"Come mai oggi un credente non si inginocchia più di fronte a Gesù Eucarestia, presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità? Perché non piega le ginocchia dinanzi al suo Signore e al suo Dio?". Da questa domanda prende l`avvio un resoconto serrato ed avvincente, che vede scendere in campo inedite profezie e visioni di mistici cattolici, comparate ad autorevoli analisi di liturgisti contemporanei. Tutto ciò porta l`autore a formulare delle ipotesi tanto pertinenti quanto inoppugnabili, che individuano in quel "fumo di satana penetrato nel Tempio di Dio", vero e proprio offuscamento della Sacra Liturgia, la causa remota dell`attuale disorientamento dottrinale e della crisi di Fede. Questo testo porterà così il Lettore a riflettere sulla medesima conclusione a cui è giunto papa Benedetto XVI: "È nel rapporto con la Liturgia che si decide il destino della Fede e della Chiesa!". Oltre alle riflessioni dell`autore, più della metà del volume è costituita da una splendida antologia di preghiere eucaristiche. Il libro è anche impreziosito dalla prefazione di Nicola Bux e da una Nota Pastorale sulla Comunione scritta da s.ecc. mons. Mario Oliveri, Vescovo di Albenga e Imperia.
Uno strumento per la preghiera personale e comunitaria davanti al SS. Sacramento nell'Anno della Fede proposto da Benedetto XVI.
Il significato profondo del segno di croce
Il segno della croce, che è già in sé una preghiera, accomuna cristiani d’oriente e d’occidente, pur nelle diverse tradizioni. A partire dalla propria esperienza personale e lontano da ogni genere di pietismo, l’autore risale alle radici di questo gesto semplice e abituale, e ne sottolinea in particolare la dimensione liturgica e simbolica: con esso riconosciamo che il nostro corpo e il nostro intero io possono diventare dimora dello Spirito di Dio. Simbolo di una spiritualità cosmica, il segno della croce rinvia all’opera di salvezza e di guarigione operata da Cristo: con esso noi mettiamo la nostra fiducia e la nostra speranza nel Cristo cosmico, per mezzo del quale l’intero universo è stato creato.
Andreas Andreopoulos (1966) ha conseguito il dottorato di ricerca in teologia presso l’Università di Durham e ha insegnato a Toronto, Montreal e Philadelphia. I suoi interessi spaziano dalla patristica greca alla teologia ortodossa, dall’iconologia all’arte sacra. Attualmente è docente di teologia presso l’Università di Winchester.
Una riflessione al giorno – per quaranta giorni – di grandi maestri della spiritualità contemporanea (Cantalamessa, Maggioni, Magrassi, Manns, Martini, Orsatti, Ratzinger, Ravasi) per riscoprire il tempo più bello dell’anno liturgico, colmo della gioia e della speranza della Risurrezione.
Il volume è dedicato al Tempo di Pasqua.
Per l'autore di questo libro, don Divo Barsotti, fondatore della "Comunità dei figli di Dio", la Messa è vita e il Mistero Eucaristico è un atto sempre nuovo, vissuto, preparato, sentito come incontro vivo e drammatico con Gesù Cristo e il suo Sacrificio che ci riscatta, atto di amore che ci fa partecipi della vita divina, mistero nuziale e compimento della vita cristiana del battezzato. La vita di don Barsotti era tutta tesa verso la Messa, e da questa poi si dipana per lo sviluppo della sua azione, della sua giornata e della sua missione. E questo d'altronde è il carisma della famiglia religiosa di monaci da lui costituita nel 1946, formata da laici consacrati e religiosi il cui impegno è vivere la radicalità battesimale con i mezzi che sono propri della grande tradizione monastica."Nella Messa c'è tutto!" era solito dire don Divo ai suoi giovani monaci. E davvero da ogni pagina del volume appare evidente che l'autore è un uomo "rapito" dal Mistero del Padre e di Cristo nell'Eucaristia.
Raccolta di contributi di autorevoli personalità della cultura per dare risposte all'attualissimo problema dell'emergenza educativa". "
Il presente volume, che apre e inaugura la collana Theologica Uxentina, raccoglie le relazioni della XXXVII Settimana Teologica Diocesana (27 febbraio–2 marzo 2012) e del Convegno Pastorale (18-20 giugno 2012), il cui tema è stato: Educati dalla liturgia, educare alla liturgia. La riflessione ha tenuto presente, come base di ispirazione, gli Orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo.
La chiave di lettura va rinvenuta nel titolo sopra ricordato: Educati dalla liturgia, educare alla liturgia, laddove la sequenza stessa dei due enunciati mette in risalto il primato della grazia nell’ambito dell’azione educativa che, prima ancora di essere opus humanum, è anzitutto opus divinum. In altre parole, occorre educare a celebrare bene, per lasciare che Dio stesso ci educhi nel celebrare.
Descrizione dell'opera
Lo studio della liturgia e della teologia del sacramento della penitenza può dare risultati solo se affrontato in modo storico. La monografia di Enrico Mazza tuttavia non è una storia della penitenza, onnicomprensiva, ma una ricerca del «senso» di questo rito nel suo lungo cammino evolutivo nelle varie epoche della sua storia, tanto in Oriente quanto in Occidente, a partire dal rito giudaico del Yom ha-Kippurim, la penitenza in uso ai tempi di Gesù, fino alla riforma di Paolo VI (1974). L'autore ha proceduto nella ricerca di un fil rouge attraverso le varie epoche, senza tuttavia dimenticare quegli aspetti giuridici che, ad esempio, in tempi successivi, hanno reso possibile l'interazione tra Inquisizione e penitenza. I «Praenotanda» del Rito della penitenza di Paolo VI hanno reinterpretato ogni elemento di questo rito all'insegna del concetto biblico di metànoia (conversione), recuperando il senso originario della penitenza come seconda tavola di salvezza dopo il battesimo, primo sacramento della conversione. La riforma di Paolo VI, quindi, si presenta come un tentativo di tornare alle origini. Proprio per questo è di difficile attuazione, poiché - come afferma l'autore - molti desiderano l'assoluzione ma non altrettanti sono disposti a una vera conversione del cuore.
Sommario
Premessa. Introduzione. I. Il Giudaismo. La penitenza e il giorno dell'espiazione. II. Il passaggio al cristianesimo delle origini. III. La penitenza canonica in occidente. IV. La liturgia visigotica. V. La penitenza tariffata o insulare. VI. Il rito della «riconciliazione dei penitenti» e il rito della «confessione». VII. La riconciliazione dei penitenti secondo il Pontificale da Guillaume Durand in poi. VIII. La penitenza nell'insegnamento di alcuni Padri delle Chiese d'oriente. IX. La liturgia penitenziale degli eucologi bizantini secondo M. Arranz. X. I riti penitenziali negli eucologi italo-greci. XI. Oriente e occidente a confronto. XII. La penitenza nella Chiesa romana dopo il 1974.
Note sull'autore
ENRICO MAZZA (1940), presbitero della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla, ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana, specializzandosi in liturgia e teologia dei sacramenti al Pontificio Istituto Liturgico dell'Ateneo S. Anselmo di Roma. Docente di liturgia e teologia dei sacramenti allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia dal 1968, ha insegnato per 23 anni storia della liturgia all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e ha tenuto corsi e seminari in istituzioni accademiche italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni EDB: Le odierne preghiere eucaristiche (21991); La celebrazione della penitenza. Spiritualità e pastorale (22007); La celebrazione eucaristica. Genesi del rito e sviluppo dell'interpretazione (32010); Rendere grazie. Miscellanea eucaristica per il 70° compleanno, a cura di Daniele Gianotti (2012).
Contenuto
Un piccolo manuale per riscoprire la bellezza di forma, stile e linguaggio della liturgia. Come può la liturgia educarci alla vita buona del Vangelo? Come educare i cristiani a vivere la celebrazione quale esperienza dell’incontro con Dio? La liturgia è «luogo educativo e rivelativo della fede», delle meraviglie di Dio e del suo agire su di noi: è il luogo in cui il dono di Dio assume le forme semplici dei simboli.
Destinatari
Tutti e in particolar modo operatori pastorali e laici impegnati.
Autore
MORENA BALDACCI è nata a Pescara il 23 giugno 1966, ha compiuto i suoi studi teologici a Roma presso il Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo. Si è licenziata in sacra liturgia e ha conseguito il dottorato presso la Facoltà di Teologia anselmiana. Insegna liturgia presso la Pontificia Università Salesiana di Torino e collabora con l’Ufficio liturgico di Torino.
La bellezza della latinitas classica trova un’eco stupenda anche nei tesori della liturgia. I più antichi sacramentari (il Veronense, il Gelasiano e il Gregoriano) racchiudono testi eucologici la cui armonia letteraria – al di là dei contenuti teologici – fa percepire la ricchezza terminologica e insieme un cursus che invita all’ammirazione e alla dossologia, mentre esprime un messaggio il cui valore travalica i secoli.
Il Sacramentarium Veronense è una delle più antiche fonti liturgiche che testimonia la lex orandi della Chiesa di Roma attorno ai secoli V-VII. Ma quei testi, da un documento all’altro, sono presenti anche oggi in molte pagine del Missale Romanum. Da qui lo stretto rapporto che si stabilisce anche tramite la fonte liturgica tra il passato e l’oggi, nella costruttiva dialettica fra traditio e progressio.
Lo studio di questa fonte ha rivelato molte ricchezze terminologiche e soprattutto teologiche, a partire dalla sua scoperta nel sec. XVIII nell’Archivio Capitolare di Verona. Il presente lavoro costituisce una testimonianza eloquente di tale ricchezza. L’Autore, infatti, in quattro capitoli guida quasi per mano il lettore a cogliere il dato di fatto: è nella liturgia e attraverso di essa che la vita del credente nasce, si sviluppa e trova il suo più pieno senso, in vista del compimento futuro.
Non si può comprendere la realtà del cristiano se non a partire dal mistero di Cristo (cap. I). Per questo è essenziale muoversi dalla conoscenza e dalla esperienza della persona e della vita di Cristo per cogliere il modello e realizzare la progressiva configurazione a Lui (cap. II). Nella tensione per il raggiungimento di questo traguardo si pone la condizione: quale profilo deve assumere la vita del credente? (cap. III). Le conclusioni (cap. IV), sempre alla luce dei testi eucologici, permettono di percepire con chiarezza lo stretto rapporto tra vita e celebrazione; e in questa linea l’esame di terminologie e di sintagmi costituisce la chiave per una comprensione letteraria e soprattutto teologica della fonte liturgica esaminata.
Tra le varie attenzioni del Pontificium Insti-tu-tum Altioris Latinitatis non può mancare quella rivolta alla latinitas liturgica, unitamente alla latinitas canonica et ecclesiastica. Nelle pagine del volume il lettore può toccare con mano il metodo e i contenuti che scaturiscono dall’esame di un documento liturgico.
Emblematico e attuale pertanto il presente lavoro. Emblematico perché offre un esempio di metodologia applicata alla fonte liturgica; un metodo che vale per ogni fonte liturgica, antica o recente. Attuale, non solo perché molti testi sono presenti anche nell’odierno Missale Romanum, ma soprattutto perché aiuta a comprendere la ricchezza di un documento che coinvolge la vita di persone che hanno aderito e continuano ad aderire a Gesù Cristo attraverso la celebrazione dei suoi Misteri.
Oggi si è sempre più consapevoli dell'importanza della liturgia per la vita della Chiesa, del suo valore evangelizzante e di testimonianza. Questo libro intende favorire un approccio alla celebrazione liturgica che, a partire dai suoi fondamenti biblici e percorrendo l'esperienza della Chiesa, giunge alla riflessione conciliare, fino alle prospettive che si sono aperte dopo il Concilio e alle questioni oggi dibattute. Fa da sfondo a questa riflessione il desiderio più volte espresso da J. Ratzinger, il quale auspica un rinnovato impulso "a qualcosa come un Movimento liturgico, un movimento verso la liturgia e verso la sua giusta celebrazione esteriore e interiore".
Nelle autorevoli parole contenute nel Catechismo della Chiesa Cattolica, eco fedele del magistero liturgico del Concilio Vaticano II, si trova la ragione del titolo di questo libro: «Si comprende la duplice dimensione della Liturgia cristiana come risposta di fede e di amore alle “benedizioni spirituali”di cui il Padre ci fa dono. Da una parte, la Chiesa, unita al suo Signore e sotto l’azione dello Spirito Santo, benedice il Padre per il “suo ineffabile Dono”(2Cor 9,15) con l’adorazione, la lode e l’azione di grazie. Dall’altra, e fino al pieno compimento del disegno di Dio, la Chiesa non cessa di presentare al Padre “l’offerta dei propri doni” e d’implorare che mandi lo Spirito Santo sull’offerta, su se stessa, sui fedeli e sul mondo intero, affinché, per la comunione alla Morte e Risurrezione di Cristo Sacerdote e per la potenza dello Spirito, queste benedizioni divine portino frutti di vita “a lode e gloria della sua grazia” (Ef 1,6)».
La liturgia è glorificazione di Dio e santificazione dell’uomo. Proprio perché Dio è glorificato si rende possibile il capolavoro della santità tra gli uomini. Entrare nell’atto liturgico, parteciparvi integralmente significa ritrovare l’orientamento a Dio, glorificandolo in Cristo Salvatore, per poi ritornare alla quotidianità della vita animati dallo splendore della grazia.
Mons. Guido Marini è nato a Genova il 31 gennaio 1965. Ordinato sacerdote il 4 febbraio 1989, ha proseguito gli studi a Roma presso la Pontifica Facoltà Lateranense, dove ha conseguito il Dottorato “in utroque iure”. Nel 2007 ha conseguito la laurea breve in Psicologia della Comunicazione presso la Pontificia Università Salesiana. Dopo aver svolto il ministero a Genova, in molteplici settori della pastorale diocesana, il 1° ottobre 2007 è stato nominato Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e Prelato d’Onore di Sua Santità. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: La libertà è amore. Madre Eugenia Ravasco (2010); Liturgia. Mysterium salutis (2010).
Pubblicazione degli atti della 62ª Settimana Liturgica Nazionale tenutasi a Trieste dal 22 al 26 agosto 2011.