Il Te Deum è un inno particolarmente usato nella liturgia ed è grande la sua ricchezza semantica. Partendo dalla prospettiva teologica, liturgica e musicale, l'Autore tratta l'inno come la forma in cui la liturgia condensa da un lato la comprensione della gloria di Dio, e dall'altra la celebra con elementi metaculturali che si trasmettono di generazione in generazione.
Nel suo studio l'autore espone la storia della concelebrazione eucaristica in Occidente, attraverso il contatto diretto con le fonti patristiche, liturgiche, magisteriali e canoniche, tenendo conto della mentalità di ciascun'epoca per evitare di giudicare la storia partendo da acquisizioni teologiche più recenti. Il percorso storico arriva fino al dibattito prima e durante il Concilio Vaticano II e prende in esame il rito della concelebrazione nella sua prima stesura del 1965 e come si trova oggi nella terza edizione tipica del Messale Romano del 2008. Non mancano indicazioni per la pratica del rito, con accenno alla problematica attuale delle celebrazioni con grandi numeri di concelebranti.
Il Cantico dei tre giovani nella fornace ardente, comunemente conosciuto come il Cantico di Daniele, è uno dei testi biblici più frequentemente usato nella liturgia. Dai primi secoli del Cristianesimo il Cantico ha goduto di grande fama ed è stato presente in celebrazioni cardini, quali la Vigilia di Pasqua, la Vigilia di Pentecoste e le Vigilie delle Quattro tempora. Nonostante le varie riforme nella storia della Liturgia delle Ore, il Cantico non ha perso mai il suo posto nelle Lodi della domenica e di molte feste e solennità. L'autore di questo libro sostiene che, l'interpretazione della salvezza dei tre giovani dal fuoco della fornace alla luce della risurrezione di Cristo ha fatto del Cantico dei tre giovani un inno pasquale. L'uso del Cantico in vari contesti liturgici non solo attesta la sua popolarità nella liturgia cristiana, ma mostra anche come la comunità cristiana abbia usato questo testo biblico per far emergere lo spirito pasquale delle celebrazioni nel quale esso è usato.
Il testo della preghiera diretta dal ministro straordinario con la partecipazione dei presenti.
Presentiamo di San Basilio quindici omelie, sufficienti a conoscere la sua fede nel Signore e nella sua parola. Sono il frutto di una seria formazione retorica e di una "carità pastorale" che sa mettersi in sintonia con chi ascolta: sia con la gente comune che frequenta la chiesa, sia con i suoi presbiteri, sia con chi conduce vita ascetica nei monasteri da lui fondati e seguiti con continua, instancabile sollecitudine.
Lo scenario della Chiesa di oggi, riformata secondo le applicazioni del Concilio Vaticano II, presenta un mosaico di "criticità" che non sfuggono ai fedeli e agli studiosi più competenti. Esse non hanno risparmiato - anzi vi trovano il loro focus - la Liturgia, culmine e fonte della vita di fede nella sua espressione culturale e sacramentale (Sacrosanctum Concilium, 10). Soprattutto dopo l'abdicazione di Benedetto XVI, essa rischia ulteriori improprie manipolazioni che diventano abusi. Nel presente saggio viene analizzato sul piano filosofico e teologico lo status quaestionis, in ambito liturgico, della crisi che viene da lontano ma caratterizza l'ultimo cinquantennio. Vengono quindi sviluppati in termini essenziali alcuni dei punti rilevanti di un dibattito ancora aperto, da diffondere ed allargare, al fine di alimentare una "pastorale" secondo la tradizione che è vita e giovinezza della Chiesa.
Il IX Volume delle Omelie del Mattino di Papa Francesco raccoglie omelie tenute nella Cappella della Domus Sanctae Marthae dal 9 dicembre 2016 fino al 30 maggio 2017. L'insieme di questi pensieri offerti dal Santo Padre formano delle vere e proprie catechesi e contribuiscono all'educazione del popolo di Dio attraverso gli insegnamenti della Parola che grazie a lui diventa semplice e fruibile a tutti proprio perché contestualizzata nella vita di tutti i giorni.