La domanda sull'identità genitoriale si fa sempre più urgente. Dopo dieci anni dalla prima edizione, continua il dialogo attraverso la parola scritta sui grandi temi della nostra persona e della nostra vita. Oggi più che mai l'identità genitoriale rivela la ferita, la confusione, la crisi in cui la persona è immersa. L'amore per il figlio rappresenta ancora una risorsa per recuperare l'energia di un amore per la propria vita. Questa nuova edizione si propone ancora una volta come una tenera compagnia allo sforzo del genitore di essere vero.
“Fino a qualche anno fa si pensava che il bambino fosse solo un essere in divenire, che quindi i suoi diritti fossero soprattutto legati alla sua vita futura: il mondo doveva proteggere il bambino per quello che rappresentava e per impedire che i diritti che poi avrebbe fruito potessero decadere di fatto. Niente di più errato: la vita di ogni persona è anche e soprattutto il suo presente, e anche il bambino ha diversi diritti legati al suo vivere quotidiano di bambino. È una persona fin dalla nascita (per alcune correnti di pensiero religiose, e anche per alcuni Stati, fin dal momento del concepimento) i cui diritti sono sempre inalienabili e insopprimibili, proprio per le sue peculiarità di persona che molto spesso è incapace di difendere attivamente le sue prerogative”. (Marco Scarpati)
Il bambino può essere vittima sia di violazioni di diritti che gli spettano in quanto tale (ad esempio, il diritto all’istruzione e quello al gioco), sia di violazioni di diritti che appartengono a qualsiasi essere umano.
Sia in Italia che nel mondo siamo ancora lontani dal raggiungere un’adeguata affermazione dei diritti del bambino. Il libro di Scarpati c’illumina su quanto ci sia ancora da fare e sul come farlo, lanciando un monito fondamentale a tutti gli adulti affinché leggano, si documentino, si adoperino e si battano per difendere i diritti di tutti i bambini. Farlo vuol dire difendere i diritti d’ogni essere umano, quindi di noi tutti.
Scrive Hans-Georg Gadamer in "Erziehung ist sich erziehen": "Per iniziare, sostengo: l'educazione (Erziehung) è educare se stessi (sich erziehen), la formazione (Bildung) è formare se stessi (sich bilden)". "Educare è educarsi", contiene il testo di una bellissima e lucida conferenza tenuta dal filosofo di Heidelberg all'età di novantanove anni. In essa vengono anzitutto trattati due grandi temi: la formazione e l'educazione dell'uomo. Il successo editoriale in Germania è dipeso anche dal linguaggio colloquiale con cui sono affrontati i problemi relativi alla scuola, all'infanzia, alla gioventù, all'essere genitori, allo studio delle lingue, ma anzitutto ai modi dell'educare. Gadamer li declina partendo dal fatto che, per diventare degli esseri "educati", occorre imparare a "educare-se-stessi" prima ancora che la famiglia, la scuola e la società contribuiscano a farlo. Il volume è curato da Mario Gennari, che ne è anche il traduttore. Alla sua Postfazione segue una Glossa di Giancarla Sola.
Con la riforma costituzionale del 2001 si è entrati in una nuova fase delle politiche dei servizi alla persona e alla comunità. In particolare si è accentuato il processo di regionalizzazione e localizzazione delle azioni organizzative, rendendo più complesso individuare i caratteri unitari del modello italiano che, per tali ragioni, si è trovato più esposto alla crisi finanziaria pubblica iniziata nel 2008. Tre gli obiettivi di questo volume: definire l'analisi dei caratteri storico-istituzionali della svolta del 2001; indicare, a scopo didattico, alcuni schemi e metodi di studio e analisi delle politiche messe in atto nei vari ambienti operativi; proporre una serie di monografie su alcune aree problematiche dei servizi, sociali, sanitari ed educativi. Il libro si rivolge ai professionisti che operano nel settore, con particolare riguardo ad assistenti sociali, educatori professionali, pedagogisti e psicologi.
Nella nostra società iperconnessa è importante interrogarsi sulla relazionalità della persona. Il pensiero di Viktor E. Frankl, fondatore della logoterapia, offre una prospettiva molto efficace per riflettere sul ruolo delle relazioni e dei legami nell'esistenza umana proprio nel contesto odierno, segnato dall'influsso dell'individualismo e della mentalità consumistica. Questo volume, che nasce dal convegno interdisciplinare promosso dalla Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce e dall'Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana (A.L.Æ.F.), raccoglie i contributi di studiosi ed esperti che uniscono le analisi teoretiche alle proposte operative. In effetti, i dinamismi relazionali sono esaminati dai punti di vista dell'antropologia filosofica e della pedagogia, efficacemente integrati dalle testimonianze di chi è impegnato nel settore dei disagi psicologici, delle dinamiche familiari, dei minori costretti a vivere al di fuori della propria famiglia e della tossicodipendenza. Scritti di: A.M. Favorini, A. Malo, F. Russo, W. Vial Mena, A. Gismondi, A. Iannini, A.M. Ruggerini, A. Urso.
Una voce dissonante interroga i processi storici in corso con una criticità appassionata, a partire dalla stretta correlazione tra educazione e cambiamento sociale. In questo libro, il primo di Carlo Alberto Torres proposto al lettore italiano, si legge l'educazione come un terreno sociale di conflitti e lotte, al bivio tra cultura e potere, sulla scorta della "Pedagogia degli oppressi" di Paulo Freire. Proprio nel rapporto tra conoscenza e interesse politico si sostanzia la causa e la possibile soluzione a quell'esigenza pedagogica di cui la nostra contemporaneità è intrisa. Ad una globalizzazione troppo spesso omologante, l'autore contrappone, sapientemente, un multiculturalismo che sia in grado di valorizzare la differenza e un'educazione emancipatrice, capace di fornire gli strumenti per costruire autonomamente un presupposto di libertà; scevra da quella "conoscenza colonizzante" che non offre alcuna possibilità di riscatto. «I confini della scuola sono stati infranti, i muri degli istituti di istruzione non sono in grado di proteggere i bambini da influenze esterne e, forse, buona parte del processo di insegnamento/apprendimento ha cessato di avvenire nelle scuole. [...] Questi non sono, tuttavia, cambiamenti culturali improvvisi, bensì il prodotto di processi covati da tempo, frutto di numerose rotture di parole, miti e di dolorosi cambiamenti di valori».
L'opera nasce da esperienze di gruppi di lettori appassionati che decidono di intraprendere un percorso di condivisione degli effetti della lettura. L'autrice, grazie alla sua capacità di animare le pagine, è stata invitata in diversi contesti: biblioteche, associazioni, parrocchie che racconta nella prima parte del libro: far incontrare persone che, a partire dalle proprie rubriche affettive di titoli, possono condividere i sentimenti della lettura. Nella seconda parte del libro, l'autrice espone un possibile sentiero tracciato dal pensare, fare, raccogliere le esperienze, corredato di "schede operative" che aiutano coloro che desiderano arruolare o condurre gruppi di lettori "per piacere" e quindi socializzare, attraverso la convivialità, dell'esperienza della lettura.
Come insegnare a tuo figlio a essere paziente? Come fargli piacere gli spinaci? Come metterlo a dormire tranquillo per tutta la notte? Come avere un bambino e, insieme, una vita propria? Pamela Druckerman, giornalista e madre, distilla in questa guida di facile lettura per genitori la lezione del suo precedente libro, "Il metodo maman", in cui raccontava la bravura delle mamme francesi nel crescere bambini bene educati, conservando per sé tempo libero e buon umore, e cercava di capire, attraverso le esperienze di vita della propria giovane famiglia a Parigi, come i francesi riescano a ottenere i loro risultati. "Maman giorno per giorno" offre una miscela di suggerimenti pratici e di principi guida per aiutare i genitori a trovare la propria strada. E accanto ai suoi consigli, sperimentati sul campo, troverete le migliori ricette di cucina prese dai menu degli asili di infanzia parigini, nonché i disegni della illustratrice francese Margaux Motin.
Il libro, basandosi sul dibattito che negli ultimi anni anche in Italia ha posto in relazione le scoperte delle neuroscienze cognitive con l'insegnamento, presenta un'idea di fondo: l'apprendimento come capacità di fare previsioni. Di questa idea indaga le ragioni e i presupposti teorici e declina i meccanismi di formazione (ripetizione, memoria e imitazione). Il punto di arrivo è una prima descrizione di cosa significhi, nei contesti formativi, far sviluppare nello studente la capacità di fare previsioni. Una proposta didattica che invita alla ricerca e alla sperimentazione.
Il presente libro si propone i seguenti obiettivi: analizzare i valori che sono alla base della formulazione delle politiche e della legislazione sull’istruzione in Cina; introdurre la struttura di base delle politiche e della legislazione sull’istruzione in Cina; presentare le politiche educative che sono le pietre miliari dello sviluppo dell’istruzione cinese; sottolineare quattro aspetti di rilievo, ovvero le politiche dell’internazionalizzazione dell’istruzione, dell’istruzione privata, dell’apprendimento per la vita e della formazione degli insegnanti.
Il libro è articolato in otto capitoli. Il primo affronta la base teorica delle politiche dell’istruzione in Cina, dal punto di vista del ruolo, della qualità e dell’equità dell’istruzione. Il secondo presenta la storia e la struttura del sistema legislativo dell’istruzione cinese, nonché tre leggi e legislazioni importanti. Il terzo capitolo offre un’introduzione dettagliata del profilo e della pianificazione dello sviluppo dell’istruzione in Cina, che hanno una profonda influenza sulla riforma e sullo sviluppo dell’istruzione cinese. Il quarto capitolo è incentrato sulle politiche dello studio all’estero e sull’internazionalizzazione dell’istruzione superiore in Cina. Il quinto offre un’analisi dettagliata della storia, dello sviluppo attuale, e della legislazione e delle politiche dell’istruzione privata in Cina, considerando sia le difficoltà sia le opportunità che ci attendono in futuro. Il sesto capitolo passa alle politiche dell’apprendimento per tutta la vita. Il capitolo sette presta particolare attenzione al sistema della formazione degli insegnanti e alla legge sugli insegnanti in Cina. Nell’ultimo capitolo sono presentate le caratteristiche della politica e della legislazione sull’istruzione in Cina dal punto di vista dei contenuti, del processo e dei valori.
Il volume si presenta come un testo di notevole impegno, in quanto integra apporti di natura differente (filosofici, pedagogici, psicologici) al fine di impostare in maniera solida e fondata pratiche educative dirette allo sviluppo del carattere. Quest’ultimo deve essere inteso non solo come qualità morale della persona, ma anche come maturità personale sul piano delle competenze sociali, culturali e professionali. L’impianto si basa su un approccio antropologico ben strutturato, attento agli sviluppi più recenti sia teorici, sia operativi di impostazione aristotelico-tomista.
La sua possibile valorizzazione si prospetta assai aperta: dai percorsi formativi universitari nei vari ambiti di natura filosofica, pedagogica e psicologica; alla formazione continua degli educatori, degli insegnanti, degli psicologi; alla preparazione iniziale di quanti intendono avviarsi a professioni di natura educativa. Il lavoro colma una lacuna assai vistosa dell’ambiente culturale italiano e più in generale delle culture non anglosassoni.
(M. Pellerey, Prefazione).
Come consideriamo i nostri bambini? Come li educhiamo? Come coltiviamo le doti che possiedono da sempre, fin da quando sono neonati? Sappiamo riconoscerle, o lasciamo che siano le nostre personali ambizioni a determinare ciò su cui vale la pena "investire"? Forse, noi stessi non siamo minimamente diventati quello che volevamo diventare. E, allo stesso modo, presi dalla frenesia e dall'ansia da prestazione che caratterizza la nostra società, rischiamo di non vedere e non rispettare i talenti presenti nei nostri bambini, o di "fraintenderli", fuorviati da un'idea sbagliata di talento e intelligenza. Sulla base di questa riflessione, i due autori invitano a superare modelli educativi obsoleti e criteri di selezione che tendono a confondere le predisposizioni e i talenti con i voti alti in pagella. Oggi, fatichiamo, imbrigliati come siamo in schemi educativi vetusti e in un'idea di successo superficiale, ad apprezzare l'iniziativa e il carattere individuale del bambino. Ci limitiamo a esprimere un giudizio di valore in base a come svolge i compiti affidatigli o le informazioni che immagazzina, senza riconoscere e valorizzare il suo reale potenziale. Tuttavia, anche la ricerca neuroscientifica oggi conferma che il bambino, ogni bambino, è già competente, è "dotato", fin dalla nascita. Pertanto la questione non è come educarlo, bensì scoprire, e portarlo a scoprire, i suoi "tesori nascosti".