Un testo sullo stretto legame tra "cambiare vita" e "fare penitenza", che rischiamo di perdere. Il volume ripercorrere le principali tappe evolutive di quattro parole chiave, che a partire dalla Scolastica indicano le parti del sacramento della penitenza: contritio, confessio, satisfactio, absolutio. Il tentativo di fondo è quello di tradurre in modo nuovo termini antichi che rivelano le tappe del cammino penitenziale e possono offrire spunti di riflessione per ridisegnare lo spazio della penitenza e riscoprire il tempo come categoria penitenziale.
Il libro affronta un tema molto discusso nell'antichità e sotteso a tutta la Bibbia. Nel mondo biblico conoscere il nome di una persona significava conoscerne l'essenza, l'identità profonda. Molti dolci e imponenti nomi sono stati dati a Dio nel corso della storia dell'uomo. L'autore ne esamina alcuni dei più importanti. L'analisi biblica condotta con un criterio dogmatico confluisce poi in una riflessione teologico-filosofica sulla relazione Dio-uomo.
Il volume fornisce i criteri per distinguere le verità da credere con "fede divina e cattolica", in quanto rivelate da Dio e interpretate dalla Chiesa, dalle opinione teologiche che anche quando siano compatibile con il dogma, non sono materia di fede.
Nella "Confessione di fede" e negli "Articoli di fede" Gioacchino da Fiore si presenta non tanto nelle consuete vesti di esegeta biblico, specialista dell'Apocalisse, né di teologo della storia che annuncia "profeticamente" l'imminente terza età dello Spirito, quanto come teologo a confronto con altri teologi e nei panni del teologo-abate, maestro dei suoi monaci. Nella "Confessione di fede" Gioacchino esprime una cultura teologica assimilata anche attraverso i testi della scolastica, in particolare le "Sentenze" di Pietro Lombardo. I destinatari del breve scritto sono teologi dotti, cui l'abate si rivolge probabilmente dall'abbazia di Casamari tra 1182 e 1184. Di altro genere è l'impostazione degli "Articoli di fede". I temi trattati sono comunque teologici, ma sono i toni e il lessico a essere diversi e a indicare che i destinatari sono i monaci della sua comunità, rappresentati dal filius Giovanni. L'abate di Corazzo non evita di toccare problematiche dibattute a quel tempo negli ambienti scolastici, ma il largo spazio riservato alle questioni monastiche e ai concreti problemi della gestione dei differenti carismi e ruoli, presenti all'interno di un'unica comunità religiosa, fa risaltare il suo volto di abate, impegnato a istruire i monaci a lui affidati.
Il volume raccoglie le Tre lezioni che Étienne Gilson, Accademico di Francia, propose nel 1960 alla Pontificia Università Lateranense dedicate al grande problema della dimostrazione dell'esistenza di Dio. La prima mette in luce le difficoltà di interpretazione delle "prove" secondo la proposta di Tommaso d'Aquino. La seconda suggerisce come conviene intendere queste prove, o vie. La terza si interroga sulla questione, inevitabile per i filosofi, circa la validità del tipo di ragionamento al quale l'Aquinate fa appello per condurre l'intelletto alla conclusione che esiste un Dio.
Questo volume raccoglie gli atti dell'omonimo Seminario di studio, organizzato dall'Istituto di Metodologia Catechetica della Pontificia Facoltà di Scienze dell'educazione Auxilium, in collaborazione con l'Ufficio Catechistico Nazionale della CEI e con l'Associazione Italiana Catecheti, tenutosi a Roma presso la stessa facoltà il 22 dicembre 2012. Obiettivo del seminario è stato quello di favorire un propositivo dialogo tra i partecipanti, individuando tutte quelle tematiche, criticità, risorse, criteri, prospettive dell'atto di fede oggi, in ambito teologico, antropologico e sociale.
«Una dogmatica ecclesiale - sono parole di Barth - deve essere cristologica nel suo insieme e in ciascuna delle sue parti. Perché il suo unico criterio è la Parola di Dio rivelata, testimoniata dalla Sacra Scrittura e predicata dalla Chiesa; e questa Parola rivelata si identifica con Gesù Cristo». Helmut Gollwitzer, che ha curato e introdotto l'antologia, è riuscito a trarre dalle oltre novemila pagine dei tredici volumi della Kirchliche Dogmatik una serie di testi coordinati che esprimono esaurientemente il senso nuovo dell'impresa teologica barthiana ed espongono, con notevole precisione, le dottrine fondamentali del teologo di Basilea. L'edizione italiana è preceduta da un ampio studio monografico di Italo Mancini, che presenta una compiuta ricostruzione critica dell'itinerario barthiano e ne fissa succintamente la linea storiografica, non solo attraverso la concatenazione esegetica di quasi tutte le opere di Barth, ma tenendo anche conto delle più importanti proposte critiche di filosofi e teologi.
Sommario
Il pensiero teologico di Barth nel suo sviluppo (I. Mancini). Nota bibliografica. Introduzione (H. Gollwitzer). I. La rivelazione. II. Gesù Cristo. III. Il male. IV. La bontà della creazione. V. La determinazione dell'uomo. VI. Agape e eros. VII. Uomo e donna.
Note sull'autore
Karl Barth (1886-1968) è, dopo Lutero e Calvino, il teologo più decisivo della confessione protestante. Fu pastore nella parrocchia di Safenwil tra il 1911 e il 1921 e poi professore a Gottinga, Münster, Bonn (da dove fu espulso dal regime nazista nel 1935) e Basilea. Fra le sue opere, oltre 400, si ricordano: Der Römerbrief (1911, 1921); Die kirchliche Dogmatik (1932-1967), in tredici volumi, rimasta incompiuta; Fides quaerens intellectum. Anselms Beweis der Existenz Gottes (1931), considerato il suo discorso del metodo teologico; Die protestantische Theologie im. 19 Jahrhundert (1947).
Il lavoro è una provocazione a valutare emozioni e convincimenti personali alla luce dei contrapposti pensieri di teologi, filosofi, letterati, liberi pensatori, su temi concernenti il senso della vita, le questioni ultime, i precetti delle varie religioni, la verità. Ma si può conseguire la "verità" al cospetto delle contraddizioni di pensiero tra credenti e credenti, tra laici e credenti, tra atei ed atei, tra credenti e atei? E quale verità?
L'Autore fornisce una "discutibile" soluzione e invita il lettore - alla luce delle Schegge - a prendere conoscenza delle contrastanti opinioni, a fare chiarezza in sé e a mettere ordine nella propria coscienza, dandosi delle risposte.
Il presente volume intende riaprire la questione della visione beatifica in Cristo, da tempo finito nel dimenticatoio della teologia dogmatica, tema affascinante che è stato affrontato dalla teologia di tutto il mondo, ma dominato e plasmato in modo particolare da teologi e filosofi tedeschi dell'ultimo secolo. Partendo proprio dal contesto del pensiero tedesco, l'autore conduce questa sua ricerca con il lodevole intento di ridare al tema della visione beatifica di Gesù Cristo un nuovo slancio ed una nuova vita, senza per questo sacrificare il mistero della vera umanità di Cristo. Uno studio di interesse per gli studiosi di filosofia e teologia.
Prudenza, giustizia, fortezza, temperanza: sono le quattro virtù cardinali. Vale la pena di parlarne ancora? Gli autori di questo libretto sono convinti di sì, anche grazie al taglio particolare delle loro riflessioni, che coniuga psicologia e spiritualità. Come i punti cardinali sulla bussola aiutano a discernere la direzione da prendere (e quelle da evitare), così queste virtù, e la riflessione millenaria che la sapienza umana ha condensato in esse, suggeriscono attitudini, pensieri, comportamenti in grado di guidarci verso la “vita buona”, che è anche bella.
Autorevoli predicatori approfondiscono i vizi capitali, mostrandoci come anche oggi possano avvelenare le nostre vite. Con concretezza radicata nell'esperienza quotidiana di ciascun lettore, gli autori applicano ai vizi la lente della tradizione cristiana, sorgente viva e ricchissima di conoscenza dell'animo umano e capace di intercettare uditori e lettori anche tra un pubblico più vasto.
"Mi metto, idealmente, di fronte a un interlocutore incredulo che, giustamente, a buon diritto, mi domanda le ragioni del mio credere in Cristo. A questo interlocutore dovrò rivolgermi con 'dolcezza e rispetto' così come mi suggerisce Pietro, il primo papa. Devo infatti pensare che chi mi sta di fronte è forse più vicino a Dio di quanto lo sia io che cerco di convertirlo. Potrebbe essere più vicino in ragione di una sua maggiore carità che esercita nei confronti di quei poveri, affamati, infermi, carcerati, nei quali, secondo il vangelo (Mt 25), il Cristo e cioè Dio di fatto è presente. Potrebbe anche trattarsi di un inquieto ricercatore di assoluto, titubante sulla soglia della fede cristiana e disponibile a varcarla, ma soltanto in modo motivato e responsabile. Mi chiedo se potrò essere di aiuto a questi miei 'compagni di viaggio' per raggiungere insieme la meta che attende tutti noi, la verità che dà significato al nostro esistere nel mondo e nel tempo." (dalla Premessa)