La storia della psicoanalisi è anche la storia dei pazienti che hanno consentito di offrire sguardi nuovi per ripensarne la teoria e la tecnica. Il libro presenta un ritratto inusuale dell'evoluzione delle idee psicoanalitiche attraverso dieci casi clinici particolarmente significativi per i terapeuti che li hanno raccontati. I pazienti, in realtà, sono stati protagonisti involontari, perché nessuno di loro ha chiesto in prima persona un intervento e a volte erano anche inconsapevoli del proprio ruolo: si tratta infatti di bambini. Ma la loro importanza storica è straordinaria. Il caso del piccolo Hans ha aperto la possibilità di estendere la psicoanalisi all'infanzia; Fritz ha visto la prima applicazione della tecnica del gioco alla psicoterapia; Albert è stato considerato il contraltare comportamentista all'analisi freudiana. Ognuno dei dieci giovani pazienti ha segnato anche un passo fondamentale nell'esplorazione della mente umana nel corso del suo sviluppo.
All'improvviso, quando meno se lo aspettano, i protagonisti di questo libro si ritrovano scacciati dalle loro vite. A volte è per ragioni di cuore, altre di lavoro o familiari, spesso semplicemente per caso: la realtà viene drasticamente sovvertita e sono costretti ad adattarsi a circostanze inaspettate, a navigare senza bussola in acque sconosciute. Una ragazza incontra in ospedale un parente misteriosamente bandito dalla famiglia; un attore, in piena crisi professionale, si insinua nella vita di un rinomato collega; una donna vive in un mondo in agonia, dove l'unica consolazione è rifugiarsi nel sonno; un uomo crede di scoprire la soluzione al suo logoro matrimonio in una stradina solitaria. Anche la famiglia, con le sue logiche spesso sfuggenti, i suoi piccoli e grandi tradimenti, i suoi segreti e le aspettative è una costante di questi otto racconti. Come pure il mondo animale e il mondo vegetale che, in un continuo dialogo, fanno da contraltare a quello degli umani. Con la precisione e l'estro di un funambolo, Nettel si muove tra reale e fantastico, riuscendo ancora una volta a rivelare la natura strana e inquietante della realtà che ci circonda.
Il volume si propone di offrire un quadro completo dei diversi temi connessi alla teoria generale del reato mediante un approccio innovativo di tipo «casistico». Sulla falsariga del metodo adottato da alcuni testi universitari e post lauream di stampo angloamericano si è cercato di sviluppare l'idea di uno strumento conoscitivo simile ai c.d. «Cases and Materials» di quell'esperienza. Il tentativo non è nuovo neanche ai testi giuridici del panorama culturale italiano ma è stato ampiamente ripensato in vista di un suo adattamento al sistema di formazione interna, ricercando un sapiente e continuo dosaggio degli approfondimenti dogmatici uniti alla valutazione ragionata della prassi applicativa. Si tratta, infatti, di fornire uno spettro di indagine al lettore che consenta, su ciascun istituto, di avere un quadro aggiornato, e quanto più possibile completo, del «diritto vivente». Proprio muovendo da tale base, premessa una ricostruzione dogmatica dell'istituto, di esso vengono puntualmente individuati i quesiti di maggiore interesse scientifico e/o applicativo e segnalate le corrispondenti risposte sinora fornite nelle massime giurisprudenziali più significative. Risultato perseguito non senza procedere ad una sintesi ponderata in cui non ci si esime dal prendere continuamente posizione critica sui temi trattati, sviluppando un'analisi dialettica dei problemi (come, a mero titolo esemplificativo, in tema di successione mediata di leggi nel tempo, multiculturalismo, rapporti tra diritto penale nazionale e fonti comunitarie alla luce del noto caso Taricco, sviluppo della normazione in ambito internazionale e sovranazionale, interruzione del nesso causale, giustificanti, scriminanti e scusanti, forme di presunzione del dolo, concorso di persone e di reati, reato continuato, prescrizione, rapporto tra responsabilità individuali e collettive, pene, sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi - alla luce della riforma c.d. Cartabia - e misure di sicurezza, misure di prevenzione ante delictum e misure patrimoniali con particolare riguardo alle diverse tipologie di confisca) e prospettando pregi e/o difetti delle diverse soluzioni «in campo». In particolare, la trattazione dei singoli argomenti viene condotta sulla base di un interscambio di idee costante con la giurisprudenza, nel tentativo di delineare gli equilibri di volta in volta raggiunti, contrassegnando in modo induttivo il passaggio dal «particolare» al «generale». A tal fine, un ruolo centrale è costituito dalla dettagliata descrizione dello stato dell'arte, dalla cura dei collegamenti sistematici tra i diversi istituti, nonché dallo sviluppo della logica argomentativa. Esiti da valutare in considerazione delle molteplici riforme normative approvate anche di recente con particolare riferimento alla c.d. Riforma Cartabia. Il volume tiene, inoltre, conto dell'internazionalizzazione del sistema penale dovuta al crescente ruolo della giurisprudenza europea a tutela dei diritti umani e alla dinamica delle sue possibili ricadute sul piano nazionale.
El libro recoge los discursos, y contextos de Ratzinger en Ratisbona, donde enseñó ocho años, y el nunca pronunciado discurso en La Sapienza.
Ratisbona fue el hogar de Ratzinger, en cuya universidad enseñó durante ocho años. Y allí dio un giro su pontificado, cuando pronunció un discurso como Benedicto XVI.
Partiendo de las relaciones entre fe y ciencia, el debate se amplió al mundo islámico, y a las mismas relaciones entre filosofía y teología en el nunca pronunciado discurso en La Sapienza.
Pablo Blanco Sarto, profesor titular de Teología sistemática, nos ofrece los textos y sus contextos.
Roma 1459. Lavinia non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse commissionarle un ritratto. Da quando è nata, si è sentita ripetere che le donne non possono diventare pittrici, ma ora, nella sua vita, nulla è più come prima. Vive a Roma, lontana dalla sua Firenze, in una locanda dove altre giovani donne inseguono la propria indipendenza. Solo una cosa non è cambiata: accanto a lei c'è Piero della Francesca; per tutti un maestro di valore assoluto, per Lavinia l'uomo che è riuscito a insegnarle i segreti della pittura. E Piero è in pericolo. Dopo essere stato testimone di un incendio in cui ha perso la vita una vecchia amica, riceve una serie di messaggi cifrati che scatenano una gara d'astuzia in cui sembra che l'avversario sia sempre in vantaggio. Piero vorrebbe fare affidamento solo sul proprio intuito, ma ha imparato che l'aiuto di Lavinia è prezioso. I due si mettono allora sulle tracce di un antico manoscritto greco che potrebbe avere a che fare con il tentativo di salvare il Despotato di Morea, ultimo baluardo della cristianità contro l'invasione turca. Il gioco si sta facendo più grande di loro e la verità sembra a portata di mano. Finché qualcuno attenta alla vita di Lavinia. Solo allora la giovane comprende che, lontano da pennelli e colori, il mondo può essere oscuro e pericoloso per una donna sagace e intelligente come lei. Che a volte non basta il coraggio, a volte bisogna andare oltre i propri limiti. Solo così si può essere liberi davvero. Chiara Montani torna con i due amati protagonisti che sono stati al centro di un passaparola senza fine: Lavinia, giovane donna che non vuole sottostare alle convenzioni del suo tempo, e Piero della Francesca con il suo affascinante mondo fatto di arte e razionalità. Una nuova avventura impreziosita dalla meraviglia di una Roma che, ancora lontana dai fasti del barocco, sa già abbagliare.
Alla vecchiaia comunemente si pensa come a una stagione di triste declino, d'immobilità, di giorni vuoti. Oppure, oggi più che mai, come a un'età in cui ancora tutto è possibile, in un prolungamento indefinito della giovinezza. Ma non appena laceriamo il velo dei tabù e dei luoghi comuni, l'«età grande» spalanca davanti a noi paesaggi inesplorati. Nel suo nuovo libro Gabriella Caramore fa esattamente questo: risponde all'esigenza di spingere lo sguardo tra le fenditure del tempo, ponendosi in ascolto «della propria carne e del proprio sentire». Senza cedere a nessuna nostalgia, apre il suo cuore al passato, ricorda i turbamenti e gli affetti dell'infanzia e della giovinezza, contempla il panorama delle cose perdute. Ma soprattutto guarda nascere nel presente un desiderio inaspettato: il bisogno di sentirsi vivi, proprio quando ormai s'insinua la consapevolezza della fine. Pur senza rinunciare alle asprezze e ai dubbi del pensiero, le sue riflessioni danno forma a pagine delicate e intense, illuminate da una grazia che incanta. Nel ripercorrere gli snodi di un cammino profondamente umano, e per questo esemplare, "L'età grande" prova così a riscoprire il senso più autentico della nostra vita.
A partire dagli anni Settanta del Novecento, il tema della donazione del corpo si è imposto come ambito di riflessione delle scienze umane. Si sono così moltiplicati studi antropologici, filosofici, sociologici e giuridici, dove l'argomento più indagato è stato quello della donazione degli organi, nel tentativo di rispondere alle molteplici domande che da esso derivano. Come si ridefinisce, oggi, la frontiera tra vita e morte? Che tipo di oggetti sono «gli organi»? Che relazioni esistono tra donatori e riceventi? Che ruolo assume lo Stato nella forma di scambio rappresentata dalla donazione degli organi? Nel perimetro delle relazioni umane, quale elemento - collettivo o individuale - deve assumere una preminenza etica e ontologica? Come interpretare le ragioni del consenso o dell'opposizione a questa forma di dono del sé? I saggi raccolti in questo volume ricompongono una pluralità di sguardi, offrendo al lettore un percorso intellettuale volto a evidenziare tanto le problematiche quanto gli interrogativi scientifici, politici ed esistenziali connessi a questo nuovo oggetto sociale.
Dalla proclamazione dell'armistizio l'8 settembre all'imbarco del Re e del governo Badoglio sulla corvetta Baionetta a Ortona il giorno successivo trascorrono circa trenta ore. In questo lasso di tempo l'Italia implode, con una velocità e con conseguenze che non hanno precedenti nella storia. Il precipitoso abbandono di Roma da parte dei vertici istituzionali e militari provoca il crollo verticale dello Stato. Fu una fuga o un allontanamento? Tragedia e farsa si sono spesso mescolate nella narrazione storica quanto nelle varianti della vulgata e della dietrologia. Ma come e perché le cose andarono in quel modo è possibile ricostruirlo, come fa Marco Patricelli in questo libro prezioso, attraverso il raffronto incrociato delle fonti d'archivio, degli atti processuali, della diaristica e della memorialistica dei protagonisti, nonché dei contributi individuali di spettatori della fuga di Pescara (e di Ortona), e ancora con l'analisi delle versioni emerse a distanza di anni. Una potente rievocazione ora per ora, a 80 anni dagli eventi, che mette in luce la portata storica, le incongruenze e le mistificazioni sedimentate nel tempo, insieme a molti aspetti inediti. Una ricostruzione che per la prima volta mette in risalto come quel 9 settembre gran parte dei fili furono mossi - e male - proprio da Pescara. Da qui partirono ordini e informative, qui si decise di fuggire via mare, qui de Courten cercò di salvare il salvabile, qui Badoglio si imbarcò per primo sulla Baionetta senza neanche dirlo a Vittorio Emanuele che lo cercava sul molo di Ortona. E a Chieti, dopo lo scioglimento dello Stato maggiore generale, fu sciolto il Regio Esercito e l'Italia iniziò la sua rapida caduta.