Perché un libro come questo? Per chi? Sono domande che ci siamo posti quando è stato chiesto di pubblicare in forma scritta alcune delle omelie registrate di don Pietro Cesena, che da alcuni anni vengono ascoltate un po' in tutta Italia (e anche altrove). Il libro nasce dalla insistenza dei molti che hanno scritto lettere affinché di queste parole, che hanno dato speranza a tanta gente negli ultimi anni, resti la memoria scritta, nella speranza che possano fare ancora un po' di bene. Le parole qui trascritte parlano la lingua della gente comune e illuminano con la Parola di Dio la quotidianità della vita di ogni giorno. Ogni mercoledì mattina, il don approfondisce, insieme a diverse persone, il Vangelo della domenica successiva in una bellissima cripta dedicata allo scrutare le Sacre Scritture. Qui il Vangelo proclamato nell'Assemblea, e accolto nell'intimo dei fratelli presenti, si fa carne, concretezza per la vita; e questa esperienza ha il potere di trasformare la situazione esistenziale di chi ascolta. Quello che viene riportato alla domenica è frutto di questa preparazione e dell'eco scaturita dall'incontro con i fratelli presenti. Chi potrà apprezzare questo scritto? Sicuramente chi si sente escluso dalla Chiesa e dall'amore di Dio, non degno e peccatore, ma che è alla ricerca di un punto fermo per dare certezza al proprio destino. Queste sono omelie di un peccatore che ha trovato in Gesù Cristo il perdono e il richiamo quotidiano alla possibilità di essere una nuova creatura. Se queste parole potranno aiutare qualcun altro, potremo dire che la fatica non è stata vana.
Questo «Millennio» rappresenta la prima edizione integralmente tradotta dal latino, annotata e con apparati filologici, di un'ampia selezione dell'innografia cristiana d'Occidente costituitasi a partire dal IV secolo e proseguita poi in età moderna fino ai nostri giorni. Si tratta dei testi entrati nella Liturgia horarum iuxta Ritum Romanum, cioè nel corpus approvato e utilizzato nella liturgia delle Ore dalla Chiesa cattolica di rito romano. A parte Ilario di Poitiers, della cui produzione sono stati tramandati solo sparuti inni frammentari, il più antico innografo è sant'Ambrogio, vescovo di Milano, operante negli ultimi decenni del IV secolo. I suoi testi poetici e quelli dei primi secoli dell'innografia cristiana sono preghiere in metrica latina, ma con caratteristiche già volte a ritmi di indole più popolare. Gli inni cristiani d'Occidente coniugano forme della poesia latina classica con i temi e i contenuti più cari al Cristianesimo. Per questa mescolanza di sacro e profano non hanno avuto vita facile in alcuni periodi, soprattutto nell'alto Medioevo, avversati talvolta dagli ordini monastici più rigidi e anche dalle autorità ecclesiastiche, che in certe fasi storiche ritenevano solo la parola di Dio, dunque solo Antico e Nuovo Testamento insieme, degna di essere pronunciata o cantata nella liturgia. Ciò nonostante, la tradizione innografica si è via via consolidata, anche per la sua grande forza di coinvolgimento dei fedeli. Ed è interessante vedere come gli inni cambino il loro aspetto letterario nel corso dei secoli. Per esempio nel Rinascimento, a parte il ricorso a forme metriche più eleganti e ricercate, entrano in gioco addirittura personaggi della mitologia classica accanto alle figure della religione cristiana. Dunque la stratificazione del corpus innografico è arrivata a contenere tutti gli aspetti della spiritualità e della devozione cristiane assunti nel trascorrere dei secoli, nelle forme che la sensibilità culturale dei vari periodi storici ha richiesto. Nel XVII secolo gli inni vengono ordinati e attentamente revisionati da una commissione istituita da papa Urbano VIII. Questa fase di assestamento è anche il momento in cui avvengono gli ultimi ingressi di rilievo nel corpus, che comunque ha continuato, seppur più sporadicamente, ad arricchirsi fino al Concilio Vaticano II. Il volume è curato da Federico Giuntoli, che già è stato fra i curatori della "Bibbia" nei «Millenni» (ora anche in edizione economica). Oltre al delicato lavoro di traduzione, ha cercato di attribuire ogni inno al suo autore e di descrivere i processi editoriali delle singole tradizioni testuali. Completano il volume una serie di indici e un ricco apparato iconografico: ogni inno viene infatti illustrato con gli incipit delle sue notazioni gregoriane originali, e undici tavole fuori testo riproducono pagine di innari e antifonari da manoscritti medievali.
Una iniziazione alle vie della preghiera: della preghiera personale e, soprattutto, della preghiera liturgica, ecclesiale. Una iniziazione alla verità perché la preghiera - e il suo vertice, l'eucaristia - è il luogo epifanico della verità: Dio si rivela in tutta la luce della sua gloria, e cioè del suo amore e l'uomo, in tutta la sua notte, e cioè in tutta la sua indigenza di amore, non si nasconde. Dio e l'uomo si incontrano nella verità. Non è lo storico della preghiera e della liturgia a parlare in questo libro. Ma l'uomo di fede - lo avverti in ogni pagina -. Un uomo che prega, che abita incessantemente la preghiera. Un uomo che partecipa regolarmente e appassionatamente al culto della Chiesa, che lo vive con tutto il suo essere. Che lo vive estasiato. E che quindi può iniziarti, da teologo - «è teologo chi prega», ci ricorda Evagrio - al suo mistero. Solo chi ha "patito" le cose divine può diventare guida al mistero, mistagogo. Evdokimov ti prende dunque per mano e piano piano ti conduce - anche con l'apparato storico e patristico delle sue conoscenze - nella fornace di fuoco dell'eucaristia. Lì dove fai esperienza del Regno che è già venuto, che sempre viene e che verrà.
Ilario di Poitiers è stato anche poeta. Suo è il Liber hymnorum, primo innario cristiano in lingua latina. Ilario lo compone negli ultimi anni di vita, e in esso riversa tutta la sua sensibilità culturale, molto arricchitasi negli anni di esilio in Oriente: validamente vi coniuga l'intelligenza della fede nicena e della polemica con gli ariani, la familiarità con la pagina biblica e l'evidente formazione retorica della scuola tradizionale. Così echi classici, citazioni scritturistiche, dichiarazioni conciliari si miscelano, accanto a veri neologismi linguistici; il Liber appare difatti segnato da una netta scelta di originalità e da una qualità poetica complessa, non oscurata dalla frammentarietà della tradizione. Questo volume si offre quale studio complessivo del Liber hymnorum, a un secolo dalla sua ultima edizione commentata. La struttura è in tre parti: introduzione, testo critico con traduzione e commento. Nell'introduzione è descritto il contesto storico-religioso, oltre che la pregressa innografia cristiana; vi si presentano poi le fonti e i criteri per la nuova edizione, una dettagliata analisi metrica, i temi teologici del Liber e le ipotesi di una sua resa liturgica. Il commento affronta, procedendo ad verbum, le questioni filologiche, di lingua e stile, di contenuto. E' così valorizzata una produzione poetica tanto singolare e significativa, prima del suo genere in Occidente.
Il nuovo sussidio liturgico-pastorale di Avvento e Natale per seguire e condividere il cammino della Chiesa nell'Anno liturgico. Il sussidio è così strutturato: - Introduzione al tempo liturgico di Avvento e Natale. - Lectio divina e catechesi sul vangelo domenicale, attualizzazione del testo biblico domenicale e proposte di evangelizzazione. - Proposte di riflessione sulle musiche natalizie per la liturgia. - Proposte di preghiera personale per la sera. - Riferimenti liturgici per i riti Romano e Ambrosiano. - Rosario di Avvento e di Natale. - Novena di Natale e celebrazioni delle solennità. - Veglia di Natale. - Proposta di lettura per il tempo di Avvento e Natale e per rinsaldare il nostro rapporto con Gesù. - Proposta cinematografica per approfondire il tema della relazione con l'altro.
Va bene tutto, ma no, il latino no! È questa la frase che spesso sente ripetere chi va ad assistere alla Messa in Rito Antico. Ma la differenza tra questa e quella riformata dal Concilio Vaticano II si riduce soltanto a una mera questione linguistica? La risposta non può che essere negativa. Ricostruendo la storia e analizzando l'ordinamento liturgico e il significato profondo del cosiddetto Vetus Ordo, Massimo Cicero dimostra come il suo contenuto teologico sia molto più aderente alla millenaria Tradizione cattolica rispetto alla nuova Messa, per molti versi snaturata dall'ansia di modernizzazione che ha contraddistinto la Chiesa negli ultimi decenni. Questo pamphlet, vibrante e documentato, è un atto d'amore per quella che è stata la Messa di san Francesco, di san Pio da Pietrelcina, di santa Teresa. Un atto d'amore per la Verità, per l'antica liturgia, per la profondità del silenzio, per l'universalità del latino e del canto gregoriano, per quel Santo Sacrificio che riesce a toccare le corde più profonde dell'animo umano.
Blocco-calendario a foglietti staccabili. Per ogni giorno dell'anno si può trovare: il santo; una preghiera o una riflessione sul tema dell'Eucaristia; le indicazioni delle letture della Messa; il ritornello del Salmo responsoriale. I testi proposti seguono questi temi: Riflessione sul Vangelo Santi e autori spirituali Papa Francesco San Pier Giuliano Eymard Lettere Pastorali dei vescovi Padri della Chiesa Vergine Maria.
Solo dal recupero del tesoro della Sacra Liturgia sarà possibile operare una vera e propria rinascita della fede cattolica.
Pane Quotidiano è un bimestrale che consente di avere la Parola di Dio di ogni giorno sempre a portata di mano, per la preghiera personale, in famiglia, in comunità.
Come vivere la Santa Messa attraverso l'esperienza mistica di Catalina Rivas. Rivelazioni di Gesù Cristo e di Maria Santissima.