Ci sono figure, nella storia della chiesa che, con il passare del tempo, divengono sempre più attuali. Tra queste va annoverato senz'ombra di dubbio Primo Mazzolari. La sua avventura ricolma di fatiche e delusioni, incomprensioni e gioie nascoste, amicizie profonde e testimonianza profetica, richiami mistici e annunci anticipatori, ha avuto come fondamento la fiducia in Dio. La ragione e il senso di tutto quello che egli diceva e realizzava fu la nuda radicalità della proposta di Gesù. In tempi di oscurità, morte e guerra, dentro le spire di un'economia che abbatte i suoi costi sui poveri, la voce di Mazzolari si alza di nuovo in nome dei diritti di Dio, che sono quelli degli impoveriti, degli esclusi, delle vittime di ingiustizie e guerre. Attraverso un intelligente intarsio di citazioni, Agnelli restituisce la sorprendente modernità di Primo Mazzolari. Fa riscoprire la profonda qualità cristiana e umana di questo prete vissuto ai margini della chiesa del suo tempo, pur divenendone una delle figure più significative. È pertanto utile ricordare questa figura di sacerdote totalmente libero, guidato dallo Spirito nella sua coscienza e responsabilità, capace di osare senza paura. Le sue provocazioni rimangono estremamente attuali.
L'opera propone di comprendere quale ruolo abbia la fede nel matrimonio, se ai nubendi sia richiesto un minimum fidei e se, in mancanza di fede, venga compromessa la validità del matrimonio stesso. Il tema del rapporto tra fede e sacramento nel matrimonio è sempre stato al centro del dibattito ecclesiale e, ancora oggi, risulta quanto mai attuale. Di fronte a questa situazione, Papa Francesco ha indicato come primo rimedio la formazione dei giovani mediante un adeguato cammino di preparazione volto a riscoprire il matrimonio e la famiglia secondo il disegno di Dio.
Storia avvincente, quella della Madonna che scioglie i nodi. Una devozione che sta facendo il giro del mondo, con tappe di cuore in cuore. L'autore desidera raccontare scene di vita domestica, ecclesiastica e sociale, pubblicando questo volume, scritto prevalentemente accanto al tabernacolo. Entusiasmante focus sui protagonisti, con affascinanti contesti storici e geografici, tanto quasi da percepirne profumi, colori e sfumature. I personaggi s'incaricano di accompagnarci, con dialoghi che coinvolgono appassionatamente. Un inno a Gesù, per manifestare il senso di gratitudine, per il dono della comune Madre Tre Volte Ammirabile, che ci rende fratelli, tra noi e con Lui. In appendice contiene la Novena a Maria che scioglie i nodi.
Cinquant'anni esatti (1974/2024) separano il primo e l'ultimo dei saggi di teologia della forma ecclesiale pubblicati in questo volume. Entrambi sono ispirati al progetto di mettere in evidenza il modo in cui la Chiesa deve attestarsi in rapporto alle nuove consegne che articolano la sua missione evangelizzatrice nella contemporaneità culturale. Ed entrambi fanno sponda sull'immagine della parrocchia, "forzandola" a ridiventare "l'archetipo" della comunità che Gesù considera il contesto caratteristico dell'apertura del regno di Dio: che assegna la missione della Chiesa. Non senza sorpresa dello stesso Autore, nell'arco della sua pluridecennale ricerca, la parrocchia si è rivelata come fenomeno istituente e categoria teologica forte per l'immaginazione più coerente della forma ecclesiale della fede. Nella congiuntura attuale, anche a motivo di un'immaginazione teologica e di un diritto ecclesiastico che ne hanno preso concettualmente distanza, la parrocchia non è all'altezza - come passione e come istituzione - della forma che l'archetipo deve oggi avere nell'inedita città secolare che definisce il suo habitat. Questa forma dovrà essere trovata: non ci sono alternative, perché niente può sostituire la sua prossimità - concettuale e pratica - all'essenza della Chiesa. Come si attrae oggi la formazione della comunità mista che Gesù vuole, aggirando pacificamente e ironicamente i muri delle differenze religiose e delle diffidenze irreligiose?
È il tempo di un Giubileo nuovo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l'esperienza viva dell'amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo. Questa convinzione ha spinto mons. Antonio Staglianò a scrivere questa Lettera teologica al Papa in occasione dell'apertura del Giubileo, la notte di Natale del 2024. Punto centrale della riflessione dell'autore è l'affermazione di un «cristocentrismo giubilare», che diventa il fondamento dell'annuncio di speranza per tutta l'umanità e giustifica l'ottimismo cristiano come giudizio e sguardo della fede sulle vicende storiche. È questa la speranza che non illude e non delude, perché è passata attraverso la testimonianza di un amore incarnato che spinge il dono della vita fino alla morte.
Quaderno
4186
Maternità surrogata e tutela della dignità
La conversione ecologica e l’interconnessione della creazione
Il cantico dei tre giovani nella fornace
Sammy Basso: un giovane «anziano» testimone di scienza e di fede
Norme per il discernimento di presunti fenomeni soprannaturali
Don José María Arizmendiarrieta, creatore della «esperienza cooperativa di Mondragón»
Tra le sabbie di «Dune»
Come capire qual è la chiamata di Dio per ciascuno di noi? E i sentimenti che proviamo sono energia da contenere e incanalare o forse un messaggio da ascoltare? Queste e altre domande vengono affrontate nel volume, attraverso un percorso attento alle dinamiche profonde dell'animo umano e alle relazioni che ci troviamo a vivere ogni giorno. Vengono presentate alcune categorie essenziali della teologia di Edward Schillebeeckx e della psicologia del profondo di Alessandro Manenti, e a partire da esse vengono fornite chiavi di lettura per comprendere il vissuto delle persone. Il lettore è accompagnato a familiarizzare con questo approccio psico-spirituale attraverso l'analisi di una storia di vita concreta e numerosi esempi proposti per illustrare i concetti più rilevanti.
Lo studio propone un'esplorazione all'interno della letteratura profetica, della quale si prendono in esame brani tratti dai profeti anteriori, o libri storici, e pericopi che provengono dai profeti posteriori; vengono inoltre offerti tre saggi di natura teologica. Non si tratta né di un testo di pura esegesi, né esclusivamente di teologia biblica, ma di un'elaborazione di entrambi i generi che risponde anche a un obiettivo di natura didattica: offrire agli studenti delle Facoltà Teologiche, dei Seminari, degli Istituti Superiori di Scienze Religiose, ma anche a chiunque fosse interessato ad approfondire la conoscenza della Bibbia, uno strumento di riflessione e di studio.
L'ascesi parla le lingue del mondo: le traduzioni latine de "Gli otto spiriti della malvagità". Grazie alle antiche traduzioni latine dei testi del primo monachesimo orientale, è possibile osservare lo sviluppo della analoga letteratura in occidente. Tra le versioni note, ne restano due de gli otto spiriti della malvagità, raccolta di sentenze ascetiche di Evagrio Pontico, lette e citate da autori spirituali di ogni tempo, tra cui Gregorio Magno. Redatte probabilmente tra V e VI secolo, il volume ne propone la prima edizione critica con traduzione italiana, insieme ad un lavoro che ne mette in risalto i caratteri peculiari e il rapporto con gli scritti coevi e successivi.
Il cristianesimo si distingue dalle altre religioni per la sua fede nel Dio uno che esiste in tre persone: Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Nonostante il suo carattere fondamentale e centrale per il cristianesimo, ci sono stati periodi nei quali la dottrina della Trinità sembrava quasi lasciata nell'oblio. Il XX secolo ha portato nella teologia cristiana un risveglio trinitario. I grandi teologi come, tra gli altri, K. Rahner, H.U. von Balthasar, R. Panikkar, S. Bulgakov, J. Zizoulas, ma anche i grandi mistici come F. Kowalska, ci hanno offerto non soltanto uno sguardo rinnovato ed appassionato alla Trinità, ma anche una visione dell'impatto religioso, esistenziale, spirituale, culturale e sociale della fede trinitaria. Infatti, il mistero trinitario, anche se sorpassa la ragione umana, risponde alle questioni che pone la ragione, e non soltanto non offusca l'idea dell'Assoluto, ma la rende possibile e comprensibile.
"La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Alla domanda di Gesù circa la sua identità molti, nel corso dei secoli, hanno cercato di dare una risposta. Senza voler affatto negare l'utilità delle ricerche storiche che hanno cercato di rispondere alla domanda "Chi è Gesù?", il presente lavoro traccia un identikit minuzioso e completo del Signore attingendo soltanto ai testi evangelici con una accettazione, per così dire, "ingenua" ma in piena sintonia con lo spirito dei Vangeli. Una prospettiva nuova capace di dare più viva consapevolezza di ciò che si conosce sul Signore, sottolineandone soprattutto la ricchezza dei rapporti umani e degli insegnamenti.
Il linguaggio è la dimensione umana che, se da una parte ci accomuna, dall'altra vive di aspetti personali che solo uno sguardo, una mente e un cuore allenati possono percepire come l'eccedenza di un dono gratuito che invita ad una scelta libera e responsabile. Investigare le fattive possibilità della lingua dell'uomo per dire la fede, allora, non è semplice esercizio accademico, ma alveo fecondo di ricerca per una teologia che desideri rivendicare l'ordinamento della salvezza all'uomo di sempre.