Quali ideologie si celano dietro le moderne battaglie per i diritti individuali? Il prof. Umberto Spiniello, attraverso un linguaggio semplice e ben documentato, affronta temi attualissimi quali l'aborto, il divorzio, le unioni civili, l'eutanasia, considerati spesso dall'opinione pubblica come segno del progresso dei tempi, ma che presentano gravi ripercussioni etiche. Ponendo a confronto questi moderni "diritti" con il Magistero della Chiesa, e vagliando le ripercussioni di queste "conquiste di civiltà" attraverso indagini sociologiche e studi scientifici, si palesa una violenta offensiva ideologica contro l'Occidente cristiano. I popoli occidentali affondano le proprie radici nella cultura giudaico cristiana e nel sistema di valori morali ad essa ispirato perciò le moderne battaglie condotte per affermare supposti diritti individuali, che di civile hanno ben poco, presentano invece i connotati di una rivoluzione antropologia avversa ai principi cristiani. Le ideologie ispiratrici di tali diritti affermano, più o meno esplicitamente, il ripudio dei cardini identitari ed etici in cui si riconoscono i popoli occidentali, ma l'uomo, privato della propria identità culturale, smarrisce il senso ultimo della esistenza.
Il contenuto di queste pagine, scritte nel 1949, si può considerare un contributo preveggente alla questione riguardante l'inizio vita, oggi tanto dibattuta. Guardini vi ribadisce alcuni principi di fondo che ritiene irrinunciabili, quali anzitutto la natura di "essere personale" del nascituro: una natura che non è di tipo biologico o psicologico, ma «esistenziale» (existentiell) e che è per lui alla base della dignità di ogni essere umano. Una dignità che non può essere messa a disposizione di alcuna considerazione utilitaristica, sia essa fatta valere da un singolo, dalla società o dallo Stato. Ciò porterebbe a considerare e a trattare l'essere umano come "mera cosa" di cui altri possono disporre liberamente.
Che cosa accadrebbe se l'umanità potesse alterare la sostanza stessa del codice genetico? Questa domanda è rimasta a lungo confinata al campo della fantascienza, ma tutto questo sta per cambiare, come ci rivela qui Kevin Davies. "Riscrivere l'umanità" ci porta per mano all'interno dell'affascinante mondo di una nuova tecnica di editing genetico chiamata CRISPR, una potente cassetta degli attrezzi che permette di correggere il DNA di qualsiasi organismo, la cui scoperta è valsa a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna il Nobel per la chimica 2020. Davies aiuta il lettore a conoscere quella che è forse la più radicale conquista scientifica della nostra epoca, incontrando gli scienziati in prima linea nelle ricerche e i pazienti la cui storia commovente riporta il racconto a un livello più umano. L'autore chiarisce infatti le conseguenze che questa nuova tecnica può avere, risparmiando a milioni di persone gli effetti devastanti delle malattie ereditarie o i problemi che crea la disabilità.
Questo libro è un tentativo di riprendere a fare esercizi di tenerezza in coppia. Ri-equilibrare il tempo insieme per dedicarne un po' all'affetto e alla cura del partner nelle situazioni di ogni giorno. Tornare a scoprire il corpo dell'altro e lo spazio che occupa nella nostra quotidianità. La speranza è quella di instaurare un nuovo corso: la tenerezza al potere. Ti svegli un mattino, dopo anni di vita insieme, e non sai più perché il partner che hai a fianco è proprio quello o quella, che senso ha il suo corpo di lato al tuo e chi siete diventati nel frattempo. Dov'è finita la tenerezza degli inizi? Che fine hanno fatto quei gesti e quelle attenzioni di cui tutti sentiamo il quotidiano bisogno?
Il libro introduce ai principali approcci etico-normativi che sono stati utilizzati nel campo della bioetica, per poi passare a un'analisi ravvicinata di questioni quali la sperimentazione su soggetti umani, i problemi di inizio vita, i numerosi temi legati alla fine della vita e l'allocazione di risorse sanitarie. L'intento è fornire allo studente un'informazione oggettiva e adeguata per comprendere le questioni etiche nella biomedicina, con attenzione particolare alle argomentazioni filosofiche, ma tenendo sempre presenti sia la caratterizzazione scientifica dei problemi sia gli interventi legislativi e giurisprudenziali. Rivolto in primo luogo agli studenti di filosofia, il testo costituisce uno strumento didattico utile anche per tutti gli altri corsi di studio che affrontano temi di bioetica. Indice del volume: Premessa. - I. Le etiche applicate e la bioetica. - II. Tipi di etiche normative. - III. La sperimentazione su soggetti umani. - IV. L'aborto volontario. - V. La procreazione medicalmente assistita e la genetica. - VI. Eutanasia, suicidio assistito e disposizioni anticipate. - VII. Morte cerebrale, trapianti d'organo e stato vegetativo. - VIII. Il diritto alle cure e l'allocazione di risorse sanitarie. - IX. Il potenziamento delle capacità umane. - Riferimenti bibliografici. - Indici.
La pandemia da Covid-19 ha riportato alla luce alcune delle incertezze più intime dell'uomo, fra le quali il timore della morte, tema tornato prepotentemente al centro delle nostre vite. In questo contesto si è riaperto il dibattito sull'eutanasia e sul suicidio assistito, pratiche che continuano a dividere l'opinione pubblica tra sostenitori e oppositori pro-life. Attraverso l'analisi di casi mediatici recenti come quelli di dj Fabo e Alfie Evans e le esperienze di chi ha vissuto in prima persona la malattia terminale di un proprio caro, gli autori propongono di ripensare al fine vita accettando che persiste un conflitto di valori tra credenti e non credenti. Di fronte al mistero dell'ignoto, che spaventa chi vi si affaccia, l'attesa della morte deve riacquistare un profondo senso spirituale, come esperienza che può donare significato a tutta l'esistenza.
Il libro, prefato da mons. Carlo Maria Viganò e con un articolo di Mons. Athanasius Schneider, è arricchito di contributi di prelati, filosofi, medici, giuristi, storici e attivisti per la vita. Pur trattando un argomento specifico, gli autori allargano i propri orizzonti anche all'ambito politico-sociale dell'attuale sistema venutosi a creare con il Covid e il vaccinismo di massa. Autori: don Curzio Nitoglia, Dom Giulio Meattini, Massimo Viglione, John Henry Westen, Giovanni Turco, Clara Ferranti, Gianfranco Amato, Paolo Gulisano, Pilar Calva Mercado, Wanda Massa, Cristiano Lugli, Daniele Trabucco, Francesco Lamendola, Marilena Maioli, Silvana De Mari, Nicodemus, Antonio Bianco, Alfredo De Matteo.
"Nel percorso culturale volto a promuovere la piena definizione dello Statuto dell'embrione umano c'è una data che segna un prima e un dopo: è il 20 settembre 2013, quando papa Francesco, ricevendo i membri della Federazione internazionale delle Associazioni dei medici cattolici, con le seguenti parole ferma lo sguardo sul volto di Gesù nel concepito: «Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo». Da quel momento l'approccio allo Statuto dell'embrione umano supera il "cantiere" della difesa attraverso le competenze umanistiche, giuridiche e scientifiche e apre al "cantiere" della contemplazione teologica. In che cosa consiste la novità? La ricerca umana indaga con l'ausilio della ragione e delle specifiche competenze scientifiche; la teologia, invece, contempla la medesima realtà alla luce della Rivelazione, traendo una visione nuova sulla persona umana nel mondo: siamo creati a immagine di Gesù, il Figlio eterno del Padre, e siamo dunque in vita per diventare figli nel Figlio. È questo il glorioso destino di ogni creatura umana."
Il linguaggio non è uno strumento: è una condizione in cui abitiamo e viviamo senza nemmeno accorgercene. Pensiamo a un piccolo aneddoto raccontato dallo scrittore David Foster Wallace: «Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: Salve ragazzi, com'è l'acqua? E i due giovani pesci continuano a nuotare per un po' e alla fine uno di loro guarda l'altro e fa: che diavolo è l'acqua?». Il linguaggio è come molti aspetti del vivere quotidiano: proprio perché presenti da sempre sullo sfondo dell'esistenza, ci sono sconosciuti, diventano pressoché invisibili. Un libro che spiega al lettore la "tecnologia del linguaggio" e il linguaggio come tecnologia, cioè un'abilità e un'abitudine che è di tutti noi e che è sorprendete analizzare: a cosa serve? Come è nato? Perché lo abbiamo sviluppato in un certo modo? Qual è il suo futuro?
Questo libro vuole offrire un contributo alla riflessione sul tema del fine vita, che non riguarda solo la medicina o la sofferenza e la spiritualità dei malati e delle loro famiglie, ma tutta la società civile, oggi sempre più laica e multiculturale. I reiterati richiami della Corte costituzionale sollecitano il Parlamento italiano a legiferare in materia, affrontando la sfida di conciliare i diritti dei pazienti a cure adeguate con la domanda di autodeterminazione dei cittadini, nel rispetto dei diversi orientamenti filosofici ed etici. Valutando le diverse posizioni, analizzando la legislazione di alcuni paesi europei come il Belgio, la Francia e il Regno Unito, e delineando la situazione italiana, Attilio Stajano propone un percorso verso una soluzione condivisa che consenta una legittima scelta sul fine vita, da un lato, e la tutela delle cure palliative, dall'altro. Stajano vuole anche condividere l'esperienza maturata durante tredici anni di assistenza volontaria in un reparto di cure palliative in Belgio, dove ha constatato il manifestarsi di una pericolosa deriva: l'applicazione arbitraria della legge sulla depenalizzazione dell'eutanasia ha travalicato le intenzioni del legislatore e ha finito per disumanizzare le cure di fine vita e trasformare la professione medica e tutta la società civile. Il libro è completato da un'ampia bibliografia sull'argomento e da un'Appendice, disponibile sul sito http://finevita.stajano.org/Appendice.htm.
Una risposta chiara ed esauriente a coloro che considerano la vaccinazione contro il Covid-19 in sé illecita, perché funzionale all'aborto.
In occasione del 25esimo anniversario dalla costituzione dell'Istituto Italiano di Bioetica- Campania, i soci fondatori hanno deciso di celebrare la ricorrenza con un convegno e con il presente volume che è testimonianza dell'azione svolta non solo nel campo della produzione scientifica, ma anche in quello della divulgazione, della formazione professionale e del dibattito etico-politico generale. Nei saggi raccolti in volume si rilevano, nella variabilità dei punti di vista e nelle sensibilità diverse, tre elementi fondamentali di raccordo. Il primo elemento è l'amicizia che lega tra loro la maggior parte degli autori, ed è conseguenza degli anni di frequentazione e del comune sentire di base. Il secondo elemento è dato dall'accettazione di una prospettiva teorica di fondo, nel nostro caso il pensiero della complessità, soprattutto nella versione di Edgar Morin e Ilya Prigogine. Infine il terzo elemento, la comune opzione a favore del pluralismo, sul versante etico-politico. La serie di saggi che compongono il volume nella cornice epistemologica ed etico-politica appena delineata rappresentano tutti delle specificazioni e delle variazioni originate dalle diverse formazioni e sensibilità individuali degli scriventi. Tale varietà è da sempre stata una peculiarità dell'associazione che ha considerato il rispetto del pluralismo di religioni e visioni del mondo, e il ricorso alla transdisciplinarietà come una ricchezza da conservare e, se possibile, incrementare.