I luoghi della celebrazione nell'aula dell'assemblea liturgica non sono spazi "neutri" o semplicemente "funzionali al rito". Essi sono pieni di "senso" e dei veri "luoghi simbolici", soprattutto quando la comunità dei credenti è radunata per celebrare i santi misteri ma anche fuori della celebrazione stessa con la loro semplice e nobile presenza. Le pagine di questo studio non propongono un corso di architettura per la liturgia, ma si offrono come una visita guidata nell'edificio della Chiesa ai luoghi liturgici o, meglio, come un percorso mistagogico che accompagna il lettore a scoprire la valenza, la bellezza e la ricchezza di questi "santi segni", al fine di aiutare ciascuno a passare dai segni al mistero e a coinvolgere in esso l'intera esistenza. Uno strumento che si propone alla formazione liturgica permanente sia dei ministri ordinati sia di tutti coloro, consacrati e laici, che sono impegnati nella catechesi e nella pastorale e, in modo speciale, nella cura, nella preparazione e nella guida della preghiera liturgica.
Costruire una chiesa è sempre stato uno dei compiti più difficili per un architetto, a causa della realtà così unica e trascendente che essa è chiamata ad accogliere e a manifestare. Tale compito si è fatto ancora più arduo nella nostra epoca per la difficoltà di comprendere il senso della trascendenza e del sacro. La teologia ha riflettuto prevalentemente sulla storia della salvezza e perciò sulla dimensione temporale, molto meno su quella spaziale. Nell'ottica dell'evangelizzazione promossa con tanto impegno da Papa Francesco, anche lo spazio e l'arte sacra hanno rilevanza e costituiscono una sfida urgente. In questo volume architetti, storici dell'arte e teologi affrontano la tematica dai vari punti di vista.
In un percorso interdisciplinare tra architettura e arte, teologia e filosofia, letteratura e antropologia, il libro analizza gli spazi del tempio greco, di quello ebraico e della basilica cristiana, in un viaggio ideale tra Atene, Gerusalemme e Roma.
Chi percorre la storia della liturgia, in più occasioni si è trovato di fronte a documenti che testimoniano la vitalità dell'antica Chiesa di Aquileia, il cui più noto esponente è senza dubbio il vescovo Cromazio, vissuto tra il IV a il V secolo. Aquileia è stata una di quelle Chiese locali che ha saputo esprimere la fede anche attraverso un proprio linguaggio liturgico. Il rito aquileiese, con la testimonianza di forme liturgiche peculiari, costituisce un segno eloquente di una vitalità che ad un certo punto ha cessato di esistere, confluendo nel rito romano. Il grande patriarcato aquileiese, che si estendeva fino in Baviera, in Austria, nella Slovenia e in Croazia, già nel sec. XV era stato smembrato, e progressivamente aveva perduto quella vivacità a vantaggio di un nuovo ordinamento territoriale delle Chiese, in particolare del ruolo di Venezia. Presentazione di Manlio Sodi e postfazione di Giuseppe Cuscito.
Costruire è una cosa grande.
È innanzitutto avere uno scopo e condividerlo insieme ad altri.
Il costruire è per la propria vita
e per quella di altri.
L’uomo costruisce e nel farlo edifica sé stesso.
Un percorso dentro l’esperienza del costruire, dialogando con i maestri di ieri e di oggi, da Vitruvio a Libeskind, passando per Torroja, Gio Ponti, Nervi. Dalle cattedrali del medioevo al completamento della Sagrada Familia, dagli acquedotti romani ai moderni ponti a grande luce, dalle piccole abitazioni in legno e terra ai grattacieli delle megalopoli di oggi. Dalla pietra alla stampa 3D, passando per il calcestruzzo e l’acciaio.
Un’occasione per immergersi nella grande eterna sfida, quella dell’uomo costruttore, rendendo tutti partecipi della sua evoluzione.
"Dobbiamo chiederci che cosa deve essere oggi la cattedrale, in una chiesa non più 'reggente' la società; in una comunità cristiana che è in missione, che vuole raggiungere gli uomini e le donne là dove sono, non avendo più la possibilità di convocarli. E in una chiesa che si vuole sinodale, cosa significherà la cattedrale?" (Enzo Bianchi). Il modo più autentico per conservare il patrimonio artistico e architettonico è quello di abitarlo integralmente per renderlo sempre più vivo, facendo di esso il simbolo di una chiesa capace di stare nell'oggi della storia. Il XVI Convegno liturgico internazionale di Bose attraverso i contributi di storia, architettura, arte e liturgia espone le ragioni scientifiche, culturali e teologiche per comprendere il valore e il significato delle cattedrali, il loro compito e la loro missione oggi.
Come l’essere umano è intrinsecamente legato al corpo che abita, così anche la grazia di Dio ha bisogno di situarsi nel tempo e nello spazio per “accadere”.
E anche se nel cristianesimo gli spazi rituali sono ormai relativi, ovvero non costituiscono più la sostanza della liturgia, ne defi niscono comunque la qualità. Per questo meritano ancora che gli si riservi una certa cura. È ciò che cerca di fare Giuliano Zanchi con questo libro in cui ci offre una rassegna di quelli che lui stesso defi nisce “luoghi della grazia”. Perché, per usare le stesse parole dell’Autore, «predisporre la consistenza di un altare, di un ambone, dare forma a un’assemblea, disegnare luoghi di passaggio, illuminare lo spazio non sono esercizi puramente ornamentali [...]. Non si tratta semplicemente di arredi. Ma di luoghi della presenza».
Attraverso un’analisi storico-artistica delle forme si cercherà quindi di comprendere l’importanza di questi luoghi anche per il presente, svelando l’evoluzione teologica di cui sono segno.
Nel panorama europeo Frédéric Debuyst non è solo un testimone e un interprete autorevole del cammino dell’architettura liturgica dal dopoguerra ai nostri giorni, ma anche un ispiratore ascoltato e influente, attraverso intuizioni teologicamente nette e spiritualmente intense. La misura umana dell’architettura cristiana è la cifra sintetica del pensiero di Frédéric Debuyst, un pensiero e un’opera che sono la testimonianza spirituale di un uomo sedotto dalla bellezza, maestro del genio cristiano del luogo. Un volume omaggio al principale esperto del legame tra liturgia e architettura, monaco benedettino amico fedele della Comunità di Bose: l’ultimo suo libro scritto proprio come “testimonianza personale”.
L'edificio di culto è la più visibile raffigurazione che ogni tradizione religiosa offre di se stessa nello spazio pubblico: dal punto di vista teologico ed ecclesiologico, vi è un nesso inscindibile tra la coscienza che la chiesa ha di se stessa e l'immagine che dà di sé. Di queste tematiche offrono un esauriente approfondimento i contributi raccolti negli atti del XIV Convegno liturgico internazionale di Bose.
Nell'architettura e nell'azione liturgica la luce è materia e simbolo, linguaggio e metafora, realtà plasmata e plasmante. Nell'ideare e dare forma agli edifici di culto, architetti e artisti hanno il duplice compito di immaginare la luce tra funzione ed estetica, ciclo naturale e illuminazione artificiale. Il volume presenta gli atti del XIII Convegno liturgico internazionale di Bose, che ha affrontato il tema del ruolo della luce nello spazio liturgico.
Attraverso la ricerca della bellezza e attraverso l'arte, che ne è l'epifania, il cosmo è entrato nella liturgia, soprattutto nella celebrazione dei sacramenti, dove le creature sono essenziali alla liturgia quale luogo di della comunione con Dio. Basta guardare a una chiesa antica e medievale per trovarvi la presenza del cosmo come fattrice di azione liturgica… Il raggio di luce al mattino solca l'abside a oriente, la pietra offre spazio alla chiesa: tutto è liturgia cosmica, cosmo non deificato, non panteistico, ma cosmo sacramentalmente posto in Dio.
Enzo Bianchi
Mentre la chiesa assume e trasfigura il cosmo nell'azione liturgica, l'architettura per il culto è interpellata a essere non solo sobria, sostenibile e rispettosa dell'ambiente e del paesaggio, ma anche significante in un orizzonte di senso in cui l'estetica liturgica sappia arricchirsi con una ritrovata estetica cosmica. Il XII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha affrontato il delicato rapporto tra l'edificio chiesa e la creazione attraverso lo studio dei fondamenti cosmologici dell'architettura liturgica.
Il volume nasce con la volontà di offrire un approccio non convenzionale ad un tema oggi sempre più importante: il territorio. L'autrice parte da una analisi lucida dell'evoluzione che nel nostro Paese hanno avuto le politiche di sviluppo territoriale troppo spesso incentrate sull'edilizia, mettendone in luce disequilibri, manchevolezze, sprechi, convenienze. Per riaffermare la necessità di una rinnovata attenzione all'armonia ed alla bellezza dei nostri spazi urbani, capace di ricollegarsi alla grande tradizione dell'economia civile cui si rifà la logica della cooperazione.