Le vite dei dodici Presidenti sono un viaggio nella storia dell'Italia così come la si vede scorrere dal Palazzo del Quirinale. La storia di un potere che non vorrebbe esserlo. Ma c'è. E pesa. Il Capo dello Stato è, innanzitutto, una persona e porta nel ruolo carattere, inclinazioni, credo e cultura. Che sono suoi e soltanto suoi. Lo sapevate, ad esempio, che un quarto dei Presidenti era monarchico?
Per essere pienamente umani abbiamo un costante bisogno di nonumani. Per fare ricerca scientifica, creare arte, governare Stati, o semplicemente per lavorare, spostarci in città ed essere buoni cittadini, ci serviamo di un esercito silenzioso ma efficace di oggetti di tutti i tipi. Tecnologie avanzate, smart objects, automobili, ma anche banali chiavi e porte, ciascuna con le sue specificità, non sono entità passive, semplici e innocenti strumenti: compartecipano invece del senso umano e sociale. Ecco cosa significa il titolo di questo libro: le politiche del design sono quelle che, implicitamente ma inesorabilmente, le cose di cui siamo circondati portano avanti, spesso a dispetto della consapevolezza di chi le ha progettate. Bruno Latour ci insegna allora che, per ricostruire chi siamo, dobbiamo rivolgere lo sguardo proprio là dove sembra non ci sia umanità.
Esiste un piano di islamizzazione dell'Europa e del mondo intero? Alcune teorie sono evidentemente un mito. Tuttavia, la propaganda costante, una sorta di colonizzazione sociale e la scarsa integrazione dell'Islam con la nostra cultura sono una realtà. Alcuni Paesi arabi danno il proprio sostegno finanziario, la scristianizzazione e l'atteggiamento remissivo della Chiesa offrono il motivo religioso, l'ignoranza e l'incapacità dei governi europei con la loro politica lassista nei confronti dell'immigrazione proveniente principalmente da Paesi di religione musulmana (oltre a mostrare la debolezza degli Stati membri) fanno il resto. Il disegno della conquista dell'Occidente ha radici lontane nella storia.
Ormai si era sparsa la voce: nel Luogo, a casa del Grande Vecchio, c'era la possibilità di fare incontri sbalorditivi, rivivere emozioni indimenticate, provare sentimenti autentici. E seppure Francangelo, il suo assistente, faceva buona guardia, il senso dell'amicizia e il desiderio di calore umano alla fine avevano avuto il sopravvento. Ed ecco allora varcare quell'uscio personaggi spesso "distanti" fra loro, a volte persino con fama di "peccatori". Tutti egualmente grandi, e accomunati, forse, dalla mancanza di un'ultima carezza non ricevuta: il fuoriclasse che se n'era andato in una disperata solitudine, il campione garbato che aveva riunito un Paese nella gioia, la sublime cantante piegata dalle calunnie, il maledetto poeta della musica, la biondissima star dalla micidiale simpatia adorata in due continenti... Per qualcuno di loro c'era anche in serbo un'opportunità non solo assolutamente inattesa, ma quasi miracolosa! A Pablito sarebbe stato concesso di tornare sulla Terra per contribuire a un'indagine delicata; Diego avrebbe avuto la gioia di rivedere Napoli...
«La politica è una cosa bella, anche se oggi è difficile spiegarlo, soprattutto ai più giovani.» Vincenzo Spadafora ci crede e lo ha sperimentato in prima persona: dall'impegno giovanile nella terra dei fuochi all'incarico come presidente dell'Unicef, da Garante per l'infanzia a ministro della Repubblica, passando per una rivoluzione politica chiamata «Cinque Stelle» che ora ricostruisce in queste pagine dove si racconta senza riserve. E dove porta alla luce i retroscena degli anni che hanno visto il Movimento crescere, cambiare e arrivare al governo: un passaggio ricco di sfide e promesse ma non privo di contraddizioni. Vicino al leader Luigi Di Maio, e con un ruolo determinante nella costituzione dei Governi Conte prima con la Lega poi con il Pd, l'autore ha vissuto in prima linea la trasformazione del partito di Beppe Grillo. Da sottosegretario si è battuto sul fronte dei diritti e delle pari opportunità, da ministro durante i difficili mesi della pandemia si è scontrato con una parte del mondo dello sport contraria al cambiamento. Esperienze che emergono in una testimonianza autentica e inedita di successi e scenari drammatici, di protagonisti della scena pubblica e di lotte politiche, di scelte difficili e di equilibri da costruire. Ma anche di storie piene di umanità e di confessioni a cuore aperto.
Con COVID-19 l'immunologia è entrata prepotentemente nella vita di tutti. Parole come anticorpi, vaccini, sieri, linfociti T sono entrate nelle nostre case, a volte in modo inappropriato. A questo punto, forse, è utile capire come è fatto e come funziona il sistema immunitario, che è al tempo stesso un'orchestra dai molti strumenti, per mantenere la vita ordinata dell'organismo, e un esercito ben organizzato, per rispondere all'aggressione degli agenti microbici. Nel mondo infinitamente piccolo in cui si consumano queste battaglie, vivono e agiscono tanti protagonisti misconosciuti. Parleremo dunque dei fagociti, eroi senza ballate del sistema immunitario, scoperti a Messina dal biologo russo Elie Metchnikoff lavorando su una stella marina con una spina di rosa. Descriveremo le cellule sentinella e i recettori Toll-like, identificati una mattina di Pasqua in un laboratorio in Germania da Christiane Nüsslein-Volhard, mentre studiava il moscerino della frutta. I virus, che come pirati nella loro evoluzione genetica hanno catturato alcune molecole dell'immunità e se ne servono per sovvertire e tenere sotto controllo le nostre difese. E che cambiando nel tempo costituiscono per noi una minaccia sempre presente. Ancora, parleremo dell'infiammazione, un meccanismo di difesa fondamentale, della memoria del sistema immunitario e dei vaccini, che hanno cambiato la vita dell'uomo sul pianeta. Ci hanno infatti permesso di sconfiggere malattie come vaiolo, poliomielite e difterite, ponendo fine alle disastrose epidemie che comportavano, e di affrontare la pandemia di COVID-19. E, oggi, promettono applicazioni anche terapeutiche e per patologie non infettive come i tumori. Questo libro vuole, soprattutto, trasmettere il senso di dubbio e l'incertezza, ma anche la sorpresa, l'entusiasmo e la passione che accompagnano chi fa ricerca nel mondo così complesso delle nostre difese immunitarie.
Domande all'apparenza semplici quali «come va?» o «da dove vieni?» o «come ti chiami?», se colte nel loro senso più profondo, ci conducono al centro della nostra anima, là dove - ci spiega il filosofo catalano Josep Maria Esquirol nel saggio Umano più umano - siamo toccati da quattro realtà fondamentali con cui abbiamo a che fare per tutta la nostra esistenza: la vita, la morte, il tu e il mondo. L'incontro con questi «infiniti essenziali» segna una «ferita», un'apertura inesauribile che sottrae a ogni pretesa di autosufficienza e che ci costituisce nella nostra umanità. Imparare a vivere è imparare ad accompagnare queste ferite, non a suturarle. Esse infatti sempre ci sorpassano con il loro eccesso e chiedono la pazienza di continue risposte. Risposte da cercare non nell'oltre postulato dalle odierne tendenze transumanistiche, ma restando dentro questa condizione, intessuta di vulnerabilità e debolezza.
Si dice che in una società meritocratica i redditi seguano i meriti. Ma in alcune società contemporanee che si presentano come meritocratiche le differenze di reddito sono enormi. Com'è possibile che alcuni abbiano meriti superiori ad altri di centinaia di volte? Da qui prende oggi le mosse il rifiuto del programma meritocratico che nella seconda metà del secolo scorso era la sostanza del 'sogno americano' ed era sottoscritto dal laburismo britannico e dal socialismo riformista europeo. Marco Santambrogio difende la meritocrazia con due ordini di argomenti. Dimostra da un lato che quelle società si presentano come meritocratiche ma non rispettano il principio irrinunciabile delle uguali opportunità. Dall'altro sostiene su solide basi filosofiche che il merito non si trasferisce dalle posizioni e dai posti di lavoro alle retribuzioni che li accompagnano. Non si butti dunque il bambino con l'acqua sporca. Si continui - o, in qualche caso, si cominci - a distribuire posti e posizioni rispettando le competenze, senza favoritismi e dando a tutti uguali opportunità. La meritocrazia consiste in questo. Quanto alle enormi differenze di reddito, si dimostri che sono meritate. Se non ci si riesce, una tassazione equa (richiesta dagli stessi principi meritocratici) si preoccuperà di ridurre le sperequazioni immeritate.
Di fronte alla varietà dei temi discussi in questi saggi ci si potrà chiedere se esista un filo che li leghi. Il titolo del libro ne offre uno. «La lettera uccide, lo spirito dà vita» disse Paolo di Tarso, contrapponendo alla legge giudaica in cui era nato la nuova fede - il cristianesimo - di cui fu il fondatore. «Uccide», «dà vita» sono metafore, che non vanno prese alla lettera. Ad esse si può rispondere con un'altra metafora: la lettera uccide chi la ignora. Dall'analisi ravvicinata di casi specifici emerge una versione della microstoria, qui presentata in una prospettiva inedita. Al centro di questi casi ci sono personaggi famosi (Machiavelli, Michelangelo, Montaigne) o semisconosciuti (Jean-Pierre Purry, La C.***); un testo o un'immagine; un tema (la rivelazione) o una lettera dell'alfabeto. E un elemento ricorrente: la riflessione sul metodo, sugli intrecci tra «caso» e «caso» - tra studi di caso ed elementi casuali, spesso prodotti deliberatamente. «Il libro di cui hai bisogno si trova accanto a quello che cerchi»: chi legge potrà scoprire i risultati, spesso imprevedibili, di questa affermazione di Aby Warburg.
Neandertal è un viaggio straordinario. Che è iniziato con una fascinazione d'infanzia verso il passato; ha guadagnato slancio con la scoperta della ricchezza del Pleistocene; ed è infine diventato una carriera accademica spesa alla scoperta dell'archeologia dei Neandertal. In questo stesso viaggio, Rebecca Wragg Sykes accompagna anche noi: scavando siti antichi, tenendo in mano gli eleganti manufatti che i Neandertal hanno lasciato, ma anche provando a esplorare - grazie a un amore di lunga data per la letteratura e la poesia come strumenti per evocare luoghi, tempi e sentimenti - connessioni emotive più profonde, attivate dai dettagli sorprendenti che possiamo ricostruire sulle loro vite. Dalla loro scoperta - avvenuta più di 160 anni fa - i Neandertal si sono trasformati, da perdenti dell'albero genealogico umano, in ominini di serie A. Rebecca Wragg Sykes usa la sua esperienza all'avanguardia nella ricerca paleolitica per condividere la nuova comprensione che abbiamo di loro, mettendo da parte il cliché dei bruti vestiti di stracci in una terra desolata e gelida. Ci rivela invece che erano curiosi, intelligenti conoscitori del loro mondo, tecnologicamente inventivi ed ecologicamente adattabili. Soprattutto, sono sopravvissuti con successo per più di 300.000 anni, durante tempi di massicci sconvolgimenti climatici. Pianificazione, cooperazione, altruismo, artigianato, senso estetico, immaginazione, forse anche un desiderio di trascendenza che guarda oltre la mortalità: molto di ciò che ci definisce era anche dei Neandertal, e il loro DNA è ancora dentro di noi. Questo libro fa per i Neandertal quello che Sapiens di Harari ha fatto per noi. Rivelando una storia più profonda e sfumata, dove l'umanità stessa cessa di essere nostra esclusiva prerogativa. E si rivela invece una comune, antichissima eredità condivisa.
Chiunque acquisti su Amazon, interroghi Alexa, ricorra a Siri, condivida sul cloud, navighi su Google, interagisce con l'IA: non un raffinato software immateriale bensì una megamachine che saccheggia risorse naturali, lavoro umano, privacy e compromette l'eguaglianza e la libertà. La immaginiamo come qualcosa di astratto, un asettico amalgama di algoritmi, hardware, dati mentre essa implica una materialità, per lo più ancora opaca, che richiede gigantesche infrastrutture produttive: dai cavi sottomarini che congiungono i continenti ai dispositivi personali e loro componenti, dalla trasmissione di segnali che passano nell'aria all'approvvigionamento di dati estratti da ogni piattaforma e dispositivo che utilizziamo ogni giorno. Per renderla tangibile questo libro ci accompagna in un viaggio attraverso siti minerari, fabbriche, centri logistici e data center necessari a farla «funzionare», mostrando quanto essa comporti lo sfruttamento di enormi quantità di risorse naturali e di lavoro umano e come essa influenzi la vita di miliardi di persone spesso al di fuori di una regolamentazione e di un controllo democratico. La sua fattibilità e sostenibilità dipendono quindi dai limiti che sapremo porre al suo potere.
Il presente volume è la settima tappa di un percorso di studio sui conflitti dimenticati avviato nel 2001. In questo incerto momento storico, Caritas Italiana rinnova il suo impegno per la costruzione della pace e la lotta alla povertà, anche attraverso l'analisi sociale e statistica. Pertanto nell'edizione 2021 del Rapporto su diseguaglianze e conflitti dimenticati, l'attenzione si focalizza sul tema delle diseguaglianze socioeconomiche: un aspetto trasversale da cui scaturiscono tante situazioni di violenza organizzata e conflitto armato che lacerano il nostro pianeta.