Ettore Scola: un nome che non ha certo bisogno di presentazioni. Film come C’eravamo tanto amati, Brutti, sporchi e cattivi, Una giornata particolare, La terrazza, La famiglia, Che strano chiamarsi Federico – e l’elenco potrebbe continuare a lungo – non si sono limitati a emozionarci, hanno segnato il nostro immaginario e contribuito a creare un’identità culturale condivisa. Ma quanto sappiamo davvero del loro regista, che in tanti considerano uno dei più grandi del Novecento, non solo italiano?Questo libro ce ne offre un ritratto inedito e intimo, caldo e sincero, tratteggiato da due delle persone che l’hanno conosciuto meglio: le figlie Paola e Silvia. Un racconto fatto di lavoro e vita privata, aneddoti curiosi, consigli da non seguire, risate, amici celebri, battute, lampi di genio, episodi toccanti, momenti pubblici e istanti di dolce confidenzialità. Il tutto reso più vivido da un vero e proprio «lessico familiare», per dirla con Natalia Ginzburg, fatto di espressioni legate alle vicissitudini quotidiane quanto al mondo del grande schermo. Ecco allora che, posto di fronte a domande assurde, Ettore era solito ribattere: «Ragioniere, io neanche le rispondo!», come Alberto Sordi in Riusciranno i nostri eroi?. Fedeli allo spirito attento, ironico e curioso del padre – che amava ripetere: «Nella vita bisogna sorvegliare altri punti di vista», e cercava il comico anche nelle situazioni più cupe – Silvia e Paola Scola ci invitano a immergerci in un mare di ricordi, citazioni e avvenimenti che gettano una luce inaspettata su una vita ricchissima e una carriera da gigante. Così, guidandoci con tenerezza e delicatezza, ci permettono di osservare da una posizione privilegiata il regno di un grande uomo, che ha cambiato la storia del cinema e della nostra cultura.
Conosciuto in tutto il mondo per i suoi reportage di viaggio, Tiziano Terzani, nei brevi saggi che compongono il volume, riflette sul mondo che cambia, sulla deriva soprattutto spirituale che ha colpito l'Occidente e sulla sua particolare e unica esperienza di vita, spaziando dagli anni trascorsi in Olivetti al suo grande amore per la poesia, rimasto sempre costante negli anni. Tre scritti personali e sentiti, capaci di illuminare ancora il nostro presente.
Una nuova visione sul futuro dell'umanità sta rapidamente guadagnando slancio. Di fronte a un'emergenza climatica planetaria, una giovane generazione sta promuovendo un dibattito sull'ipotesi di un Green New Deal e dettando il programma di un audace movimento politico capace di rivoluzionare la società. Sono i Millennial a farsi carico del problema del cambiamento climatico. Se il Green New Deal è diventato un tema fondamentale nella sfera politica, nel mondo delle imprese sta emergendo un movimento parallelo che nei prossimi anni scuoterà le fondamenta dell'economia globale. Settori chiave dell'economia si stanno prontamente sganciando dai combustibili fossili a favore dell'energia solare ed eolica, più a buon mercato e accompagnate da nuove opportunità di business e occupazione. Nuovi studi stanno suonando l'allarme: migliaia di miliardi di dollari in combustibili fossili per i quali non esiste più un mercato potrebbero creare una bolla suscettibile di scoppiare entro il 2028, provocando il crollo della civiltà dei combustibili fossili. Il mercato sta parlando e i governi, se vogliono sopravvivere e prosperare, dovranno adattarsi. In questo libro Jeremy Rifkin, teorico dell'economia, espone il pensiero politico e il piano economico per il Green New Deal di cui abbiamo bisogno in questo momento critico. La convergenza fra la bolla dei combustibili fossili fuori mercato e una visione politica verde apre la possibilità di un passaggio a un'era ecologica post carbonio, in tempo per prevenire l'aumento della temperatura che ci farebbe superare il limite oltre il quale tornare indietro diverrebbe impossibile. Con venticinque anni di esperienza nel promuovere cambiamenti simili a questo nell'Unione europea e nella Repubblica popolare cinese, Rifkin presenta la sua visione su come rivoluzionare l'economia globale e salvare la vita sulla Terra.
Maestosa e imponente, nulla eguaglia la vista di una montagna all'orizzonte. In tutta la storia dell'umanità le montagne sono sempre state collegate con l'eterno, ci attraggono con le altezze vertiginose, ci sorprendono per la loro bellezza, e spesso sono per noi fonte di pericolo. Attraverso un viaggio avvincente verso vette sia reali sia immaginarie, questo libro esplora cosa la montagna rappresenti nella nostra storia, cultura e immaginazione. Veronica della Dora racconta i diversi modi in cui le montagne hanno funzionato spiritualmente come confine tra la vita e la morte, come ponte fra terra e cielo. Intrecciando scienza, cultura e religione, l'autrice sottolinea come la montagna sia un fenomeno geologico che ha profondamente influenzato l'immaginazione umana, plasmando la nostra coscienza ambientale e aiutandoci a comprendere il nostro, davvero piccolo, posto nel mondo. L'autrice esplora inoltre il loro significato in quanto oggetto di prodezze umane, premio di avventura e sport, e luogo di serena bellezza per i vacanzieri.
A forza di reset-spegni-riaccendi nella nostra realtà high-tech l'errore ha perduto il suo valore conoscitivo, mandando in soffitta uno dei modi di dire più comuni che ci ha accompagnato per generazioni, l'altrimenti saggio "sbagliando s'impara". L'errore ci sgomenta, non può riguardarci: soprattutto in ambito medico tendiamo a considerarlo troppo spesso inaccettabile e scandaloso. Ma la nostra storia genetica ci ricorda come le specie sopravvivano adattandosi all'ambiente a partire da errori "casuali", talvolta fatali ma spesso utili e risolutivi. Nel mondo al tempo dell'Artificial Intelligence, l'anomalia inevitabile dell'imperfezione è ancora necessaria per avanzare nel cammino della conoscenza.
Tra il 1969 e il 1984 in Italia sono avvenute otto stragi politiche dalle caratteristiche simili, che hanno causato centocinquanta morti e oltre seicento feriti. Per tutte gli esecutori sono stati cercati nei gruppi dell'estrema destra; in tutte sono scattate solide protezioni per i responsabili da parte di organismi dello Stato; tutte sono rimaste per molti anni senza spiegazioni ufficiali, senza colpevoli, senza mandanti. Uguale sorte hanno avuto le indagini, rallentate e depistate, su alcune organizzazioni segrete: dalla loggia P2 a Gladio. Oggi siamo ancora al punto di partenza: dopo gli anni dell'orrore e dell'indignazione, e dopo il fallimento quasi completo della via giudiziaria, quelle stragi sono state ridotte a occasione per meste cerimonie di commemorazione. Con questo libro Gianni Barbacetto, giornalista d'inchiesta, getta luce su eventi tra i più oscuri della nostra Repubblica e, sebbene non ci sia la parola «colpevole» accanto ai nomi e cognomi elencati nelle sentenze, sottolinea come le vicende siano ormai chiare, le responsabilità accertate, il disegno svelato. E raccontare un dovere per non perderne memoria.
Jean-Luc Nancy si misura con una radicale interrogazione filosofica delle origini pre-europee ed europee dell'antisemitismo, riconducendo la nascita di questo fenomeno all'origine stessa del rapporto tra la cultura greca e quella ebraica, portatrici di un significato molto differente dell'emancipazione dell'umanità dal mito. Da un lato, in Grecia, l'autonomia del logos è considerata infinita, dall'altro, invece, l'autonomia è paradossalmente concepita come una risposta eteronoma a un dio nascosto. Per Nancy si tratta di comprendere come sia stato possibile che "l'ebreo" si sia ritrovato, all'interno dell'Occidente, nella posizione dell'"agente autoimmune" che minaccia il corpo dell'Occidente, quando ne è invece parte organica e costitutiva. E se l'odio verso l'ebreo non fosse altro che la manifestazione di un odio più arcaico dell'Occidente nei confronti di se stesso?
La storia delle idee, letta come drammatizzazione della tensione tra vero e falso, fa da sfondo a una fenomenologia della coscienza incline tanto alla lotta contro l'errore quanto a stringere pericolosi patti con l'inganno, dalla menzogna intenzionale all'autosuggestione di quanti si piegano deliberatamente alle promesse dell'ideologia. Quando poi cade la maschera dell'ipocrisia, l'inganno precipita nel cinismo e nasce la "falsa coscienza illuminata" moderna. Peter Sloterdijk convoca figure centrali del conflitto tra verità e inganno, da Platone all'ascetismo antico, dal cristianesimo alla critica dell'ideologia di Adorno, fino ai protagonisti del cinismo moderno. Anche oggi, il cinismo continua a presentarsi come abdicazione alle convenzioni che gli imponevano di camuffarsi da idealismo, ma il suo habitat sono ora apparati mediatici intrinsecamente incapaci di sacrificare l'espansione dell'informazione alla selezione di contenuti veridici. Il cinismo contemporaneo prospera nella reazione, dal basso, al "sensibilismo" del politicamente corretto, si concretizza nel terrorismo (e in parte nella lotta allo stesso) come pratica eminentemente cinica e diviene, nella prospettiva di Sloterdijk, il perno stesso su cui ruota la cultura post-fattuale dei nostri giorni.
Viviamo secondo un modello di sviluppo che adora gli oggetti, non la lettura, la cultura, la partecipazione sociale e politica. Consumiamo, inquiniamo, ma così devastiamo noi stessi e il nostro pianeta. Essere migliori è diventato quindi un'urgenza, e il lavoro etico e spirituale una necessità non rimandabile. Ma come far nascere, in noi, il desiderio di praticare il bene? Dove trovare una motivazione che sappia liberarci dalle catene dell'effimero/della società, una forza motrice che dia impulso al nostro costante bisogno di guarigione e al nostro infinito desiderio di bellezza? Riscoprendo le nostre radici che affondano nella cultura classica e nella tradizione cristiana Vito Mancuso ci accompagna in viaggio lungo il sentiero delle quattro virtù cardinali, e offre una nuova prospettiva di senso per le nostre vite in balìa dei tumultuosi venti dell'esistenza. Perché solo colui che non cerca più di vincere e di prevalere, ma recupera il senso profondo dell'essere forte, saggio e temperante, può infine essere giusto, e fiorire in armonia con il mondo.
15 aprile 2019: a Parigi brucia Notre-Dame. Poche ore e visibilità si fa solidarietà concreta e tangibile. Qualche giorno dopo un altro incendio: in un campo profughi viene ritrovato il corpo di un lavoratore migrante clandestino. Nessuna notizia, nessuna solidarietà. È in questo contrasto, di cui l'autore ha sentito tutta la drammaticità, che va cercata la genesi di questo testo. Tutela del patrimonio storico e tutela «dei diritti inviolabili dell'uomo lì dove svolge la sua personalità» - la città appunto - non possono contrapporsi. Devono integrarsi. La città può essere il luogo in cui scrivere il futuro delle generazioni. Le sue architetture, le sue periferie o centri storici, i suoi sviluppi possono segnare efficaci e concrete vie per costruire una società capace di vivere ed educare ai nostri valori costituzionali.
Dell'abuso sessuale sui minori - crimine scandaloso, fra i più odiosi che si possano commettere - si parla oggi apertamente nelle nostre società: e già aver tolto il velo dell'ipocrisia è una dato positivo. Sappiamo poi che il rischio di abuso esiste ovunque vi siano dei bambini, e in primo luogo in famiglia: sicché la posta in gioco è enorme. Se le conseguenze di abusi sessuali perpetrati ai danni di un minore sono oggi abbastanza note e si sa come farvi fronte al meglio, non altrettanto si può dire del modo di "trattare" e di "recuperare" gli autori di aggressioni sessuali. Ecco allora l'obiettivo di quest'opera: capire il percorso mentale degli autori di abusi sessuali - siano essi preti, educatori, padri di famiglia -, ma anche conoscere le terapie di cui è stata testata l'efficacia. L'autore, Stéphane Joulain, adotta un approccio olistico e non tralascia né le valutazioni morali dell'abuso né la necessità di farsi carico della dimensione spirituale della vita degli autori di abuso, quando si tratta di religiosi o di persone credenti. Il tutto, però, naturalmente, mettendo sempre la vittima al centro dell'attenzione. Prevenzione degli abusi: un tema scottante, trattato in base a esperienze e competenze maturate dall'autore a livello internazionale. «Quest'opera contribuirà a sviluppare ciò che di meglio abbiamo da offrire nella lotta contro gli abusi sessuali. Per il bene di tutti e, in primo luogo, dei più vulnerabili: i bambini».
Cosa si intende oggi per "fine vita"? Gli "attori" di questa fase estrema dell'esistenza sono diversi. C'è il paziente, ovviamente, ma anche i medici, i parenti o eventualmente l'amministratore di sostegno o il curatore: tutte persone chiamate a confrontarsi con i medici e prendere decisioni sulle cure che dovranno essere offerte alla persona in condizioni di salute irreversibili. La legge 219/2017 - entrata in pieno vigore proprio nel corso di quest'anno - offre ai cittadini la possibilità di predisporre una Dichiarazione Anticipata di Trattamento (DAT), che dia vincolanti indicazioni a proposito delle "cure" che vogliamo ci siano applicate nel caso ci trovassimo di fronte al nostro fine vita senza poter assumere direttamente le decisioni che ci riguardano. Questo libro fa chiarezza su tutti gli elementi della questione del fine vita e ci aiuta a riflettere e a decidere per tempo a proposito delle cure che vogliamo e di quelle alle quali siamo convinti di voler rinunciare.