L'Assessment ha ormai quasi cento anni di storia. Dalle sue prime applicazioni nel '26 nella selezione in ambito militare, al suo impiego nella valutazione del potenziale nell'industria, fino ai più recenti utilizzi nella formazione/sviluppo, la sua forma e le sue tecniche hanno subìto notevoli mutamenti. Tale evoluzione di contenuti ed impieghi, che lo vedono oggi sempre più spesso caratterizzarsi quale Development Center, si è accompagnata con un proliferare di ricerche scientifiche volte ad attestare la validità dei sui metodi. Questo libro nasce dall'esigenza di fare il punto di tali studi con la finalità di comprendere quali tecniche possono considerarsi attendibili e quali pratiche debbono essere privilegiate tra le altre. Alla presentazione di tali ricerche, segue nel volume, la sintesi che allo stato attuale risulta possibile delineare di ciascuno strumento o prassi impiegata, con l'indicazione finale del metodo che, sulla base delle evidenze scientifiche, è possibile delineare come più efficace e scevro da errori. I temi che il libro affronta sono molteplici estendendosi dalla progettazione dell'architettura dell'Assessment e del Development, alla definizione degli strumenti che concretamente possono essere utilizzati nelle sessioni valutativo/formative.
Un testo innovativo per chi vuole essere davvero un manager positivo e uno strumento fondamentale per formatori e consulenti.
Manager e dirigenti sono spesso considerati dai dipendenti una delle più significative cause di stress. Fondamentale è dunque il loro ruolo nel prevenire, gestire e ridurre lo stress al lavoro.
Come si diventa manager positivi? Imparando a controllare le proprie emozioni, mantenendo una propria integrità morale, assumendo un atteggiamento proattivo ed empatico, coinvolgendo il proprio team, gestendo i conflitti.
Questo volume propone una metodologia innovativa per diventare manager positivi in ogni relazione con i membri del proprio team. Offre la chiave per potenziare sia le skill fondamentali che il manager deve possedere per prevenire l'insorgere dello stress tra i propri dipendenti, sia i comportamenti che possono risultare vincenti per promuovere un ambiente di lavoro sereno e produttivo. Per ciascun comportamento vengono proposti esempi concreti di atteggiamenti sia positivi che negativi e vengono riportati esercizi e case studies che possono essere utilizzati nella formazione, nel coaching e nella consulenza.
"I tre autori - tutti affermati psicologi del lavoro - attingendo alla loro esperienza professionale ed integrandola con la ricerca e la teoria hanno dato vita ad un eccellente 'how to'. Arriverei a dire che questo è un volume indispensabile per tutti coloro che, per il ruolo strategico che rivestono, desiderano proteggere e supportare la loro organizzazione" ( People Management, Luglio 2011).
L'idea di un predominio europeo nella storia mondiale ha ispirato molte teorie della società e della cultura. Si riteneva che dall'antichità al capitalismo, attraverso feudalesimo e Rinascimento, vi fosse una progressione lineare che in Europa aveva trovato compimento. Ancora oggi molti credono in un "miracolo" europeo cui sarebbe dovuta la supremazia globale dell'Occidente. Goody smantella sistematicamente questa visione eurocentrica. Se un miracolo si è davvero dato, ha avuto per protagonista non l'Europa, ma l'Eurasia, a partire dalla rivoluzione urbana e dall'invenzione della scrittura, che interessarono Medio Oriente, Cina e India ben prima del nostro continente. Iniziò così uno scambio di esperienze e conoscenze tra Oriente e Occidente che li ha visti alternarsi nel ruolo di leadership. Se con il Rinascimento l'Europa avviò, grazie soprattutto alla secolarizzazione della cultura, un lungo ciclo di crescita, questa supremazia sembra oggi giunta ad esaurimento, con il ritorno del testimone nelle mani dell'Oriente.
A metà degli anni Ottanta, Joseph Tobin realizzò, insieme a David Wu e Dana Davidson, un progetto di ricerca sulle istituzioni prescolastiche di Giappone, Cina e Stati Uniti. Il libro che ne scaturì, Infanzia in tre culture. Giappone, Cina e Stati Uniti (pubblicato in questa stessa collana), è ormai una pietra miliare negli studi di antropologia dell'educazione. Il resoconto di una tipica giornata in una scuola dell'infanzia giapponese, in una cinese e in una americana sollecitò una riflessione sulle diversità culturali dei metodi educativi, suscitando l'appassionato interesse di insegnanti, genitori, antropologi, sociologi e psicologi. Vi si proponeva una metodologia efficace e innovativa per affrontare in modo dialogico e con sensibilità etica il confronto interculturale. A vent'anni di distanza Tobin presenta una nuova ricerca, condotta con due psicologi ed esperti di etnografia visuale, il cinese Yeh Hsueh e la giapponese Mayumi Karasawa. Affiancando la prospettiva storica a quella interculturale, indaga se, come e quanto due decadi di globalizzazione e di trasformazioni sociali e politiche abbiano cambiato il modo in cui Cina, Giappone e Stati Uniti educano e si prendono cura dei loro piccoli cittadini. Attraverso l'analisi di filmati realizzati in anni recenti e messi a confronto con quelli di molti anni fa, osservatori interni ed esterni alle tre culture esaminano gli elementi di continuità e mutamento rispetto al passato, e si interrogano sui fattori che li hanno prodotti.
Insegnare agli adulti, si sa, è molto diverso da insegnare ai bambini. Le motivazioni, le aspettative, le esperienze e le strategie dell'adulto che impara non sono infatti quelle del bambino. Eppure, un attento esame delle teorie dell'apprendimento e l'analisi dei metodi di insegnamento generalmente adottati ci fa convenire, con Malcolm Knowles, che spesso si insegna agli adulti come se fossero bambini e senza tenere conto delle loro caratteristiche. Per migliorare il processo di apprendimento dell'adulto e renderlo più significativo ed efficace sono quindi necessari nuovi metodi di insegnamento, nuovi programmi, "nuovi" insegnanti e formatori che sappiano individuare e valutare le capacità e gli obiettivi dei discenti, sintonizzando su di essi il processo di insegnamento. Quando l'adulto impara offre gli strumenti teorici e operativi necessari. L'opera classica di Malcolm Knowles è stata infatti aggiornata da Elwood Holton e Richard Swanson - due autorità nel settore della formazione e dello sviluppo delle risorse umane - e si struttura ora in tre parti: la prima presenta le radici e i principi dell'andragogia; la seconda approfondisce le dinamiche dell'apprendimento in età adulta alla luce delle ricerche più recenti; la terza offre ai professionisti della formazione strumenti operativi quali il Questionario sull'orientamento personale verso l'apprendimento degli adulti e la Guida alla diagnosi e alla pianificazione delle competenze fondamentali.
Una trattazione completa - teoria, ricerca e pratica - delle problematiche implicate nell'intervista di selezione, lo strumento di maggior utilizzo nelle organizzazioni per la valutazione, la scelta e l'orientamento delle persone in fase d'inserimento.
Nel XXI secolo, qualsiasi organizzazione, grande o piccola che sia, non può fare a meno di riconoscere l'importanza strategica dello Sviluppo delle Risorse Umane e dell'implementazione, quindi, di una vera e propria strategia HRD (Human Resource Development). Questo libro si propone di essere una vera e propria guida, in tal senso, a partire dalla definizione e descrizione del processo di organizational learning (apprendimento organizzativo) e della nozione di learning organization (organizzazione che apprende). Vengono quindi esaminati i principali fattori che influenzano l'efficacia dell'apprendimento individuale, i diversi modi in cui le persone apprendono e la fondamentale verifica dei bisogni di formazione e apprendimento. In modo particolare, viene sottolineata l'importanza dell'allineamento fra gli obiettivi di HRD (a livello dipartimentale, di team e individuale) con quelli della strategia di business dell'azienda. Lo sviluppo delle risorse umane agisce attualmente in un contesto di continui cambiamenti e il ruolo degli stessi operatori di HR, da semplici responsabili della formazione a veri e propri "agenti del cambiamento", si è trasformato definitivamente. Nel testo, viene anche evidenziato il contributo del knowledge management nello sviluppo delle risorse umane ad un livello sia strategico che operativo. Un testo utile sia per giovani manager e responsabili HR, che per studenti dei corsi avanzati di Scienze della Formazione e Master in HR Management.
Iscrivere i figli di genitori separati a un gruppo con altri soggetti che stanno vivendo la stessa esperienza del divorzio o della famiglia ricomposta è un dono grande che gli adulti e la comunità possono offrire a coloro che si trovano in questa difficile transizione. Una risorsa assolutamente innovativa, recentemente disponibile in alcuni servizi per la famiglia, ci viene qui presentata nei suoi fondamenti teorici e nell’applicazione pratica. «Ci si separa perché non si riesce più a stare insieme sotto lo stesso tetto… ma ci vuole un po’ di tempo perché mamma e papà possano riuscire a vedersi di nuovo senza litigare»: questo riesce a dire Simona al primo incontro con un piccolo gruppo di bimbe che si ritrovano per mettere delle parole sulla vicenda. Professionisti e genitori scopriranno in questo libro quante cose sanno i figli di famiglie separate, quanti interrogativi ‘ingombrano la loro testa’ e quali sono i loro bisogni reali. Un’analisi dei testi prodotti da venti gruppi di bambini tra 6 e 12 anni per i loro genitori divisi ci fa vedere che essi desiderano prima di tutto la continuità degli affetti al di là dei conflitti; viene ribadito il loro disagio emotivo e l’esigenza di essere informati su quanto accade attorno a loro. Potersi fidare del gruppo e del conduttore esperto per far sapere quanto manca papà in casa, ed enunciare la necessità di avere un posto certo nella nuova geografia familiare. «Noi vogliamo bene a tutti e due e non ci piace sentirvi urlare!»: richieste semplici accompagnate da indicazioni operative, espresse dai figli di separati per poter continuare a sperare nei legami ed escogitare strategie utili per navigare in acque tempestose. Un ampio confronto con le esperienze straniere arricchito dall’osservazione diretta di due situazioni condotte da mediatrici familiari, fanno conoscere questa iniziativa dalla forte valenza preventiva e di supporto al corpo familiare. L’appendice sui libri disponibili per parlare del divorzio completa l’opera fornendo a grandi e piccoli itinerari utili per mettere parola sulla complessa vicenda della separazione che coinvolge sempre più numerose famiglie italiane.
I «Quaderni del Centro Famiglia» costituiscono una collana di pubblicazioni, promossa dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia (CASRF) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che presenta, con una finalità operativa, metodologie e strumenti di ricerca e intervento nel lavoro con e per le famiglie. Il Centro Famiglia, che opera dal 1976, si occupa di ricerca scientifica sulla famiglia in ambito interdisciplinare e promuove iniziative di formazione a vario livello. Gli studiosi che ne fanno parte si riconoscono in una specifica prospettiva relazionale di comprensione della famiglia intesa come luogo costitutivo del legame tra generi, generazioni e stirpi. A essa è attribuito lo statuto di ‘soggetto societario’, protagonista attivo nella costruzione dell'identità personale, dell'azione educativa e delle politiche sociali.
Scritto all'età di ventotto anni, "L'io diviso", originariamente concepito come il primo di una serie di studi di psicologia e di psichiatria esistenziale che non avrebbe in realtà avuto seguito, rimane, oltre che la più nota, l'opera più originale, profonda ed equilibrata di Ronald Laing. L'analisi della lacerazione interiore che caratterizza l'io diviso dello schizofrenico si colloca a buon diritto tra le pagine esemplari della tradizione fenomenologico-esistenziale in psichiatria, facendo dell'Io diviso, al di là del contesto storico e politico in cui è nato e si è diffuso, un vero e proprio classico del pensiero psichiatrico. Nella sua opera d'esordio, infatti, il giovane psichiatra scozzese riesce a dire qualcosa di accessibile e comprensibile sull'incomprensibilità schizofrenica, portando il mondo della psicosi a contatto con emozioni e stati mentali nei quali è possibile riconoscersi. Tramite il ricorso a un linguaggio vicino all'esperienza, le pagine di Laing non lasciano nella mente del lettore la rappresentazione di un mondo inerte, congelato dalla follia, ma piuttosto quella di un mondo in evoluzione nel quale la psicosi schizofrenica rappresenta una possibile, ma non necessaria, evoluzione del rapporto che un individuo ontologicamente insicuro è riuscito a stabilire con se stesso. Prefazione di Mario Rossi Monti.
Questo manuale presenta le basi teoriche e di ricerca più aggiornate sui disturbi cognitivi in età evolutiva. Frutto del contributo dei maggiori studiosi in questo ambito, il testo si caratterizza per una descrizione delle diverse disabilità, degli spazi di recupero delle medesime e degli strumenti di riabilitazione, con un'ottica attuale in cui vengono presi in considerazione gli apporti delle neuroscienze cognitive.
Il volume, esito di un lavoro condotto da un gruppo di studiosi appartenenti a diverse università italiane, esplora le differenti implicazioni connesse al fare ricerca, a partire dai problemi generati dai contesti organizzativi e in funzione di un possibile cambiamento per le persone coinvolte.
Nella prima parte si affrontano le questioni inerenti ai riferimenti teorici, ripercorrendo le origini e lo sviluppo della ricerca-azione in ambito organizzativo, nella seconda si delineano le dimensioni metodologiche, dalla regolazione del setting fino alla valutazione degli esiti della ricerca-azione.
I curatori
Cesare Kaneklin insegna Psicosociologia clinica dei gruppi e delle organizzazioni all’Università Cattolica di Milano.
Claudia Piccardo insegna Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università di Torino.
Giuseppe Scaratti insegna Psicologia delle relazioni, del lavoro e delle organizzazioni all’Università Cattolica di Milano.
Ascoltando la mente adolescente con attenzione psicodinamica e con le conoscenze ricavate dalla neurobiologia e dalle neuroscienze cognitive, gli autori si propongono, nella prima parte del volume, di tracciare il profilo del soggetto violento dalla prima infanzia alla giovane età adulta. Argomento della seconda parte è invece la perizia psichiatrico-forense in età evolutiva, studiata a partire dalle sue dimensioni costitutive: etica, giuridica e tecnica. La violenza giovanile, la violenza sessuale perpetrata da minori e il bullismo sono alcuni dei temi affrontati. Senza trascurare il contributo della ricerca, il libro offre indicazioni circa gli strumenti più adeguati per valutare clinicamente un adolescente "violento", scrivere una consulenza tecnica,fornire indicazioni prognostiche e di trattamento all'interno di un contesto forense.