Quali sono il significato e il destino del cristianesimo nel clima culturale e spirituale dei nostri tempi? In questo libro due pensatori aperti al dialogo si confrontano con il contraddittorio atteggiamento del nostro tempo verso la religione e, in particolare, con il ruolo del messaggio cristiano e della Chiesa nella società postmoderna. Invitati dal giornalista Giovanni Ruggeri, Gianni Vattimo e Monsignor Pierangelo Sequeri trovano un territorio e una lingua comuni per esporre le loro concezioni della fede. La Chiesa è il tramite del messaggio di Cristo oppure una realtà autoritaria e prevaricatrice che opacizza la figura di Gesù? Come agisce l'essere cristiani in rapporto all'etica, alla cultura, all'arte? Alla rivendicazione di Vattimo per una fede fondata sulla parola di Gesù - ciò che ci fa "innamorare" di Lui - senza lo schermo della gerarchia e della dottrina, risponde l'invocazione di Sequeri per "una nuova grande scolastica", che possa "ancorare la parola di Dio al sistema della libertà, della persona, della differenza, dell'alterità". Ne emerge un ampio affresco di temi e prospettive attraverso cui ripensare il significato e la possibilità della fede cristiana, senza avvilirla nella ripetizione catechistica o snaturarla in un moralismo riduttivo.
La teologia attuale del pluralismo religioso ha avuto una lunga preparazione in eventi particolari e nella riflessione teologica dei secoli XIX e XX. Caduta la presunzione di una esclusività o di una superiorità cristiana in ordine alla salvezza dell'uomo, la teologia cristiana ha sviluppato un capitolo sul valore delle religioni e si è evoluta come teologia del pluralismo religioso. Le varie religioni sono considerate aspetti diversi e spesso complementari di una stessa storia salvifica. Ora si delinea una nuova teologia interreligiosa che sotto la spinta dei teologi del terzo mondo accentua l'aspetto di liberazione.
Che cosa pensiamo (a chi pensiamo) quando diciamo "Dio"? Può, il cristiano, farsi un'idea di Dio? Se l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza di Dio" chi lo autorizza a pensare a un Dio fatto, al contrario, a immagine e somiglianza dell'uomo? E ancora: quale segreto nasconde l'etimologia della parola Dio che usiamo con troppa disinvolta leggerezza? Non è forse giunto il tempo, per un cristianesimo adulto, di emanciparsi da ogni immagine infantile della divinità e di cominciare a riflettere sul fatto che anche questa parola è solo una metafora per dire qualcosa per cui non abbiamo parole migliori? Un lavoro di bonifica del linguaggio sul divino è quello che l'autore propone con questo libro non solo al credente, ma anche all'ateo, allo scettico, all'agnostico del XXI secolo per uscire da ogni idolatria e per scampare al pericolo di una liquidazione troppo sbrigativa del Mistero.
Una riflessione sui temi della creazione e dell’evoluzione. Un “mondo in evoluzione”, dipendente da Dio, o un “mondo autosufficiente”?
Si riscontra oggi un nuovo interesse per il dibattito tra la dottrina teologica della creazione e la teoria scientifica dell’evoluzione. In tale confronto la vera alternativa non è tra evoluzione e creazione, ma tra la visione di un mondo in evoluzione, dipendente da Dio, e la visione di un mondo autosufficiente. Si tratta di una riflessione che potrebbe rappresentare un’opportunità per una comprensione teologica più adeguata del rapporto tra Dio e il mondo, e per narrare in forme nuove e più efficaci la fede nel Dio presente in modo dinamico nella sua creazione. Nel saggio Rubini affronta la questione individuando nel cattolico Rahner e nel protestante Moltmann due tipi rappresentativi di coloro che si sono misurati con i temi della creazione e dell’evoluzione.
Il libro si apre con una domanda: «Ma perché gli angeli?». Angeli come messaggeri celesti, guide, custodi e consolatori degli uomini. Gli angeli, sino a poco tempo fa relegati nelle tenere fiabe per bambini, tornano a essere figure protagoniste del mistero della creazione e dell’incarnazione del Cristo Dio, che prende avvio da un dialogo struggente tra l’Arcangelo Gabriele e la Vergine Maria: «Ti saluto piena di grazia, il Signore è con te». E l’Angelo, messaggero di Dio e per lo stesso Signore Dio devoto custode della libertà che promana dall’Eterno, attese trepidante la risposta; attese il “sì” di Maria. Oggi più che mai la Chiesa, che è mistero e sacramento di salvezza, sembra avere particolare bisogno di una profonda teologia angelica, per il mistero di grazia che essa incarna e per la sua missione tra gli uomini.
"Mi metto, idealmente, di fronte a un interlocutore incredulo che, giustamente, a buon diritto, mi domanda le ragioni del mio credere in Cristo. A questo interlocutore dovrò rivolgermi con 'dolcezza e rispetto' così come mi suggerisce Pietro, il primo papa. Devo infatti pensare che chi mi sta di fronte è forse più vicino a Dio di quanto lo sia io che cerco di convertirlo. Potrebbe essere più vicino in ragione di una sua maggiore carità che esercita nei confronti di quei poveri, affamati, infermi, carcerati, nei quali, secondo il vangelo (Mt 25), il Cristo e cioè Dio di fatto è presente. Potrebbe anche trattarsi di un inquieto ricercatore di assoluto, titubante sulla soglia della fede cristiana e disponibile a varcarla, ma soltanto in modo motivato e responsabile. Mi chiedo se potrò essere di aiuto a questi miei 'compagni di viaggio' per raggiungere insieme la meta che attende tutti noi, la verità che dà significato al nostro esistere nel mondo e nel tempo." (dalla Premessa)
Compendio storico, trattato di teologia e riflessione poetica sulla fede e sull'esistenza, La discesa della Colomba è il racconto vertiginoso e visionario di quasi duemila anni di storia cristiana. Il suo autore, Charles Williams, ancora poco noto ai lettori italiani, è stata una figura eccentrica eppure straordinariamente influente della cultura del Novecento: poeta, romanziere teologo, apparteneva alla cerchia di Lewis e Tolkien e fu amato da Auden, Eliot e Yeats. Questo libro, scritto mentre l'Europa si preparava al secondo conflitto mondiale, è forse la sua opera più ricca e complessa. Protagonista, occulto e presente, è lo Spirito Santo, la terza Persona della Trinità, il Paracleto al quale, nel Vangelo di Giovanni, Gesù consegna l'umanità la notte prima della Passione. Lo Spirito è la forza che accompagna Agostino e Dante, Paolo e Lutero, Costantino e Kierkegaard, è il soffio di Dio, il suo manifestarsi nel mondo, riconoscibile in trasparenza attraverso la lettura degli eventi. "Tutto quello che possiamo fare è decidere in che cosa credere" ha scritto, e lui scelse di credere nel Cristianesimo. Ma la religione di Williams, anglicano devoto e cultore delle scienze occulte, è un sistema proteiforme, aperto a mille influenze, attraversato da sottili ambiguità. Al centro del suo pensiero c'è il concetto di coinerenza, il mutuo scambio tra la natura umana e quella divina, la comunicazione delle anime tra di loro e dell'anima con il corpo.
Teologi, biblisti e filosofi di diverse Chiese cristiane e diverse religioni riflettono sulla fragilità di Dio. L'occasione è offerta dal primo anniversario di un fatto di cronaca, il terremoto che ha sconvolto l'Emilia-Romagna nel maggio 2012 e che ha provocato domande cui è arduo rispondere. Non è difficile comprendere perché il solo pensiero di un sisma produca un senso di ansia e non occorre aver letto Kierkegaard per sapere che l'angoscia è prodotta dal possibile e non dal reale. Accanto a mille problemi urgenti e materiali, quell'evento suscita una riflessione sulla fragilità degli esseri umani, delle comunità e delle Chiese nei confronti di ciò che è imprevisto e imprevedibile e mette a nudo la povertà che in genere sorregge le sicurezze, anch'esse, alla prova dei fatti, estremamente fragili.
La profondità del cambiamento culturale e l'inaudita novità dell'orizzonte che questo cambiamento epocale apre dinanzi all'umanità, esigono il ripensamento di una religione che conta la sua durata non più per secoli ma per millenni. Nel nuovo "paradigma" Dio, in quanto Padre amoroso di tutti, va pensato come sempre attivo per la salvezza di tutti gli uomini e sempre rivelantesi nella storia e nella coscienza di ogni uomo senza sconvolgere le leggi della psiche umana. Le conseguenze di questo nuovo modo di pensare il nucleo della fede toccano punti teologici importanti come la natura della rivelazione, il rapporto scienza-fede, il modo di intendere le religioni non cristiane, l'autorità magisteriale della Chiesa... Questo volume offre una sintesi stimolante su queste tematiche, imprescindibili per il cristiano di oggi.
Una proposta teologica stimolante ed illuminante per il grande compito che spetta oggi ai cristiani nei confronti della loro fede.
I tempi che viviamo sono dominati dal mercato e dalle sue narrazioni: perfino nel linguaggio quotidiano è difficile sfuggire alle metafore economiche. Tuttavia la crisi che sperimentiamo rimette in discussione l’efficacia di questa egemonia culturale. Rifletteremo sul fatto che, nonostante uno scenario brutale, molte persone continuano a donare. Il dono è però solo in apparenza qualcosa di semplice: che cosa è dono? Qual è il suo rapporto con la giustizia? Chi può fare un dono? Chi può riceverlo?
Ma è proprio vero che in Gesù non c'è posto per la tenerezza? È proprio vero che l'amore autentico, maturo, deve ignorare il sentimento, guardarlo con diffidenza? Gesù non ha paura di manifestare la sua tenerezza. Egli si coinvolge visceralmente nel vissuto degli uomini. Per questo la sua tenerezza si sposa, paradossalmente, anche con l'indignazione. Ma tutto, tenerezza e indignazione, è in Lui manifestazione della passione di Dio per l'uomo.
"Carissimo amico", comincia così la lunga riflessione di monsignor Vincenzo Paglia sulle grandi questioni del vivere e del credere. Lo stile semplice e colloquiale si fonda sulla convinzione che solo in una dinamica di relazione profonda e di speciale attenzione all'altro è possibile tentare quel dialogo fra fede e ragione, tra credenti e non credenti, indispensabile per affrontare i grandi punti interrogativi dell'esistenza e il disorientamento del tempo presente. Con l'amico che non crede si possono condividere le inquietudini insopprimibili dell'uomo di ogni tempo: esiste un Creatore? ...e se esiste non potrebbe avere la tenerezza di un Padre? C'è un disegno dietro ogni cosa o tutto è in balìa del caso? Religiosità e dubbio sono davvero incompatibili o possono incontrarsi sulla soglia del mistero? Come dare del Tu a Dio di fronte al male, alla sofferenza, alla solitudine? Si può credere nell'uomo e si può credere in Dio - sostiene Paglia in un percorso filosofico e teologico - ma entrambe le "fedi" sono necessarie nell'orizzonte di una comune ricerca di senso che restituisca verità e dignità al vivere di ogni persona in una dimensione d'amore che spalanca le porte dell'Oltre.