Si tratta di un testo, di ricerca e approfondimento, che ripercorre i punti di vista e le posizioni in merito al rapporto tra guerra / pace e Vangelo nel corso del tempo (dal dopoguerra a oggi). Il lettore è condotto alla comprensione del concetto di "nonviolenza", attraverso le parole dei suoi sostenitori (Jean e Hildegard Goss in prima linea), i documenti conciliari e le dichiarazioni dei papi (da Giovanni XXIII a Francesco). In questo modo la scelta della pace diventa fondata e consapevole, si fa compito e impegno per il futuro. L'obiettivo è quello di stimolare una presa di posizione data da un'adeguata conoscenza dei fatti. Il racconto diretto, la documentazione e le testimonianze di voci diverse permettono di acquisire una conoscenza storica dello sviluppo della tematica in oggetto nella Chiesa e nella società. In appendice interviste a Luigi Bettazzi e Giovanni Franzoni.
Dopo "Educare al femminile e al maschile" (scritto a quattro mani con Marco Scicchitano) e il recentissimo "Nati per essere liberi", torna Tonino Cantelmi con un breve glossario per muoversi meglio nel vasto e complesso mondo della teoria del gender, attualmente al centro di accesi dibattiti in ambito sociale e, in particolare, scolastico ed educativo. Che cosa sono: il gender, l'identità di genere, l'orientamento sessuale, il transessuale ecc.? Questi termini e tanti altri simili, spesso, sono usati anche impropriamente generando un'enorme confusione e incomprensione tra gli interlocutori e tra gli operatori. Il libricino intende fare chiarezza su questi termini, per aiutare le persone interessate a usare un linguaggio aggiornato e corretto e, al tempo stesso, far comprendere il tentativo oggi in atto di negare la differenza e la radice sessuata dell'identità personale. Perché, come afferma l'autore: "appare evidente che uno dei fenomeni alla base della crisi della relazione interpersonale è costituito proprio dalla rinuncia all'identità sessuale e al ruolo sessuale, in favore di un'assoluta fluidità dell'identità stessa e dei ruoli, con la conseguente rinuncia alla responsabilità nella relazione e alle sue caratteristiche generative".
Tenebrose silhouette velate, volti di donne fagocitati da lembi di stoffa: immagini che ci sono familiari e che tuttavia continuano a turbarci. Perché? Come mai il velo ferisce tanto lo sguardo degli europei? Bruno Nassim Aboudrar riaccende il dibattito e mette in luce i malintesi che si sono sedimentati intorno alla millenaria usanza di nascondere il volto delle donne. Il velo non nasce musulmano ma lo diventa. Il Corano lo menziona appena. La storia che mette capo all’obbligo di indossarlo è lunga e complessa e al suo interno l’epoca del colonialismo costituisce una tappa decisiva. Se il velo ci traumatizza non è tanto perché offende la dignità delle donne o viola il principio della laicità quanto perché stravolge un ordinamento visuale fondato sulla trasparenza e vi contrappone una provocatoria esaltazione dell’occultamento e della segretezza. Ma le donne musulmane che vivono in Paesi occidentali e indossano il velo sanno davvero quel che fanno? Perché in realtà, facendo vedere che si nascondono, nascondono che si fanno vedere… Soffermandosi sul Corano e analizzando il carattere voyeuristico dell’arte orientalista, questa storia incrociata dello sguardo, illustrata da riproduzioni di quadri e fotografie, offre un’originale lettura delle strategie che sono all’opera dietro il velo.
Bruno Nassim Aboudrar è professore di Estetica all’Università Paris 3 - Sorbonne Nouvelle. Tra le sue pubblicazioni, Nous n’irons plus au musée (Aubier, 2000) e il romanzo Ici-bas (Gallimard, 2009).
Nemico giurato delle scuole e dei libri, bugiardo e vanitoso, buono di cuore quanto sventato di testa, affascinato dalle promesse di ricchezze improvvise e di miracolose attrattive, Pinocchio è senza ideali, senza patria e senza contrassegni distintivi di religione. La sua doppia natura - umana e legnosa, carnale e marionettistica, concreta e fantastica - lo conduce alle mosse più avventate e meccaniche, alle corse e ai balzi istrioneschi del burattino e, insieme, al rammarico, alle improvvise malinconie, ai pianti dirotti e segreti del ragazzo vivo e reale. Concreto e fiabesco, poetico e sapienziale, Pinocchio è il frutto maturo e inatteso della penna di Carlo Collodi, che scopre la propria autentica vocazione non negli studi teologici ai quali era destinato, ma nell'attività del poligrafo e del giornalista. Egli non è professore, non è cattedratico ed è sprovvisto di cultura pedagogica. Tuttavia, è ricco di verve e di intelligenza estrosa maturata nell'esperienza narrativa e affinata attraverso le traduzioni di Perrault, la composizione di guide scolastiche, favole educative e celebri libri di lettura per ragazzi. Un insolito, avventuroso educatore che, proprio per il suo anomalo percorso, è in grado di pensare l'avventura stessa come forma di educazione.
Per "comprendere l'incomprensibile del XX secolo" - i milioni di morti delle due guerre mondiali e lo sterminio del popolo ebraico nei campi nazisti serve, a giudizio di Michel Serres, un modello "antropologico e tragico" come quello elaborato da René Girard. Esso è incentrato sul carattere mimetico, cioè imitativo, del desiderio - un processo da cui derivano sia la trasmissione del sapere sia la violenza - e sul nesso che lega in modo inscindibile il sacro alla logica arcaica del sacrificio e al ruolo del "capro espiatorio". Sul filo che interseca il tragico e la pietà si svolge il discorso con il quale Serres accoglie l'amico Girard tra gli eletti dell'Accademia di Francia. Girard, a sua volta, secondo la tradizione della storica istituzione, fa il suo esordio ricordando il suo immediato predecessore defunto. È il domenicano Ambroise-Marie Carré, celebre predicatore che negli anni della guerra aveva svolto un ruolo importante nella resistenza ai nazisti. Girard si sofferma sul dramma spirituale che ha accompagnato la sua vita: una profonda e intensa esperienza mistica, avvenuta alla precoce età di quattordici anni, orienta tutte le sue scelte ma, nonostante le attese, non si ripeterà più generando un irrequieto senso di fallimento personale. A padre Carré serve tempo per comprendere che l'ambizione e l'orgoglio rischiano di travolgere la grazia e per convertire il suo progetto di santità in una resa alla misericordia divina.
Prima dell'avvento del monoteismo - sostiene Assmann - le religioni "pagane" avevano il loro centro in un culto spesso cruento e violento, ma non distinguevano gli uomini in amici e nemici e le guerre si combattevano per avidità, vendetta o paura, non per motivi religiosi. Il quadro è mutato con l'avvento della "religione totale", incarnata, per esempio, nell'ebraismo dai movimenti zeloti, nel cristianesimo medievale dal dominio del papa, nel cristianesimo riformato da Calvino e Oliver Cromwell e nell'islam odierno da gruppi fondamentalisti. "Il principio che relativizza, sia pure rispettandole, le differenze religiose e culturali è un principio non religioso, ma laico, e si appella non a Dio e alla rivelazione, bensì alla ragione e al discernimento. Ma queste non dovrebbero essere contrapposizioni", sostiene Assmann. "Nella misura in cui anche le religioni fanno propri questi obiettivi, non polarizzano, ma umanizzano".
La fase di transizione alla seconda metà della vita è un momento critico. Si è normalmente impreparati e si rischia di esserne travolti fino a smarrire il filo unitario della propria esistenza. Per poter affrontare e attraversare questo periodo di passaggio occorre dunque riconoscere i sintomi e nominare i disagi che lo caratterizzano. Solo così esso potrà rivelarsi non solo come oscurità, ma anche come luce, non solo come minaccia e pericolo, ma anche come opportunità di crescita e di maturazione. La crisi dell'età di mezzo segna l'irrompere della morte nella vita: conoscerne i sintomi e individuare le reazioni che può suscitare aiuta a coglierla positivamente come passaggio vitale a una fase più matura dell'esistenza.
L'attacco alla sessualità, nei suoi generi maschile e femminile, rappresenta oggi il più sconcertante tentativo di manipolazione dell'essere umano mai realizzato nella storia. Promossa grazie all'imponente contributo economico e politico delle più potenti lobby dell'Occidente, questa vera e propria "mutazione antropologica" viene oggi imposta attraverso i media, la cultura, lo spettacolo e le legislazioni. Gli autori ricostruiscono le tappe di questo processo senza precedenti toccando temi scomodi e drammaticamente attuali: dall'omosessualismo alla distruzione delle "identità sessuali"; dai "nuovi modelli familiari" allo sdoganamento della pedofilia; dagli uteri "in affitto" al transumanesimo; dalle nuove legislazioni imposte alla repressione del dissenso. Un viaggio inquietante nei meandri dell'ideologia di genere: l'ultima frontiera della manipolazione di massa nel mondo contemporaneo.
Il fenomeno dell'immigrazione in Italia spinge a riflettere su un fenomeno analogo e contrario: l'emigrazione degli italiani verso l'America e altre terre verificatasi negli ultimi due secoli. Il volume ne offre un quadro completo attraverso le pagine dei maggiori studiosi e le testimonianze d'epoca: dalla emigrazione prima dell'unità nazionale, alla Grande migrazione nell'età liberale, nel periodo fra le due guerre, nell'età della ricostruzione dopo la Seconda guerra mondiale, nella contemporaneità. Uno sguardo insieme storiografico e civile: ricordare i decenni in cui gli emigrati erano gli italiani può servire a capire le storie dei migranti odierni. E nella memoria della sua stessa storia l'Italia può meglio comprendere i flussi migratori epocali che interessano oggi tutta l'Europa.
Che rapporto hanno i giovani con la fede? Quali sono le loro credenze e i loro atteggiamenti nei confronti della religione? Come hanno vissuto l'esperienza dell'Iniziazione cristiana, quali ricordi hanno del 'catechismo'? Sappiamo che molti di loro, dopo la Cresima, si allontanano dalla Chiesa: quali ne sono i motivi? E quali esperienze e cammini possono portare a un riavvicinamento? A queste e ad altre domande hanno risposto centocinquanta giovani, ragazze e ragazzi tra i diciotto e i ventinove anni, tutti battezzati, residenti in piccole e grandi località del Nord, Centro e Sud di Italia, con diverso titolo di studio. Cinquanta tra coloro che si sono dichiarati credenti nella prima fase della ricerca, promossa dall'ente fondatore dell'Università Cattolica Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, sono stati di nuovo intervistati e hanno raccontato - per la prima volta nel nostro Paese con tale estensione e profondità di indagine - la loro esperienza di fede e il loro vissuto religioso, rivelando un interessante spaccato di questa intima dimensione della vita, delle sue luci e delle sue ombre.
Cosa fa sì che un bambino o una bambina cresca omosessuale o eterosessuale? Simon LeVay indaga l'orientamento sessuale da una prospettiva biologica e lo considera il risultato dell'interazione tra geni, ormoni sessuali e processi di sviluppo a livello cerebrale e somatico. In un famoso lavoro pubblicato su Science nel 1991, LeVay aveva identificato una differenza nella struttura dell'ipotalamo di uomini gay ed eterosessuali: da allora un numero crescente di ricercatori si è dedicato allo studio delle radici biologiche dell'orientamento sessuale. In questo libro LeVay spiega in modo accessibile a tutti i risultati finora raggiunti dalla ricerca, conducendo il lettore in un viaggio affascinante nei laboratori di genetica, endocrinologia, neuroscienze, psicologia cognitiva e psicologia evoluzionistica. La conclusione generale è chiara: differenze genetiche, variabilità dei processi biologici ed effetti del feedback ambientale interagiscono in maniera complessa nei diversi individui determinando l'orientamento sessuale e le sue sfumature.
L'Autore, scavando nella sua grande memoria di tradizioni, racconti e fiabe, ha messo insieme in questo piccolo libro, quanto di meglio si trova della saggezza popolare, fra il serio e l'ironico, sulla soglia finale della nostra vita.