Se diciamo semplicemente passo dopo passo, il nostro pensiero corre subito a chi cammina lentamente o speditamente. Se parliamo, invece, di passi in salita, il nostro pensiero va a chi con gli scarponi procede sui sentieri di montagna e con fatica raggiunge la meta. La salita di Gesù al Calvario non è assimilabile né al cammino in pianura, né a quello dello scalatore, esperto o amatoriale che sia. La salita di Gesù è un impegno di cui Lui si è caricato per ciascuno di noi. Un protagonista umiliato e nello stesso tempo impegnato a salvare tutti costruendo una comunità di pace e un mondo di fratelli e sorelle che in prima persona, sebbene con i loro limiti, sono invitati a realizzare qualcosa di "indispensabile" per l'umanità: la PACE. Vogliamo anche noi percorrere con il Cristo la via del Calvario con l'aiuto di veri testimoni della pace. Uomini e donne che hanno creduto che la guerra non solo è un'avventura senza ritorno, ma soprattutto è una tragedia che provoca solo fame e distruzione. Vogliamo credere che questa via crucis non sia un percorso devozionale, ma una vera pro-vocazione. Gesù non è salito invano oltre duemila anni fa. È salito per costruire un mondo di pace che oggi chiede a ciascuno di noi di concretizzare diventando costruttori di una società di fratelli e sorelle che si amano piuttosto che continuare a distruggersi. Buon cammino
Il sussidio presenta la Via crucis tradizionale (14 stazioni), seguendo la narrazione del Vangelo di Giovanni, per imprimere, pregando, la passione di Cristo nel nostro cuore. Lo fa attraverso differenti modalità: il canto, la lode, il silenzio, l'ascolto della Parola, la meditazione, l'attualizzazione nella vita quotidiana, l'invocazione. Questa Via crucis, che si può pregare a casa, in famiglia, personalmente o in comunità, in chiesa come assemblea, presenta differenti moduli per ogni stazione, da utilizzare nella forma più utile. Cinque sono le azioni suggerite: contemplare il volto di Cristo, tappa dopo tappa; ascoltare la Parola, che sempre annuncia la salvezza; pregare, invocando aiuto e chiedendo misericordia; spezzare, condividendo la vita quotidiana della gente di oggi; invocare Maria, donna e madre, come la chiama Gesù. È una Via crucis tradizionale nella sostanza, contemporanea nella forma. Nella Via crucis sono suggeriti ritornelli e invocazioni in canto la cui musica è inserita in appendice. Si potranno anche ascoltare inquadrando un QRcode.
I cristiani nei secoli hanno conservato memoria viva delle parole e degli avvenimenti degli ultimi giorni di Gesù, rivivendoli prima in pellegrinaggi ai luoghi santi, poi nel rito della Via Crucis. Questa Via Crucis si snoda tra tradizione e novità. La tradizione la si trova nella presenza delle 14 stazioni, ancora oggi preferita alle riduzioni o agli adattamenti. Ma anche nella scelta dei testi della Sacra Scrittura. La novità la si riscontra nelle riflessioni e nelle meditazioni, tratte da testi importanti della letteratura cristiana. Santi e autori descrivono con grande sensibilità e realismo la loro partecipazione alle sofferenze di Cristo nella sua Passione. Particolarmente adatta per la celebrazione in parrocchia. Riflessioni, meditazioni e dialoghi favoriscono una partecipazione intensa al momento più alto vissuto dal Figlio di Dio per nostro amore.
Ho visto il tuo amore, l'ho visto e mi sono stupito di quanto sia grande! Ho visto il tuo amore in ogni attimo di questa salita al Calvario, mentre portavi la croce e intanto non facevi mancare il tuo sguardo carico di compassione a tutti quelli che erano lì, lungo il cammino, con te o contro di te. Voglio imparare ad amare così, allo stesso modo, per avere occhi come i tuoi, pronti al perdono, ricolmi di carità verso tutti, soprattutto verso chi soffre, è povero o solo. E allora ti seguo, Signore, in questa Via della Croce, per farmi aprire lo sguardo da te, lungo la strada, così dura. A ogni stazione mi lascerò meravigliare dalle scene che incontro. Alcune sono tratte dal Vangelo, altre sono frutto della tradizione della Chiesa, ma tutte ci dicono che «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15, 13). La Via Crucis può svolgersi tutta di fila oppure possono essere prese tre stazioni per volta, con la breve preghiera introduttiva che dà avvio all'incontro. Ogni tre stazioni viene suggerito un impegno che valorizzi quanto si è pregato. Età di lettura: da 6-10 anni.
Schema completo per la celebrazione della Via crucis secondo il racconto della passione di Marco. Per momenti celebrativi in quaresima,per una sosta di preghiera in gruppo,per la riflessione personale davanti alla croce.
AUTORI
Andrea Ciucci,sacerdote della diocesi di Milano,è vicario parrocchiale,e si occupa prevalentemente di percorsi sperimentali e innovativi nel campo giovanile e in quello della catechesi per l’iniziazione cristiana.
Paolo Sartor,sacerdote della diocesi di Milano,è responsabile del servizio per il Catecumenato e membro dell’Ufficio Catechistico Nazionale della CEI.
In questa Via crucis secondo lo schema tradizionale le "meditazioni" sono affidate a testi tratti dal Nuovo Testamento che hanno per tema il cammino, il camminare insieme.
Una Via Crucis adatta ai ragazzi, che racconta la storia di un uomo buono, arrestato ingiustamente, abbandonato dai suoi amici, disprezzato dalal folla inferocita, picchiato, matrattoato, coronato di spine, trascinato di fronte agli occhi della madre, inchiodato sulla croce e morto tra atroci dolori. Un racconto che non cuole farli soffrire ma parlare loro della sofferenza, della morte, del peccato, senza spaventarli o trasmettere idee e rappresentazioni erronee e inquietanti. Perché i “bambini” guardano, ascoltano, e aspettano di essere presi in considerazione. Vogliono essere coinvolti nelle cose importanti e che qualcuno parli e spieghi. Essi comprendono molto di più di quanto noi possiamo pensare. Hanno la capacità di capire l’amore di Dio e vogliono scoprire il segreto della vita appassionante di Gesù. La passione di Gesù non è una storia dell’orrore, ma è la storia d’amore più bella che sia mai stata raccontata. È la storia di Gesù sulla Via della Croce, il suo percorso doloroso lungo la strada che lo conduce al monte Golgota, dando tutto se stesso per tutti gli uomini.
Rileggere e riascoltare le parole di Benedetto XVI, mentre il Signore Gesù percorre la via della croce, ci aiuterà davvero a capire che vale la pena amare Dio, anche solo perché è grandissimo, infinito, eterno il suo amore per noi.
Le ultime parole pronunciate dal papa emerito Benedetto XVI prima di morire danno il titolo a questa Via Crucis: «Signore, ti amo!». Alla fine di tutta la sua lunga vita, con un’ultima semplice e profondissima preghiera, Joseph Ratzinger ci ha consegnato il segreto di tutta l’esistenza: vivere nell’amore di Dio. Anche nei suoi quasi otto anni vissuti da papa non ha mai smesso di insegnarci questo segreto. Rileggere e riascoltare le parole di Benedetto XVI, mentre il Signore Gesù percorre la via della croce, ci aiuterà davvero a capire che tutto corrisponde a questo amore, che vale la pena amare Dio, anche solo perché è grandissimo, infinito, eterno il suo amore per noi.
Sulla via della Croce, dove Gesù ha accettato la sorte del chicco di grano che cade in terra e muore per produrre molto frutto (Gv 12,24), ci lasciamo accompagnare dagli straordinari testi di Papa Benedetto. Un percorso di purificazione e di espiazione attraverso il quale ognuno di noi è chiamato a camminare, per donarsi e donare agli altri lo squarcio di sereno verso Cieli Nuovi, verso il Paradiso.
La Via Crucis, stazione per stazione, con immagini colorate, brevi brani biblici e spunit per la meditazione nel segno della speranza. Questa Via Crucis è pensata come celebrazione per i bambini delle parrocchie, per le famiglie, per i gruppi di catechismo che accolgono e guidano i più piccoli verso la Pasqua di Risurrezione. Età di lettura: da 7 anni.
La preghiera del cuore per un nuovo umanesimo e una nuova ecologia Per un ritorno dell'uomo a se stesso e al suo habitat naturale ha un valore significativo l'esercizio della preghiera. Più precisamente la cosiddetta preghiera 'del cuore' che assume un valore 'ecologico' grazie alla sua capacità di operare una trasformazione della persona, con ricadute sul piano personale, sociale e ambientale. La preghiera avvicina uno all'altro e alla terra. Opera un'integrazione e coesione sociale. Allontana i rischi dell'alienazione e della frammentazione. Riallinea lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione con la vita dell'uomo. L'obiettivo è la creazione di un nuovo umanesimo in grado di compiere scelte giuste e lungimiranti per la sopravvivenza dell'ambiente e del genere umano.
In questa Via Crucis sono estremamente importanti le immagini. Non sono una semplice raffigurazione, raccontano la passione di Gesù. Come un racconto coinvolge chi ascolta, queste immagini coinvolgono chi guarda. In ognuna di esse c'è almeno un particolare che costituisce una sorta di ponte tra l'evento di salvezza della passione di Cristo e lo spettatore. Nel cuore nascono delle domande, anche scomode: io da che parte sto? Che cosa penso? Come reagisco? Che cosa scelgo? Come mi comporto? Oppure affiorano immediatamente lo stupore, la gratitudine, l'adorazione. Non è concesso rimanere estranei o neutrali a quanto viene narrato. Attraverso le immagini possiamo intuire e scorgere il cammino di ascolto, di preghiera e di conversione tipico della lectio divina: una lettura attenta del brano, che cerca quasi di "vedere" in prima persona quanto descritto; una meditazione del testo che non vuole assolutamente lasciare fuori la propria vita, la vita della Chiesa, la vita del mondo; la preghiera, il dialogo personale con il Signore nella lode, nella gratitudine, nell'intercessione, nella richiesta di perdono e di aiuto nel cammino di conversione. Nel nostro testo viene proposto un momento di ascolto del racconto dell'immagine, che raffigura un particolare istante del cammino della Via Crucis, e una preghiera, che ci consente di interagire profondamente con lo stesso. Non è esclusa poi la possibilità di sviluppi più personali nella riflessione e nella preghiera, perché tutti coloro che guardano, grazie alla propria sensibilità, al proprio vissuto, possano comprendere ancora di più il "racconto dell'immagine".