Questo testo vuole stuzzicare il desiderio della preghiera a partire dalle fibre del cuore di un uomo e di un maestro che ha fatto della preghiera la sua vita: sant'Agostino. Perché pregare? Per essere buoni nella condotta e nelle opere, per sintonizzare i propri desideri con quelli di Dio.
Il Centro Studi Agostiniani inaugura con questo volume un nuovo ciclo dedicato ai conflitti religiosi nella scena pubblica.
La prima parte del volume rilegge il quadro dei rapporti di Agostino con il manicheismo, che vanno oltre la biografia del giovane uditore della setta, destinato a trasformarsi bene presto in uno dei suoi critici più implacabili, ma anche in un testimone diretto e in una fonte di documenti preziosi. La seconda parte riapre il dossier della dolorosa polemica con i seguaci di Donato, esplorandone un momento cruciale nella conferenza di Cartagine (411), che ci mostra il vescovo d'Ippona all'opera su una questione delicata e complessa, per risvolti teologici, ecclesiologia, pastorali, ma anche culturali, sociali e politici.
Avendo spaziato in molti campi e trovandosi all’incrocio di tante strade sulle quali ha lasciato la sua originale impronta, Agostino (354-430) occupa un posto centrale e, per certi aspetti, unico nella storia del pensiero, della teologia e della spiritualità occidentale. Se le sue opere maggiori sono ben conosciute, gran parte dei suoi scritti resta nell’ombra, anche nel caso di scritti importanti dal punto di vista esegetico, dottrinale o morale. Proponendo una sintesi dei contenuti di ciascuno di essi, questo dizionario si propone appunto di offrire un quadro rappresentativo di tutta la produzione di Agostino, con l’intento di offrire a un largo pubblico una base utile di lettura e consultazione.
Se la storia conduce all'ambito dell'esperienza, allora lo spazio risulta più adatto per esprimere l'inesprimibile. Attraversando gli scritti di Agostino, è possibile ricomprendere la relazione tra Dio e l'uomo nell'amplius della crescita dell'uomo nei riguardi di Dio.
I tre commenti al libro della Genesi («La Genesi contro i Manichei», il «Libro incompiuto sulla Genesi alla lettera» e «La Genesi alla lettera») sono le opere di sant'Agostino dedicate ai racconti della creazione contenuti all'inizio della Bibbia. Il retore africano ha riflettuto per tutta la vita su queste poche pagine della Scrittura: sul rapporto tra tempo ed eternità, tra il nulla e la materia, tra libertà e provvidenza. Si passa da un'interpretazione allegorica a una ben più originale esegesi ad litteram, che nonostante la dichiarata letteralità porta a una complessa filosofia della creazione, che trova nella dottrina delle "ragioni causali" il proprio fulcro teorico.
Agostino era un uomo molto colto, un vero gigante di sapienza. La sua curiosità non aveva limiti: desiderava esplorare le profondità dell'animo umano e voleva conoscere Dio.
Affascinante percorso che attraversa, di fatto, con puntualità e ispirazione, i momenti più ricchi della performance esistenziale, intellettuale ed ecclesiale di Agostino.
Un gran bel libro, che si legge con gusto e di cui realmente si fa tesoro, sotto tanti aspetti. Un libro per cui valgano senz’altro le parole di Agostino nel Sermo 153: «noi parliamo, ma dio istruisce, noi parliamo, ma dio ammaestra. Infatti, non è detto beato colui al quale insegna l’uomo, ma colui che avrai istruito tu, signore. Noi possiamo piantare e irrigare, ma è proprio di Dio dare il crescere».
Tra i pensatori antichi Agostino è senza dubbio quello più presente nel dibattito filosofico e teologico contemporaneo. Anche autori non credenti e distanti da qualsiasi dimensione religiosa non esitano, infatti, a riconoscere nell’opera del Vescovo di Ippona un punto di riferimento essenziale e imprescindibile per una riflessione non ideologica sull’uomo e sulla sua vicenda esistenziale.
Pubblicazione agile, a twitter. Fatta proprio per i giovani. Chi si avventura nella lettura e se ne lascia avvincere riscontrerà in Agostino un sorprendente specchio delle situazioni vissute dai giovani di oggi, dei loro sentimenti, delle loro crisi e delle loro aspirazioni. Lo mette in risalto l'articolazione stessa del libro: ad un testo su Agostino risponde una esperienza o riflessione di un giovane che si firma; a seguire una pagina in bianco con qualche provocazione per chi si sentirà rispecchiato in Agostino.
Del tutto inedito nell'originale tedesco, è qui presentato per la prima volta in traduzione italiana il dattiloscritto redatto da Romano Guardini per il suo ultimo corso universitario su Platone e Agostino (1955/1956 e 1961/1962). Questo testo rappresenta il risultato più esteso e maturo a cui il filosofo italo-tedesco giunge su un tema che torna a più riprese durante l'intera sua riflessione: il confronto tra il platonismo, da un lato, e il nascente pensiero cristiano, dall'altro. Non interessa qui a Guardini presentare né un Platone cristiano, né un Agostino schiacciato sul platonismo, o senza alcun rapporto o in conflitto con esso. Il suo obiettivo è quello di identificare e confrontare le tensioni ricorrenti nella storia del platonismo con quelle del pensiero cristiano di Agostino, nonché la diversa immagine di esistenza che emerge dalle une rispetto alle altre. Sono questioni che si intrecciano profondamente con la stessa attività teorica di Guardini, sui temi della filosofia della religione, della teologia e della filosofia della storia. Approfondire come la tensione fra riflessione critica e visione dell'Assoluto si configuri in Platone, e come Agostino trasfiguri quella tensione a partire dal rapporto rivelativo cristiano, resta per Guardini un momento di confronto ineludibile anche per l'epoca «che giunge ed è ancora ignota» nella quale viviamo.
Con un grazie - confessione di lode - iniziano anche le ''Confessioni'', questo libro antico e nuovo, in cui Agostino a metà della propria vita si volta indietro e ricorda scrivendo. Gratis è nato, gratis ha percorso vie impensabili, gratis è quello che è, nei limiti e nei meriti, che sono essi stessi doni: la grazia, sulla quale si sono poi incrostate barbose elucubrazioni, risponde nel fondo a questa confortante consapevolezza... Agostino scrive una memoria perché sia letta, e nel Libro X spiega l'operazione: nel silenzio del cuore, davanti a Dio, è la confessione, ma nello scritto la narrazione è davanti a molti testimoni. Ambizione? Agostino non ha mai negato di averne...
Padre Remo Piccolomini ha sapientemente tradotto il testo De vita christiana, che padre Antonino Tonna-Barthet ha organizzato secondo i sette doni dello Spirito Santo - sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio - incominciando dal gradino più basso, il timore di Dio, fino al grado sommo: la sapienza.
Percorrendo questa "scala" spirituale si incontrano l'ardore e la freschezza del pensiero di sant'Agostino, i suoi slanci interiori e le sue profonde meditazioni.
I doni dello Spirito Santo sono presentati con la passione di chi ha incontrato la "perla nel campo", il "tesoro nascosto", e ora desidera condividerlo con tutti, perché tutti possano trovare la stessa ricchezza.