Il testo che qui presentiamo corrisponde a un seminario che Antoine Berman ha tenuto a Parigi nel 1984, ed è stato pubblicato già l’anno successivo a cura dell’autore. Al centro della riflessione c’è, com’è evidente, il tema della letteralità nel tradurre, a partire dall’idea che non è possibile parlare di traduzione in senso stretto quando si mira alla semplice restituzione del senso, alla semplice ricerca di equivalenti, senza scontrarsi integralmente con il peso corporeo della lettera. Tuttavia la dimensione della lettera non è fungibile in maniera immediata – la letteralità viene quasi universalmente confusa con il “calco servile” – e tutto il seminario si applica nello sforzo di far emergere la natura più profonda e produttiva di questa dimensione, innanzitutto cercando di accerchiarla (la definizione “in cavo”), nominando una per una le tendenze “deformanti” che incessantemente l’aggrediscono nelle forme correnti di traduzione; quindi procedendo alla magistrale disamina di tre casi esemplari di traduzione letterale: Hölderlin traduttore di Sofocle, Chateaubriand traduttore di Milton e Klossowski traduttore di Virgilio.
Lo stile – si tratta di un “testo di lavoro” – è rapido e informale, spesso declinante verso l’oralità, ma sorprendentemente sottile nella posizione delle domande e nella definizione dei problemi: al punto da costituire una guida preziosa tanto per chi si cimenti nella pratica del tradurre, quanto per chi osservi il fenomeno con occhio puramente teorico; ma anche – e forse soprattutto – per chi s’interroghi sull’espressione linguistica in generale: sui suoi vincoli spesso invisibili o inavvertiti, sui suoi spazi di libertà (quelli che solo l’esperienza della traduzione consente di riconoscere), sui piani imprevedibili – come quello etico, “religioso” e persino politico - in cui essa è messa realmente in gioco.
La riedizione di questo testo nella collana "Manuali" conserva la struttura del libro ma con un rafforzamento dell'apparato didattico per studenti che si stanno avviando a un primo esame di linguistica, glottologia, didattica delle lingue moderne. Le integrazioni riguardano in particolare: le carte geografico-linguistiche; l'integrazione di una breve appendice di indicazioni per la trascrizione fonetica; l'aggiunta di domande di verifica e riflessione; l'inserimento dell'apparato di test nel sito internet della casa editrice accompagnato da prove finali di esame, con punteggi indicativi.
Siamo sempre più vulnerabili perché soggetti a una doppia fonte di incertezza: l'incertezza che ci viene dalla precarietà del mercato e l'incertezza che ci viene dalla politica per la sicurezza. In un saggio breve, una riflessione inedita e chiarificatrice sul rapporto tra individuo e potere. A essere in gioco è infatti la libertà perché il potere risiede oggi tanto nella possibilità di decidere la flessibilità altrui, quanto nella possibilità di decidere i modi con cui rendere sicuri gli individui. Questo doppio registro del potere attiva due logiche contraddittorie che mettono a repentaglio sia la globalizzazione che la democrazia. Paolo Ceri è professore ordinario di Sociologia all'Università di Firenze.
Dal XVIII secolo la popolazione mondiale comincia ad aumentare intensamente, raggiungendo 1 miliardo e 260 milioni nel 1850, 2 miliardi e mezzo nel 1950, più di 6 miliardi oggi. Il panorama che ne risulta è una crescita prossima allo zero nei ricchi paesi del Nord, tassi di incremento impetuosi in molti paesi dell'Africa e dell'Asia, un continente europeo molto invecchiato, disparità economiche, sociali e territoriali, flussi migratori, deterioramento dell'ambiente. Il fattore demografico rimane un problema globale. Il libro, rivisto e aggiornato, illustra gli interrogativi centrali, le politiche, gli sforzi della comunità internazionali, l'impatto sociale e psicologico di una struttura demografica profondamente modificata.
Il volume presenta un panorama delle scelte teoriche e metodologiche cruciali nella realizzazione di una ricerca psico-sociale, dal passaggio dall'interesse per un'area alla formulazione di una precisa domanda di ricerca, alla scelta dei metodi distinti a seconda del loro grado di intrusività alla discussione delle conclusioni tratte dal proprio lavoro, sia tramite le diverse forme di confronto con la comunità scientifica sia tramite l'analisi dell'impatto delle teorie psico-sociali sulle teorie di senso comune.
Questo volume nasce da un'interessante esperienza svolta dal teatro stabile di Bolzano: è da questo contesto operativo che Giorgio Dal Piai ha maturato la decisione di scrivere questo manuale che si occupa delle "difficoltà del dire corretto nella lingua italiana". Quindi non di grammatica, non di sintassi o di lessico ma semplicemente di come si pronunciano correttamente le parole. Il volume - diventato ormai un piccolo classico, più e più volte ristampato - si propone a un pubblico di attori e operatori dello spettacolo, di insegnanti e di studenti, di lettori e di speaker, o anche solo di curiosi, come utensile indispensabile per orientarsi nella pronuncia della nostra lingua.
Il volume presenta i risultati delle ricerche di Emilia Ferreiro, che hanno provocato profondi cambiamenti nel modo di intendere l'alfabetizzazione infantile. Nei suoi scritti emerge, con molta chiarezza, il modo in cui i bambini costruiscono le loro conoscenze nell'ambito della lettura e della scrittura assimilando, rifiutando, ignorando o modificando le diverse informazioni ricevute. Tutto ciò comporta una riflessione critica sulle possibilità e sui limiti delle pratiche educative e con essa una loro potenziale trasformazione.