L’opera storica di Cassio Dione è di rilevante importanza per lo studio del II secolo d.C., poiché, nel naufragio della maggior parte degli autori antichi, conserva una certa continuità narrativa, coprendo il periodo del principato di Nerva fino alla dinastia degli Antonini. Tuttavia anche la «Storia Romana» non è completa, tràdita attraverso epitomi bizantine o attraverso gli «Excerpta» contenuti in florilegi, come la raccolta di Costantino Porfirogenito. Il confronto del testo dioneo con la ricca documentazione epigrafica, archeologica, papirologica e numismatica permette una più approfondita e corretta conoscenza della «Storia Romana» e delle tendenze storiografiche di Cassio Dione, oltre a una più ampia valutazione del secolo degli Antonini.
Guido Migliorati lavora presso l’Università Cattolica di Brescia. Ha pubblicato: Il Brutus di Accio e l’opposizione ai Gracchi, «CISA», 26, Vita e Pensiero, Milano 2000; L’idea di guerra nella propaganda di Traiano, «CISA», 27, Vita e Pensiero, Milano 2001; Volterra da Silla a Rullo, «Aevum», 2001; A proposito di L. Catilio Severo, legatus Augusti di Siria, «Epigraphica», 2002; Forme politiche e tipi di governo nella Roma etrusca del VI sec. a.C. , «Historia», 2003.
Ben prima degli ipertecnologici conflitti contemporanei e delle nostre stupidissime "bombe intelligenti", furono alcune sanguinose zuffe corpo a corpo a indirizzare il corso della storia. E la storia, si sa, non riconosce gli sconfitti. Quelle battaglie furono vinte e perse per coraggio, inganni, sorte, genio, stupidità, supremazia militare. Chi ha perso è stato ridotto in schiavitù, ha visto i propri campi razziati e le proprie città rase al suolo. I vincitori, invece, sono diventati leggendari semidei, icone che hanno attraversato i secoli, i millenni, fino ai giorni nostri. In questo libro Durschmied racconta diciassette conflitti decisivi dell'antichità, quando un singolo eroe poteva cambiare gli equilibri del pianeta.
Le vicende secolari della penisola sotto il dominio romano impongono l'immagine dell'identità incompiuta: il processo di unificazione politica, il senso di appartenenza a una patria comune, la distinzione rispetto alle province furono tutti fenomeni presenti e attivi nella storia italica, ma sempre contrastati da tendenze opposte, spesso più forti e vivaci. L'autonomia dell'oggetto storiografico 'Italia romana' e insieme la sua drammaticità consistono proprio in questa sua cronica incompiutezza.
Dopo il crollo di quello che siamo abituati a chiamare l'impero romano d'Occidente, la civiltà romana ha continuato a vivere per circa un millennio nelle regioni orientali attorno alla splendida capitale rifondata da Costantino sulle rive del Bosforo. La fusione della cultura greca e della religione cristiana sul terreno della struttura statale romana fu la peculiarità dell'impero di Bizantino, cui va riconosciuto almeno il merito di avere ricevuto dalle mani vacillanti di Roma l'eredità del mondo antico proprio quando questo rischiava di scomparire nel flutto delle invasioni barbariche: un'eredità preziosa che per fortuna non è andata dispersa neppure dopo la caduta di Costantinopoli, sotto i colpi dei turchi di Maometto II.
La regina Scirin è la moglie cristiana dell'ultimo grande re sasanide di Persia: la sua figura appartiene più alla leggenda e al romanzo che alla storia, poiché è sprovvista di testimonianze concrete relative alla sua biografia. Si tenta, in questo volume, la strada della ricostruzione storica che attraversa la complessa situazione religiosa dell'Iran prima della conquista araba e della diffusione dell'Islam. Si descrive il peso della tradizione cristiana in riferimento alla vicenda dei Magi e della stella, della quale si presentano alcune interpretazioni.
In questo volume Karl Christ riassume, in una efficace sintesi, la storia dell'impero romano da Augusto (63 a.C.-14 d.C.) a Diocleziano (243-316). L'opera si apre sul momento di passaggio dello stato romano dal regime repubblicano a quello monarchico, e offre un panorama dei maggiori avvenimenti storici che hanno segnato il periodo. Vengono poi descritti gli aspetti strutturali dell'impero, relativamente all'organizzazione del potere, alla stratificazione sociale, all'economia, al diritto, all'amministrazione, alla cultura, alla scienza e alla religione.
"Questo breve studio ha lo scopo di chiarire ed esporre la problematica relativa ai rapporti esistenti tra Greci e Italici durante la loro lunga convivenza nei territori della Magna Grecia, ossia, dell'Italia meridionale peninsulare. Tale convivenza si protrasse per oltre cinque secoli, cioè dalle prime fondazioni greche intorno alla metà dell'VIII secolo alla totale e salda conquista romana della fine del III." (dall'Introduzione) Ettore M. De Juliis è professore ordinario di Archeologia classica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari.
Il volume ricostruisce l'elenco delle dinastie e di tutti i sovrani che hanno lasciato il loro nome e il ricordo delle loro vicende nei tre millenni della storia dell'Egitto antico dalla I dinastia (3150 a.C.) alla conquista romana (31 a.C.). La sconfitta subita ad Azio, infatti, pose fine al sogno di un grande impero d'Oriente come lo avevano immaginato Antonio e Cleopatra. Il vincitore Ottaviano fece dell'Egitto una provincia romana. I faraoni delle dinastie indigene e di quelle degli occupanti stranieri che avevano assunto i titoli del protocollo e le prerogative sovrane proprie della tradizione egiziana, vengono qui elencati in ordine di successione, ciascuno nel suo contesto storico e nei conseguenti risvolti religiosi, politici e sociali.
Furono anni insanguinati. Tormentati da intrighi e scontri di potere. Il primo a cadere fu Tiberio Gracco, giovanissimo leader del movimento democratico, linciato nel 133 a.C. Non ebbe miglior sorte l'aristocratico Scipione Emiliano, che venne trovato morto nel suo letto. Né riuscì a salvarsi Gaio Gracco. Autore di riforme ben più audaci di quelle del fratello Tiberio. E via di questo passo, tra conflitti, guerre civili e assassinii. Senza tregua né pietà. Fino alle morti celeberrime di Cesare, di Cicerone e di Antonio, che si tolse la vita dopo la sconfitta di Azio, seguito dalla sua sposa Cleopatra. Unico dominatore della scena politica Ottaviano, proclamato Augusto. Solo allora quel massacro durato un secolo poté considerarsi concluso.