La mostra ripercorre i momenti di una tradizione cartografica e vedutistica di portata eccezionale, dedicata all'Urbe nel corso di tre secoli, una produzione in cui spiccano raffinate vedute incise o dipinte di artisti italiani e stranieri. Come, ad esempio, il Panorama dal Pincio (1687) di Israel Silvestre e quello di un secolo più tardo di Louis-François Cassas. Il catalogo della mostra si apre con un ampio testo introduttivo del curatore Cesare de Seta, e comprende saggi di Yves Bonnefoy, Chiara Frugoni, Franco Marenco, Marc Fumaroli, Roberto Venuti, Mario Bevilacqua ed un analitico apparato di schede bio-bibliografiche per ciascuna opera presente in mostra a cura di Paola Carla Verde.
Il romanesco ha conosciuto nei secoli profonde trasformazioni, in cui una costante sembra però evidente: il suffisso "-esco" lo connota come lingua delle classi sociali più basse. È stato a lungo la parlata dei servi, dei bulli, degli sbruffoni. Solo alla fine del Settecento, il dialetto diventa argomento di confronto, di polemica storico-letteraria, espressione di intellettuali colti e consapevoli. In questo panorama composito irrompe l'opera monumentale di Giuseppe Gioacchino Belli che dà voce alla plebe romana e nobilita il romanesco come lingua d'arte. Il volume è un'antologia della produzione dialettale fino alla fine dell'Ottocento, arricchita da ampie introduzioni e con brani riccamente commentati.
Che bisogno c'è di un'ennesima guida "storico-artistico-culturale" delle chiese di Roma? Il presente volume si è posto lo scopo ben preciso di "narrare", attraverso le immagini fotografiche, le planimetrie, gli schizzi degli architetti, l'evoluzione architettonica e artistica di questi templi della cristianità mettendo in luce quegli artisti poco conosciuti o sottovalutati nell'arco di tempo che va dal 1860 al 1960.
Una introduzione alla lettura della collezione di stampe di Fabrizio Maria Apollonj Ghetti, riservata a luoghi, paesaggi, monumenti del complesso tessuto che costituisce lo sviluppo storico e culturale di Roma. Le tavole sono differenziate in una divisione sistematica degli argomenti e definite nelle esigenze di percorso, di analisi e di ricerca. Attraverso l'indagine conoscitiva degli aspetti storici, culturali e artistici, si determina l'evoluzione della città fermata e documentata nelle incisioni. Le componenti culturali e artistiche che caratterizzano le tavole incise, unitamente alle loro intrinseche valenze storiche, definiscono l'ambiente culturale e artistico dei disegnatori e degli stampatori che le diffondevano.
Gli splendidi interni del palazzo apostolico in un bel libro illustrato.
Ci sarebbe stata l'Europa - questa che noi oggi conosciamo - senza le strade dei romani? Probabilmente no. Anzi, sicuramente no. Lungo le strade volute da consoli e generali, tracciate da imperatori e custodite da procuratori, sono passate le legioni romane, ma con le legioni è passata la lingua, è passato il diritto, sono transitate forme d'arte, si sono diffusi modelli di vita civile, costumi della civiltà urbana. Questo volume parla, con passione e competenza, delle strade consolari italiane, di quelle strade che hanno reso possibile la prima grande globalizzazione voluta dai romani.
Un'ampio periodo (1414-1870) della storia di Roma è ricostruito attraverso la continua azione dei papi mirata alla realizzazione di un'ideale, ma terrena città di Dio, documentando gli insediamenti - destinati all'accoglienza dei pellegrini e agli esponenti della curia - particolari, polifunzionali, alternativi rispetto al resto della città, spesso luogo di sperimentazione per nuovi spazi urbani e per innovative tipologie edilizie.