Nell'ambito della discussione bioetica italiana, Giuseppe dalla Torre è stato tra i primi giuristi che, a fronte del rapido sviluppo del progresso scientifico e tecnologico in ambito biomedico, ha saputo cogliere l'importanza e l'urgenza di una riflessione sul rapporto tra bioetica e diritto, sia nel profilo teoretico che pratico. Negli anni '90 si iniziava ad usare il neologismo "biodiritto" o "biogiuridica". Dalla Torre sottolineava come i giuristi non fossero ancora «attrezzati concettualmente per dare risposte adeguate ed efficaci» ai nuovi problemi bioetici emergenti. Il volume raccoglie tutti gli scritti principali di G. Dalla Torre sul tema, riproponendo al lettore volumi, articoli e saggi su tematiche di inizio vita (aborto, procreazione assistita), fine vita (eutanasia, rifiuto delle terapie, accanimento clinico), cura e sperimentazione (comitati di etica), pluralismo culturale e obiezione di coscienza. Da questa raccolta postuma di scritti, ad un anno dalla scomparsa del prof. Dalla Torre, emerge una linea teorica in grado di guidare anche l'attuale e futura riflessione bioetica e biogiuridica sulle nuove tematiche emergenti. L'Autore tematizza una sorta di "teoria generale del biodiritto", delineando i percorsi e le modalità che potrebbe seguire il legislatore nell'ambito della normativizzazione in bioetica nei diversi ambiti applicativi, con riferimento ai principi della dignità della persona umana, dell'integrità fisica, della giustizia e della solidarietà.
I temi etici legati al fine vita continuano a essere presenti nel dibattito pubblico e a suscitare aspre controversie giuridiche e politiche. Fino a qualche anno fa eutanasia e suicidio assistito erano questioni confinate nell'ambito dell'etica medica: oggi stanno diventando sempre più questioni antropologiche fondamentali, che riguardano il modo in cui i cittadini delle società occidentali desiderano vivere la parte terminale della propria esistenza e affrontare la propria morte. In questo libro vengono presentati quattro documenti di ambito protestante e anglicano che, nel corso degli ultimi 50 anni, hanno messo in discussione l'idea che, da un punto di vista cristiano, eutanasia e suicidio medicalmente assistito siano sempre e comunque atti illegittimi. Nel caso del fine vita occorre trovare soluzioni ragionevoli che siano in grado di conciliare, all'interno di una società pluralistica, la tutela della libertà individuale, il valore della vita umana, in particolar modo di quella fragile e sofferente, e l'equità sociale nell'allocazione delle risorse sanitarie. Nella pratica, sul piano medico e soprattutto su quello legislativo, è necessario prendere decisioni il più possibile condivise, che stabiliscano criteri e norme d'azione certe e comprensibili. Perché questo sia possibile, è necessaria una riflessione individuale e collettiva su valori e principi, che si basi su una corretta e approfondita informazione.
Il contenuto di queste pagine, scritte nel 1949, si può considerare un contributo preveggente alla questione riguardante l'inizio vita, oggi tanto dibattuta. Guardini vi ribadisce alcuni principi di fondo che ritiene irrinunciabili, quali anzitutto la natura di "essere personale" del nascituro: una natura che non è di tipo biologico o psicologico, ma «esistenziale» (existentiell) e che è per lui alla base della dignità di ogni essere umano. Una dignità che non può essere messa a disposizione di alcuna considerazione utilitaristica, sia essa fatta valere da un singolo, dalla società o dallo Stato. Ciò porterebbe a considerare e a trattare l'essere umano come "mera cosa" di cui altri possono disporre liberamente.
Che cosa accadrebbe se l'umanità potesse alterare la sostanza stessa del codice genetico? Questa domanda è rimasta a lungo confinata al campo della fantascienza, ma tutto questo sta per cambiare, come ci rivela qui Kevin Davies. "Riscrivere l'umanità" ci porta per mano all'interno dell'affascinante mondo di una nuova tecnica di editing genetico chiamata CRISPR, una potente cassetta degli attrezzi che permette di correggere il DNA di qualsiasi organismo, la cui scoperta è valsa a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna il Nobel per la chimica 2020. Davies aiuta il lettore a conoscere quella che è forse la più radicale conquista scientifica della nostra epoca, incontrando gli scienziati in prima linea nelle ricerche e i pazienti la cui storia commovente riporta il racconto a un livello più umano. L'autore chiarisce infatti le conseguenze che questa nuova tecnica può avere, risparmiando a milioni di persone gli effetti devastanti delle malattie ereditarie o i problemi che crea la disabilità.
Questo libro è un tentativo di riprendere a fare esercizi di tenerezza in coppia. Ri-equilibrare il tempo insieme per dedicarne un po' all'affetto e alla cura del partner nelle situazioni di ogni giorno. Tornare a scoprire il corpo dell'altro e lo spazio che occupa nella nostra quotidianità. La speranza è quella di instaurare un nuovo corso: la tenerezza al potere. Ti svegli un mattino, dopo anni di vita insieme, e non sai più perché il partner che hai a fianco è proprio quello o quella, che senso ha il suo corpo di lato al tuo e chi siete diventati nel frattempo. Dov'è finita la tenerezza degli inizi? Che fine hanno fatto quei gesti e quelle attenzioni di cui tutti sentiamo il quotidiano bisogno?
Questo è un libro davvero necessario, quello che mancava, una piccola chiave preziosa per cercare di aprire il cuore, di sfondare quella barriera che sembra inesorabilmente dividere quando si parla di aborto, di comunicare nel modo giusto con le donne che sono tentate dal dire no alla vita, ma soprattutto con quelle che hanno già fatto quel passo. È un libro che parla ai cuori spezzati con un cuore spezzato dal loro dolore, capace di una compassione profonda, che credo oggi sia l’unica via da provare a percorrere per trovare ascolto anche tra le orecchie più chiuse dai preconcetti. È incredibile come Jorge María Randle riesca a giudicare con chiarezza le azioni, mantenendo nello stesso momento uno sguardo dolcissimo e misericordioso sulle persone.
Dalla Prefazione di Costanza Miriano
Sono milioni ogni anno i bambini non nati a causa dell’aborto. Le vittime non sono però soltanto coloro a cui viene tolta la vita nel grembo materno, ma anche le loro madri e i loro padri. Queste pagine sono state scritte per loro. E, di conseguenza, mostrano che cosa dire, che cosa fare a chiunque si trovi accanto una persona che soffre a causa di un aborto.
Questo libro vuole offrire un contributo alla riflessione sul tema del fine vita, che non riguarda solo la medicina o la sofferenza e la spiritualità dei malati e delle loro famiglie, ma tutta la società civile, oggi sempre più laica e multiculturale. I reiterati richiami della Corte costituzionale sollecitano il Parlamento italiano a legiferare in materia, affrontando la sfida di conciliare i diritti dei pazienti a cure adeguate con la domanda di autodeterminazione dei cittadini, nel rispetto dei diversi orientamenti filosofici ed etici. Valutando le diverse posizioni, analizzando la legislazione di alcuni paesi europei come il Belgio, la Francia e il Regno Unito, e delineando la situazione italiana, Attilio Stajano propone un percorso verso una soluzione condivisa che consenta una legittima scelta sul fine vita, da un lato, e la tutela delle cure palliative, dall'altro. Stajano vuole anche condividere l'esperienza maturata durante tredici anni di assistenza volontaria in un reparto di cure palliative in Belgio, dove ha constatato il manifestarsi di una pericolosa deriva: l'applicazione arbitraria della legge sulla depenalizzazione dell'eutanasia ha travalicato le intenzioni del legislatore e ha finito per disumanizzare le cure di fine vita e trasformare la professione medica e tutta la società civile. Il libro è completato da un'ampia bibliografia sull'argomento e da un'Appendice, disponibile sul sito http://finevita.stajano.org/Appendice.htm.
Una risposta chiara ed esauriente a coloro che considerano la vaccinazione contro il Covid-19 in sé illecita, perché funzionale all'aborto.
A breve il Senato esaminerà il disegno di legge sul contrasto all’omo/transfobia: è un testo approvato dalla Camera dei Deputati, il cui relatore l’on. Alessandro Zan ha riunito proposte presentate da più forze politiche. Rispetto al volume “Omofobi per legge?” questo libro intanto è strutturato articolo per articolo, per consentire al lettore di cogliere ogni aspetto delle nuove disposizioni. Tiene conto delle novità inserite nel corso della discussione a Montecitorio, e dei problemi anche di legittimità costituzionale emersi in quella sede. Approfondisce profili rimasti ai margini nel precedente volume, come le norme penali accessorie o sostitutive, l’inserimento del gender nelle scuole, una più incisiva organizzazione della Giornata nazionale contro l’omofobia, le coperture finanziarie. Se Omofobi per legge aveva l’obiettivo di descrivere i rischi per le libertà di opinione, di manifestazione, di associazione, di educazione derivanti dalla estensione della “legge Mancino” alle discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale, questo libro si muove sul testo unificato, e aggiornato rispetto alle singole proposte di legge, ed estende il quadro a ogni passaggio di disposizioni che, se approvate in via definitiva, incrinerebbero pesantemente le basi dell’ordinamento.
La fecondazione in vitro, tramite l'unione di medicina e tecnologia, scompone il processo organico della maternità in fasi artificiali da catena di montaggio: cosa provocherà a livello culturale lo stravolgimento dello statuto dei figli e della differenza tra esseri umani e prodotti della scienza?
«In questo libro si parla di vita e di morte e gli autori hanno declinato - ognuno a suo modo - il soggetto annunciato nel titolo: Parlare di morte per ragionare di vita. La morte percorre quale segreto fil rouge la vita, così come percorre gli interventi raccolti nel volume, ora intrecciandosi con la vita, ora contrapponendosi ad essa, ora sommersa come ombra segreta dalla luce meridiana, ora invadente e scomoda presenza. C'è tanta saggezza in questo libro perché prima di tutto ascolta la realtà nella sua drammaticità. Questo volume non giudica e non condanna, ma accoglie e accompagna» (dalla Postfazione di Maurizio Pietro Faggioni). Il lettore si trova tra le mani una ricerca appassionata da più punti di vista disciplinari e ha come riferimento la Legge n. 219/2017 e il dibattito suscitato a seguito della Sentenza della Corte Costituzionale 242/2019. Non è possibile discutere di qualsiasi argomento riguardante la vita della gente e le sue ricadute teologiche ed etiche senza un'analisi anche politica. L'indole pluridisciplinare di questo volume può dare materia di riflessione al dibattito sociale per avanzare istanze di vita, nonostante la morte. «Il ruolo del teologo sarà, allora, quello di motivare la fede semplice del popolo, di arricchire la conoscenza del popolo, perché sia rispettata quella pietà umana che rende degna di vivere anche la morte» (dalla Prefazione di Francesco Asti).