Francesco Bonvissuto, artigiano di origini siciliane, è ideatore e costruttore di presepi artistici fin da ragazzo. La sua opera di presentazione della vita di Gesù in diorami (un "diorama" è un modello che rappresenta una scena con figure tridimensionali) consente a tutti di rileggere le tappe importanti della vita di Cristo attraverso una narrazione in immagini suggestive e quanto più possibile fedeli ai racconti evangelici e alla grande tradizione iconografica. L'artista che ha ricostruito queste scene con precisione di dettaglio e con grande qualità scenografica ha collaborato con Renzo Romagnoli e con la Presepi Pigini per realizzare i 28 diorami che vanno dalla Annunciazione alla Pentecoste, in un percorso spirituale e artistico di grande fascino e poesia.
«La figura fondatrice di Gesù di Nazareth attira sempre più l'attenzione di storici, scrittori, registi. Come mai questo interesse, vivo e mai sazio? Dopo due millenni, non è ancora stato tutto detto, scritto, discusso, predicato al suo riguardo? Le ricerche per ritrovare il "vero Gesù" hanno dato vita a un Gesù rivoluzionario, hippie, rabbi, profeta, femminista, filosofo... Di quale ritratto fidarsi? Questo libro propone ai lettori un ritratto del Gesù storico. Come in un'inchiesta poliziesca, lo storico lavora per indizi. Ricostruire la vita del Nazareno significa riesplorare le testimonianze antiche per scrutare l'oscurità e scoprire chi egli fu, come apparve ai suoi contemporanei. Questo libro non pretende in alcun modo di consegnare ai lettori il "vero Gesù". Ogni descrizione del passato è una ricostruzione e l'esame più obiettivo delle fonti a nostra disposizione resta condizionato dallo sguardo di chi le esamina. Io sono in grado di presentare un Gesù "possibile", probabile, forse anche verosimile. Ho l'ambizione di proporre un Gesù il cui ritratto è stato minuziosa-mente verificato dall'analisi rigorosa delle fonti. Aspiro a condurre un'inchiesta che non arretri davanti alle risposte impreviste o non auspicate. Niente di più. Lo storico onesto rinuncia alle certezze assolute. L'onestà consiste anche nel dire che chi scrive queste righe è un credente e un teologo cristiano». (Daniel Marguerat)
È il Natale del 1927, quando Alcide De Gasperi, dalle carceri romane di Regina Coeli, lega immagini delle terre della Palestina del primo Novecento ritagliate dalla rivista americana «The National Geographic Magazine» alle parole dei profeti, per raccontare la storia di Gesù alla primogenita Maria Romana, di soli quattro anni, cercando di consegnare l'atmosfera di luoghi e tempi dove visse il Salvatore del mondo. «Così nelle fotografie di questo album sono i pastori della Palestina del 1900 che ci propongono la figura del Nazareno e ci aiutano a credere che fosse passato duemila anni fa per le loro strade. Mio caro padre, attraverso le immagini di questa terra mi raccontavi la storia della tua fede, quella che ti aveva sostenuto nella lotta per la libertà del tuo popolo. Mi insegnavi cosa è la lealtà, il coraggio di sostenere le proprie idee, la fiducia nella giustizia e nella carità che avevano sempre illuminato la tua strada». (Maria Romana De Gasperi)
Cattolica inquieta e provocatrice, Christine Pedotti si domanda che cosa dicano veramente i Vangeli a proposito delle donne. L'immagine tradizionale è, per molti di noi, quella di Gesù accompagnato dai dodici apostoli; le donne, se ci sono, restano sullo sfondo. Persino sua madre Maria, cui molti fedeli riservano una devozione assoluta, viene a malapena nominata da alcuni evangelisti. L'autrice si propone di interrogare il testo «con gli occhi e gli orecchi liberi da due millenni di interpretazioni prevalentemente maschili». Il risultato è una visione inedita, originale e al contempo rigorosissima, del Salvatore in conversazione con le tante donne che incrociano il suo cammino. Gesù instaura con loro un contatto spirituale e spesso anche fisico: le ascolta, le abbraccia, risponde alle loro domande, discute assieme a loro con interesse e senza mai perdere la pazienza, come gli capita a volte con i suoi interlocutori maschili. Sembra, in molti casi, preferirle. Se siamo pronti ad accostare quei racconti con sguardo libero da pregiudizi, ogni incontro, ogni scambio e ogni gesto ci rivela l'impressionante modernità del messaggio evangelico: in nessun luogo si troverà un «elogio della maternità»; mai si fa l'elenco dei «doveri di una moglie». Nell'appassionata lettura di Christine Pedotti, Gesù non si rapporta alle donne sulla base del loro sesso: si apre a loro in quanto persone.
Chi è stato Gesù di Nazareth? Quale fu la sua pretesa e come prese forma il suo ministero? Fu un maestro, un sapiente o un carismatico guaritore? Sono domande attuali che richiedono risposte aggiornate e non blande ricostruzioni ripetitive. Partendo dall'esigenza di fondare la fede sulla ricerca del Gesù storico, l'analisi di Francesco Testaferri si concentra sul binario profeta e messia, mostrando che il compito di Gesù è stato concepito come un ministero profetico sul cui sfondo si coglie la chiara pretesa messianica, per la quale il salvatore è stato condannato in ragione della quale i credenti lo confessano nella fede come Cristo.
Il volume è pensato per gli studi istituzionali e in genere per quanti, interessati a cogliere il nesso tra storia e fede e a sondare gli sviluppi successivi della riflessione teologica, intendono immergersi per gradi e ordinatamente nella conoscenza di Gesù di Nazareth.
Il volume è una meditazione spirituale sulla figura di Gesù di Nàzaret a partire dagli inizi del suo ministero pubblico in Galilea e dell'annuncio del regno di Dio. Lo stile discorsivo e agile coglie gli episodi del vangelo come il canovaccio di una "commedia dell'arte" che lascia spazio alla libera improvvisazione degli attori.
In questa storia di Gesù di Nazareth, realizzata mescolando storia e spiritualità, teologia e poesia, Fulton Sheen mostra come la vicenda terrena di Cristo sia sempre attuale e capace di parlare anche all'uomo di oggi. Non si occupa di attualità, ma di verità eterne, valide in ogni epoca. Sebbene molti, vantandosi della propria ampiezza di vedute, paragonino Gesù ad altre grandi figure del pensiero e della religione come Buddha, Confucio, Lao-Tzè e Socrate, nessuno di loro è vero uomo e vero Dio. Anzi, mentre tutti gli altri dicono di indicare la via, Cristo è la via: l'unica possibile via di salvezza. Per poterlo incontrare, occorre farsi umili e piccoli come bambini e lasciarsi amare da Lui.
Inviato dal Senato in Palestina a presiedere le truppe di frontiera, Marcello Gallio dovrà eseguire la condanna a morte di un pericoloso ribelle sovversivo che ha minacciato di distruggere il tempio di Gerusalemme. Dopo la crocifissione si aggiudica ai dadi la sua veste, un indumento "insanguinato" che trema di una luce misteriosa, che gli ispira un senso di malinconia e di pace e un desiderio indomabile di conoscere la storia del suo possessore. Travestito da mercante di stoffe, Marcello inizierà un lungo pellegrinaggio che lo porta sui luoghi frequentati da Gesù fino ad arrivare a Roma dove scopre il regime di terrore di Caligola e gli inizi della persecuzione dei cristiani. Considerata una delle più attendibili ricostruzioni del Vangelo attraverso gli occhi di un tribuno romano, "La tunica", pubblicato per la prima volta nel 1942, ha consacrato Lloyd C. Douglas il più amato autore di romanzi storici del Novecento.
Secondo il racconto dei Vangeli, Gesù, dopo l'Ultima Cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori Gerusalemme: è il Getsemani, l'orto degli ulivi. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva Giuda che indica Gesù ai soldati baciandolo. Questo bacio è divenuto il simbolo dell'esperienza straziante del tradimento e dell'abbandono. Ma anche i suoi discepoli e Pietro stesso, il più fedele tra loro, tradiscono il Maestro lasciandolo solo. Nella notte del Getsemani non c'è Dio, ma solo l'uomo. È lo scandalo rimproverato a Gesù: aver trascinato Dio verso l'uomo. La notte del Getsemani è la notte dove la vita umana si mostra nella sua più radicale inermità. In primo piano c'è l'esperienza dell'abbandono assoluto, della caduta, della prossimità irreversibile della morte e della preghiera. La notte del Getsemani è la notte dell'uomo.
Questa raccolta, nella sua versione originale in inglese, è una reazione e una risposta ai micidiali attacchi antisemiti alle sinagoghe di Pittsburgh, in Pennsylvania (27 ottobre 2018) e di Poway, in California (27 aprile 2019). L'Italia del 2020 non conosce espressioni così violente di antisemitismo, ma numerosi atti di vandalismo antiebraico e di incitamento all'odio sui social network dimostrano che lo stesso pericoloso virus è presente e attivo. Perché in questo contesto dovremmo porre la vecchia domanda su chi abbia ucciso Gesù? Perché, più specificamente, è importante precisare che 'gli ebrei non hanno ucciso Gesù'? Da Jules Isaac abbiamo compreso la portata dell'impatto subdolo dell'insegnamento cristiano del disprezzo per gli ebrei, che si fonda proprio sull'accusa che furono gli ebrei a rifiutare e uccidere Gesù, e che loro sono riprovati e maledetti per questo. Questo insegnamento ha spesso sollevato la coscienza dei cristiani dalla necessità di combattere la crescita della pianta velenosa dell'antisemitismo fascista e nazista e ha impedito loro di cercare modi per farlo. È purtroppo realistico considerare che l'insegnamento antiebraico ha persino fornito un terreno fertile a questa pianta per mettere radici e crescere." (dalla prefazione di Etienne E. Vetö). Introduzione di Abraham Skorka.
Quella di Gesù è la crocifissione di un giusto, come avrebbe per primo riconosciuto il centurione sotto il patibolo. Chi ne sia il responsabile, il sinedrio o Pilato o entrambi, è da sempre dibattuto.
Se al primo può ascriversi l’accanimento con cui i suoi membri sostengono la colpevolezza di Gesù per violazione delle norme a protezione della maiestas del popolo romano e del principe, al governatore della Giudea va imputata l’inosservanza di regole basilari del diritto alle quali si sarebbe dovuto attenere.
L’autore lo spiega nel corso di un’indagine seria, appassionante e originale, che ricostruisce una pagina fondamentale della storia soffermandosi su alcuni degli aspetti meno esplorati delle ultime ore della vita di Gesù.
I grandi leader religiosi come Gesù sono profondamente radicati nella società in cui vivono e per comprenderne la personalità è necessario prestare attenzione alla situazione politica, economica e sociale, ma anche culturale e religiosa dell'epoca in cui sono vissuti. L'anacronismo è infatti il peggior nemico della comprensione delle origini del cristianesimo. Compito dello storico è non farsi influenzare dalle concezioni e dalla cultura di oggi e riscoprire invece il modo di vivere e di pensare di Gesù, dei suoi primi seguaci e degli scritti che essi produssero nei primi due secoli. Per questo le ricerche qui contenute prendono le mosse da due convinzioni: l'ebraicità di Gesù e dei suoi discepoli, divisi in una molteplicità di gruppi locali che possedevano informazioni parziali e differenti, e la conseguente presenza di affermazioni contrastanti nei vangeli, pur nella loro verità storica. A riprova che sociologia e antropologia sono parte essenziale e creativa degli studi biblici e, accanto ad altre correnti esegetiche e sensibilità storiografiche, possono dare il proprio, sempre parziale, contributo.