In occasione della mostra "I Farnese. Architettura, Arte, Potere" (Parma, Complesso Monumentale della Pilotta, 18 marzo - 31 luglio 2022) Electa pubblica un catalogo che rispecchia, per numero di contributi e imponenza dell'apparato iconografico, la monumentalità della mostra. Una selezione di quasi 300 immagini tra le opere esposte - provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane ed europee - illustra quelle che erano un tempo l'antica quadreria farnesiana, in cui erano custoditi i cento dipinti più importanti della collezione, con capolavori di Raffaello, Tiziano, Carracci, Correggio ed El Greco, e la celebre Wunderkammer, che, con i suoi eccezionali oggetti in oro, argento, ambra, cristallo di rocca e pietre dure, torna a rivivere negli spazi della Pilotta. Ampio spazio è dato anche alle imprese delle grandi fabbriche architettoniche e di urbanistica e allo sviluppo del territorio, con particolare riferimento ai principali interventi commissionati ad architetti del calibro di Vignola, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi e Michelangelo. Il volume, curato da Simone Verde, include inoltre 33 testi di 26 tra storici dell'arte e dell'architettura, professori, archeologi ed esperti di Casa Farnese . Contributi critici che, rimescolando un po' le carte rispetto all'andamento del percorso espositivo, ricostruiscono il contesto artistico, storico, politico di due secoli di una dinastia "all'italiana", dando forma a un grande racconto che spazia dalla committenza farnesiana agli incarichi e ai consulenti di corte, dalle forme del mecenatismo e i suoi protagonisti alla nascita delle grandi collezioni di pittura, antichità, numismatica, armature, glittica ed exotica, senza dimenticare il Teatro Farnese, opera-simbolo, testimonianza dell'intero progetto dinastico.
La città, con i suoi abitanti, il suo commercio, la sua arte, la sua identità mutevole e allo stesso tempo persistente, rappresenta il cuore della storia dell'uomo da oltre 7.000 anni. Sfogliando queste pagine percorriamo le strade di 100 città celebri, dall'antica Roma a New York, da Costantinopoli a Dubai, grazie anche alle splendide immagini, alle storie dei loro abitanti e agli aneddoti che hanno reso ogni luogo indimenticabile e, proprio per questo, eterno.
Il volume testimonia l'avanzatissimo stato di costruzione della Sagrada Familia dopo la consacrazione e il riconoscimento di basilica minor da parte di papa Benedetto XVI nel 2010. La vertiginosa altezza e complessità della chiesa di Antoni Gaudí è ora visibile a tutti. Fino al 1985 i lavori di cantiere erano proceduti molto lentamente e tra polemiche infuocate, i cui protagonisti internazionali spingevano perché la costruzione fosse conservata nello stato in cui l'aveva lasciata l'autore. La volontà di prosecuzione del progetto del grande catalano venne perseguita dai suoi discepoli, dalla Junta Constructora del templi expiatori de la Sagrada Familia, dai barcellonesi e dalle molte donazioni liberali che affluirono con continuità. Più recentemente vi hanno contribuito gli innumerevoli visitatori da ogni parte del mondo. Per statuto la basilica doveva essere costruita solo su base di donazioni. Jaca Book ha pubblicato diversi volumi su Gaudí e sulle sue architetture, divenendone il principale referente e interprete italiano. Sulla Sagrada Familia, in particolare, ha promosso coedizioni in più lingue con l'editore spagnolo Lunwerg. Quest'ultimo volume è il primo a segnalare in Italia lo stato avanzato del cantiere e a ripercorrerne la lunga storia.
Per qualità e quantità, i beni ecclesiastici rappresentano la componente più significativa del patrimonio culturale italiano. Tuttavia già da alcuni decenni questo immenso capitale religioso e artistico deve fare i conti con la sfida della secolarizzazione e con la complessità istituzionale e organizzativa degli enti ecclesiastici. In mancanza di interventi efficaci, i suoi tesori rischiano soluzioni improprie o, peggio ancora, di cadere in rovina. Se CEI e diocesi stanno reagendo con appositi uffici e azioni di sistema (come il censimento dei beni ecclesiastici, accessibile nel portale BeWEB), per gli ordini religiosi la situazione è più problematica. Eppure la posta in gioco è altissima: in che modo la società civile, il volontariato e gli enti pubblici possono concorrere a proteggere e valorizzare questo patrimonio immenso? Cosa si può fare per evitarne la dispersione e avviare invece una gestione corretta e sostenibile? Dopo una attenta e completa ricostruzione del quadro istituzionale e giuridico, il volume muove dalla rassegna delle esperienze maturate da alcune fondazioni per individuare gli ambiti più rilevanti o più critici degli interventi posti in essere e stabilire un insieme di buone prassi.
Le Gallerie Nazionali d'Arte Antica Barberini e Corsini, situate nel cuore di Roma e ospitate in palazzi di grande pregio architettonico, custodiscono opere di eccezionale valore che coprono un arco cronologico che va dal Duecento al Settecento. Pagina dopo pagina, attraverso i capolavori dei più grandi artisti italiani (Beato Angelico, Raffaello, Piero di Cosimo, Bronzino, Lotto, Tintoretto, Pietro da Cortona, Caravaggio, Bernini, Reni, Guercino, Batoni, Canaletto) si segue lo sviluppo dell'arte del nostro paese. Basti pensare alla Fornarina di Raffaello o alla Giuditta e Oloferne di Caravaggio. Non mancano i grandi maestri stranieri: Hans Holbein, El Greco, Rubens, Poussin, Mengs, Fragonard, Boucher. L'importanza dei due edifici e del formarsi delle loro collezioni in capo a due delle più illustri famiglie centro italiane, i Barberini e i Corsini, così strettamente legate alla storia del pontificato, sono trattate in un breve saggio introduttivo. Oltre alle 100 schede, sono descritti elementi di particolare rilievo che fanno parte dell'arredo dei palazzi, ad esempio la Scala elicoidale di Borromini e il soffitto affrescato da Pietro da Cortona con il Trionfo della Divina Provvidenza. Grazie all'accurata campagna fotografica intrapresa dalla Bibliotheca Hertziana e in seguito ai numerosi restauri degli ultimi anni, sarà possibile ammirare fin nei minimi particolari i dipinti e le sculture, tutti riprodotti a piena pagina. Le semplici ma dettagliate schede che accompagnano le immagini guidano il lettore alla comprensione dello stile e dell'iconografia di ogni pezzo, nonché forniscono notizie biografiche, storiche e stilistiche sugli autori. Si tratta della prima guida che include entrambe le Gallerie Nazionali, recentemente accorpate, e il prezzo volutamente contenuto rende il volume di grande interesse per tutti gli appassionati d'arte.
Piero della Francesca, indiscusso ed enigmatico emblema della pittura rinascimentale, nelle pagine di questo libro cerca di uscire dal suo silenzio e dalla sua apparente freddezza geometrica per raccontarci in quattro opere da lui eseguite il suo e il nostro tempo.
In dialogo con lui si porrà Francesco d'Assisi attraverso alcuni testi compilati duecento anni prima: parole che richiamano colori e forme dell'artista di Sansepolcro.
"L'intelligenza artificiale (ia) sta cambiando il mondo dell'arte. ma come si crea un'opera d'arte grazie a una macchina dotata di ia? cosa significano termini come «machine learning» e «deep learning»? Lo scopo del libro è quello di rispondere a queste e molte altre domande di grande attualità, offrendo al lettore una panoramica approfondita di come oggi l'Intelligenza Artificiale sia diventata uno strumento nella produzione di opere d'arte e un alleato nella ricerca, nella fruizione nel percorso di visita di una mostra. Il libro è strutturato in due parti. Nella prima viene spiegato come viene impiegata oggi l'IA nel mondo dell'arte, fino agli ultimi studi sul rilevamento delle nostre reazioni a livello cerebrale di fronte a un'opera artistica. La seconda parte è invece un invito alla scoperta dei pionieri nell'applicazione dell'IA grazie a una serie di interviste esclusive che comprendono il celebre musicista e produttore Brian Eno, François Pachet (Sony, Spotify), gli artisti Mario Klingemann, Mike Tyka, Anna Ridler e Mauro Martino; Piero Poccianti (dir. Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale); Julia Betancour (dir. Conservation Lab, Collection Solo, Madrid); Andrea Concas (Art Backers e Art Rights) e numerosi altri esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e della ricerca applicata.
Gli scarti della frutta e della verdura più comuni sono di fatto uno scrigno che cela un intero arcobaleno di sfumature. Si possono creare colori dai ciuffi di carota così come dalle scorze di melagrana o dalle bucce di mandarini. Insomma, possiamo mangiare e avere nuovi colori allo stesso tempo! Ma anche passeggiare nel bosco, raccogliendo corteccia e foglie, o piantare un vaso di fiori sul balcone ci riservano sorprese. Le cromie che Sasha Duerr ci insegna a ricavare dalla natura che ci circonda sono un patrimonio inestimabile e, in alcuni casi, hanno anche un incredibile potere salutare: per esempio i verdi ottenuti da lavanda, menta e rosmarino donano tavolozze suggestive e riposanti per l'occhio che li guarda. Le tinture naturali non sono mai piatte, cambiano in base alla luce e rispondono alle mutazioni dell'ambiente. Diversamente dai colori sintetici di un'unica tonalità, usciti così come sono da un tubetto, quelli naturali sono pieni di energia, vividi e unici. L'autrice ha ricavato colori vegetali da oltre 100 piante e fiori e raccolto in questo libro tutte le palette che ha ottenuto, offrendo così una guida illustrata e completa alle tinture naturali. "Sviluppare colori ricavati dalle piante ci incoraggia a riflettere sui limiti di produzione e consumo - limiti essenziali per la sostenibilità ecologica. Limiti che spesso stimolano la creatività."
«Lo studioso che si accosti a Jan van Eyck dovrebbe abbandonare saggiamente ogni certezza, persino ogni tentazione di raggiungere una certezza su questi problemi; ed è questa una severa prova per ogni studioso che cerchi di fare luce sull'artista amato, con il quale ritiene di avere ormai una lunga dimestichezza». È con tale lezione metodologica che Liana Castelfranchi si accosta alla figura problematica del celebre pittore (n. 1390 ca - m. 1441). Problematico in quanto solo 17 opere sono attribuibili a lui con certezza, e appartengono tutte al suo ultimo periodo (dal 1432 al 1439). Nel percorso tracciato dall'autrice, dalla complessità emerge la grandezza di Jan van Eyck. «Conoscitore di stoffe come un tessitore, dell'architettura, come un capomastro», fu un artista che operò sotto l'impulso di geniali soluzioni sperimentali. La pittura stessa si aprì con lui a nuove esplorazioni: dal paesaggio alla natura morta, al nuovo quadro di devozione al ritratto; fu scopritore anche nella ricerca dei mezzi, perfezionando la tecnica pittorica a olio; inauguratore della prospettiva architettonica e del trompe-l'oeil. Le composizioni di interni e di paesaggio, la figura umana sentita come parte del paesaggio, sono tutte novità strepitose, destinate a rimanere sostanzialmente senza seguito fino alla grande pittura di paesaggio e di interni del Seicento olandese.
Il volume vuole essere un'introduzione sintetica alla ricchezza e complessità della tradizione artistica ebraica, seguendo un percorso storico-tematico: un viaggio alla scoperta di grandi artisti appartenenti a epoche e culture diverse - tra i quali Maurycy Gottlieb, Marc Chagall, Mark Rothko, Sigalit Landau, Siona Benjamin, Tobia Ravà. Un rilievo speciale è riservato alle grandi potenzialità dell'arte ebraica in funzione del Tikkun Olam, ossia della "riparazione del mondo" intesa come ripristino della giustizia e dell'amore tra gli uomini di ogni cultura e religione.
Andy Warhol (Pittsburgh 1928 - New York 1987) è stato l'artista più influente del Novecento, l'uomo che ha creato un modo nuovo non solo di raffigurare, ma di guardare la realtà. Ma fece di sé stesso un'icona inseparabile dalla sua arte, un personaggio inafferrabile, un mix di timidezza, di ottusità, di curiosità, di glamour, di superficialità. A oltre trent'anni dalla sua morte ci si chiede se l'uomo Warhol fosse veramente così. E in questa inchiesta emerge un aspetto che quasi nessuno conosceva mentre egli era in vita: Warhol era un fervente cattolico, dedito privatamente alla preghiera, alla beneficenza, all'aiuto agli altri. La sua fede dovette però fare i conti con la sovraesposizione mediatica, e prima ancora con la sua omosessualità...
Arsenio Frugoni tra il 1943 e il 1946 scrisse un ciclo completo e molto impegnativo di storia dell'arte, trentuno conferenze divise in tre gruppi: pittura, scultura e architettura dai tempi paleocristiani ai suoi giorni. I testi e l'elenco delle didascalie delle immagini proiettate si tradussero in minuscoli libretti, uno per conferenza, ciascuna corredata da una quarantina di immagini correlate a diapositive, pubblicati dalla Scuola Editrice di Brescia. Quest'opera sembrava scomparsa perché non ne è rimasta traccia nell'archivio della Scuola (devastato da un terribile bombardamento), né in alcuna biblioteca italiana. L'unica copia rimasta della sola parte cartacea era in casa, un cimelio custodito e insieme dimenticato. Scritte di getto, le quindici conferenze dedicate alla pittura italiana offrono citazioni selezionate e illuminanti; i giudizi non sono né scontati né banali, ma scaturiscono da personali meditazioni e apprezzamenti. Mio padre scrive con una prosa semplice e affascinante; gli aggettivi sorprendenti si rivelano sempre necessari. Con una frase spiega la sostanza di un'intera epoca, comunica di un'immagine l'essenziale, fa vibrare un'emozione. Descrive le immagini dal punto di vista stilistico ma è molto attento anche alla personalità del pittore, alla sua vita, al suo carattere: quanto ad esempio poté incidere nell'espressione artistica la povertà, la sfortuna, un pessimismo o un ottimismo di fondo, l'indole più o meno morale del pittore. Questo libro non è un manuale di storia dell'arte e nemmeno una storia dell'arte raccontata come ha fatto Ernst Gombrich. È come se le immagini fossero parole. Lo definirei: il romanzo della storia dell'arte. (Chiara Frugoni)