Una raccolta di testi rivelatori della mentalità dell'epoca tardo antica nel Patriarcato di Aquileia.
Attraverso la posizione di preghiera esprimiamo visibilmente la nostra fede.
Il volume è arricchito da illustrazioni
Proprio perché è dialogo con Dio, la preghiera è un linguaggio del corpo universalmente valido: diventa oggi importante allora riscoprirne i gesti più antichi. Attraverso una disamina attenta delle fonti patristiche e dell’arte paleocristiana, l’autore cerca di chiarire la concreta posizione orante dei primi cristiani, le sue fondamentali radici, il suo significato teologico e il suo rapporto con la struttura della chiesa. Un gesto liturgico poco conosciuto, poi, è quello del bacio fraterno, non semplice segno di saluto, ma espressione di pace, comunione e benevolenza tra i cristiani.
Stefan Heid (1961), presbitero dell’arcidiocesi di Colonia, è professore ordinario di storia della liturgia e agiografia presso il Pontificio istituto di archeologia cristiana di Roma e professore associato della Facoltà di teologia della Pontificia università San Tommaso d’Aquino a Roma. È direttore del Römische Institut der Görres-Gesellschaft e della rivista Römische Quartalschrift.
La fede in Dio Padre, in Gesù Cristo e nella Chiesa. Un percorso di riflessione per i singoli e le comunità.
Breve indagine sull'"eresia" nei primi cinque secoli, periodo in cui la chiesa delle origini andava definendosi attraverso dibattiti teologici tanto cruciali quanto animati.In tale contesto, i primi "eretici" non erano attentatori della fede mandati al rogo da una pre-esistente chiesa ufficiale, bensì credenti le cui interpretazioni del messaggio di Gesù vennero poi escluse dalla dottrina che si andava affermando.
Anche l'uomo contemporaneo, accostandosi ad Agostino, lo trova ricco di vitalità, con nella voce accenti moderni e parole armoniose che affascinano. I passi agostiniani selezionati e raccolti in questo ponderoso volume sono stati collocati secondo un ordine di successione logico-didattico, per cui ne risulta come l'ossatura di un trattato. Agostino con la sua parola impegna fortemente l'intelletto del fedele, ma lo soddisfa nelle sue esigenze profonde infondendogli una pace appagante.
Un anno in compagnia di un Maestro della Fede straordinariamente moderno: Sant'Agostino.
Un testo sul sacerdozio - Sacrificio nei Padri dei primi secoli. Piano generale dell'opera: - Offrite i vostri corpi come sacrificio gradito a Dio (S.A. Panimolle); - Sacerdozio e sacrificio nei Padri dei primi secoli (V. Lombino).
Centro urbano dall'assetto internazionale e microcosmo di una pluralità di gruppi etnico-religiosi al crocevia tra paganesimo, giudaismo e cristianesimo, Caesarea Maritima fu una metropoli di nome e di fatto, e tale si è rivelata archeologicamente. I contributi qui raccolti del Gruppo Italiano di Ricerca su Origene e la Tradizione Alessandrina offrono le più recenti prospettive di indagine, con approccio storico-critico e filologico, sulla complessità di questo contesto urbano alla luce dei modelli socio-antropologici di identità e di conflitto/competitività.
Accanto all'immagine cristiana di Caesarea Maritima derivante da ingegni eccellenti quali Origene, Panfilo ed Eusebio, emerge una polifonia di gruppi e culture in grado di sollecitarne l'attività di intellettuali e lo stesso ministero cristiano.
OSVALDA ANDREI è professore associato di Storia del cristianesimo e delle chiese all'Università degli studi di Siena. I suoi principali ambiti di ricerca sono: storiografia e cronografia giudaico ellenistica e cristiana (antica e tardo antica); modelli, fondamenti esegetici, strategie di costruzione ed espressione delle idee cristiane sul tempo (cronologie antiche e cronologia moderna); Eusebio di Cesarea e la tradizione alessandrina; cristianità e giudaismo. Tra le sue pubblicazioni: M'. Acilio Glabrione ed il leone. Domiziano tra ebraismo e cristianesimo (Torino, 2002).; Rileggere 'Roma' nell'Apocalisse. Una riflessione sul rapporto 'testo-contesto' (Arezzo-Avellino, 2007); Canons Chronologiques et Histoire ecclésiastique (in S. Morlet - L. Perrone [eds.], Eusèbe de Césarée. Histoire ecclésiastique. Commentaire, Tome I, Paris 2012, in corso di traduzione per Morcelliana).
Questa biografia, ormai considerata un classico all'altezza di quella personalità eccezionale che fu Agostino d'Ippona, viene ora riproposta in un'edizione notevolmente ampliata. Il ritrovamento di un imponente numero di lettere e sermoni, che gettano nuova luce sul ministero agostiniano, ha infatti indotto Peter Brown a ricollocare in diversa prospettiva storica alcuni aspetti essenziali dell'attività vescovile e della teologia agostiniana. Il volume esamina, attraverso la ricostruzione della vita di un personaggio in costante trasformazione, vicende, esperienze e atmosfere di quell'età di terribili crisi e rivolgimenti che avrebbe caratterizzato il passaggio dal mondo pagano al cristianesimo.
Quella che si è soliti chiamare «fede cristiana» trae origine da una matrice israelitica, gesuana e pasquale. Tre tappe di un percorso complesso,
ma affascinante e coinvolgente per riscoprire come il Dio della fede cristiana si identifichi con un uomo crocifisso, anagraficamente identificabile come Gesù di Nazaret, anche se poi dichiarato risorto (ma in quanto crocifisso) da comunità che esplicitano in maniera diversificata
il contenuto cristologico della fede pasquale. Dietro una variegata trama di testi, si scorge il volto del Dio del Vangelo, il Dio di Gesù Cristo: un Dio sorprendente e imprevedibile. Una fede così sfocia nella contemplazione, e richiede nient’altro che umiltà, ringraziamento, e lode.
Ecco dunque una piccola summa della fede di Israele, di Gesù e della Chiesa primitiva. Agostino di Ippona afferma che «se la fede non è pensata, è
come se non ci fosse»: queste pagine vorrebbero contribuire a ripensarla per appropriarsene in modo nuovo.
L’AUTORE
Romano Penna, nato a Castiglione Tinella (CN), sacerdote della Diocesi di Alba, è Ordinario di nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: Lo Spirito di Cristo (1976); L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1991) e, presso le Edizioni San paolo, L’apostolo Paolo, Studi di esegesi e teologia (1991); Paolo di Tarso, Un cristianesimo possibile (1994); Una fede per vivere (1992).
Benedetto XVI ci ha invitato ad un «Anno della fede», usando l’immagine della porta. I Padri della Chiesa si sono misurati con la fede cristiana, soprattutto come «porta d’entrata» in una visione nuova del mondo e della vita, nel contesto del paganesimo e del pluralismo religioso dell’impero romano: essi hanno fortemente sottolineato
il ruolo di una fede professata in un «simbolo», un testo che sigillasse l’unità del corpo ecclesiale, e quello di una fede celebrata, in particolare nell’itinerario pasquale del catecumenato.
Ma la fede aveva una grande importanza anche quale «porta d’uscita» in una testimonianza quotidiana, coerente con la fede professata e celebrata: pensiamo in particolare al martirio patito e offerto quale atto estremo di fedeltà.
I Padri della Chiesa ci parlano della fede personale, certo quale dono divino che trascende la natura umana, ma insieme come fondato sull’esperienza dell’umana fiducia. La lettura di alcuni testi patristici sulla fede diviene, quindi, saporoso itinerario che la motiva e la rafforza.
Il curatore
Agostino Clerici, nato a Rovellasca (Como) nel 1959, dottore in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sacerdote dal 1991, direttore de Il Settimanale della diocesi di Como (dal 1999 al 2011), è parroco di Ponzate (dal 2003) e cura il blog L’essenziale è visibile (www. agostinoclerici.it). Ha all’attivo numerose pubblicazioni nel campo della patristica e della spiritualità. Con le Paoline ha pubblicato: Il Padre nostro commentato dai Padri della Chiesa (1994), Il tesoro nel campo (2007), Lettera di Gesù Bambino (2007), L’essenziale è visibile (2008), Incontrare il Risorto (2010), Che cosa cercate? Avvento e Natale nel cuore dell’Anno liturgico (2012).
È possibile trattenere le proprie ricchezze? Un cristiano ha diritto di arroccarsi nelle sue ricchezze mentre altri soccombono nella miseria? La raccolta di testi basiliani organizzata da Luigi Franco Pizzolato in questo volume dà voce a una tra le più radicali e ferme contestazioni della ricchezza che la storia cristiana abbia mai espresso. Nella stringente argomentazione di Basilio, l’arricchimento di pochi ha come esito obbligato l’impoverimento di molti; la ricchezza stessa, quand’anche non sia incrementata, ma soltanto difesa, ha in sé una incurabile distorsione del progetto di Dio, espresso nella creazione del cosmo: i beni del creato sono per la gioia di tutti i suoi figli; la povertà e la sofferenza di alcuni denunciano lo scandalo del benessere degli altri. Mentre, lungo il IV secolo, si formavano i presupposti dell’identità europea, Basilio affronta – tra gli altri – il problema dell’estensiva diffusione di quegli “strumenti finanziari” escogitati per regolare i prestiti e i rapporti di credito e debito tra le parti. Con fermezza, Basilio condanna ogni forma di interesse sul prestito: riaffermando con fermezza la fedeltà alla Legge dell’amore intimamente inscritta dal Creatore nel cosmo, egli protesta la perversione del voler far fruttare denaro dal denaro, debito dal debito, povertà dalla povertà. Il cristiano ha il dovere, non soltanto la possibilità, di soccorrere chi è nel bisogno e nella necessità: ma di soccorso nella necessità deve trattarsi, non di guadagno per sé! Oltre a costituire una fondamentale tappa nella genesi del pensiero cristiano sulla ricchezza, i testi raccolti in questo volume costituiscono un’attuale riflessione sulla prevalenza del valore dell’uomo sulle ragioni dell’economia e della finanza, prima e a prescindere da ciò che si configura secondo le leggi della convivenza sociale.
L’AUTORE
Basilio Magno, “il Grande” (Cesarea in Cappadocia, 329 – 1o gennaio 379), è stato un vescovo, teologo e padre della Chiesa, venerato dalle Chiese cristiane, di cui fu anche confessore e primo dei “padri Cappadoci”. Autore delle celebri Regole, il suo pensiero è considerato tra i più influenti nella formazione dell’identità europea e delle principali teologie cristiane occidentali e ortodosse.
Descrizione dell'opera
Il Discorso ai giovani di Basilio Magno si colloca in un periodo storico (370-375 c.) ancora segnato dal tormentato problema dell'incontro fra cristianesimo e cultura classico-pagana, e penetrato dall'eco tuttora viva della riforma dall'imperatore Giuliano. L'opuscolo, se pure composto per esigenze e prospettive contingenti e limitate al modo di trar profitto dalle lettere pagane, fu accolto dalla tradizione, specialmente in epoca umanistica, in una più vasta atmosfera, e inteso come manifesto programmatico che varca i tempi. Al centro della parentesi basiliana si pone un atteggiamento autonomo di scelta critica nei confronti della letteratura pagana, intesa come propedeutica alla verità della rivelazione evangelica. Su questa linea il programma prospettato da Basilio supera gli orizzonti puramente intellettuali, puntando alla prassi dell'ascesi cristiana e ad una sorta di "umanesimo integrale". Il Discorso mette così in luce motivi e interessi di viva attualità, in particolare quando illustra l'esigenza di uno scopo adeguato nella vita e di un'attiva libertà di spirito motivata e illuminata dal Vangelo. Con accento ispirato insieme a Platone e alla parola di Cristo, Basilio esorta i giovani a "non consegnare agli altri il timone della propria coscienza".
Sommario
I. INTRODUZIONE. 1. Significato della «Oratio ad adolescentes». 2. Destinatari, datazione. 3. Genere letteratio e stile. 4. Struttura e motivi dominanti. 5. Fonti di cultura pagana. 6. «Paideia» origeniana e tradizione patristica. 7. La fortuna della «Oratio» basiliana e la versione latina di Leonardo Bruni. 8. Sulla tradizione manoscritta e sulla presente edizione. II. DISCORSO AI GIOVANI. Testo e traduzione. III. COMMENTO. IV. VERSIONE LATINA DI LEONARDO BRUNI. Bibliografia. Citazioni e riferimenti biblici. Citazioni di autori classici. Indice dei nomi. Indice della parole.
Note sul curatore
MARIO NALDINI (1922-2000), sacerdote della diocesi di Firenze dal 1945, dal 1964 è stato assistente del Movimento ecclesiale di impegno culturale (MEIC) di Firenze. Ha insegnato letteratura cristiana antica nelle Università di Lecce e di Perugia. A Firenze ha fondato il Centro di studi patristici e ha dato vita alla prestigiosa collana EDB «Biblioteca patristica». Fra le sue pubblicazioni: Tempi dello Spirito. Voci dei Padri (1998), La Bibbia nei Padri della Chiesa. L'Antico Testamento (1999) e Il Nuovo Testamento (2000).