Il testo di don Giorgio bozza ci offre proprio un elenco di parole della politica, che può aiutare a ritrovare il coraggio di una politica vissuta senza timore e senza il pericolo di soccombere alle parole violente che spesso circondano chi fa politica, o che addirittura provengono da chi fa politica. (Dalla prefazione di Marco Cagol). questo dizionario minimo suggerisce semplicemente alcune “lettere” per scrivere o riscrivere il percorso politico di quei cittadini che sentono forte il desiderio e la nostalgia di offrire un contributo per realizzare il bene della società. La speranza è che questi frammenti di un discorso politico possano essere un ristoro al nostro correre veloci sopra questi temi, troppo importanti perché siano oggetto di riflessione qualche giorno prima dell’ennesima tornata elettorale.
Un grande libro a un piccolo prezzo, un testo di facile uso e comprensione, utilizzabile in qualunque periodo dell'anno, un semplice repertorio che aiuta i bambini a pregare richiamando i momenti più belli della loro vita e accompagnandoli in ciò che fanno ogni giorno. Un prezioso aiuto per scoprire le meraviglie che l'amore di Dio ha in serbo per loro. Età di lettura: da 5 anni.
Questo saggio ha lo scopo di capire come Ambrogio interpretava la Bibbia e come la proponeva ai suoi fedeli.
Nel nostro tempo, gli eventi di cronaca nera superano le notizie positive, la rassegnazione prevale sulla speranza, la paura sembra schiacciare il coraggio, la depressione e la tristezza, molto spesso, hanno la meglio sulla voglia di farcela e di andare avanti, la morte sembra prevalere sulla vita, sia presente che futura. L'autore ha deciso di scrivere queste pagine per annunciare una buona notizia... finalmente una buona notizia! «Il Verbo», che «in principio era presso Dio», con un atto di amore, si fa «carne» per condividere con noi, esseri umani, tutte le situazioni che caratterizzano l'esistenza umana. Per trasmettere la buona notizia Terrucidoro esamina alcune parti del Nuovo Testamento cercando di leggerlo come se a dover essere esaminato fosse un quadro con i colori del dipinto sul davanti e la tela sul retro. Il libro è uno stupendo quadro in cui è possibile ascoltare la voce dell'autore e il sussurrare di Dio.
Le Madonne raffaellesche sono forse fra le più conosciute, ammirate e riprodotte dell'intera storia dell'arte occidentale. Si caratterizzano per la straordinaria eleganza formale, l'equilibrio, la profonda e intangibile serenità emanata dai personaggi rappresentati. Raffaello sa cogliere l'essenza della Vergine. Maria è sempre pacata, materna e sorridente, talvolta pensosa, e tuttavia mai dubbiosa o turbata. Incarna un senso religioso profondamente radicato nella tenerezza. Anche quando contengono simboli che rimandano a significati complessi, i dipinti dell'Urbinate appaiono comunque naturali, immediatamente fruibili, dominati da un'armonia compositiva che affascina pur risultando familiare. In questo libro la studiosa Rosa Giorgi sceglie le più belle Madonne dipinte dal grande pittore per svelare al lettore curioso la storia, i segreti e le splendide soluzioni cromatiche che hanno fatto di Raffaello il protagonista assoluto del Rinascimento.
Il Giordano è un fiume povero rispetto ai più gloriosi e maestosi Tigri, Eufrate e Nilo, eppure è divenuto un grande simbolo della speranza. Nell'immaginario collettivo è un fiume unico, ed è alla Bibbia che deve la sua unicità. Di questo fiume che si ramifica in entrambi i Testamenti, che irrora il terreno desolato della storia, che ha purificato peccatori, bagnato malati e battezzato il Figlio di Dio, Gianfranco Ravasi vuole tracciare la biografia. Perché il Giordano è quasi una persona, una creatura vivente, come la sua storia, con un volto mutevole, una nascita e una morte, e un'esistenza tortuosa. Attraverso la documentazione biblica e la ricerca topografica, archeologica, letteraria e artistica, il libro è un invito a conoscere, ripercorrendola, la vita di un luogo tra i più cari ai pellegrini e viaggiatori in Terra Santa. Un viaggio dall'Antico al Nuovo Testamento attraverso il "filo azzurro" di un fiume che scorre lungo tutta la storia della Salvezza.
"È lui? Nei film gialli, l'ispettore di polizia lo domanda subito dopo aver sollevato il telo e mostrato il viso della vittima. Invece all'obitorio nessuno me lo chiese. La risposta era nella carezza che gli passai sul viso, finalmente in pace, o nel bacio che gli appoggiai sulla fronte. Franchino, mio fratello, era un'anima buona, tutto il male che aveva fatto lo aveva fatto a sé stesso. Lo avevano ritrovato buttato come un animale, anzi con meno dignità, come un sacco di rifiuti tra le piante del lungomare di Viareggio. Non ero pronto, non mi ero preparato. Era Natale, porca miseria, a Natale non possono accadere cose simili." Giorgio Panariello custodisce una storia. Lui e il suo fratello minore sono stati entrambi abbandonati dalla madre subito dopo la nascita. Giorgio viene affidato ai nonni materni, Franco invece finisce in un istituto. Mentre Giorgio cresce e diventa uno degli uomini di spettacolo più amati d'Italia, Franco cade nella tossicodipendenza. Fino alla tragica fine. In questo libro per la prima volta Panariello ha deciso di raccontare il filo nascosto (la preoccupazione costante, il senso di colpa) che da sempre corre nella sua vita. Un libro straziante e dolcissimo, che grazie all'onestà e all'accuratezza dei sentimenti sa muovere le corde più profonde delle nostre emozioni.
«I temi che tocco con La giornata d'uno scrutatore, quello della infelicità di natura, del dolore, la responsabilità della procreazione, non avevo mai osato sfiorarli prima d'ora. Non dico ora d'aver fatto più che sfiorarli; ma già l'ammettere la loro esistenza, il sapere che si deve tenerne conto, cambia molte cose... È un racconto non molto lungo, e in cui non succedono molte cose; è tenuto su più che altro dalle riflessioni del protagonista: un cittadino cui durante le elezioni (siamo nel 1953) è toccato il compito di fare lo "scrutatore" in una sezione elettorale che si trova all'interno del "Cottolengo" di Torino... No, per poco che cominci a spiegare e a commentare quello che ho scritto, dico delle banalità... Insomma, tutto quel che mi sentivo di dire è nel racconto, ogni parola in più già comincia a tradirlo. Dirò soltanto che lo scrutatore arriva alla fine della sua giornata in qualche modo diverso da com'era al mattino; e anch'io, per riuscire a scrivere questo racconto, ho dovuto in qualche modo cambiare.»
Il volume riflette sul giornalismo italiano e sull'identità professionale dei giornalisti. Basandosi sui dati forniti dal network Worlds of Journalism Study (WJS), gli autori fanno luce su un settore chiave della società italiana, anche in un'ottica comparata. Tuttora centrale nella costruzione del discorso pubblico e nei processi di formazione e consolidamento dell'opinione pubblica, la professione giornalistica sta assumendo forme e pratiche molto differenti dal passato. Quale idea hanno del loro ruolo, i giornalisti italiani? Quali influenze percepiscono da parte della politica, del mercato, dell'innovazione tecnologica? Come ritengono stia evolvendo il rapporto con il pubblico? E infine: quali sono le loro aspirazioni, le aspettative sul futuro individuale e collettivo della professione?
Con il ricordo e le parole del nostro caro e indimenticabile fra Giorgio Bonati abbiamo scelto di trascorrere il 2021.
Dopo un anno caratterizzato dalla precarietà e dalla vulnerabilità avvertiamo il bisogno di prenderci cura di noi stessi, degli altri, della natura che ci circonda per tornare ad un ritmo e ad una sensibilità più vera e profonda.
“Prenditi cura” sarà il tema articolato nel corso dei dodici mesi dell’anno: ogni mese è introdotto da un suo breve commento e accompagnato da un aforisma che invita alla riflessione, mentre, per tutte le domeniche dell’anno, viene riportato il Vangelo con una breve omelia di fra Giorgio.
Quante volte, nella vita ci coppia, ci si ritrovata disorientati? Quanto sono frequenti la crisi fra gli sposi? Quante volte le coppie si rivolgono alla Chiesa per chiedere aiuto? Una pastorale riparatoria e preventiva verso separazioni e divorzi non può prescindere dall'accompagnamento delle coppie prima e dopo il matrimonio. E questa pastorale non può più neanche prescindere dall'impegno dei laici...
«Io non so che dire, ma a me questa donna sembra semplicemente la cosa più bella del mondo. E mi sento così fortunato di averla incontrata, di starle seduto di fronte e di potermi riempire gli occhi e il cuore di lei: in panne, stanca, dolorante e insanguinata, eppure fradicia di gloria. La gloria dell’amore. Proprio come la carrozza della metro che ci ospita: immobile e bagnata. Forse è questo il segreto nascosto in ogni vita umana, ciò che ha “costretto” Dio a scendere dal cielo per indossare fieramente i nostri panni. Siamo dannatamente belli ai suoi occhi. Non quando ce la facciamo, lì è troppo facile. Siamo belli soprattutto quando, magari senza riuscirci, proviamo a vivere la nostra umanità al meglio delle nostre forze. Infatti, mentre a noi sembra solo di sbagliare e di piangere, stiamo deragliando nel territorio della divinità tutte le volte che, coi pugni stretti e il cuore a pezzi, proviamo a chiederci quale sarà il prossimo passo per diventare ancora noi stessi».
Alla fine delle nostre sofferenze c’è una porta che ci conduce all’amore più grande.