Del 'Liber divinorum operum', ultima opera della trilogia profetica di Ildegarda di Bingen e sintesi definitiva del suo pensiero, si presenta qui la prima traduzione italiana. Essa è la prima traduzione integrale condotta sul testo dell'edizione critica, pubblicata nel 1996 a cura di Albert Derolez e Peter Dronke (vol. XCII del 'Corpus Christianorum, Continuatio Mediaevalis'), e riprodotto a fronte per gentile concessione dell'editore Brepols. Nel tradurre si sono tenuti presenti due aspetti: la stratificazione compositiva e il carattere profetico del Liber divinorum operum. Il ms. di Gent permette di ricostruire tutti i passaggi della composizione, dalle tavolette su cui Ildegarda scriveva, fino all'ultima revisione e alla suddivisione in capitula.
Il "Liber vitae meritorum" è, con lo "Scivias" e il "Liber divinorum operum", uno dei tre testi principali di teologia mistica di Ildegarda di Bingen. Più che un'etica cristiana medievale, è una narrazione visionaria di forte intensità morale, ancora oggi di estrema attualità. Affrontando il tema del rapporto tra macrocosmo e microcosmo, il testo giunge a definire con profondità la relazione che esiste tra l'uomo e un Dio che ha voluto farsi uomo egli stesso. Dal conflitto tra vizi e virtù (i cosiddetti "meriti di vita") scaturisce l'osservazione della meravigliosa armonia tra progetto divino e libera volontà umana. Ildegarda, - che dà di sé la definizione di "creatura semplice" - riferisce la propria personale esperienza mistica che si traduce in una grandiosa visione cosmica al centro della quale sta, appunto, l'Uomo. Innanzi a lui si svolge il confronto tra vizi e virtù, tra i quali è necessaria ogni giorno una scelta: se questa sarà eticamente errata e sarà improntata al vizio, nell'aldilà purgatoriale l'anima incorrerà in una serie di punizioni. L'autrice si sofferma anche su questo aspetto, sottolineando come l'uomo debba in vita cercare di allontanarsi dal vizio ed emendarsi dei propri peccati, per accedere così, dopo la morte, alla vita "tutta di gioia" con la descrizione della quale il testo si conclude. Prefazione di Claudio Bonvecchio.
Ildegarda di Bingen (1098-1179) è stata scrittrice di versi e salmi, autrice di musica sacra, teologa, filosofa, naturopata, botanica e farmacologa, ma soprattutto profetessa per volontà di Dio. Monaca benedettina, per oltre trent'anni ha vissuto nel silenzio del convento in Renania, accompagnata dalla visione della Luce divina.
Il 7 ottobre 2012 Papa Benedetto XVI l'ha proclamata Dottore della Chiesa, quarta donna dopo Santa Caterina, Santa Teresa D'Avila e Santa Teresa di Lisieux.
Ildegarda di Bingen, mistica del XII secolo, musicista, teologa, biologa, erborista e fondatrice di una comunità religiosa, riceverà il titolo di Dottore della Chiesa Universale il 7 ottobre 2012, durante il Sinodo straordinario dei Vescovi.
Queste pagine ritraggono la sua personalità incredibilmente affascinante e la sua fede profonda. Nel settembre 2010 sulla sua figura papa Benedetto XVI tenne la tradizionale catechesi del mercoledì dicendo: “La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del genio femminile apparse nel corso della storia”.
Una raccolta delle sue più belle preghiere completa questa piccola biografia.
ll testo di Gronau è molto bello e molto denso [...|. II merito maggiore dello scritto è quello di far cogliere la forza di verità delle parole e delle visioni di lldegarda. Dopo un autentico e colorito quadro storico e biografico i brani della "profetessa teutonica" sono raccolti per temi dall'autore in modo da evidenziare, insieme alia perfetta ortodossia delle sue parole, il loro straordinario contenuto di verità esistenziale. Con plasticità scultorea, la figura di questa donna, umile e autorevole, lucida e visionaria, ricca di conoscenze e competenze e insieme equilibrata e saggia, si fissa nella memoria del lettore come anticipatrice di quell'immagine che Giovanni Paolo II ha dato della figura femminile: colei che salva il cuore delle cose. [...] lldegarda si propone sulla scena del disagio umano, familiare e femminile di oggi, come una donna dotata di un sapere non esclusivamente intellettuale, anzi soprattutto esistenziale. II suo sguardo è rivolto alia realtà intera, in lutti i suoi aspeni. Ciò che vede e senle diventa in lei parola e canto, lode a Dio, espressa con tutta se stessa, corpo e anima. Che I'intera esistenza umana possa essere coinvolla nell'avventura di un significato positivo, identico a quello del mondo intero; che tutto dunque - dalla più piccola foglia dell'universo - possa essere colto dal cuore e dall'intelligenza umana come armonia, quindi come gioia, benessere, pienezza, è una aspirazione struggente dell'uomo d'oggi. E' il desiderio di cogliere l'unità del tutto, di non essere disperso nei mille frammenti del proprio sapere e delle proprie costruzioni tecnologiche. lldegarda è testimone del nostro tempo con la sua semplice e insieme elevata testimonianza.
Ildegarda fu colta da visioni fin dai primi anni dell'infanzia, ma visse a lungo senza renderle pubbliche e, tanto meno, fissarle per iscritto. Fu solo nel 1136, all'età di trentotto anni, che la religiosa benedettina - diventata badessa del convento di Disibodenberg, sulle rive del Reno - decise di offrirsi allo sguardo dei suoi contemporanei nei tratti di una profetessa in contatto con l'aldilà celeste. Allora, le sue pagine furono sottoposte al giudizio del pontefice Eugenio III e, ottenuto l'avallo papale, cominciarono ben presto a diffondersi nel mondo cristiano. Ildegarda divenne consigliera di uomini fra i più noti e potenti di quegli anni - al punto che Federico Barbarossa la invitò nel suo palazzo di Ingelheim per consultarla - e predicò in chiese e cattedrali di molte città, fra cui Treviri, Magonza e Colonia. Tuttavia, non è Ildegarda visionaria e profetessa quella rimasta a noi più vicina; bensì quell'altra Ildegarda i cui libri, all'epoca, furono sottratti dalla raccolta delle sue opere inviate a Roma per il processo di canonizzazione. Erano libri che - come nel caso illustre di Cause e cure delle infermità - racchiudevano testimonianza di un'attività più terrena: quella di erborista e medica, che, per la sua familiarità col corpo e con gli elementi della natura, aveva ben motivo di suscitare inquietudine, tanto sembrava avvicinarsi a un sapere sotterraneo, confinato fra le tenebre.
In questo libro troviamo Ildegarda, monaca autorevole e ammirata, nel monastero benedettino di Disibodenberg. Vi è stata condotta dalla sua inquieta giovinezza, durante la quale aveva abbandonato la nobile famiglia d'origine per seguire la propria missione. Neanche questa, tuttavia, potrà essere la sua dimora: una visione le appare, esortandola a partire e a fondare una nuova comunità religiosa, in un luogo remoto e isolato. "Se ti senti più sicura fra le mura del tuo monastero" aveva detto la voce "allora mi tradisci". È la chiamata divina, che la sprofonda nell'angoscia: con che animo separarsi dal suo fedele amico, il monaco Volmar, e dalla sua amata discepola Richardis, con i quali ha condiviso i pensieri più profondi e te emozioni più sublimi? Ma alla fine la voce interiore sarà più forte di tutte le troppo umane esitazioni. Ildegarda dovrà assumere il ruolo del costruttore, dello stratega, del capo per te sue sorelle, e dovrà affrontare prove durissime. Solo superando le difficoltà, realizzerà la propria missione di mistica, teologa anticonformista e, soprattutto, donna di Dio. Questa storia romanzata di Ildegarda - che ha ricevuto i più prestigiosi premi letterari della Scandinavia - riporta in vita una personalità leggendaria che ancora oggi seduce per la sensibilità artistica, le scoperte pionieristiche nel campo della medicina alternativa, la forza d'animo con cui seppe far coesistere dentro di sé la propria femminilità e la propria vocazione.
La presentazione in lingua italiana dei molteplici scritti ildegardiani si sta ultimamente intensificando, sollecitata dal crescente interesse verso la figura della mistica renana che anche l’attuale Pontefice Benedetto XVI ha ritenuto opportuno citare in numerose sue catechesi.
Mancava finora l’opera che qui proponiamo, senza dubbio il culmine poetico della spiritualità di Ildegarda, nonché la sintesi del suo pensiero teologico e dottrinale.
21 luglio 1098. Bermersheim, Germania meridionale. In un'estate torrida e afosa nasce Ildegarda di Bingen. È gracile e malaticcia e tutti temono che non arriverà a compiere un anno. La piccola invece sopravviverà, e questo sarà solo il primo dei prodigiosi eventi della sua esistenza. Enigmatica e affascinante figura del medioevo, Ildegarda, monaca di nobili origini, fu mistica, profetessa, musicista e, scoprendo le virtù terapeutiche delle piante, inventò la medicina naturale, che cura insieme il corpo e l'anima. A capo del monastero di Bingen, attirò su di sé l'attenzione dei potenti del suo tempo, entrò in contrasto con la Chiesa cattolica e non ebbe timore di sfidare l'imperatore Barbarossa. In questa biografia romanzata, Anne Lise Marstrand-Jørgensen ne segue il percorso più intimo, dalla prima infanzia alle imprese nel mondo. Scopriamo che fin da bambina Ildegarda ha visioni profetiche, parla con gli animali, comunica con i fiori, le piante e la natura. Ma la sua estrema sensibilità e l'incrollabile fiducia di essere guidata dalla voce di Dio, la metteranno in conflitto con la famiglia e i suoi maestri. E moltiplicheranno le difficoltà che dovrà superare per affermare la propria personalità. Da mesi in testa alle classifiche dei libri più venduti in Danimarca, La guaritrice è un magistrale romanzo storico ambientato in un medioevo inedito, allo stesso tempo realistico e magico.
La biografia storica di Ildegarda di Bingen (1098-1179) donna e santa, modello di una femminilità forte e moderna.
Con quest'opera si vuole presentare la figura di questa santa, sempre ritenuta tale ma mai canonizzata ufficialmente, con l'uso di recenti scoperte sulle fonti biografiche e autobiografiche. In secondo luogo si vuole offrire una descrizione delle miniature dello Scivias, la prima opera di Hildegard von Bingen.
L’opera viene riproposta a colori.
Hildegard Spaziante, nata a Lucca, ha completato gli studi di scienze religiose presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. Attualmente vive nella Comunità Mariana “Oasi della Pace”.
La medicina di Ildegarda di Bingen (1098-1179) è stata ignorata per ottocento anni. Solo dopo il ritrovamento di una copia di un suo trattato nella biblioteca imperiale di Copenhagen, si è risvegliato l'interesse per la prima medicina psicosomatica cristiana. Ildegarda ha rivoluzionato la visione del mondo del suo tempo e ha precorso la scienza moderna, definendo la guarigione un processo globale che avviene su più livelli e affermando che ciò che può farci guarire è già presente nel nostro corpo, mentre le energie curative sono presenti nella natura. Il dottor Strehlow ci offre una guida preziosa con utili indicazioni e consigli pratici.