Il volume contiene ventisette saggi sui capolavori della nostra letteratura moderna e contemporanea. Sono considerati vari generi letterari, comprese opere al confine fra letteratura e saggistica come la Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis o l'Estetica di Benedetto Croce.
E' un libro che assomma tutti i temi e tutti i generi letterari: autobiografia, romanzo-saggio, invettiva, satira e canzoniere d'amore. Una trama non esiste: la sola trama sono le cose che accadono in questo calderone in cui bolle la società del nostro tempo e in cui prendono forma scandali grandi e piccoli di una università italiana: una tangentopoli in miniatura e i retroscena del mondo universitario. Di questo microcosmo il protagonista è un professore omosessuale, percorso da un profondo odio per cose e persone che lo circondano e da una disperata ricerca di sensazioni estetico-trasgressive. Due grandi amori e molti amanti. Insomma una sessualità ossessiva, ma anche il costante osservatorio sugli avvenimenti sociali e politici.
Gli anni di Casarsa (1940), il tempo degli studi a Bologna, le lettere della Academiuta di lenga furlana (1945-47), quello degli anni difficili fino al 1954; poi Roma, il cinema, i rapporti editoriali. I corrisponti: anonimi amici o personaggi illustri, come la madre Susanna Pasolini o l'amica Silvana Mauri, Gianfranco Contini o Roberto Longhi, Franco Fortini o Carlo Calcaterra, Livio Garzanti o Giulio Einaudi, Alfonso Gatto o Paolo Volponi.
"Dalla prima pagina il romanzo di Vincenzo Cerami ti prende obbligandoti a fissare uno sguardo spietato su un campione di società italiana quanto mai rappresentativo: il mondo di un impiegato di ministero, che passa la vita a mandare avanti pratiche di pensione attendendo di andare in pensione lui stesso e di portare suo figlio a occupare un posto nello stesso ministero, a un grado superiore al suo. Una storia di impiegati ce la aspetteremmo grigia e povera di fatti e previdibilmente caricaturale; invece qui di fatti ne succedono parecchi e dei più romanzeschi: una incongrua cerimonia di iniziazione massonica a una cruenta irruzione nella cronaca nera quotidiana, a una allucinata, truce vendetta" (Italo Calvino).
La storia è ambientata in un lontano futuro. Siamo nel 5000 e l'autore racconta una vicenda di duemila anni prima. In questo secolo, gli uomini, stanchi di guerre e sconvolgimenti, entrano in un lungo periodo di pace e solidarietà. È finalmente la pace universale. In questo stato di beatitudine, le energie creative degli uomini si intorpidiscono, e sempre più cadono sotto la manipolazione dei mass-media. In breve: imbarbariscono. Ma anche nei tempi più oscuri qualche coscienza resta vigile: si costituiscono sette che lottano contro questa universale apatia, si profila la figura di un capo. Il sogno dei dissidenti è generare contrasti e diversità; creare insomma i presupposti di nuove guerre. Le sole, pare, che siano in grado di rimettere in moto la Storia.
"Questo è il senso profondo de Le strade di polvere, un libro che anche nel titolo sembra richiamare il senso del viaggio nello spazio (e quindi nel tempo) e del raccontare senza fine, affidando alla immagine della polvere la suggesione della labilità del vivere e la sua asprezza in campagne avare" (Claudio Marabito, "Nuova Antologia"). Premio Viareggio e Premio Supercampiello 1988.
In una Edimburgo notturna e piena di voci, un uomo insegue il filo di una musica ascoltata per caso, e mai più ritrovata. Quella musica porta alla coscienza l'azione che deve compiere, e che lo attrae e atterrisce al tempo stesso. Il protagonista deve uccidere, questa è la sua azione: dovrà individuare il luogo e la vittima, come fossero una necessità, una chiamata... Questa è la trama dell'"Orecchio assoluto", il primo dei sei racconti che compongono il nuovo libro di Del Giudice, esempio di quel tipo di affabulazione fatta di conoscenza e mistero, passione e intuizione.
Scritto nel 1952, "Tutti i nostri ieri" è il 'pendant' romanzesco di "Lessico familiare": protagonista è una ragazza un po' al margine, che si tiene fuori dal gioco scrutando e registrando la realtà, che pare finga non saperne nulla ma che poi è l'anima, affettuosa e feroce, di tutto il nodo di sentimenti che intorno si svolge. Anche qui al centro della narrazione è la famiglia borghese italiana, il filo di sentimenti e di valori che riunisce generazioni e che la Ginzburg è brava a cogliere nella solida trama quotidiana di un vissuto fatto di piccoli, grandi avvenimenti.