incontro con Heidegger; l'amicizia con Bloch e Brecht; Husserl, suo maestro nel periodo universitario; il matrimonio con Hannah Arendt. Le continue peregrinazioni di Anders - dalla Germania alle migrazioni in Francia e negli Stati Uniti a causa della guerra, sino al ritorno in Europa, a Vienna, da dove condusse le sue battaglie antinucleari e pacifiste - tracciano l'itinerario esistenziale di un grande uomo che non si è limitato alla speculazione intellettuale, dedicandosi all'applicazione del proprio pensiero all'attivismo. La presente edizione di Opinioni di un eretico è arricchita da una preziosa intervista di Fritz Raddatz del 1985, in cui Anders difende il diritto alla critica e rievoca il proprio rapporto con Brecht e gli anni di esilio americano.
El misterio de la fe cristiana, trascendente y razonable, descrito con claridad y altura teológica fruto de una larga experiencia docente. La Revelación es Palabra de Dios, que no solo comunica un contenido de verdades, sino que incide profundamente en la historia, haciendo que esta sea historia de la salvación. Es Palabra de Dios que no solo habla de la vida eterna, sino que lada: es palabra de salvación. Toda esta historia, toda esta verdad, toda esta salvación tiene en Jesucristo, Palabra eterna de Dios encarnada, su plenitud. Para acoger la Revelación es necesario el don sobrenatural de la fe, pero la razón alcanza a mostrar su credibilidad; más aún, el estudio serio de las fuentes muestra que lo más razonable es creer. Afirmaba Juan Pablo II que Dios "revela su misterio de amor, y mientras llena de luz la mente del que lo recibe, lo deslumbra hasta el punto de hacer parcial y necesariamente incompleta su comprensión". De ahí surge la necesidad del estudio y de la profundización. En este manual, ese estudio se divide en dos partes. La primera, Dogmática fundamental, trata de la revelación histórica de Dios, de su transmisión en la Iglesia y por la Iglesia, y de la fe teologal. La segunda, Fundamentos de Apologética, analiza la estructura fundamental de la credibilidad de la Palabra de Dios y los elementos principales que la manifiestan. El texto se dirige principalmente a profesores y estudiantes de Teología, pero será útil también a todos aquellos que deseen profundizar en los fundamentos de la fe cristiana y, así, estar mejor capacitados para dar razón de su esperanza, también ante los desafíos de la actual dictadura del relativismo denunciada por Benedicto XVI. FERNANDO OCÁRIZ es Profesor Ordinario de Teología Fundamental y Dogmática y Vice Gran Canciller de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, Académico de la Pontificia Academia Teológica y Consultor de la Congregación para la Doctrina de la Fe. Ha dedicado especial atención a la antropología cristiana, a las cuestiones cristológicas y a su incidencia en la espiritualidad. Es autor de numerosas publicaciones, entre las que se pueden mencionar Hijos de Dios en Cristo, Pamplona 1972; Amor a Dios, amor a los hombres, 4ª ed., Madrid 1980;Voltaire: Tratado sobre la tolerancia, Madrid 1979; El marxismo, 5ª ed.,Madrid 1980; El Opus Dei en la Iglesia,5ª ed., Madrid 2001; El misterio de Jesucristo, 3ª ed. Pamplona 2004;Naturaleza, gracia y gloria, 2ª ed.,Pamplona 2001. ARTURO BLANCO es Profesor Extraordinario de Teología Fundamental en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma). La presente obra recoge su experiencia docente e investigadora sobre los temas relacionados con la fe y la credibilidad. También ha dedicado especial atención a la Historia de la Teología. Ha publicado en Ed. Palabra ¿Qué es la teología?(1990); y en Apollinare Studi(Roma) Teologia Fondamentale(1997),también en colaboración con F. Ocáriz.