Qui si offre una ricerca transdisciplinare che segue il metodo dell’expert meeting. Con “transdisciplinare” non intendiamo l’ambito comune a diverse discipline (l’inter di una ipotetica interdisciplinarietà) che potrebbe essere studiato con metodi e prospettive diverse tra loro; intendiamo invece la realtà al di là della sua formalizzazione nei diversi linguaggi, quella realtà alla quale ogni disciplina è chiamata ad aprirsi per entrare in sinergia con le altre, un’eccedenza che supera ed è al contempo ciò su cui le diverse prospettive si basano. L’esperienza di due anni di lavoro ci permette di affermare che questa realtà previa a qualsiasi tipo di formalizzazione è la relazione. Nel corso di questo lavoro, abbiamo comprovato che il “paradigma relazionale” proposto da Donati, serve da interfaccia ontologico, epistemologico e metodologico meglio di altri paradigmi, permettendo un dialogo fruttifero fra le discipline e consentendo di illuminare aspetti essenziali della realtà spesso trascurati. I risultati del lavoro che il lettore ha tra le mani sono senz’altro parziali e a volte vengono offerti più sotto forma di riflessioni e di domande che di soluzioni vere e proprie. Ciononostante, pensiamo che siano già delle buone indicazioni per una migliore comprensione della differenza uomo-donna in quanto relazione originaria, e per affrontare una serie di fenomeni socio-culturali in cui si osserva la perdita di questa differenza, e la sostituzione di tale relazione con altri tipi di relazione.
Oggi diventa urgente ripensare le scienze da un punto di vista che non pretende di unificarle riconducendole ad unum, ma che si propone di trovare la loro unità in una reciproca relazionalità entro la quale esse possano dialogare in modo fecondo, mantenendo e anzi promuovendo la loro specifica autonomia. Il presente volume nasce da questa esigenza. Esso si propone di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo presentando il progetto di un paradigma relazionale come interfaccia fra le scienze. Per cominciare questa avventura, il volume prende in considerazione le scienze teologiche, filosofiche e sociali. Perché questa scelta? La ragione di fondo sta nel fatto che i proponenti condividono la presupposizione generale secondo cui "all'inizio (della realtà, di ogni realtà) c'è la relazione". Un tale assunto è certamente da sottoporre allo scrutinio scientifico, esplicativo e comprendente, e anche empirico per quanto riguarda le scienze umane e sociali. Ma implica di per sé un imprescindibile riferimento all'ambiente metafisico della ricerca scientifica.
In modo sempre più diffuso ci si chiede quali siano il ruolo e la funzione della famiglia, se cioè sia ancora una risorsa per la società o se invece non sia diventata un ostacolo all'emancipazione degli individui e all'avvento di una società più libera, egualitaria e felice. È una sopravvivenza del passato o è un'istituzione che decide del nostro futuro? Questo volume intende rispondere a tali interrogativi con un'indagine originale. Nella prima parte vengono esposte e commentate le conoscenze disponibili a livello internazionale. Nella seconda parte, invece, sono presentati i risultati di una ricerca sociologica condotta su un campione rappresentativo della popolazione residente in Italia. Nel complesso, l'indagine evidenzia che le famiglie stanno vivendo un processo di profonda morfogenesi. Ciò che emerge è che la destrutturazione della famiglia non migliora la condizione esistenziale delle persone, ma spesso la peggiora: se la famiglia, pur articolata in modi diversi, viene depotenziata, le persone diventano socialmente deboli e aumentano la loro richiesta di assistenza. In sintesi, la ricerca dimostra che nelle dinamiche familiari si originano i beni e i mali relazionali che condizionano la vita delle persone. Questa indagine è "un viaggio dentro e attorno al genoma sociale della famiglia", alla scoperta delle ragioni per le quali la famiglia è e rimane la fonte primaria della società anche in condizioni di crescente globalizzazione.
Il volume si propone di illustrare quel nuovo paradigma di comprensione e spiegazione dei fatti sociali che viene denominato "relazionale" perché intende la società (ogni modo di essere del sociale, anche nell'economia, nella politica, nella cultura) come relazione sociale. La tesi di fondo è che per comprendere la società, bisogna saper vedere, analizzare, interpretare e gestire le relazioni sociali, mentre la gran parte delle scienze sociali (anche quelle affini alla sociologia) vedono solo individui, meccanismi e "cose" (oggetti e strutture materializzate). Il paradigma relazionale è ciò di cui le scienze sociali hanno bisogno per riuscire a distinguere che cosa c'è di umano nel sociale, e che cosa invece lo fa diventare dis-umano o non-umano. Questo compito è particolarmente significativo per rendere "civile" una società che sembra destinata ad essere dominata dai puri interessi economici, dalla paura e dai rapporti di forza. L'approccio relazionale apre nuovi orizzonti, teorici ed operativi, in quanto mostra il lato invisibile, e però reale, di ciò che allo stesso tempo tiene legati e rende conflittuali fra loro gli esseri umani quando vivono assieme. Il libro esamina in particolare la famiglia, le relazioni fra le generazioni, il sistema educativo, la governance, i servizi alle persone, la democrazia, le politiche sociali, contribuendo ad una nuova visione di ciò che di fatto accade e di ciò che diventa "altrimenti possibile" nella società della globalizzazione.