La duplice fedeltà alla terra e al cielo nell'unica persona dell'uomo responsabile che crede e che pratica la giustizia: in dialogo con Italo Mancini la cifra ermeneutica della responsabilità viene qui proposta come chiave di volta per una ripresa religiosa e culturale dell'Occidente, la cui storia e identità sono intrecciate alla verità del Cristianesimo. Questo orientamento fondamentale, che rilancia la questione veritativa in prospettiva storico-dinamica, consente un'efficace incursione nei territori della salvezza teologica, riconoscendone la strutturale correlazione con la storia.
A venticinque anni di distanza dalla prima edizione il saggio di Pierangelo Sequeri appare di immutata attualità: è diventato un classico, un longseller. Il segreto di questa vitalità sta nel suo attestarsi sul nucleo centrale del cristianesimo, che rischia di essere perso di vista in un tempo confuso come il nostro. Questo saggio può essere considerato come una riflessione, geniale e originalissima, sullo sguardo di Dio e su ciò che esso suscita nell'uomo. A tale sguardo, per definizione, è impossibile sottrarsi: è una buona notizia o una scoperta inquietante? Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, avverte il sentimento della possibile ambiguità di Dio: dietro un volto in apparenza buono e promettente, egli ne cela forse uno preoccupante e minaccioso. Questo sospetto alimenta la paura, perché ci fa sentire nudi ed esposti a un occhio che scruta implacabilmente la nostra inadeguatezza. E così che l'esperienza religiosa universale immagina Dio, al modo di un Faraone strapotente, nello stesso tempo e senza criteri apprezzabili prodigo di favori e dispensatore di disgrazie. È la religione della paura e dell'assoggettamento servile. Gesù dissipa le nebbie di questa ambiguità con un'inaudita folgorazione sulla verità di Dio, quella che spesso ci si rassegna a considerare pura illusione: Dio, fin dalla creazione del mondo, e dopo ogni colpa, è passione inestinguibile e tenera cura per l'uomo. È questa, e solo questa, l'intenzione di Dio che il Figlio rivela restituendo al desiderio di vivere poveri, ciechi, zoppi, lebbrosi e peccatori. Fino alla misura colma della morte in croce per riscattare dalla loro schiavitù i devoti della religione della paura. Gratuità senza riserve, pura grazia la cui accoglienza è questione di vita o di morte.
In questo saggio di etica politica che attinge a filosofia e teologia, a psicologia e letteratura, Angelo Cassano riflette su quei valori fondanti della cultura democratica – cura, gentilezza, libertà, pluralismo – che sono la bussola della vita sociale, politica ed economica e che ci consentono di relazionarci con l’altro da noi creando legami di fiducia, rispetto e solidarietà per una società e un futuro di speranza, non di paura.
«Questo libro vuole essere a un tempo un viaggio nel cuore dell’essenzialità e una parola di speranza. Solo i valori fondanti della cultura democratica – cura, gentilezza, libertà, pluralismo, educazione – hanno la forza di illuminare il nostro cammino di singoli e di comunità, contrastando le paure e ricucendo le ferite del nostro tempo. Ci dicono chi siamo e dove andiamo: nella vita privata e in quella pubblica, la visione di noi stessi e del mondo, insieme ai nostri comportamenti, svelano se il nostro approccio relazionale è di natura democratica o totalitaria. Solo dove prevalgono valori di cura, e non di indifferenza, di servizio, e non di potere, di con-cittadinanza, e non di esclusione, è possibile costruire una società aperta, responsabile e ospitale».
Angelo Cassano
San Tommaso d’Aquino negava l’Immacolata Concezione, ma non per questo era eretico. E per secoli, nella storia della Chiesa, molte persone hanno vissuto la fede con espressioni che oggi sarebbero considerate poco ortodosse, ma ciò non ha impedito loro di essere cristiani migliori di altri.
La tradizione teologica ha saputo distinguere tra eresie materiali e formali, cioè involontarie e consapevoli. In questo libro si parla solo delle prime, delle eresie inconsce che nel cattolicesimo attuale possono da un lato distruggere l’identità cristiana e dall’altro mettere in discussione la preziosa pluralità che tiene la Chiesa lontana dai rischi del «pensiero unico».
Sommario
Introduzione. Conviene che ci siano «eresie»? I. Negazione della vera umanità di Gesù. II. Negazione della «eminente dignità dei poveri nella Chiesa». III. Falsificazione della croce di Cristo. IV. Deturpazione della Cena del Signore. V. Trasformare il cristianesimo in una dottrina teorica. VI. Negazione dell’assoluta incompatibilità tra Dio e il denaro. VII. Presentare la Chiesa come oggetto di fede. VIII. La divinizzazione del papa. IX. Clericalismo. Oblio dello Spirito Santo. Conclusione. Io peccatore mi confesso.
Note sull'autore
José Ignacio González Faus, gesuita e teologo spagnolo, è stato docente di Teologia sistematica alla Facoltà di Teologia della Catalogna (Barcellona) e all’Università Centroamericana di El Salvador. Ha diretto la rivista Selecciones de Teología ed è attualmente responsabile dell’area teologica del Centro de estudios «Cristianismo y Justicia» di Barcellona. Autore di numerosi libri e articoli scientifici, ha pubblicato con EDB I poveri, vicari di Cristo. Testi della teologia e della spiritualità cristiana (1995).
«La filosofia non ha che una sola mèta e un solo principio: conoscere sé stessi e diventare simili agli dèi. Il principio è la conoscenza di sé stessi, la mèta è la somiglianza agli dèi»: così, alla fine del mondo antico, l'imperatore Giuliano esprimeva il senso del filosofare classico, da Pitagora e Platone in poi. Questo senso oggi è perduto, per cui il mondo contemporaneo, privo tanto della conoscenza di sé quanto di quella di Dio, vaga smarrito nell'alienazione. Il nostro tempo è infatti funestato da due false scienze, la psicologia e la teologia. La prima dà a intendere di conoscere l'uomo, ma non ne conosce l'essenza, che è spirito; la seconda dà a intendere di conoscere Dio, ma ne propone in effetti solo accidentali immagini, frutto del determinismo psichismo e di parole umane spacciate per divine. «Non ci sono date oggi che menzogne», scriveva perciò Simone Weil.
Come per i volumi precedenti dei Saggi teologici anche questo titolo deve essere inteso come una specie di leitmotiv, che riecheggia in libere variazioni attraverso la maggior parte degli articoli)qui raccolti. Solo uno d'essi fa risuonare il motivo espressamente, anch'esso senza la pretesa di esaurirne le intrinseche potenzialità. Per quest'intero libro composto di saggi è circostanza caratterizzante invece che l'oggetto principale sia abbordato dai lati più diversi, che sovente esso s'affacci ad inattese svolte del cammino e si presenti in modo nuovo allo sguardo. Esiste sì una luce centrale, ma ne divengono visibili solo diverse irradiazioni. Forse uno spirito assetato di sistematicità, che vorrebbe senz'altro costruire, dai frammenti, una totalità, potrebbe mettere in ordine le pietruzze e poi comporle in un mosaico. L'autore diffida di tali intraprese, che vogliono trar fuori il mysterium dal suo nascondimento ed esibirlo svelato. Dio abita in una luce inaccessibile. Il tema tuttavia, intorno a cui ci si aggira senza pretese, è tale da interessare in modo centrale Chiesa e cristiani. Nel divergere dei due aspetti uniti nel titolo sta il motivo d'ogni minaccia e d'ogni atrofia del cristianesimo attuale. E poiché è assai difficile congiungere rinnovatamente gli aspetti, una volta che siano stati separati, preferibilmente cerchiamo di considerarli dalla sfera donde hanno origine, nella quale essi, fecondandosi eternamente in modo reciproco, stanno intrinsecati l'uno nell'altro.
La riforma non si compie mai col reincollare i pezzi rotti; ma: «Dal tronco di Isai germina un pollone, e un germoglio spunta dal suo ceppo».
Filippo
Carmelitana scalza, l’Autrice indaga la profonda sintonia con Adrienne von Speyr, donna, medico e mistica dotata del carisma della profezia. Queste pagine sono quindi scritte «tentando», verbo giustificato attingendo all’ottica di Adrienne, secondo la quale il sì di Maria è il prototipo della fecondità cristiana e solo dentro questo sì il Figlio di Dio può diventare uomo. Il cristiano, allora, non può fare di più che «tentare», ma è in questo tentativo che l’autentica vita contemplativa, intesa come apertura totale a Dio, non solo appare fruttuosa come la vita attiva, ma diventa la base indispensabile di ogni agire cristiano nel mondo.
La fatica della vita di Adrienne è ben conosciuta, sia nella fanciullezza sia nella maturità della vita, ma si compenetra con il luogo che Dio le ha donato ed assegnato nella Chiesa e nella teologia. Qui bisogna puntare, secondo l’Autrice, per comprenderla e per mettere in luce la sua missione, quale luogo aperto all’epifania di Dio.
«Se il Carmelo è spazio in cui abita Dio, Adrienne pure è spazio in cui abita Dio».
Prima edizione mondiale, in italiano e in inglese, delle pagine inedite (1921) della Montessori sul peccato originale. - Un testo che, smentendo una errata interpretazione, mostra come per la Montessori la dottrina cristiana del peccato originale non sia in contraddizione con il suo metodo educativo, che ha rivoluzionato il modo di far scuola.
Quali sono gli effetti della perdita di fede nella modernità? Karen Armstrong ci accompagna in un coinvolgente viaggio dalle origini all’evoluzione della fede. Partendo dal significato primordiale del “credo” e dalla tradizionale distinzione tra mythos e logos, l’autrice racconta la storia delle religioni ebraica, cattolica e islamica fino a giungere all’era moderna, in cui l’uomo, schiavo della ragione scientifica e sempre più distante dal mito, perde il senso sacro della vita. Ma come ci siamo arrivati? La saggista britannica, attraverso le riflessioni di Cartesio, Hobbes, Pascal e Nietzsche, ripercorre il cammino che ha portato alla supremazia di un logos svincolato dal mito, invitandoci infine a ricercare il senso del divino nella nostra vita, senza il quale l’uomo precipita facilmente nella disperazione.
La riflessione teologica e spirituale di papa Francesco, non estranea a una sensibilità filosofica, storica e politica, è maturata in dialogo con la vita e la pastorale all’interno di un’osmosi costante tra esperienza e pensiero.
Il suo approccio mostra infatti la capacità di riconoscere lealmente le questioni e di affrontarle tramite un paradigma teologico specifico, quello della misericordia. In altri termini il metodo di Bergoglio – inteso come frutto di una sua sintesi originale e, quindi, come un modo di avvicinare le questioni e i conflitti – sembra configurarsi come un insieme di strumenti teologici – e antropologici – estremamente utili e innovativi per ascoltare quello che lo Spirito dice alla Chiese, in modo particolare in Italia, nel nostro tempo. Contributi di: José Luis Narvaja, Fabrizio Mandreoli, Enrico Galavotti, Gerard Whelan, Anna Canfora, Sergio Tanzarella, Marco Giovannoni, Matteo Prodi.
Sommario
Abbreviazioni. Introduzione (F. Mandreoli). I. Un avvicinamento alla comprensione dell’immagine «mitica» di popolo: Bergoglio, Guardini e Dostoevskij (J.L. Narvaja). II. Un approfondimento sull’orizzonte e su alcune radici «europee» della teologia di papa Francesco (F. Mandreoli). III. Jorge Mario Bergoglio e il concilio Vaticano II: fonte e metodo (E. Galavotti). IV. Il metodo teologico e pastorale di papa Francesco (G. Whelan). V. Il metodo di Bergoglio: conseguenze per la teologia (A. Carfora - S. Tanzarella). VI. Il metodo di Bergoglio: conseguenze per la pastorale e la vita della Chiesa in Italia (M. Giovannoni). VII. Fonti, metodo e orizzonte di papa Francesco a partire dai quattro principi. Applicazioni pratiche per l’oggi (M. Prodi). Bibliografia essenziale su papa Francesco. Autori. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Fabrizio Mandreoli, presbitero della diocesi di Bologna, è docente di Teologia fondamentale e Storia della teologia alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna. Ha studiato a Bologna e Milano e ha approfondito gli studi di teologia, storia e lingue semitiche a Francoforte, Boston e Gerusalemme. Dopo aver svolto attività pastorale nelle carceri e in diverse comunità parrocchiali, oggi si occupa prevalentemente di formazione giovanile e dialogo ecumenico e interreligioso. Tra le sue pubblicazioni recenti: Giuseppe Dossetti (Il Margine 2012) Viaggio intorno al mondo. Un’esperienza di ricerca tra fedi, identità e trasformazioni umane (con G. Cella, Zikkaròn 2019).
Una lucida analisi delle opportunità che l’esperienza e le virtù cristiane possono offrire a una società secolare e a una laicità scosse nelle loro fondamenta. Il testo – scritto da uno dei massimi filosofi contemporanei – è, al tempo stesso, una riflessione per recuperare, valorizzandoli, i princìpi religiosi alla base dello stesso universo democratico laico, ma anche una ripresentazione del cattolicesimo rivolta ai tanti che ne hanno dimenticato la logica che lo struttura e le ragioni che lo alimentano.
Un pensiero che giunge «dall’altra parte del mondo», che fa tesoro del meticciato culturale e il cui valore non dipende da una più o meno marcata somiglianza o prossimità con la riflessione europea e nordatlantica.
In questo libro Francesco Anelli prende in esame il pensiero teologico latinoamericano evidenziandone la ricchezza e la capacità di creare, in vari ambiti del sapere, sempre nuove sintesi vitali sul piano filosofico, teologico e soprattutto pastorale.