È sempre più difficile per il credente vivere in una società secolarizzata come l?attuale, nella quale una certa interpretazione della scienza sembra negare l?esistenza stessa di Dio. La fede cristiana è sottoposta più di ogni altra a critiche e a veri e propri attacchi sulla base dell?assunto che essa sarebbe del tutto contraria alla ragione e inconciliabile con le conquiste scientifiche. Timossi fornisce ai credenti uno strumento per rispondere ai dubbi sollevati dalla cultura contemporanea e per consentire a tutti di proporre a testa alta e a viso aperto la propria fede, rintuzzando se occorre le tesi dei non credenti. La sua riflessione muove a partire dalla filosofia greca fino alla scienza contemporanea. Parafrasando Jean Guitton, alla fine ogni uomo si trova sempre a dover scegliere tra l?assurdo, ovvero il nulla, e il Mistero; ed è più ragionevole scegliere il secondo piuttosto che il primo, come fanno da sempre i cristiani.
Il cristianesimo si è sempre presentato come religione rivelata in cui Dio ha detto se stesso e tutto di sé: in particolare nell’evento Cristo, la parola definitiva di Dio poiché Verbo incarnato. Il volume ripercorre il senso biblico dell’autocomunicazione di Dio, la declinazione storica dell’idea di rivelazione con particolare attenzione allaDei Verbum del Vaticano II e offre alcune riflessioni sistematiche insistendo sul rapporto tra rivelazione, parola e storia.
Il volume nella prima parte presenta una ricognizione sulla postmodernità che, al di là dell'acceso e irrisolto conflitto delle interpretazioni, rimane il termine che raccoglie più consenso per indicare la contemporaneità complessa e frammentata e altamente sfuggente alla "presa" dei concetti. Sono presentate le posizioni di alcuni interpreti di spicco (Lyotard, Vattimo, Habermas) e di alcuni fenomeni come il neopaganesimo e il ritorno del sacro. Nella seconda parte si tenta un approccio teologico-fondamentale per evidenziare la "posta in gioco", ovvero la crisi della ragione nella postmodernità e la necessità di ritrovarla oltre le derive ideologiche moderne, restituendole quel ruolo decisivo nella vita di luogo della domanda di senso oltre la sua proclamata irrilevanza.
nelle pagine di Mann ogni uomo, anche se giace nell'abisso più oscuro, scopre di essere eletto ossia scelto, amato e benedetto. Questa scoperta consente a Mann e quindi al suo lettore di abbandonare le chimere e i labirinti del pensiero anti-umano dei suoi maestri, Shopenhauer, Nietzsche e Wagner, e di giungere, anche grazie alla mediazione di Dostoevskij, con sottile e seria ironia ad un mistero religioso vago, umanisticheggiante, apertamente schierato contro l'irreligioso e a tratti pure venato di cattolicesimo. Questo accesso, mediato dalla formidabile figura dell'elezione umana, è possibile proprio grazie all'immersione nell'umano, nell'ethos al quale, così facendo, il letterato che ironicamente "riscrive" la Scrittura, offre decisivi orizzonti di senso.
Il presente saggio, ponendosi in continuità con gli studi su Arnobio condotti dal professore Biagio Amata, salesiano, esamina il rapporto tra la dimensione apologetica e la struttura teologica nel primo libro dell'Adversus nationes libri septem, nella convinzione che il discorso arnobiano costituisca un unicum entro il quale le ragioni dell'apologia determinano le caratteristiche del discorso cristiano su Dio e queste ultime, fondate proprio sul terreno apologetico, agiscano sul testo come fattore di trasformazione dell'apologia in annuncio kerygmatico. La dimensione apologetica del libro si sviluppa secondo uno schema ricorrente, intrinsecamente segnato dalla volontà dell'apologista di stabilire un dialogo con l'interlocutore pagano. Per tale caratteristica l'argomentazione arnobiana, nel suo dipanarsi, prende sempre l'avvio da una obiezione sollevata dai pagani nei confronti del cristianesimo. Tale obiezione viene assunta e fatta propria da Arnobio, il quale esamina alla luce della ragione tutte le conseguenze logiche intrinseche all'obiezione pagana. In tal modo egli perviene alla dimostrazione della insostenibilità razionale dell'obiezione sollevata dai pagani e, ancora avvalendosi della ragione, pone le basi del discorso su Dio.
Il volume, frutto di un corso residenziale di studio, torna a riflettere su un tema antico e prezioso, per il cristiano come per ogni uomo: la libertà. La scelta di approfondire questo tema è nata dalla constatazione che la "libertà", ideale dominante dell'Occidente, è diventata oggi parola inflazionata. A ciò ha certamente contribuito la molteplicità di significati che essa è andata assumendo lungo i secoli, e che di fatto l'ha ridotta a un contenitore vuoto o a un semplice slogan destinato a suscitare consensi indistinti. È ormai generale la tendenza a ridurre la libertà a spontaneità individuale, e quindi a immunità del soggetto da ogni debito o costrizione esterna, la cui conseguenza inevitabile è il distacco del soggetto dai suoi comportamenti, riconosciuti nel loro carattere soltanto arbitrario. La libertà, entrata nella storia dell'Occidente proprio grazie al cristianesimo, ha dunque bisogno oggi di essere ripensata mettendone a fuoco il ve-ro senso. I saggi raccolti nel volume indagano i risvolti filosofici, politici e spirituali che la libertà è andata assumendo in Epoca moderna. Come anche nella tradizione biblica e in quella cristiana successiva, per concludere con una considerazione sul nesso tra libertà e tempo (Angelini), condizione impreteribile perché l'annuncio cristiano possa venire in soccorso alla crisi di libertà dell'uomo postmoderno.
La teologia ha bisogno della filosofia. Non come un'alleata compiacente e servile, nemmeno come una semplice tecnica argomentativa, ma come un discorso rigoroso su ciò che è umano dell'uomo. Io, sé, soggetto, persona non sono termini equivalenti, ma circoscrivono la medesima questione cruciale: quando si dà l'uomo e quali sono le condizioni della sua istituzione? L'originalità del fenomeno umano non si afferma per contrapposizione alla natura, ma viene riconosciuta nella novità della sua libera attuazione, incarnata e interpersonale. L'itinerario di questa ricerca si sviluppa anzitutto nel confronto con alcuni autori - J. Benoist, D. Henrich, P. Richir e P. Ricoeur rappresentativi del dibattito filosofico contemporaneo. E culmina con l'agile presentazione di alcune tematiche - il ruolo della percezione; coscienza e soggettività; lo statuto del simbolico; l'istanza dell'originario; il rapporto filosofia e teologia - che rilanciano i contenuti e le questioni di maggior rilievo. L'intelligenza della fede ha bisogno di interrogare l'umano e le condizioni del suo compimento, perché lo comprende come principio interno alla realizzazione cristologica della verità di Dio.
Che cosa è la fede e che cosa significa credere? Cercheremo di risponder a questa difficile domanda leggendo la storia di Abramo narrata nel libro della Genesi. Meditando le splendide pagine bibliche si delinea il ritratto esemplare di un uomo che ha vissuto un'amicizia con Dio fra moti dubbi, difficoltà d ostacoli. Con Abramo idealmente cammineremo, con lui discorreremo con Dio, con lui ascolteremo la chiamata, con lui dubiteremo, con lui saremo colti dalla paura e ci illuminerà la grazia. Con lui cercheremo di imparare a credere, grazie a lui sapremo meglio che cosa sia la fede, nella speranza di poter anche noi cambiare e lanciarci in questa splendida avventura che è l'amicizia con Dio.
In questo libro l'autore riflette sulla relazione fede e ragione ed argomenta della necessaria integrazione delle due realtà, anche per la teologia pastorale.
"Di nessun'idea si sa che è indeterminata, polisensa e soggetta ai maggiori equivoci come dell'idea della libertà" (Hegel). Anche oggi non è facile parlare di libertà, perché significa parlare del cuore di una cultura e della visione di uomo e di Dio. Così, attraverso la storia della riflessione filosofica e teologica sulla libertà in Occidente (dalle origini greche e bibliche fino a oggi), il libro traccia la direzione di percorso per un pensiero della libertà alla luce della tradizione occidentale.
Può una teologia della credibilità centrata sul Rivelatore per eccellenza, Gesù Cristo, e sulla testimonianza della Chiesa, offrire segni convincenti a chi ancora non crede? Il volume esamina senza sconti le implicazioni dell'annuncio del Vangelo nel contesto socio-culturale contemporaneo, accettando che la razionalità filosofica e scientifica facciano da "contrappunto", con le loro obiezioni, alla pretesa cristiana. La Parte I del volume si propone di fondare la legittimità di una teologia della credibilità, sia approfondendone le motivazioni in sede biblica e teoretica, sia rivolgendosi alle modalità della predicazione della Chiesa lungo la storia. La Parte II entra in dialogo con quegli aspetti del pensiero scientifico che sembrano maggiormente sfidare il messaggio cristiano, studiando in qual modo quest'ultimo, anche di fronte al contesto culturale generato dalle scienze, mantiene viva la sua significatività per gli uomini e le donne del nostro tempo. Un'analisi concettuale e una sistematica argomentativa fruibile, con le opportune mediazioni, anche in sede pastorale e catechetica, fornendo a coloro che vi operano un aiuto prezioso per il loro lavoro ecclesiale per la nuova evangelizzazione.
Il libro disegna, con competenza e discrezione, un percorso di riscoperta di alcuni temi fondamentali della fede cristiana. Si concentra sul senso del credere, sul ruolo della Parola di Dio, sui gesti del celebrare, sulla sequela del Risorto, sul perdono dato e ricevuto, sulla scelta di vita nella prospettiva del regno futuro… Ne scaturisce una proposta di grande respiro, che coinvolge non soltanto la dimensione intellettuale del conoscere, ma la vita nella sua totalità.
Descrizione
La fede dei cristiani, sbilanciata com’è sulla persona e sul mistero di Gesù, trae origine da un’intensa esperienza di meraviglia. Nasce dalla meraviglia per il Cristo, colui che svela tutta la verità di Dio e tutta la verità dell’uomo: è il frutto di una passione e di una seduzione esercitata dal suo vangelo.
Questo libro propone un itinerario che, scandito in otto tappe, vuole essere un percorso di riscoperta di alcuni temi fondamentali della fede cristiana, per suscitare ancora una volta quella meraviglia che seduce. Queste semplici pagine – scritte con competenza, ma con un linguaggio semplice, diretto – ambiscono a diventare tassello di altre storie di fede: si rivolgono al giovane e all’adulto che desiderano alcune suggestioni autentiche, così come al catechista o al sacerdote in cerca di uno strumento agile per l’animazione della pastorale giovanile.
Sono testi pensati come supporto di una testimonianza viva, come spunto per una proposta personale. E sprigionano tutto il loro senso – se vogliamo – se posti accanto a un momento di preghiera e a uno scambio dialogico sui temi volta per volta affrontati: il senso del credere, la Parola divina, i gesti del celebrare, la vita della chiesa, la sequela del Risorto, il perdono dato e ricevuto, il futuro del regno che ci attende… Dunque una proposta di grande respiro, che non coinvolge soltanto il sapere e il conoscere, bensì la vita tutta intera.