Il discorso perfetto comunica idee e sollecita azioni; trasmette informazioni; insegna e lascia il segno. Ma che cosa rende un discorso convincente? Che cosa ci spinge a giudicare in un senso o in un altro? Per rispondere, Laura Suardi chiede aiuto ai classici. Maestro assoluto è naturalmente Cicerone, che propone nel De oratore un metodo in cinque passi. Il primo è l'inventio: trovare le idee migliori per sostenere la nostra posizione. Una volta individuati i contenuti, è il momento di disporli nell'ordine più efficace: è la dispositio. L'elocutio, il terzo passo, è forse il più delicato: scegliere le parole giuste, dare ritmo e usare bene le figure retoriche, che sono gli effetti speciali del linguaggio. Il quarto passo è la memoria: parlare a braccio, leggere o recitare un testo imparato parola per parola? Infine l'actio: come usare la voce, lo sguardo, i gesti per dare forza alle nostre parole. A partire dalla cassetta degli attrezzi fornita da Cicerone, e con l'aiuto di molti altri illustri maestri e grazie all'esempio di molti discorsi efficaci - da Euripide ai TED talk - questo libro ci aiuterà a essere protagonisti consapevoli dell'arte del discorso, ricordando sempre che logica e ragionamenti servono a poco se non si è in grado di suscitare anche emozioni.
«L'angoscia si aggira come uno spettro. Solo la speranza può farci recuperare quel vivere che è qualcosa in più del sopravvivere». Il libro più sentito e vivo di una delle grandi voci critiche di questi anni. Un saggio che vibra di indignazione, ma anche di fiducia. E dove si sente l'urgenza dell'utopia. Stiamo barattando l'empatia, la solidarietà, la stessa capacità di pensare e di raccontare la nostra esistenza con un eterno presente sovraccarico di informazioni disorientanti, ansie da prestazione, solitudine. Eppure ci sono ancora spazi d'azione e pensiero, altri modi di vivere. E a innervarli è la forza della speranza. Una forza che non si esplica nell'attesa, ma apre la strada alla rivoluzione. Attraverso un confronto - un vero e proprio corpo a corpo - con alcuni dei maggiori pensatori del Novecento, Byung-Chul Han traccia una topografia di questo concetto e del suo potere salvifico. Perché chi spera sa che l'ultima parola - su di noi e sul mondo - non è ancora stata detta.
La vita umana, insegna l'induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l'ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l'età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l'aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. «Le cose per cui verremo ricordati - scrive - non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l'ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Don't become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l'imperativo. L'autore invita a «indossare con eleganza la propria età». Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c'è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili.
In un momento in cui il dibattito sull'influenza dei social media sulla salute mentale dei giovani raggiunge livelli di allarme senza precedenti, questo volume propone una tesi innovativa basata sui più recenti studi di neuroscienze sociali e cognitive: non sono i social media di per sé a essere negativi per i giovani, ma piuttosto lo è il loro impatto sulla nostra capacità di creare e mantenere un «senso del Noi». Per l'autore, infatti, l'intelligenza artificiale e le strategie di engagement delle piattaforme online stanno progressivamente erodendo la capacità degli individui di partecipare a comunità non digitali, con ripercussioni significative sulle relazioni sociali, sull'amicizia e sulle relazioni di coppia. Un libro accessibile che propone uno sguardo equilibrato su come la tecnologia sta influenzando le nostre relazioni interpersonali, evitando sia l'allarmismo ingiustificato sia l'ottimismo acritico.
La Terra è il nostro mondo. L'unico. Lo spazio, al contrario, è un mondo ostile. Per poterlo esplorare siamo costretti a costruire veicoli molto diversi rispetto a quelli che usiamo sulla Terra e per poterci andare di persona dobbiamo ricreare nel veicolo un ambiente artificiale che protegga il nostro equilibrio fisiologico e la nostra stessa vita. Ma la sfida dell'esplorazione spaziale è proprio questa: superare i limiti, conoscitivi e tecnologici, per arrivare sempre più lontano. Paolo Ferri, per anni a capo del dipartimento di operazioni spaziali dell'Agenzia spaziale europea, rivela non solo cosa si fa nello spazio, ma come lo si fa. Attraverso le missioni di ieri e di oggi racconta cosa si intende per volo spaziale - i satelliti artificiali, le capsule, le piattaforme, i sistemi di sopravvivenza degli astronauti, i sistemi di lancio - ma anche i retroscena, le difficoltà, i vicoli ciechi e i successi imprevisti. Il risultato è un'avventura irripetibile ai confini del cosmo, e una riflessione su potenzialità e limiti della conoscenza scientifica.
"Sapresti vivere senza Internet?". Attenzione a slanciarsi in una risposta sbrigativamente affermativa: senza la rete, gran parte dei servizi collettivi che ogni giorno usiamo non esisterebbe. Internet costituisce lo spazio in cui tutti noi viviamo e rappresenta la parabola di un cambiamento di civiltà, la metafora della fine di un mondo e della nascita di una società che si rimodella di continuo su tecnologie sempre nuove. Questo libro si prefigge di illustrare, come in un racconto a tappe, alcuni dei tanti aspetti della rete e dei rilevanti effetti che essa produce nella vita di persone e società. Lo stato attuale della tecnologia concorre a produrre un sentimento di accelerazione del tempo che sembra far sprofondare la memoria del passato sotto la pressione di un permanente presente, un real time che ci insegue ovunque, dandoci la sensazione di un mondo che esiste e si identifica solo col qui e ora, senza provenienza né memoria. In un'epoca in cui l'ultimo avamposto della tecnologia, cioè l'intelligenza artificiale, va ridisegnando in modo irreversibile opportunità e rischi mai conosciuti prima d’ora, è vitale promuovere consapevolezza, per vivere presente e futuro di Internet nell'unico segno che ci appartenga: la libertà responsabile. Per la tecnologia e con la tecnologia.
Chi sono single? Cosa si nasconde dietro questo fenomeno strabordante il cui mondo così poliedrico e spesso inesplorato, tocca corde di una fragilità non sempre percepita, né tantomeno compresa? L'autrice si immerge in questo oceano per scattare una possibile fotografia da cui emerge una differenza di sguardo esistente tra la società e la Chiesa. I single possono essere un segno dei tempi che invita ad un cambio di prospettiva, a partire, ad esempio, da una rilettura della vocazione? Come accompagnarli nella loro singletudine involontaria?
Con l'edizione del 2024 la Fondazione Migrantes arriva all'ottava edizione del rapporto dedicato al mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Un lavoro scritto da un'equipe di autrici ed autori che si lasciano "toccare e interrogare" dalle sofferenze e dalle contraddizioni che le persone in fuga nel mondo raccontano o portano scritte nei loro volti e nei loro corpi.
«È stata fatale l'idea di esportare la democrazia liberale, la globalizzazione, la liberalizzazione dei mercati finanziari e della tecnologia, di fare insomma un mondo a immagine e somiglianza degli Stati Uniti, pensando che essi rimanessero al centro del nuovo sistema.» Tra la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991 si è consumato uno dei più grandi inganni collettivi della storia: l'idea che l'affermazione dell'Occidente avrebbe determinato una diffusione universale del capitalismo democratico e dunque la fine della storia. Le cose però hanno preso un'altra piega. È cominciata una nuova storia che ha segnato la perdita di centralità di quel modello e dei suoi valori. Dai terremoti geopolitici a quelli demografici, dall'allarme climatico a quello per gli abusi della tecnologia, passando per l'arroganza del potere finanziario, il declino del lavoro e quello dell'informazione: in questa ampia e articolata intervista con il giornalista Paolo Pagliaro, Franco Bernabè racconta la storia di una resa, la cronaca di un autogol che vede a rischio la stessa democrazia. Nell'analisi del manager pubblico, unico occidentale per anni nel board del maggiore gruppo petrolifero cinese, emergono così i sintomi della crisi in corso (guerre, debolezza europea, minacce digitali) ma sono anche indicati alcuni colpevoli del naufragio (dalle riforme di Clinton al radicalismo di molti politici e intellettuali) e vengono suggerite le strategie necessarie a «mettersi in salvo», per l'Italia anzitutto.
La nostra è la prima epoca senza eredi. Non riconosciamo eredità ricevute e non lasceremo eredità da trasmettere. Nessuno continuerà l'opera, nessuno salverà quel che poteva e doveva essere salvato. Non lasceremo tracce. Il tempo non è galantuomo ma smemorato: non renderà giustizia. Viviamo tra contemporanei senza antenati né posteri, uniti solo dal vago domicilio nella stessa epoca; non consorti, al più coinquilini occasionali. È l'epilogo coerente di una società senza padri divenuta società senza figli. E ciò vale a partire dagli autori e dalle loro opere. Per reagire a questa amnesia, cancellazione ed emorragia, e salvare il salvabile, Marcello Veneziani ha composto una raccolta di settanta miniature di saggi, succinte biografie, profili non convenzionali, in vari casi sconvenienti. Da Pascal a Vico, da Leopardi a Manzoni, da Baudelaire a Proust e a Kafka, da Vattimo a Ratzinger, fino ai pensatori e agli scrittori più vicini a noi e viventi. Prima di loro, a essere senza eredi sono i classici, i grandi del passato, cancellati o abbandonati, quando non maledetti. Siamo scesi dalle spalle dei giganti. Senza eredi non è possibile nemmeno un pensiero nuovo, rivolto al futuro e all'essenziale, in grado di superare la nostra società dell'oblio che tende a perdere il senso critico, la cultura e l'umanità. La vera sciagura del presente non è l'avanzata dell'Intelligenza Artificiale ma la ritirata dell'Intelligenza Umana. Non resta che ribellarsi a questa china riscoprendo un diverso destino.
Il libro offre agli studenti delle facoltà umanistiche una guida completa allo studio della lingua e della letteratura latina, nel percorso che va dalle conoscenze liceali alle competenze più avanzate che sono richieste, ai vari livelli, dalla formazione universitaria. Nel primo capitolo sono fornite tutte le nozioni di lingua, prosodia, metrica, retorica e stilistica necessarie alla corretta lettura, comprensione e interpretazione di un testo letterario. Nel secondo sono illustrati sia i concetti essenziali della storia della letteratura (le epoche, i generi, i temi più importanti) sia i principi fondamentali della filologia classica, della critica letteraria e degli studi di ricezione. Il terzo, rivolto in particolare agli studenti che intendano laurearsi nella disciplina, presenta tutti gli strumenti utili a impostare e a svolgere, in modo informato e metodologicamente corretto, il lavoro di tesi nei suoi vari aspetti, come ad esempio l'indagine bibliografica ovvero l'utilizzo delle opere di consultazione generale, delle principali collane di testi e delle banche dati informatiche.
«Il termine più antico conosciuto riferito alla meditazione è la parola sanscrita Dhyana, che indica un particolare stato di coscienza dove la mente e il cuore tornano puri come quelli di un bimbo, senza nomi, forme, giudizi: la pura consapevolezza di essere.» Daniel Lumera ha abbracciato la via della meditazione oltre trent'anni fa e, da allora, ne è diventato un autorevole punto di riferimento internazionale, nella convinzione che rappresenti una chiave di lettura rivoluzionaria non solo della sfera personale, ma anche di quella relazionale e sociale. Ma quali sono i reali benefici che genera in termini di salute e qualità della vita? E in che modo è in grado di modificare il nostro cervello? Come fa a rallentare i processi di invecchiamento e infiammazione? In che modo potenzia le nostre abilità cognitive e ci aiuta nella gestione dello stress? E che cosa sono gli stati superiori di coscienza? Lo spiega questo libro che ci introduce agli otto passaggi fondamentali dell'antica tradizione indovedica e ci porta all'unione della nostra individualità con la coscienza che contiene l'intero universo. Meditare non è pregare, non è visualizzare, non corrisponde, come erroneamente si crede, alla mindfulness. Nel contesto sociale iper-performante in cui viviamo, rappresenta davvero la medicina del nuovo millennio. Non a caso i Centers for Disease Control and Prevention indicano la meditazione come uno dei trend sanitari in più forte crescita degli ultimi anni e sempre più medici la integrano a scopo preventivo e in associazione alle cure tradizionali. Un libro imprescindibile e autorevole per chi vuole imparare e approfondire l'arte della meditazione.