Lo school counseling è una pratica particolarmente promettente, nella sua capacità di affrontare problematiche cruciali dell'educazione e della società. In Italia la professione del counselor è in forte via di sviluppo, mentre negli Stati Uniti ha una lunga e consolidata tradizione. I nove contributi che compongono il volume esplorano le diverse potenzialità e le sfaccettature di una pratica che necessita nel nostro Paese di un preciso statuto e di adeguati percorsi di formazione. Esaminare lo sviluppo e l'attuale situazione dei counselor negli Stati Uniti può offrire indicazioni utili sulle azioni da intraprendere in Italia. Un testo tra la ricerca e la formazione, indirizzato a tutte le figure professionali che ruotano attorno al mondo della scuola e a chi desidera approfondire una tematica sempre più attuale. «Avere cura della mente significa aver cura dei pensieri e delle emozioni che condensano la nostra essenza. Se si accetta questa assunzione ontologica, la questione pedagogica da indagare consiste nel capire in quali direzioni dovrebbe muoversi l'agire educativo e con esso l'azione di counseling».
Obiettivo di questo volume è sostenere chi lavora e chi vuole fare ricerca empirica nei contesti educativi e scolastici, dal nido d'infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Comprendere l'utilità, i limiti, le potenzialità dei metodi e le modalità di definizione dei risultati scientifici è il passaggio imprescindibile per poter utilizzare le evidenze scientifiche in modo informato e consapevole. È sempre più necessario, infatti, saper prendere decisioni, educative e didattiche, fondate empiricamente. Dopo una prima introduzione generale sulla progettazione del disegno di ricerca, sui paradigmi e le questioni etiche, si descrivono i principali metodi per la ricerca educativa: fenomenologia empirica, Grounded Theory, metodo etnografico, ricerca-azione, ricerca narrativa, approccio quantitativo-sperimentale e mixed method. Per comprendere come può essere applicato ciascun metodo discusso, ogni capitolo include l'analisi critica di una ricerca empirica realmente condotta (e pubblicata) in contesti educativo-scolastici.
Oggi più che mai occorre riprendere, e a volte anche ricostruire, quell'intreccio tra spiritualità e politica che dà senso e forma alla nostra esistenza singolare e plurale. Perché se l'uomo è, per definizione aristotelica, un animale politico, cioè un essere che vive nella pluralità della polis, è anche vero che ciascun uomo di fronte al progetto dell'esistenza si pone da solo, con la sua originalità unica. Ecco allora la necessità di riflettere sulle questioni essenziali che accompagnano la costruzione del senso dell'esistenza (oggetto della spiritualità) per arrivare a disegnare l'orizzonte del proprio camminare nel tempo e nella comunità umana (che è essenza della politica). È quanto fanno gli autori di questo libro, che declinano il tema in modi diversi e peculiari: rintracciando le intime connessioni tra politica e anima nella filosofia greca; dialogando con le riflessioni della modernità, da Hannah Arendt a Simone Weil, da Heidegger a Lévinas, a Weber e tanti altri; ricostruendo le sembianze dello 'spazio interiore' come primo spazio di libertà e di resistenza; puntando l'attenzione sulle forme etiche del prendersi cura e dello sguardo accogliente nei confronti del diverso e della fragilità così facilmente ostaggio della violenza; ripercorrendo la metamorfosi dello spirituale e la sua resilienza nella società dell'imperio economico e secolare... Questa è la strada da percorrere se si vuol togliere la spiritualità dal recinto chiuso della vita unicamente privata e restituire alla politica il senso di pratica al servizio della comunità, orientata a costruire una polis dove vivere una vita giusta, bella e buona.
Le istituzioni formative, che dovrebbero muoversi secondo linee utopiche e atopiche allo stesso tempo, riflettono e a loro volta rinforzano l'ethos individualistico che caratterizza il tempo presente. L'approccio individualistico alla formazione - e in generale alla vita -, nutrito dall'enfasi sulla competizione e le prestazioni tecnicistiche del singolo, oblitera il carattere intimamente relazionale del nostro essere al mondo, consentendo il dilagare di una forma di analfabetismo delle competenze di civiltà. L'educazione non può essere ridotta al solo, seppur imprescindibile, piano dell'istruzione, ma deve essere mossa dall'intenzione di facilitare lo sviluppo di ogni aspetto della persona, cognitivo, affettivo, etico e politico. Il compito di una istituzione formativa è quello di predisporre buone esperienze di apprendimento che offrano contesti dove sviluppare la capacità di pensare, di sentire e di agire con competenza nel mondo con gli altri. Il compito di una istituzione formativa è invece quello di predisporre buone esperienze di apprendimento che offrano contesti dove sviluppare la capacità di pensare, di sentire e di agire con competenza nel mondo con gli altri. Quello che proponiamo in questo testo è un modo di agganciare la formazione al reale (experiential learning), ma andando oltre un uso strumentale della realtà. È il modello del "service learning": una pratica didattica che consente agli studenti di apprendere dall'esperienza vissuta in un contesto reale e allo stesso tempo di partecipare alla vita di una comunità attraverso il coinvolgimento attivo all'interno di esperienze di servizio metodicamente organizzate per incontrare i bisogni reali di una comunità. Con la disposizione a guadagnare qualcosa non solo per sé, ma anche per gli altri con cui stiamo in una relazione di senso.