L'Evangelo ha "parole d'una violenza inaudita: il loro attrito è febbrile, la loro sintesi più breve è pur sempre un invito perpetuo alla rivoluzione. Rivoluzionare me stesso: 'Puoi sempre ricominciare!' mi viene ripetuto una riga sì, l'altra anche". È sconcertante uno sguardo così: "pare che non sia più il figliolo prodigo a chieder perdono al Padre suo; sembra (quasi) che sia il Padre a chieder scusa al figliolo scostumato. Fingendosi dalla parte del torto pur di riciclare la mia vergogna". Il nuovo libro di don Marco Pozza è un'avventura lunga un anno in compagnia della "parola di Dio" che, dalla prima domenica d'Avvento, si ascolta nelle messe festive durante l'anno liturgico A, quello del Vangelo di Matteo (con qualche inserto dal Vangelo di Giovanni). È un libro scritto pensando al dramma di chi ha perso Dio, di chi non lo trova più, di chi non lo ha ancora trovato. Senza fame e sete nessuna pesca inizierà: chi ha il cuore freddo, chi dorme - chi ha il sonno della pancia piena - "non piglia Cristo". È un libro di divagazioni orizzontali, scavi in profondità, ospitalità accoglienti nei Vangeli domenicali. "Condivido le domeniche fuoriporta dell'anima mia" scrive don Marco. "Sono gite, vacanze, escursioni sul sentiero che conduce a Cristo e ai suoi segreti misteri. Quando esco di casa, la mia vita mi appare confusa, intricata, un po' inespressa. Quando rientro dopo averli incontrati, mi pare di vederla in HD, un po' più in alta definizione. Mi conosco un po' meglio, mi accetto un pizzico in più."
Per essere testimoni del Gesù vivo, dobbiamo "Ricordare" che è stato condannato a morte perché è sempre stato dalla parte dei piccoli, dei peccatori, dei poveri, delle donne, contro tutte le forme di oppressione e di morte. Questo riassume "tutto" quello che le Scritture dicevano di Gesù e che le comunità di Luca non dovevano assolutamente dimenticare. E' la memoria viva della misericordia di Gesù (il suo cuore dalla parte dei miseri), che sarà presente in ogni pagina del Vangelo e che ci "ricorderà"che per questo Gesù è stato crocifisso. Mai dimenticarlo! Il "Vivente" porterà per sempre i segni del suo martirio/testimonianza che le nostre comunità devono dare, se vogliamo essere seguaci sul cammino del "Vivente". Il cammino e i tavoli sono gli spazi e i momenti che manifestano la misericordia di Gesù alle comunità di Luca e alle nostre. Con lui cammineremo, saremo suoi commensali per riuscire ad essere, con lui, segni della misericordia divina. Senza aver più paura della croce.
Rilettura di alcune pagine della Bibbia prestando attenzione al tema del vestito, alle dinamiche esistenziali e spirituali che determinano un cambio d'abito.
Il messaggio del libro di Giona è la rivelazione di un amore che non è patrimonio di nessuno, ma che si dona a tutti gratuitamente. L'uomo è sempre meschino ed egoista, ma Dio vince l'uomo, ogni suo atteggiamento, ogni sua concezione religiosa, nell'atto del suo amore. La meditazione che qui viene offerta è una lettura vasta e viva di questo libro della Bibbia, non appesantita da note o apparati tecnici, è un'esperienza di vera lectio divina, compiuta nella grande linea patristica e monastica. È proprio questo meditare in un contesto cultuale che, lontano da un commento allegorico o, ripresenta un genere di lettura mistagogica e traduce in termini attuali una grande esperienza di uso antichissimo, che faceva meditare un libro della Sacra Scrittura nell'oggi ecclesiale.
Il dramma dell'epoca digitale è negarsi la possibilità di parlare di Dio. Esaudite le domande per spiegare il mondo, si scoprono ancora inquietudini nel cuore e la consapevolezza di non sapere a chi rivolgersi. Se la scienza ha esaurito le risposte e non esiste un Dio a cui porre le domande, come affrontare le questioni fondamentali dell'esistenza? Se la Scrittura è universale non può non fornire delle risposte. Edoardo Mattei suggerisce che una «teologia del digitale» è realizzabile, offrendone una lettura biblica, che urge in un tempo in cui il digitale è intorno a noi, plasma la nostra vita e condiziona la cultura e l'etica.
Tra i numerosi testi sull'arte cristiana disponibili sul mercato non ce n'è uno che affronti in modo sistematico e analitico gli episodi o i personaggi della Bibbia raffigurati; spesso poi ci troviamo di fronte a opere impegnative anche dal punto di vista economico, più per studiosi del settore che per appassionati dell'arte e della Scrittura. Questo è il settimo di una serie di volumi che offre le chiavi di lettura dell'arte cristiana, vista come "riscrittura per immagini" della Bibbia. Il testo ripercorre i passi dei Vangeli che propongono le parabole di Gesù e analizza con dovizia di particolari il modo con cui esse sono state "messe in scena" da artisti di ogni epoca.
L'episodio della scomparsa e del ritrovamento di Gesù al tempio, presente nel capitolo 2 del Vangelo di Luca, è l'unico testo neotestamentario che narra un fatto dell'infanzia/adolescenza di Gesù, dunque l'unica testimonianza sull'autocoscienza del giovanissimo Gesù ritenuta canonica dalla tradizione ecclesiale. Dall'analisi di questo testo e di molti altri, si approfondisce la vita adolescenziale di Gesù, con la precisa convinzione che nessuno studio è possibile eludendo l'esperienza posteriore della morte e risurrezione. Il testo fornisce una riflessione teologica molto approfondita.
La ricerca neotestamentaria indaga le connessioni che si sviluppano tra le testimonianze relative alla cena di Gesù con i suoi discepoli nell'imminenza del suo arresto e della sua morte. Ne emerge una trama di testimonianze particolari che rendono più efficace il resoconto biblico e più chiaro il fondamento della liturgia cristiana.
Tra Sinottici è l'opera di Luca a dare maggiore rilievo alla questione samaritana. Quattro sono infatti gli episodi, propri dell'evangelista, inerenti ai samaritani (Lc 9,51 -56; 10,25-38; 17,11-19; At 8,4-25), per i quali la presente ricerca si è avvalsa di un approccio sincronico e semantico con aspetti rilevanti di tipo comunicativo e pragmatico. Inoltre dalle suddette pericopi emergono question significative di natura soteriologica, cristologica ed ecclesiologica.
Il progetto lucano concernente la salvezza viene illustrato lungo tutta l'opera con i caratteri dell'universalismo. Al suo interno, i samaritani, considerati dal Gesù lucano membri di Israele a tutti gli effetti nonostante il giudaismo coevo li ritenesse scismatici e assimilabili alle genti, rappresentano un ponte tra giudei gentili nell'ambito della storia della salvezza narrata.
L'aspetto cristologico verte sul rapporto intercorrente tra la profezia presente in Dt 18,15-18, la quale afferma che Dio susciterà di volta in volta un profeta all'interno del suo popolo pari a Mosè, e le caratteristiche profetiche di Gesù, fino ad identificarlo come il profeta escatologico atteso da tutto Israele, samaritani compresi.Nella dimensione ecclesiologica, infine, campeggia il motivo dei samaritani in relazione alla restaurazione escatologica dele dodici tribù di Israele quale preludio necessario all'evangelizzazione de gentili, cosi da costituire una chiesa composta da giudei, samaritani e e gentili.
Le Omelie di un prete periferico raccolgono le conversazioni che don Roberto Sardelli tenne sul Vangelo di Marco dall'Ottobre 2010 al giugno 2011 presso la parrocchia di San Bernardino a Roma. Leggere il Vangelo per viverlo insieme è il compito che don Roberto e la comunità parrocchiale si propongono. Viene scelto il Vangelo di Marco perché fa comprendere meglio la realtà sociale e politica al tempo di Gesù. Don Roberto propone le sue riflessioni attingendo alla sua ampia e profonda cultura teologica, filosofica e scientifica e adotta un linguaggio "laico", essenziale, attuale, non moralistico che parla a tutti, credenti e non credenti, e consente di vivere il Vangelo nell'oggi. Il cardinale Matteo Zuppi, nella Prefazione, suggerisce di leggere le omelie con il Vangelo e il giornale in mano per cogliere nel messaggio evangelico la nostra umanità e l'umanità dell'altro e incontrare il Signore nell'esperienza di vita e nell’'ncontro con il prossimo a partire dalle periferie, dove troviamo l'umanità più vicina a Gesù.
L'etica, secondo suo significato più ampio, è la "riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell'uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso se stessi e verso gli altri, e quali i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane". Il termine "etica" deriva dal greco ëthos, "costume, comportamento" (Corinzi 15:33, dove la parola "costumi" è ethe). L'etica biblica, nello specifico, è il fondamento che ci permette di assumere i comportamenti più corretti rispetto a ciò che è giusto o sbagliato alla luce della Bibbia. Ethos è una breve collana di manuali di studio che aiuteranno il lettore ad affrontare questioni morali, inerenti a diversi aspetti della vita umana, definendo concetti come il bene e I male, il giusto e lo sbagliato, la virtù e il vizio confrontandole con "ogni Scrittura ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia" (Il Timoteo 3:16).
Siamo subito attratti dai personaggi: la sofferente Naomi, la fedele Rut e il compassionevole Boaz. Anche il contesto è intrigante: l'azione si svolge durante il tempo dei Giudici (Rut 1:1); le scene si sussequono dal paese di Moab, alla cittadina di Betlemme, nei campi di Boaz, alla porta della città e in una camera da letto. La trama delinea una storia di amore e redenzione che, come impareremo, è parte della storia più ampia che attraversa l'intera Bibbia.
Oltre al fatto che sia una bellissima storia d'amore, ci sono molte ragioni per studiare Rut.
Possiamo comprendere la storia più ampia della grazia di Dio: il piano di redenzione per l'umanità, rappresentato dalla linea genealogica di Gesù, prosegue anche in momenti oscuri come quello dei Giudici. Possiamo maggiormente apprezzare la provvidenza di Dio: è attivamente presente nella vita di tutti questi personaggi apparentemente insignificanti, proprio come nella nostra vita. Possiamo ricordare la misericordia universale di Dio: l'Evangelo non è per un gruppo privilegiato, ma raggiunge ogni persona, anche le vedove straniere ed emarginate. Possiamo vedere modelli di vera devozione: Rut ci ci ispira a essere sinceri, gentili e coraggiosi; Boaz ci offre un modello virtuoso e compassionevole di tenacia; Naomi passa dalla privazione alla benedizione.