Questo libro è una lettura storica del memoriale, o Libellus, che Paolo Giustiniani scrisse, anche a nome di Pietro Quirini, nel 1513. I due camaldolesi la offrirono al Leone X nei mesi che seguirono la sua elezione. L'umanista G.B. Egnazio lo trovava pieno di "novità et sublimità". Lo Jedin, uno dei massimi storici della chiesa, lo definì "il più grandioso e nello stesso tempo il più radicale di tutti i programmi di riforma" cattolica. E a buon diritto perché invece di impigliarsi in minuterie disciplinari, il Libellus disegna una nuova cristianità, a cominciare dalla vita civile. Da secoli i principi si mostrano malati di bellicosità permanente. Vanno educati alla pace. E' la riforma numero uno. La numero due è la giustizia, inefficiente a causa degli azzeccagarbugli e dei processi che non finiscono mai. Il rimedio anticipa la civiltà giuridica moderna: la semplificazione e la codificazione del diritto. Dopo secoli di chiesa monastica un colpo di spugna spazza via il monopolio culturale dei frati. Niente più teologia scolastica, fondata su dottrine filosofiche. Sulle macerie fiorirà una nuova teologia costruita sulla Bibbia e sugli antichi documenti dei Padri. Nasce un moderno sogno ecumenico, che sposta il baricentro della cristianità. L'afflato sale allo zenith nella visione conclusiva di un papato spirituale e missionario.
GLI AUTORI
Eugenio Massa (1919) ha insegnato filosofia medievale e umanistica nelle università di Pisa e Roma. Ha pubblicato numerosi studi di estetica, di filosofia, e di varia erudizione. Di Paolo Giustiniani ha esplorato l'archivio (I manoscritti originali - Roma 1987), ha studiato i problemi (L'eremo, la bibbia e il medioevo - Napoli 1992; L'eremita evangelizzatore - Roma 2004), e ha pubblicato gli inediti (I primi trattati dell'amore di Dio - Roma 1974).
Il libro
Questo volume XIV, che conclude la Storia del Cristianesimo, è stato ideato e annunciato sin dall'inizio dell’imponente opera e la sua direzione è stata affidata a François Laplanche (già collaboratore dei volumi VIII e IX). Si pensò a quello che sarebbe stato più idoneo al fine di dotare la facciata dell'edificio di quelle indicazioni che il carattere eccezionale dell' impresa di per sé richiedeva.
Come in una sinfonia, occorreva un finale. Dì qui il titolo: ANAMNESIS.
Il termine greco indica, a un tempo, la sintesi e il livello degli articoli presentati dai centotrenta storici che hanno firmato i tredici volumi. «Fare l'anamnesi» significa in qualche modo spostare all'infinito tutti i confini, sia quelli riguardanti il quadro delle origini, sia quelli riguardanti le contingenze del tempo. Ciò facendo, si getta uno sguardo oltre la storia, traendo modestamente da essa i suoi nobili insegnamenti.
In quest'opera si susseguono tre parti:
1. Un'eco variegata ma ragionata della somma storiografica dei tredici volumi. Cioè una riflessione globale e penetrante sull'opera e anche una sua valutazione storica fatta da eminenti esperti, molti dei quali non sono intervenuti precedentemente nella pubblicazione; un punto dì vista pluridisciplinare, attraverso la storia e le scienze delle religioni, la storia dell'arte, la sociologìa e la filosofia del cristianesimo.
2. Un quadro della società antica nella quale visse Gesù dì Nazareth. La sintesi precedente conduce necessariamente alle origini, alla genesi stessa del cristianesimo. Cronologicamente, la sua storia in senso stretto inizia soltanto con Gesù di Nazareth. Ma rimaneva da evocare, se non da descrivere, l'universo sociale, culturale e religioso del mondo giudaico contemporaneo, e più ampiamente greco-romano; in altre parole la culla del fondatore e il crogiolo della fondazione. È ciò che ha fatto un gruppo di studiosi, di Princeton e di Dublino, di Vienna e di Parigi.
3. Un indice tematico di tutto il complesso della pubblicazione, con elementi dì lessico, quando necessari, che si deve totalmente a F. Laplanche.
Sarà uno strumento prezioso per l'utilizzo trasversale del corpus da parte di docenti o ricercatori, studenti o amatori colti, nelle diverse discipline riguardanti le scienze umane e sociali, e lo stesso ambito variegato della teologia.
Questo volume è il seguito abbastanza lontano nel tempo di quello dedicato or sono più di venti anni a I Vescovi di Gerace-Locri (Chiaravalle Centrale 1981) e precede un altro, o, forse, due, sulle vicende di questa diocesi in età moderna e contemporanea. Esso, infatti, si ferma al 1480, anno in cui, con la mutazione del rito da greco in latino, la nostra Chiesa Locrese impresse alla storia di tutto il suo territorio una svolta riguardante non soltanto la vita religiosa, ma tutto il tessuto della società, quindi la cultura, il modo di pensare e di operare della gente.
I testi raccolti in questi Atti trattano di storia, cristologia, spiritualità ed ecclesiologia delle Chiese sire, sia in prospettiva storica sia in un'ottica attenta alla vita odierna di queste comunità. Tutto questo patrimonio di valori ecclesiali non è solo la ricca eredità di un passato lontano, ma anche un fermento vivo anzitutto nei cristiani appartenenti a queste Chiese. Pur oggi minoritarie, per motivi diversi, tanto in occidente quanto in oriente, esse sono un fattore significativo e stimolante per tutti coloro che credono nella ricerca ecumenica e nel dialogo tra culture differenti.
Dagli archivi delle associazioni diocesane, dalla stampa cattolica locale e dalle lettere pastorali dei vescovi emerge un quadro interessante delle attese dei cattolici italiani, del loro interrogarsi sul futuro del Paese, e nella sua natura di nazione cristiana. L'Azione Cattolica in particolare si spenderà in questa stagione mantenendo la sua fisionomia religiosa, ponendosi in un delicato momento della vita nazionale su un piano di approfondimento culturale e di educazione civile, alla quale tutti i cittadini venivano richiamati nella prospettiva di una positiva convivenza democratica.
Il culto dei santi fin dai primi secoli del cristianesimo ha rivestito un ruolo centrale dal punto di vista non solo religioso, ma anche sociale, politico e culturale. Se nel periodo delle origini si trattò di un fenomeno esteso all'intera area del Mediterraneo, a partire dal medioevo ha acquisito in Occidente caratteristiche sempre più specifiche, destinate ad accentuarsi nel mondo cattolico dopo la Riforma protestante e il Concilio di Trento. Affidandosi a sei specialisti del settore, il volume propone una trattazione sistematica della santità e del culto dei santi, considerati nella loro interazione, mettendo a fuoco i prodotti culturali - letterari e artistici che essi hanno ispirato, e che nello stesso tempo li hanno perpetuati.
Alcide De Gasperi (1881-1954) nel biennio 1946-47 fu al centro di eventi fondamentali per la storia d'Italia ed evitò il prevalere di un asse clerical-reazionario contro la sua politica di tessitura democratica. In questo periodo infatti, de Gasperi compì il suo viaggio negli Usa, firmò a Parigi il trattato di pace, presiedette il tripartito con socialisti e comunisti e nel giugno del '47 aprì la strada al periodo delle alleanze centriste. L'autore in questo libro tratteggia le relazioni e gli eventi che si susseguirono durante l'Assemblea Costituente, soffermandosi sui temi che stavano a cuore al Vaticano: i rapporti tra Stato e Chiesa, il matrimonio e la libertà in materia scolastica.
Le istituzioni ecclesiastiche rappresentano un elemento fondamentale per la comprensione della Chiesa cattolica. Argomenti come l’esercizio del primato del papa, le assisi conciliari, la funzione del collegio cardinalizio, i patriarcati orientali, l’episcopato, il clero o i religiosi sono di una rilevanza tanto ampia da interessare un pubblico molto vasto.
Questo libro è utile per qualsiasi lettore interessato alle vicende della Chiesa. Compendio semplice e al tempo stesso rigoroso, espone la complessa evoluzione delle principali istituzioni della Chiesa cattolica dalle origini fino ai giorni nostri. Un’opera che dà una spiegazione a molte curiosità e fa apprezzare la varietà e la saggezza delle istituzioni della Chiesa.
José Orlandis è stato per molti anni cattedratico di Storia del Diritto all’Università di Saragozza, e decano della facoltà di Diritto Canonico e Direttore dell’istituto di Storia della Chiesa all’Università di Navarra. Ha oltre duecento pubblicazioni all’attivo.
Il libro prende in considerazione il prezioso e suggestivo contributo che Giovanni Paolo II, uomo e pontefice, ha lasciato con la sua riflessione sulla questione umana e cristiana della morte. Una morte compresa come risposta radicale ad una chiamata ancora più radicale che Dio rivolge all'uomo.