Giacomo Matteotti condusse una opposizione intransigente nei confronti del fascismo, la cui natura e pericolosità aveva acutamente compreso e denunciato per tempo. Fu l’uomo del coraggio. Per questo il fascismo volle che fosse consegnato alla tomba, così da farne tacere la voce". Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista unitario, fu rapito e trucidato a Roma ad opera di una squadra di sicari fascisti, colpevole di aver osato in un celebre discorso alla Camera denunciare che le elezioni politiche svoltesi il 6 aprile di quell'anno erano avvenute in un clima di sistematiche violenze e di brogli sfacciati. Matteotti pagò con la vita il suo coraggio. L'assassinio fece traballare il governo Mussolini, aprendo una crisi gravissima nella politica e nella società italiane, superata da un lato per la debolezza dimostrata dalle opposizioni divise sul da farsi, e dall'altro per l'appoggio dato al governo dalla monarchia, dalla gran parte della borghesia e dall'esercito. Il delitto ebbe una eco enorme non solo in Italia. Matteotti entrò nella leggenda: fuori dai confini dell'Italia fascista egli divenne, negli anni del regime, il simbolo della lotta contro il fascismo; in un gran numero di piazze gli vennero eretti monumenti; pittori, scultori e poeti gli dedicarono opere. Durante la guerra di Spagna e la Resistenza combatterono Brigate ispirate al suo nome. In Italia, sconfitto il fascismo, la figura di Matteotti fu finalmente riscoperta, ma non fu celebrata come avrebbe meritato: il Partito comunista e anche quello socialista, nella fase in cui rimase ad esso subordinato, lo considerarono, per un lungo periodo, un "socialdemocratico", un "riformista", insomma un eretico. La giusta valutazione del suo pensiero e della sua opera è stata resa finalmente possibile a partire dagli anni ottanta, quando venne avviata la pubblicazione completa dei suoi scritti. Questo acuto saggio di Massimo L. Salvadori intende contribuire a rimuovere, a cent'anni di distanza, la patina dell'oblio, ma anche quella della pura e semplice celebrazione. Ma Matteotti fu soprattutto l'uomo del coraggio, come testimoniano gli scritti raccolti nell'appendice al volume, composta da un lungo articolo di Andrea Caffi, dal titolo Cronaca di dieci giornate, pubblicato il 30 giugno del 1924, a ridosso del sequestro e dell'assassinio Matteotti, ricostruendone le fasi e documentandone le responsabilità e le ripercussioni politiche; e da una breve scelta di articoli, lettere e discorsi di Giacomo Matteotti. La forza delle sue parole dimostra che egli fu un martire del fascismo esattamente perché ne era stato il lucido analista, l'accanito e conseguente avversario.
Frati Predicatori, abitualmente detti Domenicani, ricevono la conferma ufficiale da papa Onorio III nel 1216. Hanno una sorprendente fioritura fino alla Peste nera che sconvolse l'Europa intorno al 1338. Pochi anni prima il papa aveva abbandonato Roma, per rifugiarsi in una città più sicura, Avignone. Ciò avrebbe comportato non pochi problemi, primo tra tutti gli scismi ripetuti. I Domenicani dovranno prendere posizione sia per l'uno che per l'altro papa. A ciò si aggiunse il coraggioso tentativo di riformare dal di dentro la vita religiosa, tentativo che ebbe come protagonisti una laica, Caterina da Siena, e un frate, Raimondo da Capua. Tutti questi eventi della vita religiosa sono presentati illustrando anche l'interessante contesto culturale e artistico che condurrà al rinascimento, e quello politico-sociale in continua evoluzione, segnato dal sorgere di una nuova concezione del vivere, l'umanesimo.
Leggere, nella fede della Chiesa e in modo unitario, le due "lettere che portano il nome dell'apostolo Pietro permette di intraprendere un cammino prezioso. Se già alcuni frammenti in particolare della Prima lettera di Pietro, possono essere noti (perché citati frequentemente nella liturgia), solo la lettura completa ed approfondita del testo può restituirci la sua ricchezza e la sua sorprendente attualità. Come è evidenziato nelle pagine introduttive di questo sussidio, preparato dalla comunità di Marango, si tratta di lettere che si rivolgono, più o meno direttamente, a comunità cristiane reali, alle prese non senza interrogativi e sofferenze, con i problemi quotidiani del loro tempo che, poi, sono quelli di ogni generazione. L'annuncio cristiano, ai tempi di queste lettere ed anche oggi, è la testimonianza serena e gioiosa di una verità detta con amore e di un amore vissuto nella verità. E' l'annuncio di una vita riconciliata e capace di speranza in una quotidianità fatta di luci e di ombre, di alti e bassi, di successi e insuccessi, di momenti lieti ma anche di frangenti tristi e scoraggianti. Annunciare la speranza è per ogni comunità cristiana, anche piccola, un dovere e consiste nel prendere per mano chi fatica o, addirittura, non trova più motivi per vivere. Annunciare la speranza è rendere evidente la differenza cristiana ed è il modo con cui beneficare il prossimo e l'intera società. (dalla Prefazione di Francesco Moraglia)
Attraversando sessant'anni di teologia delle donne, dall'emancipazionismo al pensiero queer, l'autrice esplora il paradosso al cuore della fede cristiana: per trovare o salvare la propria vita bisogna perderla. Il libro s'interroga sull'idea di Dio che ha generato tale paradosso per chiedersi se, in un mondo che stenta a liberarsi da molteplici forme di dominio, esso faccia parte del problema o possa esserne ancora la soluzione. "Attraverso le tre parole che compongono il titolo di questo libro, "Dio, vuoto e “genere", indico il nucleo della fede cristiana. Per diventare umano Dio si svuotò. La cosa non finisce lì, però, perché il cristianesimo insegna che l'umano, per trovare la propria vita o, in qualche caso, per diventare divino, deve fare altrettanto. Per salvarsi, dunque, bisogna perdersi ed è su questo paradosso che le teologie femministe in questo volume riflettono. Il termine tecnico per questo processo che investe sia l'umano sia Dio è kenosi ed è fondamentalmente il tema di questo volume, che non nasce dal vuoto ma ha un piccolo iter personale". (Elizabeth E. Green).
L’acqua compare fin da subito nella storia della Creazione: all’inizio del Libro della Genesi Dio si libra su acque misteriose e primordiali alle quali darà presto ordine e confini. Da quel momento, la presenza dell’acqua segnerà i ritmi e le fortune della vita sulla Terra. Lo sapevano bene i grandi protagonisti della Bibbia che, nel confronto quotidiano con le asperità del deserto, si fecero rabdomanti e scavatori di pozzi. Cercatori d’acqua, appunto.
Preparati per una nuova epica avventura di Greg nel 17 libro della straordinaria serie "Diario di una schiappa", dove la strada verso la fama e la gloria è disseminata di sorprese mozzafiato e colpi di scena. Rodrick e la sua band, i Löded Diper, sono decisi a conquistare il successo. Il primo obiettivo è vincere la Battaglia delle Band. E Greg? Non sa suonare, ma una band ha sempre bisogno di un tuttofare, così viene subito arruolato. Anche perché di cose da fare ce ne sono tante: trovare i posti giusti in cui esibirsi, guadagnarsi più fan possibile, registrare le canzoni, battere i rivali, procurarsi un po’ di soldi. Greg ha sempre desiderato essere ricco e famoso, ma ora sta cominciando a ripensarci. Chi l'avrebbe detto che la strada per sfondare sarebbe stata così faticosa?
La collana Saggezze dell'Umanità arriva al suo quinto titolo, Risvegli, e ci porta in Asia per questo nuovo viaggio spirituale con Danielle e Olivier Föllmi.
Templi incantevoli della Thailandia, paesaggi brumosi del Myanmar, foreste di bambù del Vietnam, risaie della Cina, giardini zen del Giappone, ogni immagine
è l'occasione per abbordare gli insegnamenti dei grandi maestri del pensiero orientale, da Confucio a Laozi.
"Rileggendole, mi accorgo che, in fondo, queste lettere sono già tutte ne La dimensione contemplativa della vita. La dimensione contemplativa contiene la Parola, tende all'eucaristia, alla missione, alla carità. È quindi sommamente importante la radice contemplativa, ed è forse il dono che vorrei lasciare come eredità di questi oltre ventidue anni di servizio episcopale: dimensione contemplativa e Parola. La Parola non da sola perché altrimenti potrebbe risuonare in un ambiente distratto, ma la Parola ascoltata con venerazione, nel silenzio, con un cuore che attende. Qui c'è tutto: l'attività, l'eucaristia, la carità, la vittoria sul male, una società più giusta." Così Carlo Maria Martini spiegava ai suoi fedeli, in una parrocchia di Besozzo il 28 febbraio 2002, il senso del lungo percorso pastorale della Diocesi ambrosiana, qualche mese prima di concludere il suo servizio episcopale a Milano nell'estate del 2002. Nei ventidue anni di ministero Martini scrisse 23 lettere pastorali, oltre a moltissime lettere di indizione o di accompagnamento a eventi e iniziative realizzate tra il 1980 e il 2002. In questo ottavo volume dell'Opera omnia vengono finalmente raccolti, ordinati cronologicamente, presentati e annotati oltre cinquanta documenti che hanno scandito il cammino della Diocesi durante questo intenso periodo. Un libro prezioso e un documento storico unico, suddiviso in due Tomi, di cui il primo è questo volume cartaceo. I testi raccolti nel Tomo II sono invece disponibili a tutti in versione digitale a questo indirizzo web: https://www.bompiani.it/catalogo/ il-cammino-di-un-popolo-9788830119475 Il cammino di un popolo è l'ottavo volume dell'Opera omnia del Cardinale, la cui pubblicazione è stata avviata da Bompiani nel 2015 con Le cattedre dei non credenti, a cui sono seguiti I Vangeli (2016), Giustizia, etica e politica nella città (2017), La scuola della Parola (2018), Fratelli e sorelle (2020), Farsi prossimo (2021) e I grandi della Bibbia (2022).
"Marigold e Rose" racconta un segreto: in ognuno di noi si nasconde un libro. A scoprirlo è la piccola Marigold, che tra poco compirà un anno e conosce a malapena quattro parole. Eppure, lei già si sente così diversa dalla sua gemella Rose, con cui dialoga nel misterioso linguaggio delle emozioni. Rose non subisce il fascino dei libri, e abbraccia con entusiasmo la vita fuori dalle pagine: vuole parlare subito, toccare tutto e prendere il più possibile dall'esistenza. Con la sua prima storia in prosa, Louise Glück ci proietta nella favola della nostra infanzia attraverso una lingua magica, capace di restituirci lo sguardo dell'innocenza. L'amore per i genitori, la voglia di crescere, le prime esperienze si svelano nei pensieri di due gemelle molto differenti ma inseparabili, che provano di continuo lo stupore di un istante sempre nuovo. Glück sfida i confini della parola, cercando di mostrarci come il cosmo silenzioso del primo anno di vita sia in realtà l'intima sorgente di ogni destino. Perché, in fondo, ci vuole la forza di un bambino per scrivere quella storia nascosta che ci portiamo dentro.
Vista in una lunga prospettiva storica, la costruzione dell'Europa comunitaria si arricchisce di significati culturali e politici e riesce più facile comprendere i termini entro i quali si pone oggi, nel passaggio dall'Europa economica a quella politica, il problema dell'identità europea. La narrazione copre il cosiddetto "tempo storico" e termina nel momento in cui, con la firma dei trattati di Roma, giunge a compimento l'opera dei "padri fondatori". È alle basi poste allora, con grande consapevolezza della necessità di superare i nazionalismi e creare un nuovo stile di convivenza fra i popoli della Piccola Europa, che occorre rifarsi oggi per recuperare il senso della meta, la finalità politica dell'integrazione europea. Senza una vera unione politica, fatta d'identità di politica estera e di difesa e di leadership coesa, non si cementa la solidarietà e non si sviluppano i valori comuni.
Non esistiamo se non nella relazione: un'intuizione che Daniela Lucangeli ha avuto sin da bambina, trasformatasi con gli anni nella consapevolezza perpetua e pervasiva di essere in ogni istante parte di un Noi. A livello personale (come figlia di, madre di), a livello umano (come vivente tra i viventi, ciascuno parte di un più grande organismo), a livello culturale... Ancora oggi l'autrice sente nitidamente che il suo sguardo sul mondo, il suo sapere sono anch'essi parte di un Noi: un Noi che travalica il tempo e lo spazio, figlio e frutto di alcuni «abbracci» speciali. Abbracci di giganti del pensiero, singoli che hanno oltrepassato il limite dell'io regalando a noi il loro passo oltre l'ostacolo. Ne "Il tempo del Noi" Daniela Lucangeli dialoga con otto di loro sui temi che più le sono cari - l'educazione, la vulnerabilità e il talento, la pace - facendo emergere come, e perché, alcuni individui hanno cambiato per sempre la struttura del sapere collettivo. Accendendo doni che hanno permesso al Noi successivo di camminare in pienezza di luce.
Non potendo costruire hanno scritto. Di case, di città, di quartieri in trasformazione. Tenute lontane dall'architettura si sono dedicate alla fotografia, trovando mille modi per raccontare le persone e gli spazi della città. Escluse dalla pianificazione urbanistica si sono dedicate alla scala minuta, granulare, del design dell'abitare e della vita quotidiana, progettando spazi di prossimità e di benessere. Sono state più giardiniere che progettiste, più pedagogiste che ingegnere. Quando hanno potuto hanno generato pensiero e visioni lungimiranti, presto dimenticate; hanno osservato da vicino le città - nelle loro pratiche quotidiane - con il distacco che solo chi è escluso dai giochi può avere. Le donne, in forme varie e sempre eclettiche, hanno maturato un pensiero pratico sulla città che oggi non possiamo trascurare e di cui peraltro loro stesse non sono ancora pienamente consapevoli. Oggi che dobbiamo ripensare la relazione tra spazi e vita, tra tempi quotidiani e aspettative di benessere, tra natura e città, la prospettiva da cui guardano il mondo appare cruciale.