In questo volume l'autore riesce a promuovere un confronto decisivo tra i più importanti temi della filosofia e quelli della biologia proprio attraverso il recupero della nozione aristotelica di finalismo. Il finalismo, pur avendo una storia che lo ha legato fortemente alla riflessione teologica, originariamente è stato elaborato da Aristotele per affrontare gli interrogativi che il mistero della vita pone a coloro che la possiedono. Questi interrogativi fanno convergere sia la scienza che la filosofia verso la nozione di finalità che non è semplicemente una "soluzione" alle domande scientifiche e filosofiche, ma è una vera e propria "apertura" che il desiderio di sapere scava per potere andare al di là di ciò che si osserva.
GLI AUTORI
Étienne Gilson (Parigi 1884 - Cravant 1978), formatosi alla Sorbona, subì l'influsso di H. Bergson e di L. Lévy-Bruhl. Insegnò presso le università di Lilla (1913) e di Strasburgo (1919); fu poi professore di filosofia medievale alla Sorbona nel 1921, e nel 1923 insegnò al Collège de France. Dal 1929 fu direttore del Pontificio Istituto di Studi Medievali a Toronto.Accademico di Francia, è da considerarsi come uno dei maggiori storici del pensiero filosofico medievale. Di Gilson Marietti ha pubblicato: “Introduzione allo studio di Sant'Agostino” (1983).
La collana “I Kaladri” si inserisce nella “collana di filosofia” della nostra casa editrice con due volumi di enorme importanza: Gilson e Fabro. I due saggi saranno usati presso le facoltà di filosofia dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Lo stato di eccezione, ossia quella sospensione dell'ordine giuridico che siamo abituati a considerare una misura provvisoria e straordinaria, sta oggi diventando sotto i nostri occhi un paradigma normale di governo, che determina in misura crescente la politica sia estera sia interna degli stati. Il libro di Agamben è il primo tentativo di fornirne una sommaria ricostruzione storica e, insieme, di analizzare le ragioni e il senso della sua evoluzione attuale, da Hitler a Guantanamo. Quando lo stato di eccezione tende a confondersi con la regola, le istituzioni e gli equilibri delle costituzioni democratiche non possono più funzionare e lo stesso confine fra democrazia e assolutismo sembra cancellarsi. Muovendosi nella terra di nessuno fra la politica e il diritto, fra l'ordine giuridico e la vita, dove i ricercatori non amano avventurarsi, Agamben smonta a una a una le teorizzazioni giuridiche dello stato di eccezione e getta una luce nuova sulla relazione nascosta che lega violenza e diritto.
Il 'Commentario al Timeodi Platone' scritto da Calcidio, è uno dei testi antichi che esercitò un influsso particolarmente profondo nella storia del pensiero occidentale. Questa traduzione, la prima in lingua moderna, è corredata di una introduzione e di note al testo.
Le Lezioni sull'"Enciclopedia filosofica" di Kant (risalenti agli anni 1778-79) costituiscono il più immediato e imprescindibile sfondo sistematico della "Critica della ragion pura", il capolavoro kantiano pubblicato appena due anni dopo. Il volume è completato da una ricca appendice documentaria che ricostruisce l'attività didattica del filosofo.
In esilio a Parigi dal 1922 Berdjaev ha qui realizzato la sua opera di filosofia religiosa radicata nel pensiero russo e in rapporto con quello francese del suo tempo. Clement fa rivivere, intorno a lui, la storia del pensiero europeo del secolo XX, valorizzando anche testi e documenti inediti.
La questione del male come assurdità e come scandalo si intreccia in questo breve saggio con altri temi, come la menzogna, la morte, il perdono, le virtù, la volontà di volere. La riflessione sul male, nozione negativa per definizione, diviene il prototipo di un pensiero che esplora ciò che non è direttamente afferrabile, ma i cui echi possono essere percepiti situandosi in prossimità del sottile confine tra l'essere e la sua privazione.
GLI AUTORI
Jankélévitch è uno degli esponenti più originali del pensiero francese contemporaneo. Nelle edizioni Marietti sono già usciti Il non so che e il quasi niente e L'avventura, la gioia,la serietà. E' docente di filosofia morale alla Sorbona, è notevolmente apprezzato per la sua scrittura ironica e capace di alleggerire le problematiche che affiorano nell'affrontare discipline arcigne quale la filosofia morale. Nel 2000 è uscito in traduzione italiana La menzogna è malintesa che ha avuto un buon successo di vendita e in quell'occasione il Corriere della Sera dedicò un'anticipazione che occupò l'intera pagina di apertura di "Cultura e Spettacoli".
Una raccolta di riflessioni per conoscere sè stessi
Il grande filosofo americano torna al pragmatismo -e al confronto con la lezione di James, Peirce, Dewey, e anche Wittgenstein. Non solo per questioni teoriche, ma soprattutto per rispondere alla domanda se è possibile un'alternativa tra corrosivo scetticismo morale e autoritarismo morale. Hilary Putnam (Chicago, 1926) ha insegnato Logica matematica nella Facoltà di Filosofia della Harvard University (Massachusetts).
Mosè Maimonide, filosofo, medico e giurista ebreo, scrisse "La guida dei perplessi" verso il 1180-1190. Il presente testo non è solo un'opera significativa della filosofia ebraica, ma anche uno dei più importanti testi dell'esegesi biblica medievale. L'opera nasce da un tentativo di interpretazione della tradizione religiosa, così come si trova nella Bibbia e nel Talmud, in chiave filosofica, nello sforzo di conciliare l'ebraismo con Aristotele, la fede con la ragione.
Jaeger (1888-1961) è stato uno dei più grandi interpreti del pensiero antico e il fondatore del "Terzo Umanesimo", insieme a Julius Stenzel. Si è imposto a partire dagli anni venti del Ventesimo secolo soprattutto per la sua interpretazione storico-genetica di Aristotele. In questo testo, considerato il suo capolavoro, Jaeger interpreta la genesi, lo svolgimento e l'essenza della "Paideia", ossia della formazione spirituale dell'uomo greco e ritiene che essa sia da recuperare per superare la crisi spirituale dell'Europa del Ventesimo secolo.
Il "Trattato della commedia" di Pierre Nicole (1625-1695), per la prima volta tradotto in italiano, è indubbiamente un'opera di denuncia (e di combattimento). Testo paradossale e provocatorio, sembra rompere ogni ponte tra teatro e morale, tra teatro e religione, perché non v'è dubbio che l'idea-forza su cui viene a infrangersi ogni possibile mediazione è che il teatro sia un veleno, perché si insinua e colpisce, proprio mentre si è indifesi, inermi, passivi. Meditazione sull'illusione e su temi di importanza antropologica, è inoltre un testo che anticipa contenuti e problemi della polemica settecentesca tra Rosseau e D'Alembert.