Tutte le mamme hanno il latte. O almeno così dicono. Però poi, nella vita di tutti i giorni, sono tante le donne che ad allattare non riescono proprio. Se anche tu avresti voluto nutrire al seno il tuo bambino, ma alla fine hai optato per il biberon (o sei fortemente intenzionata a farlo), questo libro è per te. Soprattutto se rinunciare all'allattamento ti è pesato e quando leggi i risultati dell'ultimo studio sulla superiorità del latte materno, sotto sotto, ci rimani male. Questo libro racconta una storia di "non allattamento". Una storia di ragadi e poppate dolorose, latte che non arriva, bimbi che crescono troppo poco, mamme stanchissime, tentativi frustranti e commenti poco gentili. Una lettura che aiuta a sentirsi meglio, superare sensi di colpa e inadeguatezza, riscoprirsi sempre e comunque ottime mamme, perché - è opportuno sottolinearlo - la "bravura materna" non si misura in poppate al seno. Ma questo è anche un libro per chi vuole capire cosa è successo, per chi vuole sapere perché, nonostante buone intenzioni e buona volontà, tutte le mamme hanno il latte, tranne noi. Per rielaborare la propria esperienza, farsene una ragione e, perché no, allattare felicemente eventuali fratellini che verranno. Con le testimonianze di numerose mamme e la consulenza di neonatologi, pediatri, psicologhe e consulenti per l'allattamento.
La figura di don Barra può essere dunque sintetizzata con poche parole: è stato l'indefesso vivificatore di quell'amore di Dio da cui egli stesso voleva essere divorato. Don Giovanni Barra (1914-1975) ha segnato con il suo apostolato una stagione della Chiesa. Non solo a Pinerolo, dove la sua impronta ha lasciato un segno indelebile nella Diocesi intera, ma in tutta Italia. Predicatore ispirato, infaticabile animatore dell'associazionismo cattolico, uomo colto, giornalista della grande stagione de Il Nostro Tempo ed editorialista de La Voce del Popolo, fu definito "il cronista della grazia". Don Barra fu scrittore prolifico, traduttore raffinato, amico delle grandi figure del Cristianesimo del suo tempo, concreto realizzatore d'infiniti progetti culturali, come lo definì l'editore Piero Gribaudi. Il presente volume, pubblicato su iniziative della diocesi di Pinerolo nel centenario della nascita di don Giovanni Barra, riassume la sua storia, la sua vocazione, la sua impronta indelebile su un'intera generazione di cattolici italiani, con una raccolta di testimonianze dirette di chi ha ricevuto i frutti del suo apostolato.
Lo spirito natalizio può assumere le forme più diverse, nel tempo e nello spazio, e rispondere a differenti nomi. In questo volumetto ne sono accostate non a caso differenti interpretazioni lontane cronologicamente (quella di Luigi Pirandello risalente agli sgoccioli dell'Ottocento, quella contemporanea di Laura Bonelli, le quattro Cantilene di Emilio De Marchi dal sapore antico) ma accomunate da un'idea del Natale molto umana: c'è l'amore per la tradizione della festa e il desiderio segreto di distaccarsene, ci sono aspirazioni profane e ravvedimento spirituale, c'è un tocco di furbizia popolare, ma soprattutto aleggia un senso di calore semplice, che non richiede spiegazione, come quello che emana da un presepe di quartiere con il cielo di cartapesta.
Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati così profondamente nel cuore dei lettori come "Il giardino dei Finzi-Contini", un libro che è riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. Un narratore senza nome ci guida fra i suoi ricordi d'infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micòl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull'Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell'età, sempre più frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, è il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre più coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micòl. Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini.
Che si mangia stasera? La domanda assilla quotidianamente milioni di famiglie, preoccupate dal tempo necessario per cucinare, dai costi delle materie prime e dalla necessità di non ritrovarsi a cena sempre con la stessa minestra. Per tutto il 2019, la risposta è in questo libro. Ricette facilissime, fatte di ingredienti comuni, nelle quantità giuste, dal costo ragionevole e con le alternative per i vegetariani. Un piatto al giorno, descritto passo per passo, con i tempi di preparazione che solo raramente superano i cinquanta minuti dall'inizio del lavoro alla messa in tavola. Un programma alimentare che si basa sui piatti della tradizione e insieme accoglie la sfida della moderna scienza della nutrizione: la ricerca del benessere.
"En mi opinión, esta obra constituye una contribución fundamental, en cuanto expone un modelo relativo a la formación y a la persistencia de los problemas humanos basados en el miedo, que representa una base para los estudios futuros que se emprendan en esa dirección. En esta obra aparecen descritas estrategias relativas al cambio y a la solución de tales problemas, que han demostrado ser especialmente eficaces. Por otra parte, quien haya tenido ocasión de conocer los trabajos anteriores de Giorgio Nardone no se sorprenderá al descubrir que también en éste presenta destacadas contribuciones, tanto desde el punto de vista teórico como práctico.
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Este libro es, por tanto, muy útil para el especialista interesado. Sin embargo, puesto que el libro está escrito en un estilo claro y accesible, creo que también se puede recomendar al lector no especialista, al que tal vez le resulte fascinante y agradable descubrir que problemas tan complicados, largos y dolorosos, como son las formas graves de miedo, no requieren necesariamente soluciones complicadas, largas y dolorosas."
El miedo es un monstruo que inventamos nosotros mismos y que luego nos asusta y persigue. Si no existen límites para nuestra fantasía, tampoco los hay para nuestra capacidad de imaginar miedos. Sin embargo, precisamente porque es una construcción nuestra, podemos también destruir ese miedo patológico. Si evocamos un fantasma y luego huimos, nos perseguirá encarnizadamente. Si, en lugar de eso, lo tocamos y nos enfrentamos a él, se desvanecerá. En este libro, brillante y de agradable lectura, Giorgio Nardone guía al lector en un viaje hacia el descubrimiento de ese gran desconocido que es el “miedo patológico”. Pero el autor no se limita a ilustrar sus características, sino que expone de manera clara y accesible los más eficaces métodos terapéuticos, todo ello mediante ejemplos, relatos e historias de casos reales. El objetivo de Más allá del miedo es explicar al gran público cuáles son las formas de miedo patológico, cómo se forman, cómo se desarrollan y cómo podemos obligarlas a desaparecer en poco tiempo.
El libro se propone ayudarnos a pensar mejor y a tomar mejores decisiones. Para ello, hace un balance de la aventura intelectual del hombre en Occidente, explicando el desarrollo de la racionalidad a través del ejercicio de la duda, ya que disciplinas como la filosofía, la ciencia y la psicología consideran que la duda y la superación de la misma constituyen el instrumento metodológico y de toma de decisiones por excelencia.
Pero, ¿qué sucede cuando intentamos aplicar en “piensocentrismo” en la práctica, en la vida cotidiana, ante elecciones y decisiones que no pueden resolverse por medio de la lógica y del razonamiento más estricto? Pues lo que ocurre es que caemos en una trampa, en un autoengaño, en una verdadera “psicopatología de la vida cotidiana”: tenemos la ilusión de poder resolver una crisis amorosa, una decisión crucial confiándonos al poder de la razón o bien, en el extremo opuesto, buscamos la certeza en las “verdades reveladas”, ya sean religiosas, científicas o ideológicas.
En algunas ocasiones, “el pensar” deja de ser un instrumento infalible para convertirse en un obstáculo insuperable, fuente de incertidumbre o incluso de sufrimiento psicológico, hasta el punto de asumir formas patológicas que acaban por bloquear al sujeto.
En estas páginas Giorgio Nardone adapta este planteamiento a la investigación psicológica, y propone soluciones terapéuticas “centradas en el problema” e inspiradas en el modelo de la terapia breve estratégica. Puesto que, para el autor, es necesario “reorientar” estratégicamente el pensamiento para descubrir su potencialidad: en vez de obstinarnos en buscar las respuestas, lo que debemos hacer es preocuparnos por formular mejor las preguntas.
In una società segnata dalla fretta e dall'indifferenza, in cui uomini e donne si agitano in modo frenetico e insensato, Gianfranco Ravasi ci invita a fermarci almeno un istante ogni giorno per ascoltare, tra le chiacchiere e il brusio ininterrotto, una parola che faccia fremere la coscienza e ripeta le antiche domande. Le 366 sentenze raccolte in questo volume sono l'occasione per altrettante riflessioni, segnate dalla spiritualità cristiana ma destinate anche a chi è agnostico o semplicemente in ricerca.