School Rocks! è un approccio nuovo e divertente all’apprendimento, che stimola i ragazzi a (ri)scoprire il piacere di imparare grazie all’utilizzo del loro immaginario culturale di riferimento e del linguaggio che parlano nella vita di tutti i giorni. Qual è il modo migliore per abbinare jeans e maglietta? Ecco in aiuto la Teoria dei Colori di Goethe. Come scegliere la migliore tariffa telefonica e far funzionare la vita di coppia? Schopenhauer e Bauman hanno qualcosa da dire in proposito. Il libro mette a disposizione di studenti e insegnanti decine di casi pratici che permettono di divertirsi e comprendere meglio il mondo attraverso gli occhi della scuola e viceversa (cari Prof., sapete chi sono Tiziano Ferro e Justin Bieber? No? Correte alla sezione perle ai prof. e lo scoprirete!).Accompagnato dalla prima introduzione rap della storia, firmata da Frankie Hi-nRG, è un progetto rivolto a ragazzi dai 13 anni in su e ai loro insegnanti, un incontro tra due mondi, spesso inconciliabili, ma che forse hanno soltanto bisogno di imparare a parlare lo stesso linguaggio.
Destinatari
Ragazzi dai 13 anni, insegnanti e genitori.
Autori
Antonio Incorvaia, autore di Generazione mille euro (Rizzoli, 2006) da cui è stato tratto il film di Massimo Venier con Carolina Crescentini e Alessandro Tiberi, è esperto di media, comunicazione e formazione. Laureato in Architettura, ha collaborato a lungo con periodici e progetti rivolti al pubblico teen, tra cui «Smemoranda», «Cioè» e «Tribe». Ha pubblicato inoltre Jobbing (Sperling & Kupfer, 2009) con Alessandro Rimassa,ed ha curato il Piccolo libro diTwitter (Sperling & Kupfer,2009).
Stefano Moriggi, volto noto della televisione, ha condotto in coppia con Alex Zanardi la trasmissione E se domani, andata in onda su Rai3 lo scorso inverno, e tornerà in TV nella prossima stagione con una nuova serie di puntate. Storico e filosofo della scienza, già docente nelle Università di Milano, Brescia, Parma e presso la “European School of Molecular Medicine” (SEMM), è membro di comitati scientifici internazionali. Editorialista di «Newton», collabora con riviste e quotidiani e ricopre il ruolo di consulente scientifico del PiccoloTeatro di Milano.Tra le sue pubblicazioni: Le tre bocche di Cerbero. Il caso di Triora: Le streghe prima di Loudun e Salem (Bompiani, 2004) e il recente Perché la tecnologia ci rende umani (Sironi, 2009) con Gianluca Nicoletti.
Punti forti
La prima “Prefazione Rap” della storia, rappata da Frankie Hi-nRG.
Sito internet dedicato.
Campagna Facebook, Studenti.it e YouTube
Presentazioni con Tour degli autori anche nelle scuole.
Partecipazione a Pordenone Legge (14 – 18 settembre 2011) e al Festival della Scienza di Genova (21 ottobre – 2 novembre 2011).
La riabilitazione della dislessia superficiale (DS), sia evolutiva che acquisita, è stata proposta applicando il trattamento integrato oculare (TIO), con il modello terapeutico di lettura a due vie di Carrella (2009). Questo modello utilizza due diverse tipologie d’apprendimento: il sistema di decodifica modulare per la lettura delle parole astratte (prive di immagini) e la via figurativo-semantica per le parole concrete (dotate di immagini). Il TIO, tramite la metodologia sperimentale del Leggio Elettrico®, di lenti prismatiche personalizzate prescritte dall’oculista e di un visual training effettuato su specifiche liste di lettura, aumenta l’efficienza visiva, percettiva e funzionale, migliorando la decodifica. L’attività del TIO, inoltre, potenziando il ritmo e la concentrazione, l’attenzione e la memoria di lavoro, ottimizza le competenze lessicali e ortografiche e, di conseguenza, le abilità di lettura dei soggetti dislessici. Questo risultato determina nel bambino un aumento di autostima e di fiducia nelle proprie capacità, motivandolo alla lettura e alle attività scolastiche in generale.
Domenico Carrella ha compiuto un triennio di studi presso la 1.a Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli. Da studioso delle nuove tecniche per la didattica ha progettato e sviluppato sistemi e metodologie per migliorare i processi d’apprendimento linguistico nell’età evolutiva. Ha realizzato in questo campo diversi brevetti, tra cui il Leggio Elettrico® ed un ausilio per migliorare la scrittura dei soggetti disgrafici. Questo testo costituisce l’opera prima dell’autore.
I movimenti della lentezza propongono alternative all'accelerazione che condiziona la nostra vita, nel modo di mangiare, di spostarci da un luogo all'altro, di interagire con gli altri… La velocità ci toglie il senso delle cose, spingendosi verso una società nevrotica e spersonalizzata.
Più, prima e più rapidamente non sono sinonimi di meglio. Applicare questa affermazione alla scuola e all'educazione è una delle questioni che l'utero affronta, con l'intenzione di dare un senso alla diversità dei ritmi di apprendimento: educare alla lentezza significa adattare la velocità al momento educativo e alla persona.
Sempre più spesso, nelle recenti cronache di quotidiani, televisioni o altri mass-media, vengono raccontati ripetuti episodi di aggressività, prepotenza e/o violenza, che vedono come protagonisti bambini, ragazzi o adolescenti a danno di coetanei ritenuti più deboli o emarginati. Alla luce di questa vera e propria emergenza educativa, in questo volume, l'autrice analizza, in una prospettiva sistemico-relazionale, vari aspetti legati al serio e complesso fenomeno del bullismo suggerendo delle soluzioni alle problematiche connesse, legate o sottostanti ad esso.
Che cosa significa convivere nell'organizzazione? In che modo e con quali strumenti la formazione può contribuire a migliorare la convivenza negli ambienti di lavoro? Una concreta riflessione pedagogica analizza le questioni che riguardano l'identità personale e professionale degli individui all'interno degli ambienti di lavoro. Attraverso itinerari teorico-pratici si indagano le dinamiche delle relazioni lavorative, restituendo centralità alle persone e prefigurando nuovi criteri dell'agire. Le vicende emozionali degli uomini e delle donne alle prese con incarichi e responsabilità non rimangono più estranee alle logiche dell'organizzazione, ma a queste si intrecciano per rafforzare il senso di appartenenza e la partecipazione attiva e autonoma degli individui alla comunità. Secondo approcci originali che consentono di affrontare senza timori, sul piano personale come su quello professionale, le sfide del cambiamento.
Il vostro bambino si rifiuta di mangiare: urla, serra le labbra e allontana il piatto. La sera, quando siete distrutti dal lavoro e sognate il sonno profondo, lui si catapulta puntualmente nel lettone e neanche un carro attrezzi riesce a smuoverlo. Non vuole andare all'asilo, si rifiuta di usare il vasino, piange e non si capisce perché. "Questo è mio!" urla un fratellino."No, lascialo, è mio!" risponde l'altro... Quante volte vi è capitato di assistere a scene come queste? E poi, quale gioco proporgli? Come "intrattenerlo" senza ricorrere a "mamma televisione"? Come fargli rispettare le regole? Quante attenzioni dedicargli senza viziarlo? A questi e molti altri interrogativi rispondono le tate più famose d'Italia. Direttamente dalla trasmissione televisiva S.O.S. Tata, munite di quadernone e penna, tata Renata e tata Francesca accorrono in vostro aiuto a suggerirvi tutte le strategie per sopravvivere alla caotica vita familiare. Grazie alla loro preparazione ed esperienza sul campo, sapranno darvi ricette di ogni tipo per crescere i vostri bambini con qualche regola d'oro ma liberi di esprimere la loro personalità. Non un manuale del perfetto genitore, ma un ricettario utilissimo per trovare voi stessi le risposte alle vostre domande e intraprendere la strada più giusta per crescerli liberi e sereni. Vedrete, basteranno semplici ingredienti come costanza, razionalità e un pizzico di fantasia, e saprete adempiere al meglio al difficile e meraviglioso compito di genitori!
Prima edizione mondiale delle memorabili lezioni che Marcel Jousse ha tenuto alla Sorbona negli anni ‘30 e che hanno ispirato le tendenze più avanzate e critiche sulla pedagogia, compresa la radicale visione contenuta nei libri di Ivan Illich “Descolarizzare la società” e “Nella vigna del testo”. Jousse conferma qui con dimostrazioni scientifiche che il bambino prima ancora di imparare a parlare ha in sé la conoscenza dell’universo e la parola non è altro che una forma di riecheggiare i ritmi dell’universo che trova in sé e intorno a sé.
Marcel Jousse (1886-1961), ordinato gesuita nel 1910, si specializza con grandi maestri del calibro di Rousselot (fonetica), Janet et Dumas (patologia), Mauss (etnologia).
Nel 1925 esce la sua tesi di dottorato in psicologia linguistica "Le style oral rythmique et mnémotechnique chez les verbo-moteurs", la cui eco fu eccezionale (da Bremond a Valéry, da Bergson a Blondel). Jousse espone le proprie scoperte sullo stile orale e la memorizzazione davanti ad uditori calorosi all’Istituto Biblico di Roma (1927), all’anfiteatro della Sorbona (1931-1957), alla Scuola di antropologia, dove venne creata per lui la cattedra di linguistica (1932-1950), all’École des Hautes Études (1933-1945).
Tuttavia, a partire dal 1929, Jousse si scontra con le reticenze di esegeti esclusivamente formati ai metodi della filosofia greco-latina. Occorrerà attendere la “rivoluzione” del ’68 per veder rinascere l’interesse intorno alla figura di questo pioniere dell’antropologia. Grazie soprattutto all’opera della sua più fedele collaboratrice, Gabrielle Baron, usciranno per l’editore Gallimard i suoi testi inediti.
Per Jousse l’uomo è gesto e memoria sin dal seno materno, e bisogna riscoprire, tramite il linguaggio di rabbi Yeshua, la continuità della tradizione giudaico-cristiana. I metodi joussiani, oltre a rinnovare la catechesi, rivelano una certa affinità con le analisi etniche di Leroi-Gourhan (Il gesto e la parola, 1965) e letterarie di W.J. Ong (La presenza della parola, 1971).
Chi, e in base a quali criteri, definiva a Roma i limiti di ciò che era lecito e ciò che non lo era? A che età era consentito strizzare l'occhio a Venere? Quali erano le regole che guidavano i rapporti amicali, sessuali, amorosi? Come ci si doveva comportare per propiziarsi gli dèi? Come ci si preparava ad affrontare il dolore e la morte? Dove si imparava il mestiere del medico, della levatrice, del veterinario, dell'agrimensore, dell'architetto, dell'avvocato, del soldato, dell'insegnante? Quali erano i centri di formazione artigianale e artistica? Tutto questo fu oggetto di precisa educazione presso un popolo che visse in un sistema sociale in cui il privato era votato al pubblico, e la vita scorreva in un funambolesco barcamenarsi tra realtà e rappresentazione. Dalla primissima infanzia alla vecchiaia i romani, senza esclusioni di sesso e di status, furono coinvolti in un programma educativo ininterrotto e totalizzante. Esso si avvalse, per raggiungere i propri obiettivi, di tutti i mezzi di comunicazione di cui poteva allora disporre, non tralasciando, se necessario, neanche sofisticati sistemi di "persuasione occulta" attraverso la voce, il gesto, la scrittura, l'immagine.
La scuola delle competenze è quella verso cui si indirizzano le trasformazioni scolastiche contemporanee. Il testo propone un'analisi attenta sul tema, spaziando dalla documentazione internazionale di riferimento a quella italiana, per arrivare a definire una teoria della competenza e proporre riflessioni sull'agire scolastico, la progettazione e la valutazione delle competenze.
Intercultura e integrazione sono temi di grande attualità nella scuola italiana, dove si "mescolano" allievi di origini e tradizioni anche molto differenti tra loro. Questo libro propone alcune conoscenze utili e riflessioni stimolanti per affrontare in maniera sempre più consapevole i temi del dialogo tra le culture.
Progettare situazioni formative è l'attività propria di chi opera nella scuola. In questo testo sono indicati alcuni requisiti cui deve rispondere una "buona progettazione", che qualifica l'agire dei docenti, con attenzione alla dimensione della ricerca e alla consapevolezza della responsabilità educativa.
Autore:
Cappello Francesco
Docente di fisica e matematica nelle scuole superiori. Amico e collaboratore di Danilo Dolci, dal 1991 sperimenta la maieutica in ambito didattico e sociale e dal 1995 svolge attività di formazione al metodo maieutico. È fondatore e gestore di www.danilodolci.toscana.it e del network "Intorno a Danilo Dolci, un palpitare di nessi". Nel 2006 ha organizzato a Pisa, con il regista Paolo Benvenuti, la settimana di studi e iniziative "Inventare il futuro, attualità di Danilo Dolci".
Contenuti:
La maieutica, "l'arte della levatrice" da cui Socrate mutuò il nome per il suo metodo filosofico, è anche il nome dello stile educativo messo a punto da Danilo Dolci (1924-1997).
"Mi chiamo Danilo, non faccio lezioni, preferisco porre interrogativi intorno ai quali possiamo ricercare insieme": così si presentò il "Gandhi italiano", un giorno del 1991, in una scuola superiore della provincia di Lucca.
L'insegnante che lo accolse si è fatto a sua volta apostolo di quel metodo e in questo libro propone, oltre ai principi ispiratori di Dolci, alcuni dei laboratori in cui ha applicato la maieutica, in ambiente scolastico e non solo.
Prefazione di Johan Galtung