La sesta edizione italiana, basata su Frank Cartwright Global Edition, presenta diverse interessanti novità di rilievo rispetto alla precedente. Innanzitutto, si è intervenuti su tutto il testo con modifiche mirate a renderlo più chiaro, semplificando in più parti l'esposizione originaria. In questo senso, le modifiche più rilevanti sono state introdotte nel Capitolo 13 sulla Concorrenza imperfetta che è stato completamente riorganizzato. In secondo luogo, per cercare di renderla ancora più vicina alla realtà dell'Italia e dell'Europa, in quasi tutti i capitoli sono stati introdotti nuovi esempi e nuovi box Naturalista economico tutti espressamente riferiti all'Italia o all'Europa.
Sia il mercato sia lo stato hanno fallito nella loro essenziale missione. Gli stati moderni sono diventati predatori, proteggendo la proprietà piuttosto che promuovendo l'uguaglianza. Il mercato si è arreso a un ethos prossimo a quello che il filosofo francese Michel Foucault definirebbe barbarico. Cambiamenti marginali in politica non saranno sufficienti a porre rimedio all'attuale crisi di fiducia. Ciò che è necessario un "cambio radicale dei paradigmi", un mutamento nei modelli mentali prevalenti e nei comportamenti sociali che da essi derivano. Il fenomeno della generosità, analizzato prendendo le mosse dalle forme esplicite del dono e in maniera comparativa con il fenomeno dello scambio economico, rivela lati inaspettati, che costringono a un riesame dei valori che fanno da baricentro alla società. La generosità, ben lungi dall'essere un fatto soggettivo e limitato alla sfera delle interazioni private, estende la sua sfera d'azione a tutto il tessuto sociale e si pone come forza gravitazionale e innesco di forme di riconoscimento e di riconoscenza, indispensabili affinché la società possa avere luogo. Molto prima delle leggi, che regolano i rapporti tra cittadini, e molto più estesamente dei rapporti economici, che muovono le relazioni tra soggetti dotati d'interesse, la generosità si trova alla base dello stare insieme dei soggetti civili, siano essi persone o istituzioni. La generosità è perciò fenomeno originario che non ha bisogno di altro per essere giustificato.
Anche le religioni sono sottoposte a un cambiamento incessante. Oggi siamo dinanzi a una secolarizzazione e a una "religione" del mercato. E se è vero che fra religione ed economia non vi è rapporto causale, ci troviamo spesso di fronte a un consumatore religioso, a un orientamento dato dal mercato e al problema della sostenibilità delle attività religiose. Religione ed economia rimangono ordini simbolici autonomi e distinti anche se entrambi agiscono nella coscienza e nei mondi vitali delle persone. Il destino delle religioni e dell'economia è stato, è, sarà, sempre separato. Nessuna religione apparterrà mai a un sistema economico poiché esse non sono morali e non sono attori del mercato, bensì sono dimensioni della vita personale. Sempre più si presentano però in concorrenza in quello che potremmo definire il "mercato delle religioni". In questo libro le religioni appaiono nel loro volto multiforme e nelle loro infinite sfaccettature e l'economia è una dimensione culturale che molti pretendono si costituisca come una "fede" capace di modellare la vita individuale e sociale.
Il fisco conosce per nome e cognome tutti coloro che non pagano le tasse scavando ogni anno un buco di 180 miliardi nel bilancio dello Stato. Con i dati di cui dispone potrebbe stanarli subito, costringendoli a restituire quanto hanno rubato alla collettività. E sarebbe così in grado di abbassare la pressione fiscale sui contribuenti onesti. L’evasione è il cancro della nostra economia. Ma basta passare in rassegna le leggi che dovrebbero combatterla per capire che in Italia la lotta a un fenomeno senza uguali in altri paesi è solo una farsa. Il sistema è congegnato proprio per consentire ai contribuenti infedeli di non rischiare nulla. Perché i ladri di tasse sono anche elettori. E votano compatti come nessun’altra categoria. Perciò, sono protetti da una potentissima lobby politica. Che ha il suo zoccolo duro nel centrodestra. Livadiotti lo dimostra svelando chi ha scritto, proposto e votato quelle leggi che lasciano certezza di impunità agli evasori. Il lavorio di Berlusconi & Co. ha dato i suoi frutti: uno studio condotto in esclusiva per questo libro fa vedere come l’evasione sia sempre salita con i governi di centrodestra e scesa quando a comandare era il centrosinistra. E la lobby che ha fatto gli interessi dei contribuenti infedeli ha ottenuto il suo tornaconto. L’analisi dei flussi elettorali dal 1994 al 2008 dice che il voto degli evasori è sempre stato alla base dei successi di Berlusconi. Fino al 2013, quando i ladri di tasse sono passati armi e bagagli con Beppe Grillo. Scandalo nello scandalo, la casta della politica ha concesso un formidabile privilegio ai suoi rappresentanti in parlamento. Se un comune mortale guadagnasse quanto loro, la sua aliquota media arriverebbe al 39,4. Quella di Lor Signori è appena del 18,7 per cento.
Stefano Livadiotti è una delle firme più note de “L’Espresso”: da venticinque anni si occupa di economia e di politica con inchieste, interviste e reportage. Per Bompiani ha pubblicato L’altra casta. L’inchiesta sul sindacato (2008; tascabili Bompiani 2009), Magistrati. L’ultracasta (2009; tascabili Bompiani 2011), I senza Dio. L’inchiesta sul Vaticano (2011; tascabili Bompiani 2013).
Raccolta di riflessioni alla luce della Caritas in veritate e della Lumen fidei. Lavoro dall'impatto immediato, che può essere letto tutto d'un fiato e centellinato nei momenti più diversi, secondo le attese del momento.
Negli ultimi anni, quelli della crisi economica e delle crescenti difficoltà di accesso al credito delle banche per i soggetti più deboli, il fenomeno del microcredito non solo registra uno sviluppo costante, ma ha raggiunto una dimensione quantitativa non più trascurabile. Il volume presenta i risultati dello studio più recente sul microcredito realizzato da Unioncamere, con il contributo di c.borgomeo&co. e di CamCom Universitas Mercatorum. Nel 2012 l'ammontare di credito concesso grazie a questo strumento ha superato i 115 milioni di euro e sono stati oltre 12 000 i soggetti destinatari dei prestiti, tra cui numerose famiglie, aiutate a fronteggiare impreviste difficoltà finanziarie, imprese e studenti, che hanno potuto accedere all'istruzione universitaria o ai corsi post laurea. Anche se il quadro normativo tarda a essere definito, il ruolo esercitato dal microcredito a favore dell'inclusione sociale dei soggetti non bancabili sembra ormai centrale, ed è per questa ragione che, come viene dimostrato da questo studio, una moltitudine crescente di soggetti realizza programmi differenziati per target e obiettivi.
La cultura è stata vista di volta in volta nei termini di bellezza che rinfranca e nutre lo spirito, oppure come bene economico che arricchisce il nostro benessere materiale, o come base per lo sviluppo di molte industrie creative. Per Santagata, essa ha valore ai fini della qualità della vita, e identifica una società più libera dal bisogno economico e più aperta ai valori della solidarietà, della cooperazione e della fiducia. L'idea innovativa insita in questa visione è che la cultura "per" lo sviluppo non si appiattisce sui mercati e sulle loro regole egoistiche, ma ambisce a promuovere equità e giustizia sociale. Un libro che porta a compimento il lavoro di anni durante i quali l'autore, forte delle esperienze svolte come consulente dei ministeri della cultura italiano e francese, è giunto a formulare la sua proposta di nuovo "Ministero per la cultura".
Negli ultimi anni il tema della comunicazione aziendale ha acquisito maggiore importanza sia nei contesti aziendali sia come disciplina di insegnamento universitario. Il volume, di stampo aziendalistico, risponde a questa esigenza ed è costruito per gestire in modo integrato gli strumenti della comunicazione analizzati in relazione alle diverse problematiche aziendali: organizzative, di mercato, economico-finanziarie e istituzionali.
Il volume presenta una "nuova storia economica" dell'Italia nei primi 150 anni di unità nazionale. Attraverso ua visione ampia dei successi e dei ritardi delle imprese italiane, dei lavoratori, dell'azione pubblica nel rispondere alle sfide del mutamento economico internazionale, il libro delinea le ragioni dell'attuale insoddisfacente risposta dell'economia Italiana alla "seconda globalizzazione". La prospettiva storica è essenziale per afferrare le debolezze presenti, come il divario Nord-Sud, il basso livello di capitale umano, il fragile sistema d'innovazione e l'inefficienza della pubblica amministrazione. Gli ultimi vent'anni di stagnazione rivelano radici antiche, i recenti shock aggravano i problemi irrisolti.
Nonostante il 70% degli americani abbia fiducia nel sistema fondato sulla libera iniziativa, lo Stato continua a crescere per dimensioni e competenze. I sostenitori dell'economia di mercato non sembrano in grado di fermare questa deriva, che potrebbe condurre gli Stati Uniti verso uno statalismo di stile europeo. Il motivo, secondo Arthur Brooks, sta nel fatto che i loro freddi argomenti statistici non convincono il cuore della gente: gli esseri umani sono intrinsecamente morali e, tra i ragionamenti materialistici a favore del capitalismo e gli argomenti moralistici a sostegno delle pur fallimentari politiche stataliste, essi sono empaticamente portati a scegliere questi ultimi. Affinché diventi vincente un'idea deve conquistare il cuore della gente. E ciò può richiedere molto tempo. Brooks spiega come il sistema capitalistico non sia solo superiore dal punto di vista scientifico e materiale, ma anche e soprattutto sotto il profilo morale. Il libero mercato, più di ogni altro sistema, garantisce giustizia e mobilità sociale e corrisponde alle preoccupazioni morali delle persone. Il "successo conquistato" per mezzo di rischi e sacrifici avvicina alla felicità e alla realizzazione personale molto più dell'assistenzialismo, capace solo di portare verso una spirale di dipendenza dallo Stato che non giova né all'animo umano né al tessuto sociale.
Questo volume della collana "A cesare e a Dio - gli incontri di Norcia" è dedicato alla crisi economica e alle possibili vie di uscita. Una strada impervia piena di ostacoli e di incognite ci aspetta per abbandonare questa difficile situazione economica, politica, sociale e legislativa. Superare la crisi è un'urgenza generale ma non basta. Occorre per superare questo momento difficile fare tesoro dell'esperienza passata e riavviare un meccanismo di crescita e sviluppo che non prescinda da un etica dei comportamenti condivisa e da una nuova stagione delle riforme necessarie per riavviare il volano del lavoro e dell'economia. Il profitto e il mercato, fuori da un codice di comportamento di ordine morale, si ritorcono inevitabilmente contro l'uomo e quindi contro il bene comune. L'imperativo è quindi quello di trovare strade che ci conducano fuori dalla crisi terribile che attanaglia il nostro paese in armonia con un codice etico e con una rinascita culturale e politica.