Manifesto che ha reso celebre in tutto il mondo don Milani e la scuola di Barbiana, "Lettera a una professoressa" ha lasciato segni profondi nella cultura e nella società, nonostante travisamenti e strumentalizzazioni. Frutto di una scrittura collettiva sostenuta da un imponente lavoro preparatorio e di cesello linguistico, questo libro-icona rivendica il diritto allo studio di fronte a una realtà scolastica che riproduceva ferocemente le diseguaglianze sociali. E ancora oggi rivolge alla classe docente il suo appassionato appello morale e civile, il rivoluzionario messaggio di un sacerdote convinto che un maestro amante del vero e del giusto può cambiare il mondo.
Rivista di problemi pedagogici, educativi e didattici.
L'idea di questo libro nasce dalla voglia di creare un manuale, velocemente consultabile dai genitori indaffarati di oggi, in grado di fornire indicazioni psicopedagogiche utili alla maturazione: cognitiva, emotiva, affettivo-sessuale e spirituale del bambino. Come genitori non dobbiamo mai trascurare il fatto che, nella vita reale, sono i bambini stessi che ci accompagnano e ci permettono di comprendere se, nel loro processo di crescita, tutto sta procedendo bene o se c'è qualche problema. Lo fanno attraverso il loro rumore e/o i loro silenzi, attraverso i loro mal di pancia e/o l'estrema sottomissione. Spesso ci parlano con i loro comportamenti ripetuti e con il corpo che si ammala, e cercano di farci capire che qualcosa ostacola il loro naturale processo di crescita. Pertanto, senza dimenticare l'importanza fondamentale dell'ascolto e della sintonizzazione con loro, il libro vuole dare una cornice di riferimento teorica di ciò che è fisiologico aspettarsi da un bambino che sta attraversando quella data tappa evolutiva. Al contempo, fornisce strumenti relazionali utili e contestualizzati all'età, per accompagnarli nella crescita che gli consentirà di realizzare il loro potenziale umano, diventando pienamente sé stessi.
Il libro raccoglie una nutrita serie di episodi, dove sono protagonisti i bambini i quali, nelle normali e più diverse situazioni quotidiane, offrono messaggi che interpellano gli educatori e non raramente esprimono in maniera ingenua e nella massima semplicità quegli interrogativi che sollecitano il pensiero umano e lo tengono continuamente sveglio. Gli episodi, raccolti direttamente da genitori o da insegnanti (in particolare della scuola dell'infanzia, ma non solo), sono commentati in alcune brevi considerazioni. Sono riflessioni brevi: spunti per pensare, punti interrogativi, sollecitazioni ad ascoltare e comprendere. L'Autore ha preferito la brevità e la sobrietà, anche per rendere più facile cogliere l'essenziale.
L'autore propone indicazioni generali ed esempi di lezioni di Religione svolte in una scuola secondaria di secondo grado. Le pagine del libro ripercorrono il ciclo dell'anno scolastico e liturgico. L'autore pone la questione religiosa attraverso un percorso esistenziale che va dalla Bibbia alla cronaca, dalla storia al giornalismo; tutto per guardare meglio il volto dei giovani e insegnare loro a rivolgere l'attenzione al cuore delle cose. Gli argomenti trattati sono solo accennati per permettere una elaborazione in classe che possa offrire a ogni studente la possibilità creativa.
La condizione d'emergenza che caratterizza il compito educativo degli ultimi decenni ha toccato con la pandemia e la guerra in Ucraina una situazione di estrema difficoltà, resa visibile dalla profonda crisi che attraversa il mondo giovanile e l'intero sistema educativo. Se poi aggiungiamo a questo scenario i cambiamenti generati dalla rivoluzione tecnologica nella rete web e dall'intelligenza artificiale ci rendiamo conto che nel prossimo futuro cambierà totalmente l'interazione umana e la percezione dell'identità personale. Questo testo vuole dare un contributo al lavoro degli educatori per l'individuazione di percorsi e l'attivazione di processi educativi che promuovano la costruzione di una risposta efficace all'emergenza educativa. I nuclei fondanti di questo impegno si situano sulle due aree maggiormente coinvolte nella crisi educativa che attraversiamo: quelle dell'identità e della relazione.
In un discorso del 15 ottobre 2020, Papa Francesco ha invitato tutti gli uomini e le donne di buona volontà a sottoscrivere un Patto Educativo Globale, con il quale si impegnano a intraprendere sette percorsi educativi. Il libro riprende ciascuno di questi percorsi, affidato ciascuno a un esperto del settore. Ogni capitolo aiuta a comprendere come realizzare ciascun percorso e pur mantenendo il dovuto rigore scientifico, è scritto con un linguaggio accessibile a un vasto pubblico. I sette punti affrontati sono: Mettere al centro la persona; Ascoltare le giovani generazioni; Promuovere la donna; Responsabilizzare la famiglia; Aprire all'accoglienza; Rinnovare l'economia e la politica e Custodire la casa comune. I contributi sono a cura di Domenico Simeone, Alessandra Smerilli, Pierpaolo Triani, Monica Amadini, Antonella Sciarrone Aliprandi, Livia Cadei, Milena Santerini e Pierluigi Malavasi. Introduzione del Card. José Tolentino de Mendonça
Emerge nella società attuale l'urgenza di avviare una riflessione in campo educativo. Educare significa consegnare ai figli un mondo di senso, rendere testimonianza di una esistenza promettente. E' di fondamentale importanza saper dire sì e no e saper esercitare sempre il discernimento nelle relazioni educative. Un disagio diffuso e conclamato cresce fra gli adulti ma soprattutto fra i giovani. Appare necessario, quanto mai oggi, avviare una ricerca delle ragioni del disagio giovanile proponendo, oltre a una critica dell'esistente, alcune prospettive educative alla luce di Viktor Emil Frankl e dell’antropologia rivelata
Questo libro offre integralmente le parole pronunciate da due importanti personaggi del nostro tempo davanti a un pubblico numeroso e attento in una serata speciale. La senatrice Segre e l'Arcivescovo Delpini uniscono memoria, intelligenza e passione per offrire al nostro tempo una risposta all'emergenza educativa che lo segna profondamente. Si rivolgono a tutti: giovani, educatori, genitori, insegnanti, semplici cittadini, istituzioni e associazioni, convinti che l'amore - parola chiave dei loro interventi - possa sempre educare al bene e renderlo possibile.
L'idea di scuola, qui proposta, è sorretta dalla convinzione che il compito specifico della scuola sia istruire. Infatti, se l'educazione, intesa come coltivazione dell’uomo e del cittadino, è finalita comune alle varie istituzioni educative, l'istruzione è propria della scuola. Come le altre istituzioni raggiungono il fine comune dell’educare, attraverso una attività specifica che caratterizza ciascuna, cosi la scuola diventa educativa nella misura in cui istruisce. E' questa l'idea di scuola, sintetizzata nel titolo Educare istruendo, dove il gerundio indica la contemporaneità della duplice azione, che qualifica l'educazione scolastica come istruzione educativa. (dall'Introduzione).
Il libro racconta l'esperienza di Amica Sofia, che da anni porta avanti percorsi di filosofia con bambini e ragazzi. La filosofia di Amica Sofia non è una materia che si insegna, bensì un modo di dialogare, una forma di attenzione, per usare un termine caro a Simone Weil: consiste nel mettersi in ascolto dei bambini e nel riscoprire insieme a loro le molte domande riguardanti l'esistenza, il rapporto con chi ci circonda, le prospettive per il futuro. A scuola si trasmette spesso un sapere strutturato che non corrisponde al domandare pieno di stupore con cui la curiosità si manifesta nel bambino. Amica Sofia intende mostrare come fare filosofia significhi anzitutto saper stare nella domanda, finché non si presenti una risposta plausibile (e mai, comunque, definitiva).
«Molte donne e molti uomini diventano genitori senza avere la più pallida idea di come si educa un figlio. La procreazione è un fatto naturale, la capacità di educare i figli, no. La si deve imparare con fatica e pazienza» (Giacomo Dacquino, medico, neurologo, psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo). Questo è l'incipit del nuovo libro di Pino Pellegrino, come sempre provocatore e buon consigliere, proprio come un padre. Don Pino dichiara subito il fondamento su cui i genitori devono basare la buona crescita dei figli: puntare sulla buona educazione. Senza se e senza ma. Oggi troppo sovente preferiscono delegare questa missione agli insegnanti, ai coach sportivi, alle catechiste... La prima agenzia educativa è, e resta, la famiglia. Lo richiede la genitorialità, la dimensione su cui punta il dito l'autore. Il suo non è un dito accusatore, ma il dito che indica il centro di tutto: l'educazione genitoriale. Una "professione" che non prevede un diploma, ma un impegno costante che matura in qualità ...strada facendo, imparando anche dai propri errori. E dura tutta la vita.