Conseguito il diploma da sommelier e l'attestato da degustatore ufficiale, Andrea Scanzi decide di partire alla scoperta dei luoghi e delle persone dalla cui passione nascono i più grandi vini italiani, con la convinzione che analizzare il mondo del vino è un modo per capire cosa proviamo per il nostro passato e cosa stiamo preparando per il futuro. E cosi si trova ad attraversare il Belpaese, dalle Langhe all'Alto Adige, dalla Franciacorta a Montalcino, per raccontare dove e per mano di chi nascono i nostri vini migliori. Scanzi ci insegna a riconoscere, insieme a chi li produce, il Barolo, il Pinot Nero, il Sassicaia, l'Aglianico e altri capolavori di una lunga storia fatta di lavoro, pazienza e dedizione. Non senza ironia ci svela i piccoli e grandi segreti che ogni sommelier e ogni buon intenditore hanno messo a punto nel tempo. E soprattutto, ci insegna a riconoscere la vita segreta dei vini e ad apprezzare quella sottile arte che ne fa spesso dei capolavori: l'arte di invecchiare. Divenuto un piccolo classico nel suo genere, apprezzato dagli intenditori e da chi, semplicemente, ama il buon vino perché il vino ha vita.
La tavola è un'occasione di condivisione e di dialogo; Gesù l'ha voluta addirittura come luogo di comunione. Non è allora strano che due sacerdoti si occupino di ricette e - attraverso esse - ripercorrano alcuni dei momenti - e dei personaggi - più importanti della storia della Chiesa. Dal pane di crusca mangiato dai primi eremiti del deserto al paté di aringhe preparato dai monaci dell'abbazia di Westminster, dal pasticcio di carne di Leone X fino alla bagna càuda prediletta da papa Francesco, cinquanta ricette che hanno accompagnato in duemila anni di storia il cammino del popolo in comunione con Cristo.
Questo libro è ispirato a un vecchio successo editoriale degli anni '70: racchiude il fascino della cucina napoletana presentandolo in modo molto piacevole ossia contemporaneamente in napoletano, italiano e inglese. "Napoli in bocca" presenta 84 ricette più un glossario dal napoletano in italiano e inglese e la "smorfia" illustrata. Il libro è stampato su carta "paglia" ossia quella carta che normalmente viene utilizzata in cucina per assorbire i fritti.La copertina e tutte le illustrazioni a colori sono di Rodo Santoro, illustratore greco-napoletano mentre le illustrazioni in b/n sono tratte da antichi libri partenopei.
Il segreto delle ricette di Benedetta è tutto qui: ingredienti facili da trovare, procedimenti semplici spiegati passo dopo passo, risultato assicurato e commensali sempre soddisfatti. E se vi manca l'ispirazione per una cena, una merenda o un pranzo veloce, vi basterà sfogliare le pagine tutte illustrate di questo libro per trovare subito l'idea giusta. Potete scegliere fra più di 200 ricette suddivise in 17 categorie create apposta per solleticare la vostra fantasia: dalla pastasciutta agli gnocchi, dalle frittelle agli involtini, dai polpettoni alle crocchette, dai biscotti alle crostate. Potete lasciarvi tentare da piatti importanti e da piccole sfiziosità, da grandi classici della cucina italiana e da gustose proposte etniche, da dolcetti per la colazione e da torte scenografiche per le cene più speciali... Avrete solo l'imbarazzo della scelta! E, per aiutarvi a trovare la ricetta che fa al caso vostro, Benedetta le ha fotografate tutte: le immagini vi guideranno nella preparazione e vi faranno venire voglia di cucinare (e di mangiare) piatti davvero speciali!
Antonella Clerici è tornata con tante nuove ricette semplicissime ma davvero sfiziose! In queste pagine colorate e ricche di fotografie troverete antipasti, primi, secondi, contorni e dolci golosi alla portata di tutti, proprio quelli che lei cucina a casa. E, come da tradizione, anche i piatti che ha imparato da qualcuno a cui vuole molto bene... il suo pubblico! Antonella infatti ha inserito nel libro i migliori manicaretti ricevuti dai fan, autentici, gustosi e genuini come possono essere solo quelli che gli italiani preparano ogni giorno per la famiglia. E leggendo scoprirete anche un'altra novità: tanti aneddoti e curiosità sul cibo che vi faranno sorridere, stupire e imparare molte cose interessanti. Grazie a lei, a tavola farete un doppio figurone: come cuochi e come veri esperti di cucina.
Ciò che è giusto e vero, ma anche quanto è bello e buono, fanno da sempre parte di ogni genuina esperienza umana e quindi, inevitabilmente, anche di ogni autentica religiosità. Apprezzare e godere delle cose che la Provvidenza divina ha disposto nel creato non è una stravaganza né tantomeno qualcosa di moralmente riprovevole. I Testi fondatori dei tre monoteismi abramitici lo confermano in moltissimi passi che esortano gli esseri umani a essere non solo custodi, ma anche fruitori grati e responsabili delle immense ricchezze che li circondano. Ripercorrere le tradizioni e le norme che ebraismo, cristianesimo e islam hanno posto anche nel rapporto dei fedeli con il nutrimento può condurci a recuperare il senso del sacro e la relazione con il trascendente proprio nei gesti banali della vita quotidiana, una volta ritmata dai tempi lenti delle stagioni e delle preparazioni umili e attente di chi non aveva fretta di avere tutto e subito, ma sapeva godere anche dell'attesa. Queste pagine sono un invito a tornare verso le sorgenti di un'armonia forse trascurata, ma non per questo meno carica di suggestioni e insegnamenti anche per chi ormai vive la frenesia dei ritmi di vita moderni.
"L'atto di alimentarsi non è, per gli esseri umani, un mero soddisfacimento di un bisogno primario, ma anche un comportamento sociale destinato all'autorealizzazione e alla socializzazione individuale. In una società spettacolarizzata come la nostra, anche il cibo è diventato inevitabilmente spettacolo, oggetto più di discussione che di preparazione, in una bulimia verbale priva di referenti e codici, che oscilla tra fitness, obesità, anoressia, richiami sottilmente porno, rischiando di far dimenticare sia la sua realtà materiale, sia la sua realtà culturale, sia la profonda valorizzazione simbolica che esso ha conosciuto nelle tradizioni religiose. Queste pagine sono in questo molto utili anche a ricordarci che il cibo non nutre soltanto il corpo, ma anche o forse prima di tutto l'anima" (dalla Prefazione di Giovanni Filoramo). Contiene ricette legate a tradizioni religiose e culturali, con alimenti chiave per la loro simbologia, il loro contenuto organico, gli effetti sul corpo, l'origine geografica...
Questo è, innanzitutto, un libro sulla bellezza, su tutta la bellezza che continua a essere il patrimonio del nostro paese. Una bellezza visibile. Una bellezza che si tocca. Una bellezza che comincia dalla biodiversità, dalla varietà veramente immensa di organismi vegetali e animali. Una bellezza che ha a che fare con i venti che spirano, buoni, nel mare chiuso e si fanno più dolci dentro la cornice protettiva dei monti e delle colline. Il prosciutto di San Daniele non avrebbe la sua fragranza senza la Bora che si infrange contro le Dolomiti e la pasta buona si fa a Gragnano nella galleria del vento perché lì la brezza di Castellammare di Stabia si incontra con l'aria fresca del Vesuvio. I venti che portano la risposta della bontà e della bellezza. Eccoli. In questo libro impariamo di quante sfumature è fatta la biodiversità italiana. E lo impariamo regione per regione, prodotto per prodotto. Ma anche paesaggio per paesaggio, città per città come se bontà e bellezza volessero anche luoghi e nomi. Luoghi e nomi di una magia tanto semplice quanto delicata. Come semplici e delicati sono i diversi "caratteri" degli italiani di cui ci racconta Alessandro Baricco. Ricco di mappe, numeri sorprendenti, curiosità preziose, testimoni attivi della biodiversità. Prefazioni di Alessandro Baricco, Paolo Crepet, Carlo Petrini, Vittorio Sgarbi, Giovanni Soldini.
Un altro libro sul cibo e la cucina: per ricordarci che siamo uomini e donne anche quando mangiamo e cuciniamo, per riscoprire che anche questa pratica tanto necessaria e quotidiana è capace di dire qualcosa del senso della nostra vita, per non lasciarsi sopraffare dalla libido dell'ultimo audace accostamento di sapori e dall'estetica rarefatta e immangiabile delle presentazioni gastronomiche. L'autore propone undici storie per cercare nella vita semplice e vera delle persone ciò che il cibo genera e rivela, undici capitoli per riflettere con un poco di ironia su ciò che facciamo a tavola o in cucina e su come possiamo diventare uomini e donne più autentici anche mangiando e cucinando, undici brani di vangelo per ricordare che molti dei segni importanti e delle parole decisive Gesù li ha fatti e le ha dette a tavola. A tutto ciò si aggiungono proposte di film, attività, laboratori per bambini, e naturalmente ricette, per condividere insieme la ricerca del senso e del sapore della vita.
“La mia Cucina POP è nata dal desiderio di amalgamare l’essenziale con il ben fatto, il buono con l’accessibile, l’innovazione con la tradizione. Sono convinto che la grande cucina italiana sia grande, oltre che per varietà e gusto, anche per la possibilità che offre di essere costantemente reinterpretata: io l’ho fatto con semplicità, dando valore a tutti gli ingredienti e facendo della stagionalità e dell’alta qualità dei prodotti due punti fermi. A questi punti cardine ho aggiunto un principio che mi guida nella preparazione di ogni piatto: la ricerca di un’armonia nell’equilibrio dei contrasti, che per me significa non solo una ‘promessa’ di dolce nel salato e una ‘memoria’ di salato nel dolce, ma la coesistenza armoniosa in ciascun piatto di tutto ciò che stimola il palato: morbido, croccante, caldo, freddo, dolce, amaro…”
Tutto questo per Davide Oldani deve trovare una composizione in una cucina leggera ma gustosa, sana ma varia, semplice ma sorprendente.
A completare la sua idea di Cucina POP: la passione e la ricerca continue, l’irrinunciabile lavoro di squadra e l’accoglienza dell’ospite. Sobria ma elegante, quest’ultima è basata sulla convinzione che il bello debba essere anche funzionale, come tutti gli oggetti che Oldani ha creato per i suoi ospiti.
La prima volta che l’ho detto, mi hanno chiesto di ripetere, pensando che mi fossi sbagliato. Volevi dire “regionale”? No, intendevo proprio dire
“non regionale”; cucina non regionale italiana. Ma non mi riferivo a un nuovo modo di cucinare, a una cucina pre, post, anti, priva di o a base di. E nemmeno volevo usare il NON in senso negativo. Avevo semplicemente in mente la buona cucina italiana e com’è sempre stata nella tradizione, e cioè rappresentata da ottimi ingredienti prima ancora che dal cucinato.
«Dalla A di alici (di Cetara) alla Z di zucchine (le dolcissime Trombette liguri), dalla Val d’Aosta alla Sicilia, l’Italia è attraversata in lungo e in largo dalle trionfanti coordinate del buon mangiare.» Un libro rivolto ai curiosi, ai gourmet, agli appassionati del buon cibo e dei prodotti d’eccellenza, ma anche agli amanti della cultura. Il volume è strutturato in forma di glossario con il meglio della nostra tradizione gastronomica: più di 100 prodotti, tante curiosità e chicche che completano questo alfabeto di sapori. Un viaggio attraverso l’Italia, un Paese tanto ricco quanto poco conosciuto nelle sue diversità, alla scoperta di materie prime di qualità, protagoniste delle nostre tavole in ricette più o meno tradizionali. Un percorso alla ricerca di volti, mani e storie di uomini e donne che con il loro lavoro hanno dato vita alle migliori produzioni del Made in Italy, degne di essere raccontate. «Per questo, ho voluto raccontare le storie di alcuni di loro: facce, intelligenze e passioni da promuovere e supportare per il mix di buono, pulito e giusto (ovvero il massimo dell’ecogastronomia) che ci offrono, rallegrando corpo e anima insieme. Senza di loro, i nostri grandi cuochi sarebbero meno grandi, la nostra cucina più povera, i nostri palati meno felici, il nostro status gastronomico meno attraente.»
Il vino è un frutto della terra. La natura del suolo determina in misura essenziale le qualità del prodotto finito: aromi e gusto di un calice in degustazione. Banale solo in apparenza, questo tema è al centro del nostro progetto: "l'atlante" è un'opera per un pubblico scelto e competente di tecnici e grandi cultori del vino. Un volume di consultazione per chi voglia approfondire i grandi vini italiani in modo senz'altro più tecnico, ma sempre accessibile. Si affronta il tema vitivinicolo: dalle Alpi all'estremo meridione, passando in rassegna i nostri vini migliori, vediamo quanto incida (non meno del clima e della lavorazione) la qualità del suolo agricolo. E in chiusura di ciascun capitolo, degustiamo quattro bottiglie per ciascuna Doc o l'ancor più selettiva DOCG, controllata e garantita, evidenziandone le note tipiche riconducibili al fattore-suolo: è la prova del nove. Nella introduzione, chiariti i concetti essenziali, scorriamo la carta geologica italiana per collocarvi le principali aree viticole. Passiamo quindi in rassegna i 35 vitigni autoctoni e i 5 internazionali che sono l'anima dell'infinità varietà della nostra produzione. Quindi di area in area, Barolo, Asti, Franciacorta, Prosecco, Collio, Cinque Terre, Chianti, Brunello, Bolgheri, Verdicchio, Cannonau e avanti ancora fra le DOC e DOCG, uno alla volta, ciascun territorio è velocemente schedato a analizzato dagli autori.