Rex iustus. Pastor bonus es un ramillete de estudios que aborda autores y obras de importancia crucial en la tradición bíblica, oriental y clásica, elaborados por autores con excelente conocimiento de la materia y que ofrecen indudables novedades, tanto a título individual como en su presentación de conjunto, pues hilvana un discurso unitario que permite ver la evolución de los motivos de justicia, pastor y cordero en una panorámica desde la Grecia primitiva a la actualidad.
Ratzinger aborda la conexión entre libertad individual y justicia social, o democracia y Estado, en una sociedad donde el relativismo y el poder de la mayoría pretenden relegar los valores absolutos.
Los tres artículos reunidos en este breve libro surgen por motivos muy distintos, pero en el fondo de todos ellos late un mismo mensaje. Ratzinger aborda la conexión entre libertad individual y justicia social, conciencia y verdad, o democracia y Estado, en un mundo en el que la subjetividad y el poder de la mayoría pretenden relegar a los valores absolutos.
En el curso de la lúcida argumentación del autor, dos principios básicos ?la verdad y el bien? se alzan como fundamento y garantía de una conciencia recta, de la libertad y los derechos humanos, y de una sociedad justa y pluralista.
El término “humanismo” está obsoleto. El nuevo “humanismo”, vacío de sustancia, se extiende como un cáncer. ¿Hay solución a este problema, quizá desde una mirada cristiana?
Atravesamos una “crisis del humanismo”. El término está casi obsoleto. Su dificultad para respirar no proviene de discursos despectivos hacia el hombre, no nos equivoquemos. Es a través de la “compasión” como este nuevo humanismo, vaciado ya de sustancia, se extiende como un cáncer. Al querer ser mejor humano, sólo humano, demasiado humano, el hombre moderno genera quimeras.
El nuevo hombre soñado por los regímenes fascistas o soviéticos era un anticipo del hombre aumentado con el que sueñan los transhumanistas; de la misma manera, el Untermensch (“infrahumano”, como llamaban los nazis a los no arios) encuentra hoy sus avatares en una muchedumbre que no se ajusta al proyecto deseado para la humanidad. La tentación de definir al hombre a partir de sí mismo lo relega a esa condición inferior. Sólo una imagen del hombre que lo salva impide esta división idólatra ¿Por qué?
La medaglia miracolosa è un piccolo scrigno di significato, e le parole che vi sono incise sono le gemme preziose che si nascondono al suo interno. "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te". Essa è un ponte tra il terreno e il celeste, un simbolo di grazia che ci ricorda la presenza amorevole di Maria e la protezione di Dio. Le numerose testimonianze di guarigioni e di conversioni ci rivelano come la fede possa trasformare profondamente le vite, portando speranza e conforto nei momenti più bui. Ascoltando le esperienze di vari santi, tra cui Madre Teresa, il Curato d'Ars, Massimiliano Kolbe, Teresa di Lisieux e Giovanni Paolo II, ci rendiamo conto che la devozione può assumere molte forme, attraversare culture, epoche e personalità diverse, ma l'amore e la fiducia in Dio rimangono identici.
Quando i Paesi Bassi vennero occupati dalle truppe naziste nel maggio 1940, l'Internunzio Apostolico Paolo Giobbe venne costretto a lasciare il paese. Così come in altri territori occupati dunque, la Chiesa si trovava nell'impossibilità di comunicare con Roma. L'episcopato olandese si distinse però per una ferma e costante opposizione sia ai soprusi e alle violenze nei confronti della popolazione che all'ideologia stessa del regime hitleriano. I vescovi agirono autonomamente, in continuità con le condanne del nazionalsocialismo già espresse prima della guerra. La specificità del caso olandese è nota nella storiografia mondiale in particolare per le le pubbliche proteste dei vescovi in occasione della deportazione degli ebrei verso i campi di concentramento, le quali suscitarono la dura reazione dell'occupante. In che misura la Santa Sede era a conoscenza di ciò che stava accadendo nei Paesi Bassi? Come avrebbe giudicato papa Pacelli, noto per lo sforzo di difendere la neutralità della Santa Sede, l'esplicita resistenza dei vescovi olandesi? Grazie all'apertura degli Archivi Vaticani nel 2020 per il periodo del pontificato di Pio XII (1939-1958) è possibile ora conoscere i canali, ufficiali o clandestini, attraverso cui sia Paolo Giobbe, che il Nunzio di Berlino Cesare Orsenigo, riuscirono a tenersi in contatto con alcuni membri della Chiesa olandese. Essi trasmisero le informazioni raccolte alla Segreteria di Stato di Pio XII: ne risulta una corposa corrispondenza, da cui emergono i diversi punti di vista dei nunzi sull'azione dei vescovi olandesi. Questo lavoro cerca di indagare il significato e l'importanza delle interpretazioni che Giobbe e Orsenigo diedero all'opposizione cattolica al nazionalsocialismo nei Paesi Bassi, e l'influenza che queste hanno potuto avere sulla Santa Sede.
Leggi la bellissima storia del santo più amato! Scopri il suo messaggio di gioia, il richiamo al perdono e alla pace, l'amore per tutto il creato.
Il presente volume realizza l'intento di presentare una proposta ermeneutica sulla questione ampia e articolata del "governare nella Chiesa" ed è stato il tema scelto per il Convegno ASCAI del 2020, svoltosi in modo eccezionale in tre singole giornate nel corso del 2021 e del 2022 a motivo della pandemia. I temi trattati sono la logica prosecuzione del congresso 2019 di Napoli che aveva per tema "Il diritto canonico al servizio della missione della Chiesa". L'attuale volume affronta questioni rilevanti per i vari ambiti della sfera di governo nella Chiesa, con uno sguardo principalmente orientato alle questioni controverse; da qui il titolo: "Governare nella Chiesa. Presupposti giuridici per il buon governo". In linea generale, lo schema individuato per le tre giornate di lavoro è quello della tradizionale tripartizione tra potestà legislativa, esecutiva e giudiziaria, ma con l'intento di ripensarla in modo "dinamico", capace di interessare un dialogo interdisciplinare attraverso l'articolazione di istanze sostanziali riguardo i principi e gli sviluppi pratici legati alle problematiche che la prassi manifesta.
Tommaso d'Aquino (1225-1274) rappresenta uno snodo imprescindibile nella storia del pensiero occidentale in riferimento alla rilevanza dell'evento della rivelazione di Dio in Gesù Cristo nell'istituzione del senso dell'essere, in un rapporto dialogico libero e profondo tra fede e ragione, filosofia e teologia. Il settimo volume del Dizionario Dinamico di Ontologia Trinitaria (DDOT - 7) s'impegna a metterne in luce l'attualità e la portata, evidenziando in un primo approccio alcune e forse anche inesplorate inflessioni qualificanti e pregne di virtualità della sua proposta, dischiudendole nell'orizzonte di un'ermeneutica ontologica relazionale e trinitaria. Grazie ai saggi che lo compongono a firma di autorevoli studiosi di diversa provenienza culturale e competenza disciplinare, racchiusi tra una ricca introduzione e un'articolata bibliografia, il volume restituisce la straordinaria freschezza e fecondità di Tommaso nel 750° anniversario della sua morte, come contributo prezioso all'opera di urgente e complessivo rinnovamento culturale cui il nostro tempo è chiamato.
Le teorie politiche ragionano sui grandi scenari, discorsi affascinanti ma che spesso restano solo parole. C'è poi un pensiero politico che si occupa di quello che ciascun cittadino può fare dal luogo in cui è, agendo innanzitutto sul proprio modo di stare nel mondo. C'è necessità di cittadini e politici che siano consapevoli del valore della politica e agiscano mossi dall'intenzione di dedicare il giusto tempo alla cura della comunità. Così intesa la sapienza politica costituisce una necessità ineludibile. Si può dire che proprio dell'umano è l'esigenza della politica, di una politica capace di visione, di progetto, di forza di attuazione.
Che relazione vi è tra esperienza religiosa e teologia? Una risposta, quanto mai attuale, è quella che emerge dalla ricerca del teologo ceco Vladimir Boublík (1928-1974) soprattutto attraverso il volume Teologia delle religioni che, a partire dalla categoria teologico-filosofica dell'esperienza religiosa, consente di comprendere il legame tra la teologia fondamentale e la teologia delle religioni. Quale Teologia delle religioni oggi la Teologia fondamentale è in grado di delineare e proporre alla Chiesa e al mondo? Lo studio del pensiero Vladimir Boublík spinge verso una "teologia dell'ospitalità" che - partendo dall'esperienza religiosa connaturale all'uomo come un fattore peculiare della sua storia e della sua cultura - approdi a una ferma certezza: la coesistenza nel dialogo è una necessità. Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione? Sono le questioni che traspaiono già nell'opera di Boublík all'indomani del Concilio. Sono tali questioni, nella loro forza di coinvolgimento, che hanno generato il senso - primo ed ultimo - del nostro studio.
La disobbedienza civile e la non-violenza hanno una storia lunga e gloriosa: pensiamo a chi si è opposto con coraggio al nazifascismo o a figure come quelle di Gandhi e di Martin Luther King. Negli ultimi anni si sono aggiunte nuove pratiche di disobbedienza: quella climatica, l'animalismo radicale, i passeurs che fanno attraversare i confini ai migranti, l'abbattimento o l'imbrattamento di statue di personaggi controversi, e tante altre. L'opinione pubblica ha spesso faticato a comprendere le ragioni e la specificità di queste iniziative, riducendole a un generico bisogno di visibilità. Certo, gli stati liberali e democratici, seppur imperfetti, meritano il rispetto delle leggi. Ma è innegabile che ci sono leggi e pratiche ingiuste, e da questa constatazione è necessario partire per capire le ragioni di chi decide di andare contro gli ordinamenti per reclamare la necessità di un cambiamento. Lungi dall'esprimersi in un bisogno di radicalismo fine a sé stesso, il senso morale della disobbedienza va inteso come un modo, a volte estremo, di fare politica in una democrazia. Quando le normali forme di rivendicazione democratica non funzionano, la disobbedienza può essere moralmente giustificabile.