Tra il 1934 e il 1944, Hitler e Mussolini si incontrarono diverse volte in Germania e in Italia. Questi eventi vennero celebrati dalla propaganda di entrambi i regimi come tappe nodali mentre la stampa internazionale li osservò con enorme attenzione, contribuendo a diffonderne il sinistro fascino in tutto il mondo. Nonostante il loro clamore e il loro enorme peso, in genere gli storici hanno dedicato poca attenzione alla relazione diretta tra i due dittatori, concentrandosi spesso su aspetti più specifici e legati alla dimensione nazionale. In realtà, questa relazione fu tesa, complessa ed esercitò un fortissimo peso nella diplomazia internazionale, nella preparazione della guerra e nelle decisioni strategiche dei due paesi. Spesso anche ben al di là delle reali intenzioni del Duce e del Führer. Fu, dunque, la relazione tra due uomini, due dittatori, a cambiare il corso della storia europea del XX secolo. Le pagine di questo libro la raccontano nei suoi aspetti più intimi e finora trascurati e lo fa in un momento in cui i timori e le preoccupazioni sulla gestione dei rapporti tra paesi tornano prepotentemente sulla scena pubblica.
La storia di Roma e del suo impero raccontata attraverso la vita di dieci uomini e del loro tempo: da Augusto, il fondatore, a Costantino, il cristiano, fino a Romolo Augustolo, ultimo simulacro del potere imperiale.
I palazzi che costellavano il colle Palatino a Roma erano una delle meraviglie del mondo antico. Decorati con il giallo della Numidia, il viola frigio, il grigio greco, il granito egizio, il bianco marmo italiano, non potevano che affascinare e meravigliare i loro visitatori per la ricchezza e la bellezza unica. Da queste stanze, per secoli, gli imperatori governarono quello che chiamavano il mondo, un enorme regno che nel momento della sua massima espansione si estendeva dalla Britannia all’Iraq. Fu una sfida imponente per tutti coloro che furono a capo dell’impero e che si trovarono ad affrontare invasioni e rivolte, guerre, congiure di palazzo, relazioni con popoli lontani e sconosciuti, nuove religioni rivoluzionarie, disastri naturali ed epidemie. Essere l’imperatore di Roma fu un compito così gravoso che soltanto in pochissimi si rivelarono all’altezza.In queste pagine Barry Strauss racconta i dieci imperatori che si rivelarono i migliori e i più abili: dal fondatore, Augusto, fino a Costantino. Un percorso che guiderà il lettore a conoscere i più importanti uomini che hanno prodotto, guidato o subito le alterne fortune di Roma per oltre quattro secoli.
Il Medioevo, quello tradizionalmente compreso tra la fine del V e la fine del XV secolo, deve esse¬re visto come un periodo molto più positivo di quel che si è creduto per tanto tempo. Ne sono stati protagonisti sovrani, principi, condottieri, filosofi, letterati, santi e pontefici, le cui vite e gesta questo saggio si propone di far rivivere. Una delle caratteristiche più significative e affascinanti del Medioevo visto attraverso i suoi uomini e le sue donne più celebri, è l'apparizione di nuove figure di eroi, anche femminili: la donna ha infatti potuto conoscere una condizione diversa, superiore a quella di ogni altro essere umano, quella della santità, che stabilì in un certo senso una sorta di uguaglianza tra i sessi. Un viaggio affascinante nel Medioevo, che fa rivivere al lettore le avventurose storie di chi ne ha plasmato, nel bene e nel male, il carattere.
Alcuni dei personaggi presenti nel libro: Gregorio Magno; Marozia; Guido D'Arezzo; Matilde di Canossa; San Francesco d'Assisi; Federico II di Hohenstaufen; Bonifacio VIII Benedetto Caetani; Cimabue; Marco Polo; Dante Alighieri; Giotto di Bondone; Francesco Petrarca; Cola Di Rienzo; Giovanni Boccaccio; Caterina da Siena; Giovanna II di Napoli; Vittorino Da Feltre; Girolamo Savonarola; Giovanni Picco Della Mirandola; Cristoforo Colombo; Ezzelino III da Romano; Cangrande I Della Scala; Sigismondo Pandolfo Malatesta; Federico Da Montefeltro; Borso D'Este; Gian Galeazzo Visconti; Filippo Maria Visconti; Francesco Sforza; Cosimo il Vecchio De' Medici; Lorenzo De' Medici detto Il Magnifico.
Solo una nazione, solo la Spagna, è riuscita a liberarsi dal dominio musulmano e a difendere con eroismo il patrimonio di fede, di cultura e di civiltà ereditate dall'epoca romana. Nel 1492 una coppia di re d'eccezione, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, porta a termine la riconquista, annette Granada, trasforma la Spagna in una nazione moderna, crea scuole e università di eccellenza, forma un'amministrazione efficiente, attua una capillare riforma della chiesa che anticipa di mezzo secolo il concilio di Trento e che genera uno stuolo di santi. Con la scoperta dell'America i Re Cattolici - e gli spagnoli tutti - proiettato nel Nuovo Mondo la fede, l'eroismo e la forza della loro tradizione. In nome della fede e della cultura, che sempre la segue, la cattolica Spagna studia e documenta tutte le lingue e le usanze delle tante popolazioni amerinde che incontra e costruisce in America una rete di università e conventi che inseriscono nell'alveo della civiltà greco-romana un intero continente. America Latina si dirà. La Spagna che realizza con pochi uomini e in poco tempo un'impresa epica, deve molto all'intervento del cielo. Maria e Giacomo accompagnano la storia della penisola dai tempi della prima evangelizzazione. Da quando Maria, la Virgen del Pilar, appare a Giacomo a Saragozza, a quando la Morenita, la Vergine di Guadalupe, appare all'indio Juan Diego per riversare un fiume di grazie sui suoi figli americani. Una storia unica.
Un mare chiuso, un mare di passaggio, una frontiera tra Oriente e Occidente; un mare che ad un tempo unisce e divide; nell’Adriatico si sono intrecciate e sovrapposte molteplici vicende di natura politica, culturale, religiosa, nazionale. Anche i mari hanno una storia, come ci ha insegnato Braudel con il suo grande Mediterraneo. Questo libro ci racconta la storia dell’Adriatico dall’antichità a oggi: storia dei popoli che vi si sono affacciati, che da sponda a sponda hanno commerciato e navigato, hanno imposto il loro dominio, come Bisanzio e poi Venezia e gli Ottomani; e volta a volta hanno convissuto o si sono scontrati, come l’Impero asburgico e l’Italia, il mondo occidentale e il mondo comunista, i paesi generati dalla ex Jugoslavia. Una storia millenaria di rotte e traffici, guerre e convivenze, che compone il ritratto di una civiltà che si è fatta sul mare, grazie al mare.
Questo catalogo accompagna l'omonima mostra allestita a Roma, presso il Parco archeologico del Colosseo dal 27 settembre 2019 al 29 marzo 2020, sulla civiltà fenicio-punica, la sua espansione nel Mediterraneo, i suoi rapporti con Roma. Tutto illustrato a colori, con testi brevi e puntuali, il catalogo ripercorre le sezioni della mostra, dalla navigazione all'urbanistica, dai riti funebri ai gioielli, narrando la nascita e la lunga parabola storica di una città splendida e potente. Le vicende di Cartagine e Roma, strettamente intrecciate, costituiscono un lungo percorso narrativo che si snoda dalla fondazione dell'Oriente fenicio passando per la storia della città e dei suoi abitanti, l'espansione nel Mediterraneo e la ricchezza degli scambi commerciali e culturali nella fase che va dalle guerre puniche all'età augustea, sino a giungere alla complessità del processo di romanizzazione che ha portato Roma ad annientare, nel 241 a.C., quella che era ormai considerata un'entità molto problematica. A seguire è narrata la rifondazione della nuova colonia Iulia Concordia Carthago, dotata di edifici spettacolari e lussuose abitazioni private, famose ovunque per la ricchezza dei loro mosaici policromi, alcuni dei quali esposti in mostra; infine si dà conto del nascente cristianesimo, di cui Cartagine è in seguito diventata il centro propulsore, e si chiude con un'appendice sulla riscoperta della città alla luce dell'immaginario moderno e contemporaneo.
L'apertura degli Archivi vaticani relativi al pontificato di Pio XI ha concesso alla storiografia di approfondire gli studi sulla posizione della Santa Sede e su quella di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano, in merito alla Seconda Repubblica spagnola (1931-1936) e al conflitto che si concluse con la vittoria dei nazionalisti di Francisco Franco. Il sacerdote siciliano seguì attivamente, seppur a distanza, i risvolti della guerra civile che sconvolse il paese iberico dal 1936 al 1939, analizzando la vicenda e affidando le proprie riflessioni a quotidiani e lettere private. I documenti presi in esame mostrano i tentativi dell'esiliato don Sturzo di mettere fine alle violenze antireligiose, spingere la Chiesa a disimpegnarsi dal sostegno al campo franchista e a promuovere un negoziato che ripristinasse la pace religiosa, politica e sociale. Emergono le iniziative del movimento pacifista cattolico europeo, le attitudini delle autorità ecclesiastiche spagnole e i timori vaticani durante il pontificato di papa Ratti.
Il 10 luglio 1941, a Jedwabne, un paese di circa tremila abitanti nel nord est della Polonia, una folla di cattolici uccise la maggior parte dei loro vicini di casa ebrei. Il numero delle vittime varia a seconda delle stime: da trecentoquaranta a milleseicento. Qualunque sia la cifra corretta, pochissimi ebrei sopravvissero. Utilizzando asce, bastoni e coltelli, la folla assassinò in piazza circa quaranta uomini. I restanti ebrei - uomini, donne e bambini, molti dei quali neonati - furono ammassati in un fienile nella periferia della città. Poi, mentre la folla osservava con scherno le future vittime, vennero sbarrate le porte e l'edificio fu dato alle fiamme. Morirono tutti. Le case degli ebrei furono saccheggiate. La giornalista polacca Anna Bikont ha ricostruito nei dettagli questo crimine, dando al tempo stesso conto del tentativo da parte delle famiglie dei discendenti degli assassini, dei politici di destra, degli storici, dei giornalisti e dei sacerdoti cattolici di nascondere nei decenni l'accaduto, deviando la colpa sui nazisti o perfino sulle stesse vittime. Un crimine doppiamente efferato ricostruito attraverso le voci dei protagonisti. Una riflessione sulla memoria collettiva: cosa succede a una società che rifiuta di ammettere una verità che distrugge la sua buona coscienza? Come convivere con un passato cosí orribile?
Sergio Luzzatto racconta qui l'avventura di un numero sorprendente di bambini ebrei, scampati alla Soluzione finale e rifugiati nell'Italia della Liberazione: circa settecento giovanissimi polacchi, ungheresi, russi, romeni, profughi dopo il 1945 tra le montagne di Selvino, nella Bergamasca. E racconta l'avventura di Moshe Zeiri, il formidabile ebreo galiziano che, ponendosi alla guida dei bambini salvati, consentirà loro di rinascere da cittadini del nuovo Israele. Questa è la storia di una redenzione. Tragicamente privati di una famiglia, di una casa, di una lingua, irreparabilmente derubati di ogni loro passato, gli orfani della Shoah vedono dischiudersi, grazie agli emissari sionisti, la prospettiva di un futuro nella Terra promessa: un futuro da costruire tutti insieme, maschi e femmine, come in una grande famiglia riunita in un «kibbutz Selvino». I bambini di Moshe sono orfani della Shoah rinati alla vita nell'Italia della Liberazione. Sono giovanissimi ebrei d'Europa centrale e orientale sfuggiti allo sterminio nazista, che nel 1945 hanno incontrato un uomo come Moshe Zeiri: il militante sionista che fondò e diresse a Selvino, nella Bergamasca, l'orfanotrofio più importante dell'Europa postbellica. Falegname per formazione, teatrante per vocazione, Moshe faceva parte di un piccolo gruppo di ebrei a loro volta originari dell'Europa centro-orientale. Giovani immigrati in Palestina negli anni Trenta, che fra il 1944 e il 1945 hanno risalito l'Italia come soldati volontari nel Genio britannico, per cercare di salvare il salvabile. Se non il loro «mondo di ieri», la civiltà yiddish irrimediabilmente distrutta, almeno gli ultimi resti del popolo sterminato. Dopo il drammatico suo incontro con i bambini sopravvissuti, Moshe Zeiri li organizza a Selvino in una specie di repubblica degli orfani, e attraverso l'educazione sionistica li prepara a una seconda vita. Non più la vita rassegnata delle vittime, «laggiù», nelle terre di sangue della Soluzione finale, ma la vita libera e forte dei coloni di Eretz Israel, nella Terra promessa. D'altra parte, la storia dei bambini di Moshe è anche la storia di un'illusione. Perché dopo la guerra d'indipendenza del 1948, l'utopia del «kibbutz Selvino» avrebbe finito per scontrarsi, nello Stato di Israele, con la realtà di nuovi (e brutali) rapporti di forza.
Novembre, 1848. Pochi giorni dopo l'assassinio del suo primo ministro avvenuto nel cuore di Roma, papa Pio IX si ritrova prigioniero del suo stesso palazzo: l'onda rivoluzionaria che sta sconvolgendo l'Europa sembra poter mettere fine al potere temporale se non addirittura all'istituzione stessa del papato. Così, travestito da semplice parroco, Pio IX scappa da una porta secondaria e parte per l'esilio. Eppure, solamente due anni prima, la sua elezione aveva generato profondo ottimismo in tutta Italia: dopo il pontificato repressivo di Gregorio XVI il popolo guardava al nuovo, giovane e benevolo papa come all'uomo che avrebbe traghettato lo stato pontificio verso la modernità, persino favorendo la nascita di un'Italia unita. Dal desiderio di soddisfare i suoi sudditi e dalla paura, alimentata dai cardinali più conservatori, di provocare il crollo della Chiesa, scaturì un dramma fatto di intrighi politici, tradimenti, colpi di scena. David Kertzer porta in vita gli eccezionali protagonisti di queste vicende - Napoleone III, Garibaldi, Tocqueville, Metternich - e getta nuova luce sul declino del potere religioso in Occidente e sulla nascita della moderna Europa.
L' Italia esce dalla seconda guerra mondiale in rovina. Divisa, invasa ed economicamente disastrata, è una nazione che qualcuno dice abbia cessato di esistere. Solo quindici anni dopo, nel 1960, esplode l’economia: l’Italia del boom è il paese che cresce più velocemente nel mondo, mentre la società rurale scompare per far posto a quella industriale. John Foot racconta la nostra tumultuosa storia dal dopoguerra a oggi: dal silenzioso assorbimento dei fascisti nella società dopo il 1945 al regno di Silvio Berlusconi, dal picco artistico del cinema neorealista alla celebrazione del centocinquantesimo compleanno dell’Italia unita, queste pagine rispecchiano sia il lato corrotto che quello luminoso di un paese complesso. Se è vero poi che spesso sono i singoli individui a cambiare il corso della storia, John Foot racconta anche le vicende degli italiani comuni che hanno cambiato il loro paese: Franca Viola, la donna che rifiutò il matrimonio a dispetto delle convenzioni sociali; Don Milani, il sacerdote deciso a dare un’istruzione anche ai bambini più poveri; Franco Basaglia, lo psichiatra che disse no alle pratiche della repressione e della deumanizzazione; Roberto Rossellini, il cineasta che provò a costruire bellezza dal caos della guerra… Personaggi e luoghi indispensabili per comporre la storia del nostro paese dal 1945 a oggi.
Nessun Greco, come nessun Romano, ha mai immaginato un mondo senza guerre. Più che un’utopia, l’avrebbe ritenuta un’assurdità. Non che i Greci e i Romani fossero amanti della guerra, ma la guerra era parte della vita. Così come era possibile finire catturati dai pirati durante un viaggio in mare per essere venduti come schiavi in qualche mercato dell’Egeo, o cadere vittima di un’epidemia o di una carestia, oppure, semplicemente, morire in giovane età per mille motivi, così era nell’ordine delle cose umane incappare in una guerra, morire in battaglia o restare invalidi e girare in cerca di un’improbabile guarigione. Solo chi si prendeva cura della difesa dai nemici esterni ed era pronto, nella buona stagione, a marciare fuori dai confini per combattere contro il nemico, poteva aspirare a definirsi cittadino. Un libro dalla scrittura piacevolissima e appassionante, che ci avvicina all’universo mentale degli antichi e ce li restituisce, nella loro diversità, con profondo rispetto.