Editoriale
La «strategia del silenzio» conduce alla disfatta
di Roberto de Mattei
2
Attualità, politica e società
Infanticidio in corsia
di Fabrizio Cannone
4
Aldo Moro, 40 anni dopo. Chi sa, taccia per sempre
di Luciano Garibaldi
8
Notizie
Germania – Sette Vescovi contro la Comunione ai protestanti
di Corrispondenza Romana
11
USA – Vescovo propone processione eucaristica pro-life
di Corrispondenza Romana
11
Germania – Facebook oscura account di storico cattolico
di Corrispondenza Romana
11
Cina – Quelle “fantasie” nel libro Bianco sulle religioni
di Corrispondenza Romana
12
UE – Gli Europei bocciano le politiche migratorie dell’Unione
di Corrispondenza Romana
12
Francia – No dei Vescovi a eutanasia e suicidio assistito
di Corrispondenza Romana
12
Dossier
Aborto: ecco perché dire no
di Tommaso Scandroglio
14
A norma di legge…
di Giacomo Rocchi
17
Aborto e gnosi. Solo pannicelli contro il mostro…
di Marisa Orecchia
20
Diciamo ‘no’ ad una legge ingiusta
di Alfredo De Matteo
23
Noi, sopravvissuti alla 194…
di Chiara Chiessi
26
Numeri di morte
di Chiara Chiessi
29
Dare vita al futuro – Intervista a David Cordaro
di Gemma della Torre
32
Arte e Cultura
Interno di un laboratorio di doratura del telaio
di Francesca Bonadonna
34
Gaudenzio Ferrari. Un genio del Rinascimento
di Michela Gianfranceschi
64
Albrecht Dürer. Adorazione della Ss. Trinità
di Sara Magister
69
Simboli cristiani nelle chiavi
di Magister Clavarius
73
Fede, Morale e Teologia
Il senso della sofferenza umana
di card. Raymond Leo Burke
36
Mons. Sheen, «l’amico della Madonna»
di Marco Mancini
41
Storia
Il «suicidio dell’Europa civile»
di Massimo de Leonardis
45
Card. Josyf Slipyi. Dal gulag all’esilio
di Claudio Meli
48
Un’unione siglata col sangue
di Claudio Meli
52
Tesori d'Italia
Taranta Peligna. La Madonna della Valle
di Amelio Pezzetta
55
Taranta Peligna. La devozione
di Amelio Pezzetta
60
Taranta Peligna. La processione
di Amelio Pezzetta
62
Recensioni
Escolios
di Gianandrea de Antonellis
78
Depositum Custodi. Schema di Costituzione dogmatica sulla salvaguardia dell’integrità del Deposito della Fede
di Gianandrea de Antonellis
78
L’Ordine Sacro e altri aspetti del munus sanctificandi della Chiesa
di Gianandrea de Antonellis
79
Pagine di storia militare delle Due Sicilie
di Gianandrea de Antonellis
79
Lettere
Dalla FIVET alla clonazione
80
Agenda
Festa patronale di San Secondo
81
Corsa dell’anello
81
Festa di Nostra Signora dell’Annunziata
81
In vista di un anniversario atteso e temuto: «CredereOggi» ne parla: francamente. Chiesa, amore e vita, come si cambia? Tema fondamentale, che intercetta cultura, pastorale, teologia, medicina, stili di vita... Si riaccende la discussione: proposta per approfondire e ipotizzare nuovi percorsi La condizione «divisa» della coscienza credente La distanza tra visione ecclesiale e vissuto contemporaneo della sessualità.
A due mesi dagli eventi del maggio 1968, che avevano innescato, tra l'altro, la cosiddetta «rivoluzione sessuale», Paolo VI firma e promulga la sua settima e ultima lettera enciclica, conosciuta universalmente come "Humanae vitae". In quel testo papa Montini sintetizza la dottrina della Chiesa sulla genitorialità responsabile, sul valore della vita umana, sulla bontà dell'amore coniugale. La Lettera mette in guardia dai limiti della tecnica, che non può da sola risolvere i grandi problemi dell'uomo; ricorda la necessità della rinuncia nella vita morale e i pericoli dell'egoismo; smaschera il pericolo dell'aborto, cui porterebbe una mentalità anti-natalista a oltranza; fa intravvedere i grossi rischi indotti dal consumismo. Le tematiche poste dall'Humanae vitae vanno ben oltre le questioni della sessualità e del controllo della natalità. Nell'enciclica si affrontano due visioni del mondo, due concezioni della persona umana, del significato del corpo, della creazione, dell'autonomia della libertà umana. Sono due nozioni della coscienza e dell'autorità, e anche - per così dire - due visioni differenti di Dio. Nuova traduzione con testo latino a fronte.
Che cosa rende ogni essere umano unico e irripetibile? Che cosa gli appartiene così intrinsecamente che niente e nessuno potrà mai strapparglielo? Che cos'è e come può essere definita la dignità di una persona? Esiste una morte "dignitosa"? Intorno a queste e ad altre domande sulla vita umana, la modernità appare lontana dalla religione, quando non in aperto dissidio con la sua morale. Eppure, scrive Spaemann, «la dignità non è una qualità biologica dell'uomo. La dignità è il fondamento dell'uomo, spiega l'esistenza di diritti e doveri, della libertà e della responsabilità. La dignità ha in sé qualcosa di trascendente, di sacro, di religioso, perché solo "rappresentando" l'Assoluto l'essere umano possiede ciò che chiamiamo "dignità"». Dal "diritto" di morire all'esistenza dell'anima, dal legame dell'amicizia alla dimensione della felicità, dall'amore alla sessualità, Spaemann sottopone la modernità a una critica paziente, stimolante, costruttiva, andando al fondo della ricerca di senso che tocca tutti noi, con un linguaggio di encomiabile limpidezza.
“Facendosi carico della vulnerabilità umana, l’etica del genere è un approccio critico che intende rovesciare l’immagine delle persone come esseri autonomi, razionali e indipendenti con lo scopo di rendere le norme di riconoscimento più inclusive”.
Traduzione di Federico Lopiparo
«Se l’evoluzione è vera, c’è ancora spazio per Dio?». Questa è la domanda, complessa, da cui muove il testo di Francis Collins, genetista di fama internazionale e scienziato tra i maggiori degli ultimi decenni. Accennando al proprio personale percorso di vita, che lo ha condotto dall’agnosticismo alla scoperta di Dio, Collins afferma che tra scienza e fede – pur così diverse tra loro – può esistere una profonda armonia, ed esprime con il termine “BioLogos” (da Bios, ‘vita’, e Logos, ‘Parola’) la convergenza tra la comprensione offerta dalla scienza contemporanea del mondo della vita e l’idea di un Logos, di una Parola creatrice che la fondi.
FRANCIS COLLINS (Staunton, 14 aprile 1950)
Genetista statunitense. È celebre per essere stato direttore dello Human Genome Research Institute, che ha elaborato l’ambizioso Progetto Genoma Umano. Nel 2009 è stato nominato da Papa Benedetto XVI membro della Pontificia Accademia delle Scienze. Dallo stesso anno è direttore dei National Institutes of Health negli Usa. In italiano è tradotto Il linguaggio di Dio, in cui Collins ha proposto il concetto di BioLogos.
Cinquant'anni dopo la pubblicazione di Humanae vitae, il suo messaggio profetico rimane più attuale che mai. Tra i primi ad aver capito il significato profondo del documento di Paolo VI e ad averlo spiegato in modo coerente e convincente era la discepola di Ludwig Wittgenstein e autorevole filosofa di Oxford e Cambridge, Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe. Il volume raccoglie quattro dei suoi interventi più incisivi che aiuteranno il lettore a scoprire le intenzioni profonde e il significato perenne del testo magisteriale pubblicato ormai mezzo secolo fa.
Sommario
3 Editoriale Riccardo Cascioli
6 La pagina dei lettori
7 La versione di Barra Gianpaolo Barra
8 Rassegna stampa
10 Crisi della fede, Olanda a rapporto Lorenzo Bertocchi Abstract
16 Chiese in rosso Marta Petrosillo
18 Culle vuote, Italia alla deriva Vincenzo Sansonetti Abstract
20 Bambini senza diritti Benedetta Frigerio
22 Rosario Livatino, un vero giudice antimafia Andrea Zambrano Abstract
25 Verrà un giorno Serafino Tognetti
26 Nostra Signora di Mariazell Rino Camilleri
28 Pillole di apologeticq Gianpaolo Barra
41 Anime vittima Saverio Gaeta
44 L'interpretazione della Bibbia Nicolò Tarquini
46 Prove che non si trovano Umberto Fasol
48 Leone Magno e la Quaresima Maurizio Schoepflin
50 La trasgressione di non concedersi Giovanni D'Ercole Abstract
53 La clonazione è tra noi Giacomo Samek Lodovici
56 L'inevitabile ateismo Mario Iannaccone
58 Parole proibite Andea Zambrano
59 Don Camillo sul crinale - Olio di Stalla Lorenzo Bertocchi
60 Biblioteca Vincenzo Sansonetti
61 Secolo senza Grazia Nicola Canali
62 Catechismo Stefano Biavaschi
62 Il Magistero Claudio Crescimanno
63 Vivaio Vittorio Messori
Dossier
Humanae vitae, la pietra d’inciampo AA. VV. Abstract
Le sorti di un'enciclica Aldo Maria Valli
Storia e contestazione di una profezia Renzo Puccetti
Un insegnamento certo e immutabile Giorgio Carbone
Il cuore dell'amore Tommaso Scandroglio
Nuova edizione aggiornata
Facendo riferimento al più recente dibattito bioetico, il volume ricostruisce i percorsi attraverso i quali si sono definiti i criteri etici, deontologici e giuridici che orientano le scelte quando sono in gioco questioni dal decisivo impatto sulla vita di tutti. Tra queste, le decisioni sulle cure e l’accesso a tecniche che incidono sulla procreazione (interruzione della gravidanza, procreazione medicalmente assistita).
L’analisi consegna al lettore l’immagine di significativi passi compiuti nella direzione di un diritto volto a garantire che i soggetti non cessino mai di essere considerati persone. Ma mostra anche che molti sono ancora i passi da compiere per individuare linee d’azione compatibili con la nostra Costituzione.
Il testo vuole incarnare una possibile mediazione tra universi culturali lontani ed essere una lettura propedeutica per chi intenda addentrarsi nella tematica, lasciando che la fede cristiana s’interroghi liberamente sul ‘gender’. Un approccio sereno e critico sia alla cultura laica di genere – della quale si esaminano i nodi principali – sia a quella cattolica, con l’intento di superare le reciproche diffidenze e cercare insieme una verità umanizzante per tutti. L’obiettivo è gettare delle basi condivisibili su cui costruire una sintesi teologica più ampia. Un testo che, nell’esaminare i nodi teoretici, volge lo sguardo alla recente campagna ‘anti-gender’, cercando di fornire le coordinate utili a svelenire il clima e muoversi al suo interno con padronanza di lessico e concettualità. In questo senso, l’opera vuole essere uno strumento per formatori, pastori e attivisti che vogliano introdursi nella complessità senza scorciatoie, per cogliere la ricchezza del ‘pensiero di genere’: nell’orizzonte della promozione di un benessere comunitario e individuale.
Damiano Migliorini è dottorando in Scienze Umane all’Università di Verona, specializzato in Scienze Religiose, ‘Recognized Visiting Student’ a Oxford nel 2016 e Durham nel 2017. Docente di Filosofia e Storia, Casco Bianco nel 2014, ha pubblicato alcuni contributi teologici e filosofici in riviste scientifiche italiane e internazionali. Tra i suoi testi: L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi (con B. Brogliato, 2014), Lineamenti di cristeologia (2017), Eternal Immolation (2017), Relations. Ontology and Philosophy of Religion (curato con D. Bertini, Mimesis 2018).
Molte donne, ma anche tanti uomini, adulti, ma anche tanti giovani, chiedono alla chirurgia plastica di correggere un profilo, di dare più personalità a un volto, di sottolineare una parte del corpo ritenuta inadeguata rispetto ai modelli correnti e ai propri desideri. Sarebbe intuitivo porre un confine di ragionevolezza fra gli interventi richiesti da malformazioni o incidenti che hanno alterato l’aspetto o la funzionalità di una parte del corpo e quelli che non hanno una funzione terapeutica. Tuttavia, le cose sono più complesse. La persona vive il proprio corpo come un’esperienza profondamente unitaria, in un continuo rimando di interiorità ed esteriorità. Non sempre, per tante e diverse ragioni, il nostro volto riesce ad esprimere ciò che siamo e ci sentiamo di essere: un naso troppo pronunciato, le orecchie ad ansa, una rete di rughe anzi tempo non sono certo patologiche e dovrebbero, anzi, essere accolte come peculiarità personali, ma talora possono creare disagi, ostacoli alla vita sociale e ansia.
Il confine tra giusto e ingiusto potrebbe allora essere posto altrove, risolvendo la dualità ambigua del termine «persona», che in origine indicava la maschera che copriva il volto degli attori nel teatro greco e romano e conferiva loro l’aspetto più appropriato per impersonare, appunto, un ruolo.
Si può allora tracciare un confine fra una chirurgia che aiuta un volto ad esprimere con pienezza la verità della persona e una chirurgia che, noncurante dell’interiorità, delle storie, della vita, sa solo creare e ripetere all’infinito maschere senz’anima?