Temi fondamentali per la storia del cristianesimo. Una valida testimonianza della vita dei crististiani tra il III e il IV secolo. Le opere pseudociprianee sono più numerose e più estese degli scritti autentici di Cipriano a causa della grande fama che egli ebbe non solo ai suoi tempi, ma anche e soprattutto nei secoli successivi. Porre uno scritto sotto la paternità di Cipriano significava infatti garantirne la sopravvivenza e l'ortodossia. Tra i tantissimi testi attributi a Cipriano il curatore ha selezionato dodici opere la cui origine è presumibilmente riconducibile all'Africa romana e la cui epoca di composizione oscilla tra il III e il IV secolo. I testi contengono temi fondamentali per la storia del cristianesimo, come la datazione della Pasqua, il celibato del clero, la penitenza, il valore del martirio, la spiritualità cristiana, il rapporto con gli Ebrei.
La serie sistematica dei Detti dei padri del deserto: prima traduzione italiana
All’origine dell’intera tradizione dei Detti vi sono le “parole” che gli anziani vissuti nel deserto egiziano tra il iv e il v secolo hanno rivolto, per lo più in lingua copta, ai loro discepoli per rispondere a domande concrete riguardanti la vita ascetica e spirituale. Queste parole nate in tale contesto concreto, nella maggior parte dei casi individuale ma anche comunitario, furono poi ricordate e tramandate dai discepoli e applicate a situazioni diverse da quelle originarie. Da questo insieme eterogeneo di documenti preesistenti furono composte, in greco, le due grandi collezioni giunte fino a noi attraverso la tradizione manoscritta: la collezione alfabetico-anonima e la collezione sistematica, che qui presentiamo per la prima volta in italiano.
Una profonda sapienza umana e un acuto discernimento spirituale emergono in modo vivido dai Detti dei padri del deserto: sono parole di “maestri” resi tali dall’esperienza del concreto vivere, parole trascritte dopo una lunga tradizione orale, in risposta a domande nate da discepoli nei quali è facile immedesimarsi. Brevi, incisive e dinamiche, queste “sentenze” non intendono tanto spiegare quanto piuttosto suggerire, rimandare a un’ulteriore ricerca, perché si giunga progressivamente alla capacità di un discernimento personale, a vivere “come fuoco ardente”.
Il volume è scandito in tre parti: temi monografici (la preghiera, la lectio divina, l'omelia, il monachesimo); figure (Ignazio, Clemente, Origene, Antonio, Ambrogio, Crisostomo); infine, una riflessione di sintesi sull'evangelizzazione e la trasmissione della fede, alla scuola dei Padri.
Attraverso una indagine sulle donne, con le quali Gregorio Magno entrò in contatto durante il suo lungo pontificato, viene recuperata la sfaccettata realtà femminile del tempo. Più che la sua ricca produzione esegetica ed omiletica, invocata peraltro quando è sembrato utile qualificare concettualmente alcuni temi, è il suo "Registrum epistularum" che ha consentito di sviluppare la ricerca e fondarla sul dato storico anziché teorico. Per ordinare la vasta materia si è presa in prestito, nelle linee generali, la partizione in vergini, vedove e sposate applicata dallo stesso pontefice durante la progettazione e la realizzazione a Roma delle laetaniae septiformes. Il pensiero gregoriano sulle donne e sulla loro collocazione in una scala di valori che recupera il magistero delle Auctoritates e finisce con l'accreditare, nonostante alcuni distinguo, vecchi convincimenti sull'impurità e sulle imperfezioni del corpo femminile, si delinea in realtà non privo di ambiguità e, talvolta, di contraddizioni, ma sempre improntato a grande attenzione, sensibilità e senso dell'equilibrio. Non si registrano in Gregorio Magno i rigori della dottrina ufficiale che, ad esempio, esaltava, a discapito dell'opzione matrimoniale, la castità quale unica forma di vita 'eccellente' al femminile. Gregorio prese in considerazione le donne nella loro quotidianità e ne ascoltò i disagi e i problemi.
L’Esposizione accurata della fede ortodossa, più nota con il titolo latino De fide orthodoxa, scritta nell’VIII sec., anteriormente allo scisma d’Oriente, sintetizza in sé in modo originale sia il pensiero patristico greco sia le decisioni dottrinali dei primi sei concili ecumenici e costituisce tuttora un punto di riferimento fondamentale per la teologia ortodossa e cattolica. L’Introduzione delinea un profilo dell’autore nel suo contesto storico-teologico. La traduzione e le note mirano a favorire la comprensione del trattato. Al Commento filosofico è affidato l’approfondimento metafisico, in prospettiva neoplatonico-tomista, del concetto fondamentale del testo, quello di ipostasi, sorto nel neoplatonismo pagano, trasformato dai teologi cristiani in quello di persona, che è divenuto uno dei “talenti” più originali del pensiero occidentale e costituisce una risorsa per uscire dalla crisi culturale e morale odierna.
Prima edizione in lingua italiana con testo critico greco a fronte.
Introduzione, traduzione, note e commento di Matteo Andolfo.
Testo critico a cura di Kotter.
Giovanni Damasceno - (650-750 ca.), siriano, ma di formazione greca, conoscitore della lingua araba e della cultura islamica al punto da essere stato funzionario del califfo omayyade. Scelse poi la vita monastica a San Saba, presso Gerusalemme. Grande conoscitore del cristianesimo siriaco, è uno dei principali rappresentanti della cultura bizantina dell’VIII sec. Per le sue doti e opere filosofico-teologiche è stato proclamato da papa Leone XIII dottore della Chiesa universale. Personaggio di grande attualità perché vissuto in una mondo di profonde e rapide trasformazioni e fortemente multiculturale.
Vedere la Parola, celebrare l’attesa
propone un’innovativa metodologia di analisi che permette di leggere i documenti iconografici paleocristiani non come mero esito di una ricerca estetica, ma come autentici manifesti teologici.
Per gli antichi cristiani l’immagine era un vero e proprio codice impiegato per elaborare una ricca ermeneutica, di natura tipologica, fedele erede
di quegli stessi principi che caratterizzarono l’uso della Scrittura nel culto delle comunità. Gabriele Pelizzari, attraverso l’illustrazione di numerosi esempi, dischiude al lettore un inedito e stimolante percorso che finalmente restituisce all’ermeneutica biblica e all’iconografia il giusto spazio nella storiografia delle origini cristiane. Un volume da studiare ma anche da ammirare.
L'AUTORE
Gabriele Pelizzari è titolare del Laboratorio di Introduzione all’ermeneutica biblica e collaboratore di cattedra di Remo Cacitti presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 2012 dirige per le Edizioni Paoline la Collana Letture cristiane del primo millennio. Tra le sue pubblicazioni, si segnala l’ampia monografia Il Pastore ad Aquileia. la trascrizione musiva della catechesi catecumenale nella cattedrale di Teodoro, interamente dedicata all’analisi e alla decodificazione del ciclo musivo aquileiese.
Il martirio, la verginità, la gnosi e il monachesimo - inteso come scuola di contemplazione più che come volontà di fuga dal mondo - sono i temi che inquadrano in modo organico l'insegnamento patristico.
Il volume di Louis Bouyer, considerato un classico, prende posizione su numerosi punti contestati o variamente interpretati. L'intento non è di ripercorrere la storia letteraria del sentimento religioso o di offrire una collezione di biografie e monografie, ma principalmente di comprendere in che modo la spiritualità cristiana è stata tematizzata e percepita nel periodo patristico.
La rivista Études, recensendo la prima edizione dell'opera, ha scritto: «Il padre Bouyer ha trasfuso in queste pagine dense, talora frementi, e più d'una volta con vena di umorismo, tutta la ricchezza della sua cultura, della sua familiarità con i testi, della sua vastissima lettura, della sua personalità di teologo e di uomo spirituale».
Sommario
Abbreviazioni. I. II-V SECOLO: MARTIRIO, VERGINITÀ, GNOSI CRISTIANA. 1. Le prime generazioni cristiane. 2. Il martirio. 3. La verginità cristiana. 4. Il problema della «gnosi»: il cristianesimo di fronte alle filosofie ellenistiche e allo gnosticismo. 5. Evoluzione e continuità del tema della «gnosi» nel pensiero cristiano dalle origini a Ireneo. 6. La scuola di Alessandria (I): Clemente. 7. La scuola di Alessandria (II): Origene. II. III-VI SECOLO: MONACHESIMO ANTICO E PADRI. 8. Le origini del monachesimo. 9. Il monachesimo «dotto» (I): i Cappadoci. 10. Il monachesimo «dotto» (II): lo Pseudo-Macario ed Evagrio Pontico. 11. Lo Pseudo-Dionigi e la mistica dei Padri. 12. Sviluppi e controcorrenti. 13. I Padri latini: da Ambrogio e Girolamo ad Agostino. 14. Il monachesimo latino da Agostino a Gregorio Magno. 15. Amore e conoscenza di Dio nelle liturgie e nelle catechesi. Bibliografia. Indice biblico. Indice degli autori antichi. Indice degli autori moderni. Indice dei temi svolti.
Note sull'autore
LOUIS BOUYER (1913-2004), teologo, è stato professore all'Institut Catholique di Parigi fino al 1963 e ha insegnato anche in Inghilterra, Spagna e Stati Uniti. Al concilio Vaticano II è stato consultore per la liturgia e ha successivamente collaborato con la Congregazione per il culto divino e il Segretariato per l'unità dei cristiani. Nel 1999 l'Académie française lo ha premiato per l'insieme della sua opera.
Negli apocrifi la storia del leggendario anello ricevuto da Dio che permise al Re di assoggettare i demoni e costruire il Tempio di Gerusalemme.
La scoperta dell’importanza di Cromazio come autore spirituale e della Chiesa aquileiese del IV secolo in campo liturgico e artistico, è relativamente recente, non solo per il
largo pubblico ma anche per gli addetti ai lavori. Il volume propone una raccolta di sermoni liturgici, attraverso i quali emerge una nitida e profonda riflessione teologica e spirituale, non aliena dalla necessità di mettere in pratica e dare stabilità ai dogmi teologici sulla natura di Cristo elaborati nel Concilio di Nicea del 325, ma non per questo lontana da una dimensione esistenziale
e un orizzonte pastorale, che animano la scrittura di freschezza e spontaneità. I temi fondamentali sono quello cristologico (Cristo, a partire dal Vangelo, viene descritto come via, pane, pastore, luce e sole, maestro) ed ecclesiologico (un’articolata simbologia, desunta dai testi biblici, concorre a rappresentare la Chiesa come casa, arca, monte delle beatitudini, mangiatoia che ospita Gesù, sposa di Cristo).
Interessante è, inoltre l’originale e critica presa di posizione rispetto all’alleanza tra Chiesa e potere politico, che in quegli anni si andava consolidando.
Il testo non è solo la riedizione economica del volume pubblicato nel 1982: è stato arricchito di un nuovo, ampio commento e totalmente aggiornato secondo le più recenti ricerche.
La spontanea freschezza della scrittura di questo testo seduce il lettore moderno, aiutandolo ad accostare un autore pur molto distante cronologicamente; la riflessione sulla Chiesa (la pace al suo interno, la vocazione universale, la funzione di sposa e madre), la sua autonomia dal potere politico, vivace per il vescovo del IV secolo, è sorprendentemente attuale.
L’AUTORE
Cromazio di Aquileia fu dal 370 membro del clero di Aquileia, importante nodo di transito tra Oriente e Occidente; fu stretto collaboratore del vescovo Valeriano e poi a sua volta primate della sede metropolitica, dal 387. Durante il suo episcopato sviluppò una vivace attività pastorale e si impegnò per la pace della Chiesa e la lotta contro
le eresie. La sua opera, scoperta solo di recente, consta di oltre 40 sermoni e 60 prediche sul Vangelo di Matteo.
I CURATORI
Padre Mauro Todde, dei Servi di Maria, è stato docente di Teologia Patristica e membro della redazione delle riviste Servitium e Marianum. Per le Paoline ha curato anche Spirito di Dio. Antologia dai Padri (Letture cristiane del primo millennio). Gabriele Pelizzari è ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano, dove tiene il laboratorio di Introduzione alla critica neotestamentaria. Dal 2013 è Direttore della collana “Letture cristiane del primo millennio”. Tra i suoi lavori si segnala Il Pastore ad Aquileia (2010).
DESTINATARI
• Religiosi; studiosi di patristica; studiosi di esegesi biblica; laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione a partire dalla Bibbia, decisamente attuale per la focalizzazione su Gesù e sulla Chiesa.
Poco prima del 540 san Benedetto redasse il testo di una Regola per la comunità di monaci raccolti intorno a lui nel monastero di Montecassino. Articolata in un prologo e 73 capitoli, è ancora oggi l'elemento fondativo delle comunità benedettine. Il suo valore e la sua efficacia travalicano però l'ambito rigorosamente monastico e infatti essa è ormai frequentemente invocata come una guida valida per i laici, sia nella vita privata che in quella professionale. Proprio la "Regola" è al cuore di questo libro, in cui Dom Guillaume, forte dell'esperienza maturata come monaco e come abate, traduce in un linguaggio semplice e concreto le sue norme antiche e sempre nuove, permettendo anche a noi, uomini e donne del XXI secolo, di apprezzarne la bellezza e l'attualità. Vivere secondo la "Regola", assimilando la sapienza dei monasteri, ci permetterà di trasformare profondamente la nostra vita e di cambiare il modo in cui guardiamo il mondo, gli altri, noi stessi. Essa ci sprona a considerare l'esistenza come un itinerario di fede e un ritorno alla sorgente di tutte le cose, scendendo nel profondo, dove Dio abita, ci abita, e ci attende amorevole e fiducioso. Questo è, almeno per noi contemporanei, il grande paradosso: una "Regola" ci permette di conseguire la vera libertà e la pace di chi ha trovato la verità.
Non tutti sanno che, accanto ai Padri della Chiesa (termine usato a partire dal V secolo per indicare i principali scrittori cristiani), sono esistite alcune Madri della Chiesa, la più celebre
delle quali è Santa Sincletica, detta la madre del deserto. La sua vita e i suoi preziosi insegnamenti sono racconti in questa biografia scritta intorno al 382 da pseudo Atanasio. La parte centrale del libro riguarda il pensiero di Santa Sincletica sui “pensieri malvagi”,
una riflessione di estrema attualità, capace di una fine e moderna analisi psicologica sui meccanismi del male che ciascuno sperimenta dentro di sé. Il volume fa parte della collana Vetera sed Nova, nata per far scoprire ai lettori l’attualità della parola dei Padri e della Madri della Chiesa.
L'AUTORE: Pseudo-Atanasio.
Gli antichi storici della Chiesa hanno voluto attribuire la Vita di Sincletica ad Atanasio (295-373), vescovo di Alessandria e autore di una celebre Vita di Antonio: come questa infatti narra i detti e fatti del patriarca del monachesimo cristiano, così quella descrive «la vita e i modi della beata maestra Sincletica»,
come rende esplicito il titolo greco dell’opera. La tradizione manoscritta tuttavia non è concorde nell’ascrivere la paternità dell’opera ad Atanasio, variando nell’attribuzione ad altri più o meno sconosciuti autori, quali un certo Policarpo asceta o un Arsenios Pegados, la cui identificazione, al pari del primo, rimane incerta. Connessa alla questione della paternità dell’opera è quella
della datazione. La tradizione colloca Sincletica nel IV secolo, senza ulteriori determinazioni. In base a una serie di indicatori interni ed esterni al testo
si può tuttavia ipotizzare che la data di composizione risalga alla metà del V secolo oppure, volendo restringere
«Sono sempre più numerosi coloro che accumulano di coloro che lasciano; ogni giorno i ricchi opprimono, con prepotenza, i poveri». L’attualità
di queste parole è sconvolgente, soprattutto se la denuncia non viene da un nostro contemporaneo, ma da Ambrogio, vescovo di Milano nel 374.
Per smascherare i soprusi contro i più poveri, Ambrogio fa riferimento alla vicenda biblica del re Acab che per possedere la vigna di Nabot ne fece uccidere il proprietario: «Non un solo Nabot fu ucciso. Ogni giorno Nabot è umiliato. Ogni giorno è calpestato». La storia biblica del re Acab, è «antica, ma nell’uso è attuale», commenta Ambrogio all’inizio del
suo libro. Partendo da questo spunto iniziale, Ambrogio denuncia i soprusi dei ricchi e propone un giusto uso della ricchezza: «Non sai, o uomo, come collocare le tue ricchezze? Se vuoi essere ricco sii povero secondo il mondo, affinché tu sia ricco per Dio». In questo volume, che apre la collana Vetera sed Nova, testi scelti di Ambrogio da Milano sono presentati in una nuova traduzione fedele e moderna realizzata da specialisti, con un apparato di note leggero e preciso. Il volume è corredato da un’introduzione e da una biografia dell’autore.
L'AUTORE:
Sant’Ambrogio nacque verso il 340 a Treviri da famiglia romana cristiana. Chiamato a Milano per risolvere il dissidio tra cattolici e ariani in merito all’elezione del nuovo vescovo, fu designato, per pubblica acclamazione, a ricoprire quel ruolo. L’ottima preparazione letteraria, le capacità di amministratore e uomo di governo, gli consentirono di svolgere la sua azione pastorale con grande efficacia: riformò la liturgia, testimoniò la fede di fronte agli ariani, difese i poveri, condannò con coraggio le ingiustizie dei nobili
e affermò il principio della funzione sociale della proprietà. Sant’Agostino, entusiasta ammiratore di Ambrogio, si convertì e da lui fu battezzato.