A tre anni dall'inizio del suo pontificato, papa Francesco non finisce di sorprendere per la forza della sua fede cristallina e la concretezza del suo essere pastore, al servizio della Chiesa e degli uomini del nostro tempo. Questi scritti ne sono una testimonianza e ben documentano, nella loro stessa parabola cronologica, quanto radicale e rapido sia stato il percorso da lui compiuto nel mettere in atto il progetto pastorale ed ecclesiale di una Chiesa in cammino, povera tra i poveri, che nel rinnovare se stessa e riformare le strutture si protende con amore e misericordia verso ogni uomo. Francesco fa sentire prima di tutto che, se si è afferrati da Cristo e ci si lascia illuminare dalla luce del Vangelo, l'esperienza della fede diventa novità di vita. È così che una Chiesa dalle porte sempre più aperte e sempre più generosa nel servizio svolto nel suo immenso "ospedale da campo" si avvicina alle frontiere e alle periferie dell'esistenza. Ma lo sguardo, saldamente ancorato alla concretezza dei problemi, abbraccia di fatto tutto l'uomo, nella sua interezza, ossia ciò che lo costituisce come persona. Nei discorsi qui raccolti c'è la summa del presente e insieme l'orizzonte pastorale degli anni a venire. Una teologia del reale, in cui lo spirito evangelico sposa la quotidianità del vivere, e questa è in definitiva la forma dell'umanesimo sociale che Francesco vorrebbe come bussola per il presente e il futuro della società.
Molte volte ci riempiamo di nervosismo perché avvertiamo alcune persone o cose come nemici pericolosi. È una sensazione di debolezza che ci carica di tensioni davanti a qualunque pericolo o a qualunque cosa che possa privarci delle nostre sicurezze. Se alimentiamo questa malattia, arriveremo a non considerare nulla come buono. Fernàndez ci offre una serie di suggerimenti per "allentare la presa" di fronte alle sfide e ai limiti della vita.
La vita è piena di cose belle, ma molte volte non sappiamo goderne. Uno dei vizi più frequenti che non ci permettono di essere felici è quello di renderci schiavi di alcune cose, di abbarbicarci ad esse; altre volte le fantasie che ci creiamo non ci lasciano prendere contatto con la realtà, che ha sempre qualcosa di buono da offrirci. In questo volume troveremo un cammino spirituale per liberarci dalle dipendenze e dalle ossessioni.
Alcune persone sanno godersi la vita, altre persone sono rivolte al futuro: vivono cioè in continuo anticipo, cercando di accelerare ogni cosa. Tutto deve essere "già". Così facendo si negano alla vita, rigettano la realtà e si trasformano in nemici del presente. Con questo libro intraprenderemo un percorso di rasserenamento dinanzi alla realtà e agli altri, un percorso per guarire dall'ansia e dall'impazienza.
"Nel concepimento immacolato di Maria siamo invitati a riconoscere l'aurora del mondo nuovo, trasformato dall'opera salvifica del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. L'aurora della nuova creazione attuata dalla divina Misericordia. Per questo la Vergine Maria, mai contagiata dal peccato e sempre ricolma di Dio, è madre di una umanità nuova".
(Papa Francesco, Angelus, 8 dicembre 2015, Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata vergine Maria, Piazza San Pietro)
"Gli anni passati a Córdoba - ha affermato papa Francesco - hanno determinato la mia solidità spirituale, perché furono come una notte, ma mi hanno permesso di consolidarmi come pastore". A Córdoba, oltre 700 chilometri a nord di Buenos Aires, Jorge Bergoglio visse una prima volta come novizio gesuita, tra il 1958 e il 1960, e una seconda come sacerdote, dal 1990 al 1992. In mezzo c'erano stati i suoi sei anni da Provinciale dei Gesuiti, dal 1973 al 1979, ma anche la giunta militare, il ritorno alla democrazia, il disorientamento nella Chiesa, le crisi sociali ed economiche. Questo libro ricostruisce i due periodi di Córdoba, fondamentali per capire la visione che Francesco ha di Dio, della Chiesa, della vita, della storia, della politica, e di se stesso. In particolare, gli anni "oscuri" dal 1990 al 1992, quando Bergoglio fu esiliato, zittito, messo da parte per essere diventato un "sassolino" nella scarpa di molti, furono un cammino evangelico di "purificazione interiore". Lì sono le radici nascoste del pontificato di Francesco.
The Chirch has been trough many moments of seismic change, sometimes (but not always) championed by a visionary pope.The last great upheaval took place half a century ago, when the Vatican abandoned the Latin mass and radically reconceived the function of the liturgy. Now Pope Francis has inspired some and infuriated others with his promise of change. The first Jesuit pope and the first from the Americas, he has tackled social inequality, sexuality, and the environment, but can he really bring about change? And, equally important, should he?
Ryan, João, Natasha, Emil, Yfan, Alessio… I bambini di tutto il mondo, dalla Cina alla Russia, dall’Europa all’Equatore si rivolgono ogni giorno a Papa Francesco per chiedergli aiuto, consigli, risposte ai propri dubbi e spiegazioni sul senso più profondo della fede e dell’esistenza, inviandogli lettere e disegni. Che cosa faceva Dio prima di fare il mondo? Che cosa ne è dei nostri cari dopo la morte? Abbiamo davvero tutti, anche i malvagi, un angelo custode? E ancora: qual è stata la scelta più difficile che il Papa ha dovuto fare nella sua missione e che cosa farebbe se potesse realizzare un miracolo? A queste e altre domande contenute in una trentina di lettere provenienti dai cinque continenti, Papa Francesco risponde con parole semplici e straordinariamente intime, come un padre premuroso, accogliendo e confidando ai più piccoli la sua riflessione sulla vita e sulla fede. Sono corrispondenze indimenticabili che faranno bene a tutti, anche a chi ha perso l’innocenza dei bambini. Perché Dio è semplice, e semplice la sua presenza in mezzo a noi.
Il presente volume, pensato come sussidio per l'Anno giubilare della Misericordia, "raccoglie le riflessioni e i pensieri di papa Francesco sul tema, di così cocente attualità, dell'accoglienza dei migranti, a seguito dell'incalzante succedersi di esodi forzati dalle regioni e dai Paesi più svantaggiati del mondo verso il vecchio continente europeo. Nel deserto spirituale rappresentato dalle derive della post modernità, la comunità dei cristiani fonda la sua esperienza nella fede in Cristo Buon Samaritano e, prima ancora, in quella del Dio che si fa uomo, e si apre alle sofferenze e ai dolori della carne, per portare il suo messaggio di solidarietà e di salvezza al mondo".
Attraverso due brevi interventi, in occasione del V Centenario della nascita di santa Teresa d'Avila, papa Francesco offre una magistrale lettura dell'esperienza della santa riformatrice del Carmelo. "Santa camminatrice" alla cui scuola impariamo a essere pellegrini, il Papa vede in Teresa una "patrona" speciale cui affidare la Chiesa in quel processo di rinnovamento al quale il concilio Vaticano II l'ha fortemente invitata e che è la sola via per rimanere fedeli al mandato di Gesù per l'annuncio efficace e duraturo del vangelo. È la missione ideale che il Papa affida alla Santa di Avila, che insegna e intercede affinché tutta la Chiesa si metta in cammino, in un momento storico-culturale che vorrebbe la vita umana interamente votata al pragmatismo materialista e senza nessun orizzonte spirituale, facendo della terra il nostro unico e assoluto destino, senza Dio e l'uomo al posto di Dio: "Come fece allora, anche oggi la Santa ci apre nuovi orizzonti, ci convoca per una grande impresa, per guardare il mondo con gli occhi di Cristo, per cercare ciò che Lui cerca e amare ciò che Lui ama".
Il presente volume riunisce i discorsi di papa Francesco pronunciati al Parlamento Europeo (Strasburgo, Francia, 25 novembre 2014); al Consiglio d'Europa (Strasburgo, Francia, 25 novembre 2014); all'Assemblea Plenaria del Congresso degli Stati Uniti d'America (Washington, D.C., 24 settembre 2015); durante l'Incontro con i membri dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (New York, 25 settembre 2015). La Presentazione del volume, curata Sa Ecc.za Mons. Lorenzo Leuzzi, riflette su alcuni passi dell'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco, nella quale egli, "seguendo le indicazioni di Paolo VI, ha definito la politica, tanto denigrata, "una vocazione altissima", una delle forme "più preziose della carità, perché cerca il bene comune"". Così, la carità politica, appare attraverso queste riflessioni "un volto della misericordia".
Il 26 luglio 2014 papa Francesco si è recato a Caserta per una breve visita alla diocesi, in una terra devastata dalla corruzione e dalle emergenze ambientali. La città di Caserta è simbolo di tutte le periferie che vivono nel mondo la catastrofe umana dell’inquinamento sistemico e del degrado morale. Di fronte ad esse Francesco rinuncia a generiche condanne e scontate raccomandazioni lasciando a tutti un compito impegnativo affermando: “Non lasciatevi rubare la speranza”. A partire da questo appello gli autori riflettono su chi sono i ladri della speranza, quali illusionismi utilizzano per rubarla e cosa fare per prevenire questi furti, ne viene fuori un programma di vita che si fonda sulla formazione di coscienze libere e autonome, capaci di resistere al male, ai suoi miraggi e alle tentazioni di nuovi regimi di cristianità.