Questa concezione aristocratica ed esclusiva della ricerca è vista in altro modo da Laura Ortolani Serafini. Già nell'avvio con il doveroso, ma quanto infrequente, riconoscimento di copaternità e comaternità del lavoro alle tante persone che con lei hanno lavorato per anni. Poi per il terreno in cui si è insediato e sviluppato il suo Laboratorio: quello della scuola. E infine per l'orizzonte planetario di attività che ne ha costituito e ne costituisce la sostanza. Il lavoro di gruppo: anche questo modo di operare, così spesso tedioso e burocraticamente applicato per insabbiare idee ed iniziative, viene da Laura, nel tempo, esteso a persone ed esperienze diverse si da diventare coinvolgimento di risorse umane ed intellettuali tese al fare anziché al non-fare; all'ideare, al pensare, al proporre e soprattutto al realizzare. È questa forse una visione meno olimpica del valore spesso trasmesso nei giovani per cui l'importante sarebbe partecipare; ma è invece quello più solido e robusto per cui oltre a partecipare, e senza necessariamente dover vincere, l'importante è anche conseguire risultati e progresso.